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Autore: American_Idiot    23/06/2012    8 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa sarebbe successo se Talia non fosse diventata un albero? Luke avrebbe tradito tutti? Annabeth si sarebbe mai innamorata di lui? e non dimentichiamoci del nostro malefigoso Crono... e Percy??
spero recensirete anche se è la mia prima storia. Il riting in teoria è giallo, l'ho messo arancione per il semplice motivo che a differenza di Rick amo descrivere i baci. Per quanto riguarda il fare l'amore... non ho ancora in programma nulla. un bacio
American_Idiot
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Luke Castellan, Percy Jackson, Quasi tutti, Talia Grace
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SPAZIO MALATA TERMINALE: ma buona seraa! Sono tornata :D contenti? *butta l'acqua al pubblico che fa buu* okk tralasciamo.. ammetto di essere in enorme ritardo e vi chiedo scusa, ma l'ispirazione mi aveva abbandonata a monculi -.-.

comuque, qua ci sarà il primo bacio di talia e luke.. ma non vi anticipo altro buona lettura!

Ps potreste dirmi se ho fatto errori? Ammetto di aver riguardato solo metà capitolo.

Ok sciaooo


 


 

Avevo la testa di Tallie sulla spalla, gli occhi serrati e il respiro irregolare. La sollevai e la portai in direzione di Grover.

<< Dove posso curarla? >>.

<< Vieni con me ti porto da Chirone >>. Rispose il satiro agitato. Sicuramente aveva avvertito le mie emozioni, lo sconcerto e l'angoscia che in quel momento mi invadevano.

Vidi Grover mettersi a conversare fitto fitto con un centauro, che si avvicinò a me scalpicciando a terra nervoso.

<< Ragazzo vieni con me >>. Mi chiamò il centauro << Appoggia la tua amica sulla mia groppa e sali anche tu >>.

Ubbidii, non che avessi molta scelta e in due minuti arrivammo ad una casa più grande delle altre. Fuori da quella un tipo grassoccio con indosso una tuta leopardata ci squadrò.

<< E io che speravo di non dover più vedere piccole bombe di potere >>. Disse con acidità l'uomo, mentre smontavo il centauro e trascinavo giù il corpo inerme di Talia.

<< Andiamo Dioniso, non fare così >>. Disse il centauro.

<< Ah se si facesse a modo mio, quella ragazzina pestifera non sarebbe più un problema >>.

<< Scusate se mi intrometto, ma la ragazzina pestifera qui presente è stata schiacciata da un ragazzo di un quintale o più di muscoli e ha perso molto sangue, potreste rimandare le vostre discussioni a più tardi?! >>. Chiesi sorvolando sull'ultimo commento di quel dio assurdo, non avevo tempo ne voglia per mettermi a discutere.

<< E tu saresti ragazzo? >>. Chiese.

<< Nessuno di abbastanza importante da essere eliminato... Ora se mi volete scusare io ho una ragazza da curare >>.

Il dio scosse la testa e fece apparire una rivista di enoteca. Il Centauro, invece mi accompagnò fin dentro la casa in una specie di salotto. Appoggiai Talia sul divano, poi le sollevai la testa e la appoggiai sul mio grembo.

Le poggiai un dito sul collo per sentirle il battito cardiaco, era molto debole e sconnesso, ma era in fin di vita. Se si sbrigavano.

Il centauro mi passò un bicchiere contenente un liquido color oro, con dentro del ghiaccio.

<< Faglielo bere, vedrai che starà subito meglio >>. Mi disse con fare premuroso.

Presi il bicchiere un pò scettico e con un cucchiaio versai un paio di cucchiaiate tra le labbra della figlia di Zeus.

Mosse appena le labbra per assaporare meglio la bevanda, il respiro le si calmò un poco.

La imboccai un altro pò e una volta assicuratomi che Tallie stesse meglio, mi ricordai di Annabeth.

Lasciai Talia sul divano e corsi fuori a cerarla.

La trovai con Grover in un arena con degli spalti e un percorso circolare, di quelli usati per i cinquecento metri.

<< Luke! >>. Urlò la figlia di Atena che scese di corsa giù dagli spalti per venirmi incontro.

<< Anne >>. Dissi prendendola in braccio.

 << Dov’è Talia?>>.

<< È laggiù in quella casa molto più grande delle altre >>.

Annuirono e stemmo un po’ la a chiacchierare, poi passò Chirone che ci accompagnò alle nostre case.

Entrai nella Casa undici, un posto veramente assurdo. C’ erano ragazzi ammassati dovunque. Credetemi se vi dico, che presto molto probabilmente, avrebbero iniziato ad ammassare i ragazzi sul soffitto per trovare posto ai nuovi arrivati.

<< Determinato... O indeterminato? >>. Chiese il più grande , a nome di tutti quei ragazzi, a giudicare dalle loro facce.

<< Determinato >>.

Il ragazzo e quasi tutti gli altri componenti di quella strana ammucchiata, si aprirono in un ampio sorriso.

<< Fratellino, benvenuto a casa, a nome di tutti >>. Sorrisi e mi rilassai un po’, tutti i miei fratelli e sorelle si presentarono, mi somigliavano davvero molto.

I ragazzini che mi rimasero più impressi, erano Connor e Travis Stoll.

Che fecero subito notare la loro petulanza e simpatia.

<< Ma sei davvero il ragazzo della figlia di Zeus? >>. A questa domanda annuii sentendomi le gote andare a fuoco.

<< Da quanto? >>. Un pò... Risposi vago, non mi andava di dire che quella mattina per paura di essere sbranati dai mostri e di non riuscire più a dirle cosa sentivo per lei, mi ero buttato.

Quando stavano per pormi l’ ennesima domanda, li precedetti e spiegai che avevo bisogno di fare un giro del campo.

<< Quando senti una conchiglia suonare, torna in qua perché è ora di cena >>.

Annuii, semplicemente e uscii.

In quel momento vidi passare una ninfa che teneva Talia. In braccio.

Entrò in una casa, interamente realizzata in Marmo e poi uscì.

Appena uscita dalla mia visuale, attraversai il campetto da Basket al centro della “U” formata dalle case, ed entrai.

All’ interno la casa era ancora più bella che all’ esterno.

I letti erano a castello, disposti lungo due pareti, le coperte erano azzurro cielo con delle bordature di raso.

Dalla parte opposta, c’ erano delle scrivanie in marmo bordate d’ oro, sul lato di un muro. Sull’ altro lato, vi erano degli armadi, internati dentro la parete.

La parte più spettacolare, era il soffitto.

Blu notte, con sopra dipinte le stelle e i nomi delle costellazioni in greco antico.

Sul letto più vicino alla porta, la mia ragazza dormiva profondamente.

Le ninfe, l’ avevano curata a dovere, aveva un braccio bendato, vari cerotti sparsi per tutto il corpo e una maglietta arancione che sicuramente non avrebbe apprezzato, conoscendo il suo essere Punk.

Sul comodino, accanto al letto c’ era un bicchiere, contenente il liquido dorato che le avevo dato prima, con del ghiaccio al suo interno.

Presi il cucchiaino appoggiato accanto al bicchiere e la imboccai un po’.

Un bel po’ di cucchiaiate dopo, Talia socchiuse gli occhi e gli aprì definitivamente .

<< Luke? >>. Chiese lei con fare stupito.

Io senza risponderle la abbracciai con foga, felice che fosse viva e che stesse bene.

<< Hei... Ma come siamo dolci >>. Disse ridendo. << Dovrei rischiare la vita più spesso, se questi dopo sono gli effetti >>.

<< Non ti riprovare mai più! >>. Sbottai.

<< Tranquillo, sto abbastanza bene, anche se questa maglia che mi hanno infilato è veramente orrida >>. Scoppiai a ridere sotto la sua occhiataccia truce.

<< Sai, senza tutto quel rigo nero attorno agli occhi, le tue occhiatacce, non fanno poi cosi paura >>.

<< Cosa?! Stai dicendo che sono senza eye-liner? >>. Annuii con fare divertito e lei mi tirò un pungo giocoso sullo stomaco.

<< Luke Castellan, smettila di fare l’ idiota, è una questione seria! >>. Cercai di trattenermi, ma alla fine scoppiai a ridere.

<< Si è una questione molto seria >>. Dissi tra una risata e l’ altra << Seria come la questione di mangiare due cheese-burger o tre >>.

<< Sei un cretino, il caso e chiuso >>.

<< Senti chi parla >>.

<< Se proprio vuoi metterla su questo piano, non sono io quella che si è fatta bruciare i pantaloni da un idra nel bel mezzo di San Francisco. Non sono io, quella che è rotolata giù da una discesa di due e cito testualmente due metri, gridando come una ragazzina. Non credo ci sia bisogno che continui ad elencare. >>.

<< Ok... Hai vinto, come al solito >>. Risposi con fare imbronciato.

<< Adoro quando metti il broncio >>.

<< Cosa? >>.

<< Nulla... Guarda che bel planetario >>. Annuii poco convinto, ma era sempre stata una grande attrice.

Sospirai e sentii il rumore di una conchiglia.

In quell’ istante qualcuno bussò alla porta. Preso dal panico, corsi a nascondermi nell’ armadio.

Da dove uscii solo dopo aver sentito la porta sbattere di nuovo.

<< Devo andare... Ora di cena >>.

<< Tranquillo, è ora di cena anche per me >>. Disse con un cenno al vassoio che aveva sulle gambe

<< Dopo torni a trovarmi? >>.

<< Ovvio... Ciao e buon appetito >> Dissi e prima di andarmene le stampai un lungo bacio sulla guancia, vicino alle labbra.

Uscii fuori di fretta, andando a corsa verso la mai casa.

Entrai e vidi i miei fratelli e sorella già in piedi.

<< Eccoti, mancavi solo tu... Sei perdonato solo perché è il tuo primo giorno e perché pensiamo di sapere con chi eri >> . Disse il capo casa, William.

Non aprii bocca, ma il rossore che mi invase le guance e le loro risatine comprensive furono una risposta sufficiente.

<< Dai adiamo >>.

Ci avviammo verso il padiglione della mensa, stare con i miei fratelli e sorelle era piacevole.

L’ unica cosa della cena, che non gradii più di tanto fu, quando ci alzammo per bruciare una parte della cena gli dei. Non si può certo dire che sia il loro più grande fan.

Cercai di non pensarci più di tanto e mi gustai la cena, in compagnia.

Ridemmo e scherzammo tutta la sera.

Una volta finito ci avviammo verso il centro della case dove c’ era un enorme falò.

<< Devo rimanere per forza qua? >>. Chiesi a William dopo un po’.

<< No non è obbligatorio, certo preferirei che tu restassi ma... >>. Disse lanciandomi un occhiata d’ intesa.

<< Grazie fratello >>.

<< A buon rendere, vai forza >>.

Non me lo feci ripetere due volte, sgattaiolai via in fretta e furia verso la casa di Talia.

Bussai prima di entrare

<< È aperto >>.

Entrai e mi diressi verso di lei.

<< Pensavo che non saresti venuto >>.

<< Te lo avevo detto che sarei tornato >>. Annuì mentre un leggero sorriso le sgorgava sulle labbra.

<< Com’ è la tua casa? >>.

<< Molto disordinata e ammassata, ma mi piace la compagnia che ho la dentro >>.

<< Hai fratelli e sorelle? >>. Annuii.

<< Che bello, io invece devo stare qua da sola >>.

<< Non sei sola, hai me, Annabeth, Grover... >>.

<< Si ma non è la stessa cosa e non potete stare tutto il tempo con me... Com’è giusto che sia, la famiglia è importante e bisogna dedicarci del tempo >>.

<< Certe volte mi chiedo se hai dodici anni o trentadue >>.

<< Ho semplicemente detto la verità! >>. Sbottò lei, mentre gli occhi le diventavano elettrici e i capelli le si drizzavano in testa.

<< Ehi tranquilla per favore, è una discussione pacifica >>.

Mi guardò storto, mentre io fissavo lo sguardo nei suoi occhini blu, come mi succedeva sempre.

Mi avvicinai a lei e senza proferire parola, appoggiai la bocca sulla sua calda e soffice.

Vidi le sue iridi, se possibile, ingrandirsi, poi chiuse gli occhi e mi abbracciò.

Le aprii le labbra quanto bastava, per permettermi di unire la lingua alla sua.

Ci giocherellai un po’, le feci roteare poi le strinsi un labbro tra i miei e mi staccai.

Senza fiato riaprii gli occhi, cosa che fece anche lei.

<< Wow >>. Disse lei, io mi limitai ad annuire.

<< In genere si dice che il primo bacio faccia schifo >>.

<< Credo che non sia il nostro caso >>. Dissi scoppiando a ridere, poi le presi il viso tra le mani e la baciai ancora sulle labbra.

Rispose al bacio e iniziò a mordermi la bocca.

Ci staccammo e la conchiglia suonò ancora.

<< Mi sa che devo andare >>.

<< Ok ciao, buonanotte >>.

<< Notte >>.

Detto questo, feci per andarmene, ma lei mi bloccò per il braccio, mi diede un ultimo velocissimo bacio e me ne andai.

 

   
 
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