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Autore: Ksanral    23/06/2012    5 recensioni
Affetta/o da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest.
Steve non sapeva esattamente come fosse arrivato davanti a quella porta, però sapeva che doveva essere lì. Mentre sollevava la mano per bussare pensò che gli sembrava strano che Coulson non avesse un appartamento tutto suo, ma abitasse negli alloggi dello SHIELD. Con una scrollata di spalle, bussò e attese qualche istante.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Agente Phil Coulson, Steve Rogers/Captain America
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di sogni, figurine e questioni in sospeso


Steve non sapeva esattamente come fosse arrivato davanti a quella porta, però sapeva che doveva essere lì. Mentre sollevava la mano per bussare pensò che gli sembrava strano che Coulson non avesse un appartamento tutto suo, ma abitasse negli alloggi dello SHIELD. Con una scrollata di spalle, bussò e attese qualche istante.
«Vieni, entra… Ti stavo aspettando.» disse Phil aprendogli la porta e spostandosi di lato perché potesse entrare.
«Ah sì?» domando Steve confuso. Non ricordava che avessero un appuntamento. Scosse il capo per schiarirsi le idee e entrò in quello che sembrava un enorme… prato. Coulson gli voltò le spalle e iniziò a incamminarsi verso l’unico albero presente, una grossa quercia secolare, proprio al centro. «Sì, ma, a dire il vero, pensavo arrivassi prima.»
«Sto sognando, forse?» domandò, perché quel futuro gli aveva riservato moltissime sorprese, aveva scosso le fondamenta di ogni sua credenza, ma non era del tutto certo che un appartamento potesse contenere un prato di quelle dimensioni e per giunta essere all’aria aperta, andava contro il significato di “appartamento”.
Phil rise «Certo che stai sognando, Steve… Io sono morto, non ricordi?»
La leggerezza con cui lo disse fece torcere qualcosa di indefinito nello stomaco di Steve. «Cosa, scusa?» domandò incerto.
«Loki mi ha ucciso… Sull’Helicarrier. E’ successo più di un mese fa…» spiegò, raggiungendo l’albero e appoggiando la schiena al tronco.
Quelle parole catapultarono Steve in un flashback indesiderato. Era di nuovo su quella portaerei voltante insieme agli altri Vendicatori a cercare di fermare Loki dal rendere schiava l’intera umanità. Loki era riuscito a liberarsi dalla sua cella di massima sicurezza – che evidentemente non era progettata per uno come lui – e con un trucchetto da alieno aveva pugnalato Coulson alle spalle, da buon vigliacco. Phil aveva resistito abbastanza da contrattaccare, ma la ferita era troppo grave. Era bastato, o meglio, era stato necessario quello affinché i Vendicatori si unissero – veramente, finalmente – e riuscissero a salvare il mondo. A costo della sua vita, però. Steve era stato in guerra, nella Seconda Guerra Mondiale, e aveva visto migliaia di persone uccise, aveva visto i suoi stessi compagni, il suo stesso migliore amico, cadere in battaglia, ma quando Nick Fury gli aveva sbattuto in faccia la collezione di figurine di Phil Coulson, era stato tremendo, forse più tremendo di risvegliarsi settant’anni nel futuro.
«E’ proprio per le figurine che sei qui…» gli disse Phil, leggendogli evidentemente nel pensiero.
«Le figurine?»
«Diciamo che le figurine sono un buon pretesto…»
«Pretesto per cosa? Non ti seguo…» ammise Steve.
«Un pretesto per una questione in sospeso… E’ vero quello che si dice, sai?»
«La storia dei fantasmi?»
«Sì, quella… Anche se io non sono un fantasma, puoi toccarmi. Vuoi provare?» gli domandò allora, con un lieve sorriso sulle labbra.
Steve si lasciò trasportare dal sogno e si avvicinò a Phil, senza sapere bene perché. «Sì, posso?» si sentì domandare, l’altro annuì. Steve non era certo di cosa stava per fare. Si avvicinò a Phil con cautela, non sapendo quanto di quello che stava facendo fosse sua volontà e quanto del sogno. Si ritrovò a stringere Coulson tra le braccia.
«Grazie per il tuo sacrificio…» mormorò contro la sua spalla, perché sapeva che quella era la cosa giusta da dire in quel momento.
«E’ questa la tua questione in sospeso?» gli domandò Phil dopo aver sciolto l’abbraccio.
«La mia? Non sei tu ad avere questioni in sospeso?» gli domandò Steve, sempre più confuso.
«Se siamo entrambi qui, le abbiamo entrambi.» gli rispose.
«Non credo fosse questa… Non dovrei sentirmi, tipo, a posto con l’universo, se l’avessi risolta?»
«Sì, sì, credo che sia quella la sensazione…»
«Qual è la tua?» chiese Steve con un inizio di curiosità nella voce.
«Credo di doverti dire una cosa… Una cosa che non ho fatto in tempo a dirti.»
Steve annuì «Sono qui, ora puoi dirmela.» sorrise.
«Tu sei sempre stato il mio eroe.» disse Phil spiazzandolo. Non c’era alcun imbarazzo nella sua voce e sulle sue labbra c’era un leggero sorriso. «E’ per questo che ho fatto di tutto per riuscire a essere presente mentre tu eri congelato. Ed è per questo che è stato davvero un grandissimo onore e una grandissima gioia conoscerti.» concluse.
Steve ebbe appena il tempo di assimilare quelle parole, che si sentì trascinare all’indietro. Vedeva Phil sorridente, fermo contro la quercia, che diventava sempre più piccolo, sempre più lontano. Venne trasportato all’indietro più velocemente, non riusciva a girarsi per vedere dove stava andando finché non ebbe la sensazione di cadere e infine sfracellarsi al suolo.
Gli sembrò di rimbalzare sul materasso, mentre apriva gli occhi di scatto, senza fiato. «Qual è la mia questione in sospeso, Phil?» mormorò alla sua stanza vuota.
La sua stanza era, be’, la stanza di un soldato, priva, cioè, di tutti quegli oggetti e cianfrusaglie che la rendevano personale. Nell’armadio c’erano i pochi vestiti che gli avevano fornito, il portatile in dotazione che non sapeva usare e il cellulare sulla scrivania, quest’ultimo leggermente impolverato perché lo lasciava sempre lì, ma niente che fosse veramente suo. L’unica cosa che possedeva del passato, che non era cambiata, era il suo scudo e quello non lo teneva lì.
Si asciugò il sudore dalla fronte con quella sensazione che si ha quando ci si risveglia da un sogno e questo inizia a svanire, ma lascia un residuo d’ansia e di incertezza. E il suo sogno stava, appunto, svanendo. Prese la bottiglietta d’acqua dal comodino e la scolò d’un fiato, poi sospirando si alzò, andò un momento al bagno e tornò a dormire. Quando si svegliò, il mattino dopo, non ricordava nulla del sogno o della sensazione che gli aveva lasciato. Seguì la sua solita routine quotidiana senza nessun pensiero. Fece colazione alla mensa comune del personale SHIELD, ignorando gli sguardi incuriositi che anche dopo più di un mese continuava a ricevere, ignorò le dieci chiamate di Tony Stark come faceva ogni volta che quello lo chiamava, andò fuori per una corsa, pranzò con Natasha in quasi completo silenzio e poi andò in palestra per allenarsi un po’.
Riusciva a rilassarsi in palestra, nonostante lo sforzo fisico, perciò i pensieri correvano liberi, senza freni, e solitamente non erano pensieri allegri, di solito erano momenti della guerra, del passato, di quando tutto era andato perso per sempre. Quel giorno però, aveva qualcos’altro da ricordare: la sua questione in sospeso.
Il ricordo del sogno gli tornò così chiaro in mente che si chiese come avesse potuto dimenticarlo. Smise di tirare pugni al sacco e riprese fiato, cercando di capire cosa avrebbe dovuto fare.
«E’ proprio per le figurine che sei qui…». La frase di Phil gli tornò in mente e allora seppe quel era la sua questione in sospeso. Fece in fretta e furia una doccia e poi corse verso l’ufficio di Fury, ignorando le persone che, sbalordite, lo guardavano correre per i corridoi, già pensando a una qualche minaccia. Arrivato davanti alla porta si ricompose e bussò. Sentì la voce attutita di Fury invitarlo ad entrare e così fece.
«Oh, sei tu Capitano.» mormorò il Direttore. «C’è qualcosa che posso fare per te?»
«Sì, in effetti sì…» rispose Steve con tranquillità, l’esatto opposto di ciò che provava. «Vorrei avere le figurine dell’Agente Coulson, se possibile.» le aveva lasciate sul tavolo dopo che Fury gliele aveva lanciate. I Vendicatori avevano qualcosa di più importante di cui occuparsi in quel momento.
«D’accordo.» rispose, con un sorriso enigmatico sulle labbra che fece pensare a Steve che aveva già previsto quella richiesta. Fury si diresse alla scrivania, aprì un cassetto e tirò fuori le figurine, che poi porse a Steve senza aggiungere altro.
«Grazie…» disse soltanto, prima di uscire il più in fretta possibile fuori dall’ufficio, dall’edificio e dal complesso dello SHIELD.
Solo a metà strada si rese conto di aver dimenticato una cosa fondamentale. Non si preoccupò di tornare indietro, però, continuò verso la sua meta.
Arrivò al cimitero dove sapeva essere sepolto Phil dopo una lunga corsa. Chiese al guardiano una penna e raggiunse la bianca lapide dove qualcun altro aveva portato dei fiori. Si inginocchiò sull’erba e si appoggiò al marmo per autografare tutta la collezione. Poi a mani nude scavò appena, un piccolo buco, quel tanto che bastava a proteggerle da ladri e pioggia e seppellì le figurine insieme al loro proprietario.
«Scusa se ci ho messo tanto…» mormorò con un sorriso, ma gli occhi carichi di lacrime.


Note: allora, non ho la più pallida idea di come mi sia uscita sta cosa... So che Geilie mi ha sfidato a scrivere una Steve/Phil con prompt "figurine" e di decidere io se ambientarla pre o post-Avengers, se far rimanere vivo Phil eccetera... Devo precisare che io sono tra quelli cui la morte di Phil è piaciuta, cioè, mi ha distrutto il cuore, ma era necessaria, proprio la sua morte, intendo, non inscenarla. Perciò sono una di quelle che pensa che Phil sia morto e deve rimanerlo xD Quindi ecco, non mi andava di alterare la questione, però mi sarebbe piaciuta ambientarla dopo le vicende del film e non sapevo come fare. Avevo pensato a una sorta di disturbo post-traumatico in cui Steve aveva le allucinazioni, ma non mi sembrava credibile... Steve è un soldato, ha vissuto la guerra, non poteva avere allucinazioni per la morte di Phil, per quanto toccante fosse. Perciò ecco l'idea del sogno xD
So che non c'è molto slash, ma il mio OTP è Steve/Tony, non riesco a vedere Cap con qualcun altro, perciò scusami se ti ha deluso...
Che altro? Grazie per la sfida, perché tutto sommato mi è piaciuta. ^^
Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome? GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »

   
 
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