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Autore: Ginie^^    15/05/2004    8 recensioni
Questa è DAVVERO una delle + belle ff su CH mai scritte, e soprattuto resta fedelissima al manga. Ed è per questo che, con l'approvazione della bravissima Ginie, ho deciso di tradurla. Volevo invitare tutti coloro che non l'abbiano ancora fatto a comprare e leggere il manga, perché è davvero MERAVIGLIOSO *____*. Ah, un'ultima cosa: se proprio adorate CH potete iscriverti alla mailing list della grande Tati, per saperne un po' di più sul manga o semplicemente per parlarne con tanti appassionati: http://it.groups.yahoo.com/group/cityhunter
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter, Umibozu/Falco
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tra Cielo e Terra

Tra Cielo e Terra

AUTORE: Ginie^^

TRADOTTA DA: Rosi-chan

TITOLO ORIGINALE: Entre Ciel et Terre

LINGUA ORIGINALE: Francese

DISCLAIMER: I personaggi di City Hunter sono di proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo. 

Se qualche lettore desidera inviare il proprio commento o la propria opinione all'autrice, ma non conosce il francese, può rivolgersi a me. Sarò contenta di tradurre le vostre mail e di rigirarle all'autrice.   (Rosi-chan)

 

CAPITOLO 1

data pubblicazione francese:    14/05/2003

data pubblicazione traduzione italiana:    30/11/2003


 

 

La leggera corrente d' aria che s'infiltrava tra le imposte della finestra faceva oscillare l' unica lampada sul soffitto. La debole luce che si diffondeva da essa non bastava a illuminare la piccola stanza.

 Un uomo, seduto all'unico tavolo, lavorava al suo computer portatile. Poco gli importavano le condizioni insalubri di quell' hotel, la lampante differenza tra il suo portamento distinto e quella misera camera, la sua concentrazione era fissa sullo schermo. Numerosi colori si riflettevano nei suoi occhi e il sorrisino sardonico che si delineava sul suo volto gli deformava i lineamenti.

 Quando sentì dei passi risuonare nel corridoio, si disinteressò momentaneamente del suo lavoro. Prendendo il suo pacchetto di sigarette dalla tasca della giacca, si concesse un po' di pausa. Distendendo le gambe, ne accese una e aspirò una boccata di fumo.

 I passi si fermarono davanti alla porta poi, dopo un breve momento d' esitazione, dei colpi febbrili ruppero il silenzio. 

 Toc Toc 

 Passandosi una mano tra i capelli, sicuro di sé, l' uomo sospirò, apparentemente esasperato.

  - « Sì ». 

Quella sola voce riuscì a rimescolare Akahito. Gravemente ferito, un rivolo di sangue fuoriusciva dalla sua giacca per metà strappata, tremava di freddo e di paura. Quell' uomo non gli ispirava fiducia. Peggio, gli incuteva terrore, se non addirittura disgusto e tuttavia, lui, Akahito Nogashi era conosciuto per le sue malefatte e schedato dalla polizia giapponese come pericoloso criminale. Non si ricordava neanche come era stato contattato da quell' uomo. A dire la verità, non aveva avuto scelta. Quando Kenji-San recluta, nessuno osa dire di no. Il tutto consisteva nel far bene il suo lavoro per esser poi ricompensati generosamente, altrimenti...

  - « Allora? »

 Akahito sussultò. Quella voce non aveva niente di particolare, tuttavia conoscendo un po' quell' uomo... Un brivido gli percorse la spina dorsale.

 Inspirò profondamente e si mise quasi sull' attenti, cercando di spiegargli la situazione. 

  - « L'attacco alla banca è stato un successo. Come ci aveva chiesto, non è rimasto nessun testimone. » 

 Akahito si schiarì la gola. 

 _ Nessun testimone aveva detto, una vera carneficina piuttosto! Quella banca adesso avrebbe dovuto essere requisita direttamente come obitorio per semplificare il lavoro della polizia!

  - « Abbiamo seguito scrupolosamente i suoi ordini. Come convenuto ho... ho preso il denaro. Ikki e Yushiro non... ebbene, sono morti. » sospirò. 

 L'uomo nominato Kenji si stirò svogliatamente, facendosi scrocchiare qualche vertebra.

  - « Due drogati di meno su questo pianeta. Gli sbirri saranno contenti. Parlando di questo, non mi hai ancora detto l' essenziale. » 

 Akahito non ebbe neanche il tempo di offendersi per quell' osservazione aspra sui suoi due amici. Quando vide Kenji alzarsi e avvicinarsi a lui, deglutì con difficoltà.

  - « Parla dell'ispettrice Nogami, Signore? » 

  - « E' morta, come previsto? »

  - « Beh... insomma, vede, lei è temibile e ... »

 

 Akahito in quell' istante avrebbe voluto sparire dalla faccia della terra. Incrociando lo sguardo di Kenji, gli era sembrato di incontrare la Morte in persona. Sul punto di svenire, cercò di non mollare.

 Però, con suo grande sollievo, quest' ultimo si allontanò e tornò a sedersi. 

 Niente tradiva un qualsiasi disappunto di Kenji, a parte il fatto che si riaccese una sigaretta subito dopo aver schiacciato la prima. In ogni caso aveva la reputazione di essere un fumatore incallito e Akahito poté respirare di nuovo. Si affrettò a raccontargli tutto.

  - « L' attacco alla banca è andato bene. Abbiamo atteso gli sbirri e, per aggravare la situazione, abbiamo cominciato ad abbattere un ostaggio. Come aveva previsto, è arrivata Nogami in persona. Non ha niente da invidiare agli uomini. Quella donna è... » 

  - « Sì, lo so. Avanti, continua! »

 Turbato, Akahito fece fatica a riprendere la sua storia, soprattutto perché le cattive notizie stavano per arrivare. 

  - « Ebbene... Siamo usciti dalla banca con un ostaggio e siamo quasi riusciti a trascinarlo nel punto di ritrovo ma... » 

  - « Ma?! »

  - « Ma Ikki ha perso un po' di denaro e... » 

 Kenji, con un gesto della mano gli fece segno di tacere. Akahito rabbrividì. Il tono di Kenji si fece tagliente. 

  - « Mi stai dicendo che il tuo caro compagno, nonostante la promessa di poter tenere tutto il denaro della banca, ha fatto fallire la missione per qualche banconota? Nogami è ancora viva ? »

  - « S...Sì, Signore. Ma ho fatto molta attenzione a non essere seguito, può starne certo. » 

 Akahito non seppe più esattamente cosa gli facesse maggior paura, il silenzio, l'apparente tranquillità di Kenji o il fatto che quest' ultimo si fosse riseduto a quel tavolo fissando il computer. Il dolore per la sua ferita si risvegliò e dovette mordersi la lingua per non fuggire da lì a gambe levate. Kenji non l' aveva ucciso, aveva ancora la possibilità di uscirne vivo con una bella somma di denaro in palio. 

  - « Avvicinati! »

 Akahito eseguì, ipnotizzato dal carisma di Kenji e soprattutto morto di paura.

 Kenji si alzò e lo guardò intensamente.

  - « Lo sai che in questo stesso momento si prepara un grosso colpo a Tokyo? »

  - « No, Signore. »

  - « Tu non immaginavi neanche di farne parte. O, per meglio dire, di avere il privilegio di esserne uno dei responsabili. »

  - « No, Signore. »

  In quel momento Akahito avrebbe potuto confessare qualsiasi cosa. Non capiva affatto dove Kenji volesse arrivare, ma ciò che sentiva era la tensione che andava crescendo. Il suo cuore palpitava a più non posso, la spalla gli faceva male, un principio di emicrania finiva per completare il suo malessere.

  - « Guarda questo! Cosa vedi? »

 Il suo torturatore spostò lo schermo del portatile affinché lui potesse vedere il video. 

  - « Un cielo nuvoloso, un paesaggio di campagna, degli alberi. »

  - « Andiamo, andiamo, puoi fare di meglio, Akahito. »

 Kenji, parlando, fece qualche passo, e si ritrovò dietro di lui.

 Afferrandogli il braccio, glielo torse senza tanti riguardi. La sensazione di bruciore, di spasmo, di sofferenza fece fare una smorfia ad Akahito, sudore grondava sul suo viso.

  - « Sono sicuro che vedrai un po' più chiaro adesso. » riprese quello con calma.

  - « Un... un aereo? » mormorò Akahito al limite delle forze. 

  - « Bene!! Vedo che puoi dar prova di perspicacia quando vuoi. Un aereo! Sì, è esatto. Il primo dei miei pezzi forti. Tutto avrebbe potuto essere perfetto se non ci fosse stato un piccolo problema con il secondo: Nogami. Questo mi dispiace Aka. Sinceramente! Avrei potuto proporti un altro lavoro ancor meglio retribuito, ma solo dopo aver visto i vostri risultati. »

 La pressione sul braccio di Akahito si fece più intensa. Un osso scricchiolò facendogli sfuggire qualche lacrima di dolore. Kenji gli aveva semplicemente rotto il polso.

 Lasciando Akahito in uno stato pietoso, riprese con quella stessa serenità.

  - « Va bene, ho lo stesso una sorpresa per te. Dopo tutto hai eseguito metà della tua missione. Potresti spingere il bottone Enter quando l'aereo raggiungerà la quadrettatura rossa? Non ci vorrà molto ormai. Pensavo che il tempo sarebbe stato interminabile ma grazie a te, è passato molto più velocemente. Molte grazie. »

 Akahito fissò intensamente il riquadro rosso. Era sfuggito alla morte per un pelo. Alla fine, la sua punizione per aver fallito alla seconda parte del suo lavoro era stata un polso rotto. Sospirò di sollievo. Una luce di speranza gli fece ritornare le forze.

 Quando l'aereo raggiunse l'obiettivo, si voltò verso Kenji, osando persino sorridere timidamente e appoggiò il dito sul bottone della tastiera. Kenji, con un movimento della testa annuì e Akahito obbedì. 

 Sullo schermo, uno dei motori del piccolo aereo prese fuoco e l'apparecchio cominciò a precipitare. Si voltò verso Kenji, curioso. 

 Quando vide che questi aveva la mano nella tasca interna della giacca, indietreggiò di qualche passo, terrorizzato.

 Spalancando gli occhi per la sorpresa, avrebbe quasi voluto ridere quando si accorse che Kenji ne tirava fuori un telefono portatile e una minuscola di legno. Quest' ultimo compose un numero ma, senza attendere l' interlocutore, riappese.

  - « Mio caro Akahito, ho una buona e una cattiva notizia. La prima è che tu sei appena diventato colui che ha ucciso il grande Ryo Saeba. La cattiva è che non potrai raccontarlo a nessuno. »

 E approfittando della sorpresa, Kenji tirò fuori una siringa dalla scatola e lo punse al braccio. 

 - « Buon viaggio amico. » 

 Senza indugiare, Kenji prese il suo portatile e lasciò Akahito esalare il suo ultimo respiro.

 

  
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