Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Valu Valonsa    23/06/2012    1 recensioni
Incontrare due stronzi nella vita non è sempre un male!
AVVERTENZA: presenza di parolaccie :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era una mattina di ottobre di un anno e mezzo fa,quando quel lurido pezzo di melma aveva rovinato tutto.
Ero uscita di casa per andare dai miei genitori,che mi avevano invitata a fare colazione con tutta la famiglia al gran completo, per festeggiare il ritorno ufficiale di babbo. Non era lontano da casa nostra,cioè quella che dividevo con Luis,il verme e anche se non amavo camminare con il gelo quella mattina mi sentì stranamente felice.L’aria fredda mi accolse subito tra le sue braccia cullandomi per tutto il tragitto.Dopo una ventina di minuti ero finalmente arrivata a casa dei miei,i quali però invece di invitarmi ad entrare mi cacciarono molto poco gentilmente da quella che,da qualche mese, non era più casa mia. La scusa erano state le pulizie primaverili improvvise.
 
“Scusami cara ma devo pulire casa…com’è che le chiamano?Ah si pulizie di primavera!”
Aveva urlato mia madre sulla porta dopo che avevo chiesto spiegazioni.
 
“Primavera? Mamma siamo in pieno inverno!”
Le avevo risposto in preda ai brividi di freddo.
 
“Cara daii suuu!Sono in ritardo rispetto al mondo intero,questo non significa che non le debba fare!”
Continuò ridendo,lanciando sguardi maliziosi verso l’interno della casa.
 
Solo allora gettai un occhio al suo abito da cameriera ed era QUEL tipo di vestito che si indossa in QUELLE situazioni.Tutto nero, succinto, attillato e trasparente che lasciava poco spazio alla fantasia. Quel pezzo di stoffa poteva risultare comodo sul pavimento di casa,ma non per pulirla!
 
“Babbo è tornato prima?”
Avevo chiesto conoscendo purtroppo già la risposta…anzi l’ovvietà fatta persona aveva solo voglia di tornare all’interno della casa.
 
“Forse,adesso però vado eh!Ti chiamo stasera…”
Disse in procinto di chiedere la porta,per poi riaprirla e aggiungere…
“Ah Isa ti vogliamo bene!”
 
Così sbattè la porta lasciandomi ancora fuori al gelo.
 
Non c’era altro da fare se non tornarmene a casa.Mi rigirai e ripercorsi il tragitto all’incontrario maledicendo me stessa per aver accettato quell’ invito, per aver un padre sempre fuori e più in generale per avere dei genitori completamente fuori dall’ordinario.
Da piccola ero felicissima ed orgogliosa dei miei che si dimostravano affetto ogni secondo della loro vita,ma crescendo quei gesti erano poi diventati troppo ingombranti per noi povere figlie.
 Non mi era mai successo,nemmeno con Luis, di avere la costante necessità di mostrare affetto e amore nei suoi confronti in ogni attimo della giornata.Non era nella mia indole fargli capire che lo amavo ogni secondo,forse perché il mio corpo aveva avvertito prima di me quanto stronzo fosse quell’essere inanimato.
Comunque durante la mia ormai poco gradita passeggiata mattutina di ritorno a casa continuavo a riflettere sui miei genitori.Con loro era impossibile parlare,presentare o anche solo menzionare qualche ragazzo che loro subito partivano a mille raccontando il loro amore.
E la storia di quando di incontrarono, s’innamorarono e si sposarono era bella solo le prima volte!
Chiedere consigli poi era fuori discussione,perché nel loro mondo fatto d’amore a tutto spiano l’unica soluzione a tutti i problemi del mondo era “esprimere i nostri sentimenti,aprire il nostro cuore”. Come,ovviamente, avevano fatto loro e così giù di nuovo a raccontare le loro avventure. Era un circolo vizioso e la situazione degenerò quando babbo iniziò a viaggiare per lavoro. Ritornava solo nei fine settimana e quello che facevano era solo donarsi amore,sia spiritualmente sia fisicamente. Fortunatamente tutto era finito la settimana scorsa quando babbo aveva ripreso il posto fisso in ufficio in città. La conseguenza fu la distribuzione settimanale di quell’amore che era concentrato solo in un fine settimana,ma a quanto sembrava era difficile riprendere il ritmo.
Concentrata in quei pensieri sulla mia famiglia molto poco normale,quando arrivai a casa non mi palesai,come era mia consuetudine fare. Avevo preso l’abitudine di avvisare quando rientravo dopo aver beccato varie volte i miei genitori nel bel mezzo di un amplesso.
Quella mattina però, per fortuna o sfortuna, il pensiero dei miei me lo impedì.Entrando spedita in quella che da tre mesi era casa nostra,avevo sentito dei rumori provenire dalla cucina e pensando che forse il verme stesse cucinando mi avviai in quella direzione.
 
“Amore sono torn-”
La frase morì in bocca,il mondo,insieme alle mie certezze, crollò in un secondo.
 
Era comodamente appoggiato alla tavola dove la sera prima avevamo cenato con i nostri amici,mentre con le mani teneva stretta a se una ragazza. La ragazza in questione altro non era se non la mia ex-migliore amica. E come nei migliori film d’autore c’era anche la beffa: era stata lei stessa,NiKy,ad avvertirmi riguardo al passato poco tranquillo di Luis.
 
“Isa non è come pensi!”
Esordì Luis staccandosi immediatamente da lei.
 
Io restavo impalata pensando che i miei genitori dicessero una marea di cazzate sull’amore e che questo stronzo che mi chiamava altro non era che la prova vivente.
 
“Pensavo fossi meno scontato in queste situazioni,visto che ci sempre stato abituato” risposi fredda avviandomi verso la camera da letto.
 
Presi dall’armadio la mia unica valigia e feci entrare tutto lì,quelle poche cose che avevo portato erano tutti lì dentro.
 
“Ti prego aspetta Isabella!”
Riprovò il bastardo trattenendomi per un braccio.
L’unica cosa che non volevo era essere toccata da quel verme schifoso.
“NON TOCCARMI!”
Gli ringhiai contro prima di colpire,con tutta la forza che mi restava, i suoi piccoli gioielli di famiglia.E vederlo a terra in preda ad un dolore atroce mi fece  sentire un po’ meglio..
Ovviamente varcata la soglia di quella maledettissima casa mi sentì male,arrivai dai miei genitori senza neanche sapere con quali forze e una volta giunta a destinazione bussai.Il sorriso di mia madre si spense subito e la voglia di cacciarmi di nuovo si dileguò,chiamò a raccolta tutta la famiglia e le mie amiche più care…anzi la mia unica amica più cara! Non parlai per giorni,piangevo piangevo e piangevo ininterrottamente e nessuno mi diceva nulla,neanche quei pazzi che chiamavo genitori,perché per loro stavo esprimendo tutti i miei sentimenti.Non ero un bello spettacolo da vedere già normalmente,ma in quello stato era anche peggio e forse fu proprio il vedermi allo specchio che mi fece svegliare un po’.Quel gran figlio di buona donna ebbe almeno il buon senso di sparire dalla circolazione,così come la troietta che gli stava appiccicata a cozza.
Ci volle molta,moltissima pazienza con me,ma dopo un mese di clausura chiamai a raccolta la mia amica Lisa e mia sorella maggiore Carla con tutta la buona volontà di tornare in carreggiata.
Tutto ciò che restava di quegli anni l’avevo chiusa in una scatola,piena di oggetti che giorno dopo giorno diventavano anonimi per me. E così dopo un anno e mezzo ero decisamente pronta a chiudere definitivamente con il passato o almeno con quel passato.
Durò un attimo e le fiamme distrussero tutto quello che era all’interno della scatola marrone e mentre i miei ricordi andavano in fumo dentro di me qualcosa rinasceva ufficialmente: la voglia di innamorarmi ancora.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Valu Valonsa