Forever Yours
Era
incredibilmente cocciuto quel Saiyan. Quando si metteva in testa
qualcosa...
Allenamento, allenamento, allenamento. Solo quello
esisteva per lui. Erano giorni, settimane che oramai non appena si
svegliava si chiudeva nella stanza gravitazionale. Non c'era a
pranzo, non c'era a cena. Non c'era mai.
Bulma si era stancata,
nemmeno ci provava più ormai. Che importava? Era inutile.
Ogni volta
che tentava di fare la carina o di fare qualcosa di carino per lui,
Vegeta glielo risbatteva in faccia come se non fosse nulla. Sempre
più ossessionato dal superare Goku...
“Divertitevi!”
Disse Bulma, sull'uscio della porta, salutando Goten e Trunks che
volavano via, salutandola di tutta risposta con la mano.
La donna
sospirò e chiuse la porta. Erano le nove di sera e lei si
ritrovava
praticamente sola a casa: Vegeta c'era, ma era un fantasma.
Ovviamente ancora chiuso lì dentro... Che rabbia. Non si
accorgeva,
diamine, che esisteva anche lei? Che era una donna? Che ogni tanto
era desiderosa di un po' di attenzioni?
Quei pensieri non facevano
altro che farla imbestialire, così decise di raggiungerlo.
Arrivò
fino alla stanza e – dal pannello esterno –
digitò su di esso in
modo da abbassare la gravità. Aprì poco dopo la
porta e fece il suo
ingresso: Vegeta era lì con la solita uniforme, un paio di
pantaloncini e una canottiera. Era tutto sudato ed affaticato ma, non
appena la donna entrò, si voltò verso di lei.
“Si può sapere
cosa diavolo ti sei messa in testa?!” Ringhiò.
“Mi sono messa
in testa che mi sono scocciata!” Rispose lei a tono.
“.. Sei
matta?” Domandò lui, alzando le sopracciglia e
assumendo
un'espressione di superiorità.
Matta. Certo. Proprio non lo
capiva...
“Dannazione, Vegeta! Ma sei così ottuso da non
capire? Ma che cosa ti ho fatto?! Che cosa c'è che non va?
Perché
passi tutte le tue diavolo di giornate qui dentro? Hai una famiglia!
Dovresti pensare a noi! DOVRESTI PENSARE A TUO FIGLIO E A TUA
MOGLIE!” Sbraitò lei, alzando la voce. Il volto
divenne duro e lei
stessa non credette con quanta foga e rabbia quelle parole le
uscirono dalla bocca.
Il Saiyan rimase in silenzio per qualche
istante, ad osservarla. “Hai finito?”
Domandò.
“...”
Bulma si morse il labbro, si avvicinò di un paio di passi e
cercò
di colpirlo con uno schiaffo, ma l'uomo fu – ovviamente
– più
veloce di lei e le afferrò il polso.
“Mi stai scocciando,
donna. Torna alle tue faccende domestiche e non venire qui a
disturbare me.” Disse puntando i suoi occhi neri in quelli
azzurri
di lei.
La donna fu presa nuovamente dalla rabbia e cercò di
colpirlo con l'altra mano la quale il Saiyan fermò
prontamente
ancora, questa volta però stringendo la presa.
Bulma mugolò
appena, sentendo la stretta al polso farle male, dopodiché
l'uomo la
spinse via senza usare nemmeno la metà della sua forza, ma
mandandola di qualche passo indietro.
“Tsk.” Borbottò, prima
di passarle accanto per uscire dalla stanza. “Sei contenta?
Mi hai
fatto stancare il cervello più tu con tutte le tue mille
paranoie,
ogni volta, che qualsiasi altro pensiero. Vado a farmi una
doccia.”
Bofonchiò.
Lei serrò le labbra, prima di mordersele nuovamente.
Sentì le lacrime sopraggiungere poco dopo. “Sei
uno stronzo
Vegeta! SEI UNO STRONZO!” Gli urlò dietro, prima
di uscire dalla
stanza gravitazionale per raggiungerlo.
Il principe, ovviamente,
non si voltò. Non la degnò nemmeno di una minima
attenzione, anzi,
continuò a camminare, fino a sparire dietro l'angolo.
Era
notte fonda, l'orologio sul comodino segnava le tre.
Bulma era nel
letto, sotto le lenzuola.
Quel letto le sembrava enorme da
settimane ormai. Lui non c'era mai, era raro persino che dormisse con
lei. Spesso la mattina, quando raramente accadeva che lei si
svegliasse prima di lui, lo trovava sul divano.
Bulma lo amava da
morire, ma aveva paura che – ormai – quella
relazione fosse
arrivata al termine.
Aveva pianto a lungo quella sera. Le
succedeva spesso di piangere, ma mai tanto come quella. Aveva avuto
l'impressione – davvero – di aver realizzato che
era tutto
finito. Senza speranza.
Sonnecchiava tranquillamente sdraiata di
lato, ora, con indosso solo una vestaglia leggera di seta. La lieve
brezza notturna entrava dalla finestra e smuoveva leggermente le
tende.
La donna sentì dei lievi passi nel sonno, poi una mano
sfiorarla fino ad un completo contatto con un corpo freddo:
sussultò
e riaprì gli occhi, voltandosi. Vegeta era proprio
lì, accanto a
lei. Stava su di un fianco, appoggiato su un gomito, solo con i
pantaloncini indosso. La osservava negli occhi, proprio così
come
faceva lei. Per lunghi istanti nessuno disse una parola.
“Hai
pianto..?” Sussurrò a quel punto il Saiyan,
facendole una lieve
carezza sulla guancia umida.
Bulma strinse appena i denti mentre
il suo sguardo evitò gli occhi neri del Principe, il quale
le portò
l'indice al mento e le fece voltare lievemente il capo verso di lui,
in modo che lo guardasse.
“Anche se fosse? Cosa t'importa?”
Sputò lei – a bassa voce – tutto il
veleno che sentiva scorrerle
dentro le vene.
Lo sguardo del moro indugiò per un istante,
dopodiché tornò negli occhioni azzurri di lei.
“Mi dispiace.”
Mormorò.
“.. C-cosa?” Bulma non credette alle sue
orecchie.
“Mi... Dispiace.” Ripeté lui, seppur con
difficoltà
la seconda volta. “Non mi piace vederti così.. Mi
dispiace esserne
la causa.” Continuò.
La donna si tirò appena su, appoggiandosi
contro lo schienale del letto. “Ti dispiace.. Ma non fai
nulla per
evitarlo.”
“Sono fatto così. Sapevi a cosa andavi incontro
quando mi hai sposato.”
“Lo sapevo... E difatti non ti ho mai
chiesto tanto... Ma anche io sono una donna, Vegeta... E come tale
anche a me piace sentirmi amata, corteggiata e voluta, di tanto in
tanto. Lo hai fatto, per un periodo, di rado. Ora invece...”
Abbassò lo sguardo. “Ora fatico a ricordare
persino che sapore
abbiano le tue labbra.” Sussurrò, con lieve
vergogna.
Il
Principe si tirò appena più su, afferrandole il
mento con una mano
ed avvicinandosi al suo viso, ma Bulma lo fermò poggiandogli
una
mano sul petto. “Non... Non è così
facile, Vegeta. Non puoi
trattarmi sempre una merda e poi pretendere che io ti perdoni
perché... Perché mi dai il contentino. Sono
caduta troppe volte ai
tuoi piedi ma ora basta. Mi sono scocciata.” Lo
guardò negli
occhi. “Non.. Sono un oggetto. Non ci sono solo quando ne hai
voglia tu. Per chi mi hai preso?” Chiese, con la voce che le
tremò
appena mentre gli occhi le si riempivano di nuovo di lacrime.
“Mi
chiedo perché tu lo abbia fatto...”
“Cosa?” Chiese lui,
portandole una mano alla guancia e asciugandole le lacrime.
“..
Sposarmi.” Mormorò lei abbassando lo sguardo.
“Perché... Mi
piacevi. Perché ti amavo.” Mormorò,
quasi con timidezza.
“Già.
Una volta.”
“Bulma. Guardami.”
La donna mantenne lo
sguardo basso, in silenzio.
“Guardami, te lo ordino.” Disse
prima di afferrarla per il mento, alzandole il capo e cercando il suo
sguardo. Solo allora, Bulma, lo guardò.
“Sei una stupida. Come
ti amavo una volta, lo faccio anche ora.. L'ho sempre fatto. Nessuno
mai come te mi ha fatto battere il cuore. Non sarei stato
così folle
da mettere su una famiglia con te e... Fare un figlio.”
Alcune
lacrime solcarono nuovamente le guance di Bulma. Questa volta
però
erano di felicità. Era rarissimo sentirgli dire cose del
genere ed
ogni volta le scaldavano il cuore.
“Il mio cuore è sempre
appartenuto a te, dal momento in cui... Ho detto si
sull'altare.”
Mormorò, portandole una mano sul suo petto. “E
sarà sempre così.
Sarà difficile, lo so... Ma niente cambierà mai
ciò che provo per
te. Niente.”
“Oh.. Vegeta...” Lei sorrise appena, scoppiando
in lacrime e portandogli le braccia intorno al collo, stringendolo.
Lui cercò le sue labbra, cingendole la vita con le braccia e
stringendola a sé.
Che stupido Saiyan che era stato. Quel
maledetto orgoglio...
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Angolo Autrice:
E fecero all'ammmmmmore!
Auhauhhauhuahuahua. Ok. Non mi piace per niente com'è uscita
fuori.
Avevo voglia di scrivere qualcosa di 'carino' tra i due e
ciò è cosa ne è uscito fuori.
Bella merda! °w°
Chiedo venia e mi eclisso!
Ciao.
(xD)