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Autore: CharlieBb    07/01/2007    4 recensioni
Questa storia la dedico alla mia migliore amica, la mia Idra, che mi è sempre accanto. Soprattutto per farle capire il punto di vista di un bambino…
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia la dedico alla mia migliore amica, la mia Idra, che mi è sempre accanto. Soprattutto per farle capire il punto di vista di un bambino… Tesoro, ti voglio bene! Anzi, tatt!!! Grazie, di tutto!

E ora vi lascio alla storia…

 

 

 

Argh!!! Che schifo, che schifo totale!!! Non ce la faccio più, giuro!!! Parola mia, un giorno di questi mi uccido! O uccido loro. Come chi? Loro, quegli esseri inutili, stupidi, senza cervello che mi rendono la vita impossibile! I miei genitori. Ma giuro che non la passeranno liscia. Che cosa devo fare per farmi capire da loro? Parlare in Gaelico?? O mio dio, mi sta venendo l’emicrania. E tutto a causa di questi due imbecilli. Ma sentiteli, come parlano… o meglio, come emettono quella sottospecie di suoni inarticolati… gnegne, amorucciobellodellamammamaquantoèbelloilmiobambino…

Bambino un corno!

Okay, magari sarò anche un bambino, ma il mio cervello è di certo molto più sviluppato del loro. Che colpa ne ho io se questa dannata boccuccia che mi ritrovo non è un grado di emettere suoni decenti? Me lo dite che colpa ne ho?

Eppure, cerco di essere sempre abbastanza chiaro. Per esempio, proprio qualche minuto fa ho visto, poggiato sul tavolo, un bel pezzo di cioccolato. Adoro il cioccolato, è così dolce, ti si scioglie in bocca e ti lascia quel sapore delizioso pieno di pura e semplice perfezione. Comunque, dicevo che c’era questo pezzo di cioccolato. E io lo volevo, a tutti i costi. Mamma e papà stavano tranquillamente cenando, seduti di fronte a me. Allora io che faccio? Indico con la mano il cioccolato e dico: «To-tato!». Cioccolato. È il meglio che riesca a fare questa dannatissima bocca impastata. I miei mi guardano e sorridono, smielati tanto da far venire il diabete.

«Cosa vuole il tesorino bello della mamma, eh? E pucci-pucci bello! Bimbo di mamma, cuccioletto mio, …». Non continuo a riferirvi cos’altro ha detto, tanto lo potete immaginare. Poi, si aggrega mio padre.

«Che ha questo omettino di papà? Vuole parlare? Bravo omettino». Che schifo.

Allora, sempre indicando il cioccolato sul tavolo, ripeto con calma e con più chiarezza possibile: «To-tato ‘io!». Che bocca schifosa. Non riesco neanche a dire che voglio il cioccolato! Eppure, ho cercato di essere chiaro, e gliel’ho anche indicato!!! Cosa devo fare??? Voglio il cioccolato, maledizione!

«L’omettino della mamma vuole il suo- ecco, ce l’ha fatta, l’ha capito, alleluia!- piccolo amico di pezza?». Ma quale ce l’ha fatta e ha capito, questa è più tarda di un bradipo! Peluches un corno! Voglio quel dannatissimo pezzo di cioccolato, è così difficile?!

E io continuo a sgolarmi, e mi metto anche a piangere. Quanto sono scemi, questi due. Oh, ma quando riuscirò a parlare correttamente gliene dirò quattro. Parola di bimbo.

No, non mi toccare, brutta stupida idiota!!! E ci credo che urlo ancora di più, adesso. Lasciami stare, ti ho detto!!! Mettimi giù! No, no, no, nonononononononononono!!!!!!!!

Ma perché dovevano capitare proprio a me questi qui?!

La cretina mi ha preso in braccio: crede che abbia sonno! Povera illusa. Voglio solo il cioccolato. E che brutti capelli cotonati che hai! Credetemi, fanno proprio schifo. Giuro che appena potrò, andrò da lei mentre dorme, con un paio di forbici in mano, e le taglierò quello schifo che ha in testa. E lo faccio. Parola di bimbo.

Ecco, mi sta portando a letto. Ma io non voglio dormire!!! Però devo ammettere che è comodo stare in braccio a questa strega. Mmm… molto comodo. E poi, profuma di biscotti appena sfornati… Bè, credo che smetterò di piangere, per il momento. Anche perché voglio ascoltare questa nenia. La sua voce è dolce. E brava streghetta!

La testa sul cuscino no, eh! Dài, ti prego, che poi mi viene sonno se mi metto nel letto e se canti ancora! No, lasciami stare. Lasciami… lasciami sta- ah… vabbè, ho capito… buona notte… ma tornerò presto, parola di bimbo…

 

 

***

Scusate, non so neanche io cosa ho scritto. Solo che ieri notte pensavo a come deve sentirsi un bambino piccolo in mezzo agli adulti, o quando tenta di parlare e gli altri non lo capiscono… credo che questa ff vedrà forse un altro capitolo, non credo che si dilungherà molto. Comunque, vedremo. Un bacio a tutti. Blaise.

 

   
 
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