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Autore: Elena_Wesley    23/06/2012    2 recensioni
La vita a Mystic Falls nel 1864 dal punto di vista di Katherine.
Spero vi piaccia,gradirei un vostro commento! :J
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Katherine Pierce, Stefan Salvatore
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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LIFE IN MYSTIC FALLS,1864

A vampire in Mystic Falls

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Guardavo annoiata il paesaggio che correva veloce fuori dalla carrozza: alberi,praterie e cottage insignificanti,insomma: niente di particolare.
Emily teneva le braccia conserte e aveva un aria leggermente spaventata, ma non capivo il perchè. Da quando le avevo annunciato che ci trasferivamo a Mystic Falls aveva iniziato a comportarsi in modo strano e schivo, ma in fondo le streghe sono tutte strane e psicopatiche, quindi non mi interessavano molto i suoi sentimenti.
-Tra quando giungeremo alla pensione Salvatore, Emily?-chiesi annoiata.
Lei mi guardò e sorrise, uno dei suoi sorrisi così sinceri e buoni a cui è impossibile resistere.
Allora non lo sapevo ma in fondo volevo bene a Emily, anche se naturalmente preferivo me stessa a lei.
Ho sempre preferito me stessa agli altri. -è più impaziente del solito o mi sbaglio, signorina Pierce?-fece la signora.
Io le sorrisi a mia volta, forse con un sorriso più falso -Bhe, sono impaziente di scendere da questa stupida carovana-
-Sii gentile, signorina Pierce- mi rimproverò Emily -il signor Salvatore è stato davvero gentile a fornirle questa carrozza e di ospitarla nella sua depandance e lei deve essergli riconoscente".
Si certo, riconoscente. Davvero Emily pensava che sarei stata riconoscente al vecchio? Se fossi stata al corrente delle sue intenzioni gli avrei spezzato il collo immediatamente.
Sullo sfondo del paesaggio la fitta vegetazione diventava sempre più rada per poi lasciare il posto a una pittoresca cittadina, davvero graziosa.
La piazza si trovava nel centro del villaggio,dove erano concentrate tutte le attività umane.
Si udivano le urla dei bambini che giocavano spensierati, i canti delle donne che facevano il bucato ma soprattutto il rumore del sangue che scorreva nelle loro vene, quel liquido rosso per cui quelli come noi vanno pazzi.
La gente ci definisce comunemente VAMPIRI, ma io preferisco il termine BEVITORI DI SANGUE. Vampiro è un nome piuttosto banale.
L' odore del sangue, dolce e dissetante, mi provocava un bruciore terribile alla gola; cosa avrei dato per affondare i denti in una semplice arteria, di assaporare solo un pò di sangue per far cessare questa orribile sensazione di secchezza alla gola...no! Non potevo mandare all' aria tutto il mio piano mostrando la mia vera identità a quegli stupidi mortali.
Fortunatamente la carrozza oltrepassò il paese percorrendo una stradina senza anima viva. Lì l' odore del sangue era meno forte e l' arsura alla gola diminuì.
Il cocchiere, intanto, borbottava scorbutico ad Emily discorsi noiosi sul suo duro lavoro, niente degno di essere ascoltato da me, o quasi niente.
-... inoltre in queste zone sono diventati frequenti gli attacchi di animali, davvero.Vi sono un sacco di vittime...-
-Davvero?- mi intromisi, con sorpresa del cocchiere. Finalmente qualcosa di interessante!
-Che genere di animali?-
-Non lo so, signorina-
rispose il cocchiere scrollando le spalle. -ma le vittime vengono sempre ritrovate con il collo squarciato...-
Soffocai una risatina stridula mentre Emily mi fulminava con i suoi occhi grandi e neri.
Era ovvio: Pearl e sua figlia erano già arrivate.
Forse non avrei dovuto fidarmi di Pearl visto che si era già dissetata a dovere con gli abitanti di Mystic Falls ma, in fondo, avevamo un accordo e lei lo avrebbe rispettato a costo della sua vita. Io, invece, naturalmente,no.
Stranamente l' ultimo quarto d' ora di viaggio passò velocemente e ci ritrovammo vicino un edificio circondato da campi e prati verdi.FINALMENTE!
Villa Veritas era assolutamente meraviglosa: prati fioriti, cavalli nelle stalle che brucavano il fieno, un labirinto e un casa che sorgeva maestosa su una collinetta.
Un posto degno di ospitarmi.
La carrozza si fermò ed io scesi, godendomi l' aria fresca e la brezza leggera del vento.
Avevo le gambe intorpidite dal lungo viaggio, il vestito in mussola rosa era tutto spiegazzato e, come se non bastasse, ero assetata.
Non vedevo l' ora di giungere nella depandance, lontana da tutti e da tutto,a parte che da Emily.Qualcosa però, o meglio qualcuno, mi sbarrò la strada: era un ragazzo alto e biondo con due occhi verdi e profondi, davvero affascinante e bello.
Mi fissava ammaliato e sbalordito, a bocca aperta.
Allora mi avvicinai senza timidezza, lottando contro l' istinto di prosciugarlo del suo sangue.
-Salve, mi chiamo khaterine pierce, e voi?-
Il ragazzo esitò, confuso, poi rispose impacciato -S-S-Stefan Salvatore-.
  
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