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Autore: Fuuyuki    23/06/2012    0 recensioni
La storia inizia quando il nostro protagonista di nome Kyosuke inizia la sua vita quotidiana, ma qualcosa accade nel suo quartirere, vari omicidi cruenti e molto strani sono stati compiuti, molto scosso per vari motivi, corre vie e si rifugia in una casa abbandonata ove si rifugiava sempre quando era più piccolo, la viene attaccato da un mostro, ma grazie a misteriose circostanze si salva...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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«Kyo, Kyo!»
Una voce arrivava dal piano di sotto, probabilmente mia madre 
«Kyosuke Yumekaze Alzati che la colazione è pronta! Non vorrai arrivare di nuovo in ritardo a scuola eh? Hai già sedici anni, non pensi che sia arrivata l’ora di crescere?> 
Impiegai tutta la mia forza di volontà per alzare solo un braccio, che neanche serviva a granché, nonostante ciò riuscì ad arrivare in bagno ed ‘ebbi come l’impressione di sentirmi osservato 
«bah la mia immaginazione, devo smetterla di leggere racconti horror prima di dormire> 
mi lavai la faccia, mi vestì e scesi 
«Senti Kyo non è oggi che inizia il torneo di arti marziali scolastico?»
chiese mia madre con una finta non curanza, non aveva mai accettato la mia iscrizione in una palestra di Taekwondo (Arte marziale Koreana basata sui calci) ma dato che da piccolo ritornavo a casa sempre in pessime condizioni si convinse che dovevo imparare almeno a difendermi, e devo dire che mi servì moltissimo. 
«Si, ma non penso di partecipare, troppo impegnativo»
semplicemente ero di una pigrizia disumane 
«Ah, ok, beh allora potresti aiutarmi a preparare la torta di compleanno per tuo padre»
si vedeva lontano un chilometro che era sollevata, 
«mmh ok»
Mio padre, era un semplice poliziotto locale, ma sembrava piacergli un sacco il suo lavoro, 
«Vado a prepararmi prima di uscire»
E corsi su per la scala verso camera mia, afferrai la borsa, il cellulare, le chiavi e il portachiavi, beh non so perché ma tenevo il portachiavi separato dalle chiavi, non sapevo nemmeno io il vero motivo, ma ricordai che lo trovai nel parco qui vicino quando avevo otto anni, vecchi ricordi comunque mi diressi velocemente verso l’uscita 
«Ciao mamma! Vado a scuola»
«Ciao Kyo»
Camminavo lungo il marciapiedi e tutto ciò che riuscivo a sentire erano solo le notizie del telegiornale provenienti da vari negozi d’elettronica o da auto che mi passavano accanto 
«Ancora un mistero attorno il quartiere di Kazefuumo, dove 4 delitti irrisolti lanciano uno strano velo inquietante verso l’assassino, dato che utilizza sempre lo stesso metodo violento e da film horror, pare che ogni vittima venga ritrovata massacrata come da un branco di bestie, ancora non sa nulla la polizia locale»  
era da un paio di mesi che si aggirava un killer nel mio quartiere, mia madre era molto spaventata, ma io non penso che ci sia da preoccuparsi, ogni vittima era sempre o un barbone, o gente a cui la società non avrebbe mai dato peso, gente che non ha un posto dove tornare, quindi vagabondi o senza tetto, la cosa non mi riguardava l’importante era stare dentro casa durante la notte e lasciare che le autorità competenti facessero il proprio dovere.
 «Kyo! Kyo! Di qua!»
una voce familiare cercava la mia attenzione, era Shin un ragazzo molto attivo e a volte presuntuoso, ma potevo vantare d’essere il suo migliore amico, 
«Kyo! Hai sentito? L’assassino sbranatore ha colpito ancora! Scommetto che se me lo ritrovassi davanti…»
«Scapperesti come un coniglio.»
aggiunsi alla sua frase, ma non aveva l’aria d’essersi arrabbiato 
«Beh forse hai ragione, un ’uomo che riduce in quello stato le sue povere vittime deve essere un mostro…»
il suo commento sincero mi aveva colto di sorpresa, di solito se ne usciva con una frase presuntuosa e con finta arroganza, 
«Chi sei tu? Che ne hai fatto di Shin?»
Si grattò la testa e rispose 
«Ahah semplice, preferirei vivere una lunga vita noiosa che finire squartato da un assassino»
beh non aveva tutti i torti, comunque ci dirigemmo verso la struttura educativa comunemente chiamata scuola 
«Oggi non partecipi al torneo d’arti marziali scolastico?»
mi chiese 
«No, preferisco stare a casa ad ‘aiutare mia madre per la torta di compleanno»
la faccia di Shin era più tosto delusa 
«Ah, credevo che ti avrei visto conciare per le feste quel prepotente di Chomei»
un nome che non sopportavo, aiutante del maestro di judo, anni fa ebbi diversi battibecchi con lui
in realtà non ero molto sicuro di riuscire a sconfiggerlo.
Durante le ore scolastiche non facevo altro che dormire mentalmente, non ero un’eccellente studente posso dire di rientrare quasi nella media ovviamente la mia testa tra le nuvole pesava un po’ sulla mia condotta scolastica, “Non è mai attento” oppure “ha sempre la testa fra le nuvole” erano le tipiche frasi che i professori utilizzavano per descrivermi, 
«Kyo io vado al torneo tu che fai? Non resti almeno a guardare le eliminatorie?»
un po’ scocciato risposi 
«No sono troppo stanco preferisco tornare a casa e coricarmi nel mio bel letto»
che in effetti era il mio primo pensiero, dopo aver aiutato mia madre, credo 
«D’accordo ci vediamo domani!»
Lo salutai e m’incamminai verso casa, durante il tragitto non feci altro che ascoltare il mio lettore mp3, per non sentire le solite quattro cavolate del notiziario, ora mai si erano fissati tutti con quell’assassino. Arrivato a casa notai una cosa molto strana, gente, tanta gente a casa mia, mi feci strada tra queste persone, ignorando quello che mi dicevano grazie alle cuffie, 
«Mamma!»
E di tutta risposta la sentii in cucina, probabilmente stava preparando la torta, allora mi avviai per vedere se effettivamente aveva bisogno del mio aiuto 
«Mamma hai bisogno del mio aiuto?»
mia madre si voltò, accanto a lei c’era un collega mi mio padre, l’espressione di entrambi era lugubre
«Kyosuke, da quanto tempo, sei cresciuto, sembri quasi un’uomo»
Quasi, quanto odio quell’aggettivo, 
«Sergente Mototsune, che ci fate qua?»
appena finì la frase mia madre si lasciò scappare una lacrima 
«Kyosuke, in questi momenti devi essere forte come un vero uomo, forse è meglio che ti siedi…»
Ero confuso, non capivo cosa accadeva, perché mia madre piangeva? E poi dov’è mio padre… Sentivo la testa pulsare, come il mio subconscio avesse capito ma la mia testa rifiutava di capire le gambe erano pesanti e sentivo un peso nel petto, ma andai avanti 
«Mi dica sergente…»
«Sta mattina, vicino al ponte del canale, hanno trovato un altro corpo, apparentemente irriconoscibile per le grosse ferite che aveva in tutto il corpo, all’inizio non capivamo chi potesse essere, ma stringeva questo fra le mani»
e mi mostrò una mia vecchia foto di quando avevo 3 anni e tentavo di mangiare una fetta d’anguria, la testa mi girava, sentivo che mi si stava annebbiando la vista, il petto si faceva sempre più pesante e qualcosa cadeva dai miei occhi, sembravano lacrime, erano anni che non piangevo, lo ritenevo inutile quindi avevo deciso di non piangere più, 
«Oh kyo!»
Mia madre mi abbraccio e scoppiò in un pianto molto forte 
«No, non può essere, mio padre… No… l’assassino colpisce solo i vagabondi, i senza tetto, coloro che non avevano un posto dove tornare, coloro che non avevano nessuno che li aspettava!… MIO PADRE AVEVA UN POSTO DOVE TORNARE! AVEVA QUALCUNO CHE ASPETTAVA IL SUO RITORNO OGNI SERA! LUI no… No… No no NO NO NO! Ha infranto la mia promessa… non è vero NO!»
mi slacciai dall’abbraccio di mia madre e corsi fuori, sentivo le lacrime che mi scendevano dal viso e che offuscavano la mia vista, un forte dolore allo stomaco bruciava con una intensità dolorosa quanto pesante, correvo senza meta, superai la mia scuola, ed arrivai davanti una casa abbandonata che anni prima usavo come rifugio segreto per sfuggire da Chomei, dentro era buio ma non m’interessava, mi stavo dirigendo verso il soffitto, ma la scala non reggette i miei pesanti passi e crollò 
«Ah!...»
mi alzai e mi resi conto che era buio pesto, dannatamente buio 
«E adesso? Dove devo andare?»
utilizzai il cellulare per poter fare un po’ di luce 
«C’è nessuno?... Che idiota, è una casa abbandonata, ovvio che non c’è nessuno…»
ma improvvisamente sentii una porta aprirsi 
«che ca… No sarà il vento, si questa catapecchia cade letteralmente a pezzi»
concentrai la poca luce che emanava il cellulare in direzione del rumore e intravidi una sagoma cagnesca 
«Ah! Ma cosa diavolo!»
dallo spavento mi cadde il telefonino al piano di sotto, ero di nuovo totalmente al buio 
«Chi sei! Vattene! Non ti avvicinare o te ne pentirai!»
tutto ciò che riuscì a sentire erano dei passi pesanti dirigersi verso di me 
«Chi sei!? L’assassino!?»
ancora nessuna risposta, allora decisi di contrattaccare, lanciando tutto ciò che mi capitasse nelle mani, frammenti di legno della scala, persino degli spiccioli che mi ritrovavo in tasca, ma era come se attraversassero il vuoto, eppure sapevo che c’era qualcosa da quella parte 
«Non ho paura! Sei tu quello che ha ucciso mio padre!?»
ancora nessuna risposta, i miei occhi si abituarono leggermente al buio e intravedevo una sagoma, raccolsi la prima cosa che trovai e la lancia verso quella sagoma, qualche istante dopo mi accorsi che lanciai il mio porta chiavi 
«Accidenti era il mio porta fortuna…»
improvvisamente ciò che mi sembrava il mio portachiavi si bloccò a mezz’aria e s’illuminò di una luce azzurra, riuscì ad ‘identificare  ciò che mi ritrovavo davanti, non era umano, era una specie di figura cagnesca dalle mandibole enormi, non sembrava avesse gli occhi, aveva lobi neri al loro posto «Ah!»
un grido mi scappò, era una figura terrificante! D’istinto cercai di colpirlo nonostante fosse ancora distante da me, e la misteriosa creatura venne scaraventata indietro 
«Ma cosa…»
improvvisamente una voce provenire dal mio portachiavi mi parlò 
«Senti ragazzino, mi sembra proprio che tu sia in difficoltà, che ne diresti di diventare il mio compagno? Non capita tutti i giorni di trovare uno spirito affino…»
Rimasi basito poco prima di rispondere 
«Compagno!? Spirito affino!? C-cosa diavolo sei tu!?»
il portachiavi cominciò a fluttuarmi davanti 
«Allora piccoletto non ho tempo da perdere, per me puoi anche morire, ma così facendo potrebbe passare molto tempo prima che io possa uscire da questa gabbia quindi sembra essere un buon compromesso, tu diventi il mio compagno e io ti farò sopravvivere… Allora? Accetti?»
sembrava una cosa molto stupida ma in quell’istante non avevo nulla da perdere 
«Si ok! Come hai detto tu! Sarai mio compagno, ora sbrigati e aiutami!»
appena pronunciata la frase un fascio di luce m’investì, sentivo come se stessi volando, o semplicemente cadendo nel vuoto, e pochi istanti dopo finì tutto, davanti a me c’era un piccolo gatto fluttuante 
«Aaaah, che luogo lugubre, dove ci troviamo?» un po’ scosso risposi
«Dentro una casa abbandonata… Ma tu chi sei!?»
quella piccola creatura sembrava annoiata, e prontamente mi rispose 
«Prima di chiedere agli altri di presentarsi è da galateo che tu introduca la propria persona…» 
ma di cosa parlava? E oltre tutto non ero in pericolo? 
«Aspetta e quella creatura!? Non avevi detto che mi avresti aiutato?»
 ero più tosto alterato 
«Si forse l’ho detto, beh in ogni caso è un problema tuo, sei tu quello che dovrebbe combattere…» 
la sua tonalità di voce era come infastidita 
«Combattere!? Ma che cosa stai dicendo!?» 
nel dire quella frase come un vuoto d’aria attraversò le mie mani e colpì un muro facendo un buco 
«Visto? Io sono solo uno spirito passivo, posso solo darti potere per combattere» 
Combattere? Perché dovevo essere io a combattere!? Non volevo combattere neanche durante gli allenamenti con il mio maestro, pensai semplicemente a scappare 
«Combattere, perché tutti vogliono che io combatta!? Io voglio solo vivere una vita tranquilla!» 
mi diressi verso l’apertura che si era appena formata, ma feci un errore di calcolo, ero al terzo piano dell’edificio 
«Aiutoooooo!»
Ma tutto ciò mi sembrò più tosto strano, non cadevo alla velocità normale, era come se cadessi dieci volte più lentamente, sembrava quasi che stessi per decollare invece 
«Ma che diavolo…»
sentii come qualcosa che si poggiava sulla mia spalla
«Curioso, dici di non voler lottare, ma riesco a sentire dentro di te uno spirito combattivo enorme, io sono solo uno spirito passivo del vento, e ciò che posso fare è solo dare al mio compagno il potere di dominare i venti»
sta volta aveva una tonalità amichevole, quasi divertita, arrivato a toccare terra guardai quel buffo animaletto 
«Sei un gatto? Un gatto parlante?»
alla parola gatto l’animaletto fece uno sguardo infiammato 
«SPIRITO! Sono uno spirito! Il mio aspetto non dipende da me…»
tentava di giustificarsi 
«Oh beh, si è fatto tardi e io credo di essere diventato pazzo dato che sto parlando con un gatto volante parlante, ciao me ne torno a casa»
ma non feci in tempo ad ‘uscire da quello che sembrava il cortile della casa abbandonata che dal cielo vidi come una pioggia di stelle cadenti 
«Tempismo perfetto, beh credo proprio che per la tua razza sia la fine…»
non diedi molta importanza alle sue parole, lo spettacolo che mi ritrovavo davanti era mozzafiato, come se il cielo fosse infestato da scie luminose infinite, ma c’era qualcosa che non andava, ricordo perfettamente una cosa del genere, e prima che potessi iniziare a pensare tanti boati infestarono la città non riuscivo a capire niente, non erano boati come quello che colpì il parco otto anni fa, erano vere e proprie esplosioni, Sembrava un’apocalisse, esplosioni ovunque, ma finì in poco tempo, una pioggia di circa trenta secondi 
«Cosa diavolo…»
ero perplesso 
«ti ricordi quella creatura che poco fa hai eliminato? Era un semplice tastatore inviato per controllare l’energia di questo pianeta, deve aver comunicato ai suoi simili che questo pianeta sprizza energia ovunque»
ero confuso, che intendeva? 
«Cosa stai cercando di dirmi, che sono venuti ad ‘invaderci!?»
lo spirito mantenne la calma e rispose tranquillamente 
«Ovviamente no»
uno sospiro di sollievo mi sfuggì 
«Sono venuti a sterminarvi per poter prelevare l’energia di questo pianeta»
energia? Sterminare? Per un attimo sperai di essere in un incubo, la morte di mio padre, l’aggressione di quella creatura e adesso tutto questo, era troppo per me, ma di una cosa ero certo dovevo tornare a casa. Fortunatamente casa mia era intatta, a dire il vero ogni edificio era intatto, come non fosse accaduto niente, a parte qualche piccolo mini cratere di pochi centimetri qua e la, entrai in casa 
«Mamma! Ci sei?»
di tutta risposta mia madre uscì dal soggiorno, sentivo la televisione a tutto volume 
«Kyo! Stai bene!? Hai sentito!? Una pioggia di mini meteoriti è caduta su quasi tutto il pianeta!, America, Europa, Africa, Canada…» 
«è caduta anche qui fuori mamma» Lo sguardo di mia madre era un po’ stupefatta 
«D’avvero!? Tu stai bene vero!?> ovvio che non se ne fosse accorta, mia madre quando si concentra su qualcosa è impossibile distrarla 
«Beh semplicemente non ha fatto il casino sperato»
il tempo di finire questa frase che si sentii un urlo provenire dalla strada 
«Aiuto!  Per favore aiutatemi!»
Uscì di corsa e vidi una signora che veniva aggredita da una creatura dalla figura cagnesca, ma con lobi neri al posto degli occhi e una dentatura apparentemente umana, ma molto più affilata, aveva staccato la gamba della sua povera vittima con un morso netto ed essa svenne dal dolore 
«Che diavolo è quella cosa!?»
passanti che guardavano la scena senza intervenire per la paura, altri che scappavano, ma purtroppo sembrava che quelle figure spuntassero da vicoli apparentemente vuoti 
«Cosa diavolo sta accadendo in questa città!?»
la polizia locale arrivò e tentò di fermare le creature con armi da fuoco 
«è tutto inutile, quelle cerbottane rumorose non servirebbero a niente, solo con armi taglienti o con il fuoco potrebbero fare qualcosa»
ero perplesso, avevo sempre visto la polizia come una fonte di salvezza in questo genere di situazioni, ma era del tutto inutile 
«Ma allora che dovremmo fare!? Usare una spada?»
in tutta risposta 
«non sarebbe una cattiva idea, oppure lancia qualche lama di vento»
Lama di vento? Di che diavolo parlava? 
«Cosa cerchi di dirmi!?»
con tutta calma si poggio sulla mia spalla e disse sotto voce 
«Pss non ti avevo detto che avevi i “super poteri?” Dai un fendente verso quella bestia…»
ero confuso ma d’altronde che avevo da perdere? Avevo dato un pugno d’aria a quello precedente, perché non avrebbe dovuto funzionare? Con poca convinzione diedi un fendente al vuoto, mi sentivo un’idiota, ma come per magia una specie di mezza luna trasparente sfreccio in direzione del mostro e lo fece a metà, ero incredulo 
«O santo cielo! Sono stato io?»
a quanto pare ero l’unico ad aver visto la mia lama, la gente confusa si chiedeva cosa era accaduto a quel mostro 
«Si è aperto in due»
«chi è stato?»
«da dove proveniva questo mostro?»
tutti a farsi interrogatori, probabilmente in quel momento ero l’unico a consapevole di quello che stava accadendo… 
«Beh ti avevo detto che c’è l’avresti fatta…»
Come!? Una voce nella mia mente mi parlava 
«Chi sei!?» 
«Sono sempre io, solo nella mia forma eterea, e solo tu puoi sentirmi, nella tua mente ovviamente»
Sembrava divertito 
«Ah meglio se trovi qualche alleato, non credo che vivrai allungo da solo…»
«Alleato? Cioè un altro spirito come te?»
Risposi confuso 
«Ovviamente NO! Ogni persona può avere solo uno spirito affino, dato che ogni persona è unica, anche ogni spirito è unico, di fatto anche se vieni in possesso di uno spirito dormiente se non siete affini esso non si sveglierà e non potrà darti il suo potere…»
«Mi stai dicendo che ci sono altri spiriti come te e che solo la persona adatta può svegliarlo?»
«Allora non sei così stupido, benissimo allora posso risparmiarmi anche di spiegarti come nascono i bambini giusto?»
uno stupido, mi stava dando dello stupido… Credo che questa situazione non mi piacerà affatto.
  
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