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Autore: Aika Morgan    22/06/2012    9 recensioni
Sebastian ne aveva le scatole piene.
Cooper era decisamente più spocchioso – e stupido – di quanto avesse immaginato all'inizio. Non sapeva ricostruire come, ma era riuscito a raccontargli per ben tre volte lo stesso noiosissimo aneddoto sulla comparsata che aveva fatto in un telefilm nei panni di un gladiatore. Morto.
– Non è semplice fingere di essere morti. Tu pensi che stai lì disteso ad occhi chiusi. Ma non è semplice. Diventa fondamentale saper respirare. Perché se respiri troppo, il pubblico vede che ti muovi e BUM, la finzione è andata a farsi benedire...

Affetta da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Sebastian Smythe
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Potresti farmi un autografo sulla banconota?

 

Era iniziato tutto per via di una scommessa.

Non era poi così scandaloso che esistessero ragazzi alla Dalton che facessero marchette.

La maggior parte di loro lo faceva per il divertimento di scroccare soldi a qualche sconosciuto, o per procurarsi il denaro necessario a comprare l'alcool che circolava clandestinamente nei festini notturni della scuola.

Sebastian lo faceva perché gli gratificava l'ego.

Come aveva spiegato a due sconvolti Nick e Jeff qualche tempo prima, se qualcuno era disposto a pagare pur di ricevere un veloce servizietto da lui, la sua compagnia doveva essere davvero desiderabile.

Insomma, mica tutti sono disposti a pagare per farselo succhiare dal primo che passa, no?

Le sue parole avevano un senso abbastanza contorto, ma gli amici avevano annuito.

Così quasi ogni notte, Sebastian sgattaiolava via dalla Dalton – passando per le finestre e arrampicandosi giù per la facciata dell'edificio come un gatto – e andava ad incontrare i suoi clienti.

Di solito sceglieva lui il luogo – sempre lo stesso motel sulla statale, in modo da non dare troppo nell'occhio – e poteva permettersi anche il lusso di selezionare i clienti, in modo da sceglierli quasi sempre giovani, belli e con molti soldi da spendere.

Quando però lui e i suoi amici conobbero Cooper Anderson, le cose andarono in maniera un po' diversa.

Si era trattato di una scommessa, appunto.

 

***

 

Nel suo piccolo, Cooper Anderson era una celebrità.

L'aver recitato in uno spot di dubbio gusto lo rendeva tale, agli occhi di concittadini che non avevano mai visto una telecamera se non in un negozio di elettronica.

Alla Dalton Cooper era poco meno di un mito.

Ai tempi in cui aveva frequentato l'istituto era stato il leader indiscusso del club di canto e di quello di recitazione, ammirato dalle ragazze e invidiato dai ragazzi per il suo carisma e quando si era diplomato aveva tenuto il discorso di ringraziamento ai professori.

Insomma, era assolutamente PERFETTO.

Il giorno in cui Cooper andò a far visita alla Dalton in veste di ex alunno, venne indetta un'assemblea speciale alla quale tutti gli studenti vennero chiamati a partecipare.

Sebastian era incuriosito da tutte le attenzioni riservate a Cooper, che per lui era solo il fratello di una delle sue recenti cotte. Per lui nessuno poteva essere così importante da meritare la sua ammirazione spasmodica, tanto che i discorsi di Nick e Jeff che volevano chiedergli un autografo gli parvero quantomeno ridicoli.

Mentre cercava di ascoltare ciò che Cooper rispondeva alle domande del preside – la sua voce non riusciva a sovrastare gli urletti isterici dei suoi amici – dovette rendersi conto che in effetti quello era davvero un belvedere e che di certo...

Gay. – sentenziò con calma.

Cosa? – gli chiese Thad.

Gay. Ho detto che è gay. Ne sono praticamente certo. Guarda come si tocca i capelli!

Scusa, ma suo fratello è quello gay. Non è possibile che... – provò ad obiettare l'amico.

Perché mai? Mica c'è una regola fissa per queste cose.

Sebastian si leccò le labbra.

Perché non ammetti che vorresti che fosse gay? – gli fece notare Nick con un sorriso sibillino.

Che vuoi dire?

Se fosse gay, potresti fartelo!

Stronzate, io posso farmi chi voglio! Scommetto che riuscirei persino a farmi pagare da lui per una marchetta!

Appena pronunciata questa frase, Sebastian si morse la lingua, ben sapendo che i suoi amici avrebbero colto la palla in balzo.

Beh, perché non lo fai? Potremmo fare una scommessa... è da molto che non ne facciamo una come si deve!

Sebastian sapeva di che portata fossero le scommesse di quei gradassi dei suoi amici: l'ultima volta che ne aveva persa una, gli era toccato andare a fare una serenata a quella nasona di Rachel Berry, rischiando pure di beccarsi un pugno dal suo ragazzo, Finn-qualche-cosa. Almeno ne fosse valsa la pena, poi... Era gay, questo sì, ma sapeva riconoscere quando una ragazza era davvero bella.

Tuttavia, tirarsi indietro sarebbe stato come ammettere di non sentirsi all'altezza. Insomma, aveva le mani legate.

Accetto. Cosa mi date se ci riesco?

Ti offriamo da bere per un mese. Mentre se non ci riesci...

Come osate dubitare di me? – li interruppe con un gesto stizzito. Non aveva molta voglia di sentire cosa lo avrebbero costretto a fare.

Se non ci riesci andrai a raccontare a tutta la scuola che sei vergine.

Praticamente avrebbe dovuto mandare a puttane la sua reputazione, fantastico. Beh, ma dove stava il problema? Cooper Anderson era figo, quindi già il lavoro era di per sé piacevole, poi Sebastian era convinto che nessun uomo, gay o etero, sarebbe riuscito a resistergli.

Sarebbe stato un lavoro con i fiocchi.

E, come al solito, avrebbe vinto lui.

 

***

 

Lo raggiunse con una breve corsa, proprio mentre Cooper stava lasciando l'edificio dopo essersi congedato dal preside.

Ehi! – lo chiamò.

Cooper si voltò, con aria interrogativa.

Ciao, tu non mi conosci, ma io... beh io sì! Come non potrei? Sei un mito per tutti noi Warblers!

Il primo passo per ottenere la sua attenzione era fargli un complimento.

– Oh, davvero? Mi fa piacere esservi d'esempio, ragazzo! Io sono la prova che è possibile avere successo anche partendo dal nulla.

– Già, già, esatto. Ecco, proprio perché tu sei famoso, mi chiedevo... non potresti insegnarmi a diventare come te?

Gli veniva da vomitare per quanto quel discorso fosse viscido. Ma aveva capito che a Cooper piaceva essere adulato e quindi era meglio combatterlo con le sue stesse armi.

– Come me? Beh, c'è molto lavoro da fare, non so se ho il tempo...

– Ti prego! È il mio sogno diventare un cantante e un attore famoso! Solo tu puoi aiutarmi!

Lo vide inarcare un sopracciglio: ce l'aveva quasi fatta.

– D'accordo! Posso farti qualche lezione, ragazzo. Non molte perché fra tre giorni ho l'aereo per New York, ma possiamo partire almeno dalle basi. Com'è che ti chiami?

– Sebastian.

– Sebastian, io farò di te una star!

 

Molti drink e chiacchiere dopo.

 

Sebastian ne aveva le scatole piene.

Cooper era decisamente più spocchioso – e stupido – di quanto avesse immaginato all'inizio. Non sapeva ricostruire come, ma era riuscito a raccontargli per ben tre volte lo stesso noiosissimo aneddoto sulla comparsata che aveva fatto in un telefilm nei panni di un gladiatore. Morto.

Non è semplice fingere di essere morti. Tu pensi che stai lì disteso ad occhi chiusi. Ma non è semplice. Diventa fondamentale saper respirare. Perché se respiri troppo, il pubblico vede che ti muovi e BUM, la finzione è andata a farsi benedire...

Avevano passato tutta la serata seppelliti dentro un fetido pub – che diamine di posti frequentava? – a parlare sostanzialmente di aria fritta. In realtà a parlare era stato solo Cooper. Sebastian si era limitato ad annuire e a cercare di infilare un complimento di tanto in tanto.

Nonostante la sua sicurezza iniziale, adesso non sapeva proprio come far vertere il discorso su ciò che interessava a lui. Avrebbe dovuto improvvisare, e in fretta anche, prima che la serata finisse.

D'improvviso gli prese la mano.

Ti andrebbe di... fare un giro con me?

Incrociò il suo sguardo stupito e pensò che sì, quando non parlava a vanvera, Cooper Anderson era davvero figo. Più figo di Blaine. E poi vestiva anche meglio.

Entrarono in macchina, indossarono le cinture di sicurezza e Cooper mise in moto, sempre continuando a parlare. D'improvviso Sebastian ebbe un'idea.

Gli avrebbe fatto vedere lui che significava recitare.

Cooper... io... mi dispiace.

Assunse un'aria contrita.

Ti... dispiace?

Ecco, ti ho rubato tutta la serata, ma ecco, il mio scopo non era quello di conoscere tutti i trucchi del mestiere. Io ho un problema.

Cooper frenò, accostò e poi si voltò a guardarlo.

Che succede? Posso aiutarti?

Ecco, io... Oh, dannazione, lo sapevo che mi sarei vergognato a dirlo ad uno sconosciuto.

Cooper gli si avvicinò e gli fece un sorriso incoraggiante.

Dai, siamo amici, puoi parlarmi di tutto ciò che vuoi.

Sebastian colse l'occasione per baciarlo sulle labbra, sperando che non si allontanasse. E, per fortuna, non successe.

Ecco, io... ho un problema a scuola. Debiti di gioco. E... se non pago... se non pago mi fanno nero. Cazzo, mi sento così ridicolo.

Quasi doveva mordersi le labbra per non scoppiare a ridere. Fra l'altro era una scusa così patetica, figurarsi se Cooper avrebbe accettato di dare i suoi soldi al primo sconosciuto che...

Quanto ti serve? – l'altro mise mano al portafoglio – Non posso sopportare l'idea che un mio giovane ammiratore sia nei guai.

Aveva abboccato! Adesso veniva il bello.

Cinq... cinquanta dollari! Ma davvero, non posso accettare denaro da te... sei stato già così gentile... io...

Avrebbero dovuto dargli l'Oscar per quell'interpretazione, poco ma sicuro.

Insisto, prendili pure!

Gli porse la banconota e Sebastian, senza pensarci su due volte, la intascò. Adesso doveva verificare che Cooper fosse davvero gay.

Non so come ringraziarti... Anzi sì, posso ringraziarti con l'unica cosa che ho. Il mio corpo. La mia bocca. Ti va?

Eh? – era chiaro che Cooper non aveva capito. Aveva i neuroni a scoppio ritardato, decisamente. Del resto, buon sangue non mente.

Sei gay, Cooper?

Co-cosa? No... cioè, ecco, sto... sono bisessuale. Ad Hollywood fa molto figo, quindi è stata una cosa che mi è tornata utile.

Bene, poteva farcela.

Gli mise una mano sui pantaloni e gli accarezzò l'inguine.

So fare molte cose, sai... sono esperto.

Un altro bacio sulle labbra e poi gli slacciò la cintura posizionandosi cavalcioni su di lui. In realtà non sarebbe nemmeno stato necessario farlo, visto che comunque i soldi li aveva già guadagnati ma, mentre che c'era, voleva giusto divertirsi un po'. Bastava che Cooper non parlasse perché non sembrasse lo stupido che era.

Mh, sì... mi piacciono i ragazzi... intraprendenti.

Dopo qualche bacio decisero di spostarsi sul sedile posteriore, per stare un po' più comodi. Cooper si distese e Sebastian gli sfilò scarpe e pantaloni, lasciandolo in mutande. Gli toccò il sesso attraverso i boxer, poi lo baciò sulle labbra.

Posso portarti in Paradiso, basta chiederlo. E sono in debito con te, quindi lascia che ti ringrazi a modo mio.

Iniziava a far caldo, dentro l'abitacolo della macchina. Cooper ansimava e gemeva mentre la lingua di Sebastian gli lambiva il sesso. Anche Sebastian cominciava ad eccitarsi, cosa che gli succedeva raramente quando aveva a che fare con un cliente.

A ripensare a quanto era stata strampalata la serata gli veniva un po' da ridere, raggirare Coope era stato facilissimo, così come fargli un servizietto a pagamento – sempre che lui si stesse rendendo conto di cosa stavano facendo.

Continuò a leccare e succhiare per un po', fino a quando Cooper gli fece capire che stava per venire e che non voleva farlo nella sua bocca.

Dopo l'orgasmo Cooper fu incapace di parlare per almeno cinque minuti, un bene per le orecchie di Sebastian che poté un po' riposarsi dalla logorrea del giovane.

Aveva vinto la scommessa, i suoi amici sarebbero rimasti a bocca aperta. Restava solo un'ultima cosa da fare, giusto per dimostrare loro che quei cinquanta dollari provenivano proprio da Cooper Anderson.

Scusa, potresti farmi un autografo sulla banconota?

 

 

 

 

 Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome? GOD SAVE THE SHIP! I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »

 

 

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Seriamente, io non so come mi vengano in mente certe idee.

Il prompt faceva pensare a qualcosa di stra-angst, ma per una volta ho voluto buttarla sul comico demenziale. Boh, non so nemmeno se sono IC o OOC, so che mi sono divertita molto a scriverla *rolls* Spero che non vi abbia fatto vomitare T___T

Ah, e se pensate che questa storia non abbia capo e piedi, provate a scriverla voi una fanfiction immaginando Matt Bomer in compagnia di Grant Gustin u_____ù

Le recensioni sono sempre l'amore ^^

Aika.

 

   
 
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