Run.

Un colpo.
Una morte.
Una fine.
Solo anime da raccogliere.
Londra brucia e i cinematic records scorrono copiosi davanti ai tuoi occhi.
Donne, uomini, poveri e ricchi: nessuno dinanzi all’eclisse della vita riesce a fare la differenza.
L’ennesima figura femminea decade commemorata solo dai pianti della sua neonata.
Quel corpo cereo e freddo non avrà più futuro ma l’esile bambina continua a restare al suo fianco aspettando che la madre plachi i suoi turbamenti.
Una forza, un istinto cresce  in te che accogli la creatura tra le tue braccia e il petto vigoroso, diverso dalla genitrice.
-Mi dispiace. Non sono io che posso darti la pace eterna.-
Come se avesse compreso il significato delle tue parole alza le manine verso il tuo viso.
L’apprensione su lei è sempre più grande: sarebbe troppo azzardato lasciarla lì alla mercé di fuoco e folla, allo stesso tempo portala con sé è impossibile.
Come faresti ad allevare tu, dio della morte, ciò che rappresenta l’effimero?
Una ragazza dai lunghi capelli ricci osserva da lontano la scena non sapendo se avvicinarsi o meno.
Restituisci alla madre sua figlia e percorri la strada ciottolosa satura di sangue guardandoti intorno.
La giovane attratta dal pianto incessante corre verso la bambina accogliendola tra le braccia acerbe e il seno florido, molto più accogliente del tuo.
Un dio della morte non deve affezionarsi.
Un dio della morte non può affezionarsi.
Un dio della morte, però, può provare compassione per due creature indifese.

-Ridicolo-

… un altro cinematic scorre.