Anime & Manga > Dragon Ball
Ricorda la storia  |      
Autore: Fluxx    24/06/2012    7 recensioni
Era incredibilmente cocciuto quel Saiyan. Quando si metteva in testa qualcosa...
Allenamento, allenamento, allenamento. Solo quello esisteva per lui. Erano giorni, settimane che oramai non appena si svegliava si chiudeva nella stanza gravitazionale. Non c'era a pranzo, non c'era a cena. Non c'era mai.
Bulma si era stancata, nemmeno ci provava più ormai. Che importava? Era inutile. Ogni volta che tentava di fare la carina o di fare qualcosa di carino per lui, Vegeta glielo risbatteva in faccia come se non fosse nulla. Sempre più ossessionato dal superare Goku, finché un bel giorno... Bulma non ce la fece a resistere.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Forever Yours



Era incredibilmente cocciuto quel Saiyan. Quando si metteva in testa qualcosa...
Allenamento, allenamento, allenamento. Solo quello esisteva per lui. Erano giorni, settimane che oramai non appena si svegliava si chiudeva nella stanza gravitazionale. Non c'era a pranzo, non c'era a cena. Non c'era mai.
Bulma si era stancata, nemmeno ci provava più ormai. Che importava? Era inutile. Ogni volta che tentava di fare la carina o di fare qualcosa di carino per lui, Vegeta glielo risbatteva in faccia come se non fosse nulla. Sempre più ossessionato dal superare Goku...

“Divertitevi!” Disse Bulma, sull'uscio della porta, salutando Goten e Trunks che volavano via, salutandola di tutta risposta con la mano.
La donna sospirò e chiuse la porta. Erano le nove di sera e lei si ritrovava praticamente sola a casa: Vegeta c'era, ma era un fantasma. Ovviamente ancora chiuso lì dentro... Che rabbia. Non si accorgeva, diamine, che esisteva anche lei? Che era una donna? Che ogni tanto era desiderosa di un po' di attenzioni?
Quei pensieri non facevano altro che farla imbestialire, così decise di raggiungerlo. Arrivò fino alla stanza e – dal pannello esterno – digitò su di esso in modo da abbassare la gravità. Aprì poco dopo la porta e fece il suo ingresso: Vegeta era lì con la solita uniforme, un paio di pantaloncini e una canottiera. Era tutto sudato ed affaticato ma, non appena la donna entrò, si voltò verso di lei.
“Si può sapere cosa diavolo ti sei messa in testa?!” Ringhiò.
“Mi sono messa in testa che mi sono scocciata!” Rispose lei a tono.
“.. Sei matta?” Domandò lui, alzando le sopracciglia e assumendo un'espressione di superiorità.
Matta. Certo. Proprio non lo capiva...
“Dannazione, Vegeta! Ma sei così ottuso da non capire? Ma che cosa ti ho fatto?! Che cosa c'è che non va? Perché passi tutte le tue diavolo di giornate qui dentro? Hai una famiglia! Dovresti pensare a noi! DOVRESTI PENSARE A TUO FIGLIO E A TUA MOGLIE!” Sbraitò lei, alzando la voce. Il volto divenne duro e lei stessa non credette con quanta foga e rabbia quelle parole le uscirono dalla bocca.
Il Saiyan rimase in silenzio per qualche istante, ad osservarla. “Hai finito?” Domandò.
“...” Bulma si morse il labbro, si avvicinò di un paio di passi e cercò di colpirlo con uno schiaffo, ma l'uomo fu – ovviamente – più veloce di lei e le afferrò il polso.
“Mi stai scocciando, donna. Torna alle tue faccende domestiche e non venire qui a disturbare me.” Disse puntando i suoi occhi neri in quelli azzurri di lei.
La donna fu presa nuovamente dalla rabbia e cercò di colpirlo con l'altra mano la quale il Saiyan fermò prontamente ancora, questa volta però stringendo la presa.
Bulma mugolò appena, sentendo la stretta al polso farle male, dopodiché l'uomo la spinse via senza usare nemmeno la metà della sua forza, ma mandandola di qualche passo indietro.
“Tsk.” Borbottò, prima di passarle accanto per uscire dalla stanza. “Sei contenta? Mi hai fatto stancare il cervello più tu con tutte le tue mille paranoie, ogni volta, che qualsiasi altro pensiero. Vado a farmi una doccia.” Bofonchiò.
Lei serrò le labbra, prima di mordersele nuovamente. Sentì le lacrime sopraggiungere poco dopo. “Sei uno stronzo Vegeta! SEI UNO STRONZO!” Gli urlò dietro, prima di uscire dalla stanza gravitazionale per raggiungerlo.
Il principe, ovviamente, non si voltò. Non la degnò nemmeno di una minima attenzione, anzi, continuò a camminare, fino a sparire dietro l'angolo.


Era notte fonda, l'orologio sul comodino segnava le tre.
Bulma era nel letto, sotto le lenzuola.
Quel letto le sembrava enorme da settimane ormai. Lui non c'era mai, era raro persino che dormisse con lei. Spesso la mattina, quando raramente accadeva che lei si svegliasse prima di lui, lo trovava sul divano.
Bulma lo amava da morire, ma aveva paura che – ormai – quella relazione fosse arrivata al termine.
Aveva pianto a lungo quella sera. Le succedeva spesso di piangere, ma mai tanto come quella. Aveva avuto l'impressione – davvero – di aver realizzato che era tutto finito. Senza speranza.
Sonnecchiava tranquillamente sdraiata di lato, ora, con indosso solo una vestaglia leggera di seta. La lieve brezza notturna entrava dalla finestra e smuoveva leggermente le tende.
La donna sentì dei lievi passi nel sonno, poi una mano sfiorarla fino ad un completo contatto con un corpo freddo: sussultò e riaprì gli occhi, voltandosi. Vegeta era proprio lì, accanto a lei. Stava su di un fianco, appoggiato su un gomito, solo con i pantaloncini indosso. La osservava negli occhi, proprio così come faceva lei. Per lunghi istanti nessuno disse una parola.
“Hai pianto..?” Sussurrò a quel punto il Saiyan, facendole una lieve carezza sulla guancia umida.
Bulma strinse appena i denti mentre il suo sguardo evitò gli occhi neri del Principe, il quale le portò l'indice al mento e le fece voltare lievemente il capo verso di lui, in modo che lo guardasse.
“Anche se fosse? Cosa t'importa?” Sputò lei – a bassa voce – tutto il veleno che sentiva scorrerle dentro le vene.
Lo sguardo del moro indugiò per un istante, dopodiché tornò negli occhioni azzurri di lei. “Mi dispiace.” Mormorò.
“.. C-cosa?” Bulma non credette alle sue orecchie.
“Mi... Dispiace.” Ripeté lui, seppur con difficoltà la seconda volta. “Non mi piace vederti così.. Mi dispiace esserne la causa.” Continuò.
La donna si tirò appena su, appoggiandosi contro lo schienale del letto. “Ti dispiace.. Ma non fai nulla per evitarlo.”
“Sono fatto così. Sapevi a cosa andavi incontro quando mi hai sposato.”
“Lo sapevo... E difatti non ti ho mai chiesto tanto... Ma anche io sono una donna, Vegeta... E come tale anche a me piace sentirmi amata, corteggiata e voluta, di tanto in tanto. Lo hai fatto, per un periodo, di rado. Ora invece...” Abbassò lo sguardo. “Ora fatico a ricordare persino che sapore abbiano le tue labbra.” Sussurrò, con lieve vergogna.
Il Principe si tirò appena più su, afferrandole il mento con una mano ed avvicinandosi al suo viso, ma Bulma lo fermò poggiandogli una mano sul petto. “Non... Non è così facile, Vegeta. Non puoi trattarmi sempre una merda e poi pretendere che io ti perdoni perché... Perché mi dai il contentino. Sono caduta troppe volte ai tuoi piedi ma ora basta. Mi sono scocciata.” Lo guardò negli occhi. “Non.. Sono un oggetto. Non ci sono solo quando ne hai voglia tu. Per chi mi hai preso?” Chiese, con la voce che le tremò appena mentre gli occhi le si riempivano di nuovo di lacrime. “Mi chiedo perché tu lo abbia fatto...”
“Cosa?” Chiese lui, portandole una mano alla guancia e asciugandole le lacrime.
“.. Sposarmi.” Mormorò lei abbassando lo sguardo.
“Perché... Mi piacevi. Perché ti amavo.” Mormorò, quasi con timidezza.
“Già. Una volta.”
“Bulma. Guardami.”
La donna mantenne lo sguardo basso, in silenzio.
“Guardami, te lo ordino.” Disse prima di afferrarla per il mento, alzandole il capo e cercando il suo sguardo. Solo allora, Bulma, lo guardò.
“Sei una stupida. Come ti amavo una volta, lo faccio anche ora.. L'ho sempre fatto. Nessuno mai come te mi ha fatto battere il cuore. Non sarei stato così folle da mettere su una famiglia con te e... Fare un figlio.”
Alcune lacrime solcarono nuovamente le guance di Bulma. Questa volta però erano di felicità. Era rarissimo sentirgli dire cose del genere ed ogni volta le scaldavano il cuore.
“Il mio cuore è sempre appartenuto a te, dal momento in cui... Ho detto si sull'altare.” Mormorò, portandole una mano sul suo petto. “E sarà sempre così. Sarà difficile, lo so... Ma niente cambierà mai ciò che provo per te. Niente.”
“Oh.. Vegeta...” Lei sorrise appena, scoppiando in lacrime e portandogli le braccia intorno al collo, stringendolo. Lui cercò le sue labbra, cingendole la vita con le braccia e stringendola a sé.
Che stupido Saiyan che era stato. Quel maledetto orgoglio...

_________________________________
Angolo Autrice:

E fecero all'ammmmmmore!
Auhauhhauhuahuahua. Ok. Non mi piace per niente com'è uscita fuori.
Avevo voglia di scrivere qualcosa di 'carino' tra i due e ciò è cosa ne è uscito fuori.
Bella merda! °w°
Chiedo venia e mi eclisso!
Ciao.
(xD)

   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Fluxx