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Autore: fatimazucchi    24/06/2012    1 recensioni
Jeremiah continuava a ripetermi che dovevo cercare moglie e smettere di correre dietro a Zelya, ma una vita senza di lei sarebbe stata come una vita senza sole, senza luce o senza risate.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era bellissima. Il suo sorriso ero così sincero che non potei evitare di commuovermi al solo guardarlo. Stava conversando con Lady Charlotte appena oltre il ponte levatoio che permetteva l’entrata al palazzo. Indossava un lungo abito da pomeriggio color lavanda e teneva in mano un ombrellino violaceo con diversi ricami che l’avrebbe protetta dai raggi solari. Cercai d’osservare il suo viso con più attenzione ma dalla mia posizione era una sfida ardua. Non doveva vedermi: nessuno avrebbe dovuto vedermi mentre la fissavo adorante. Avrebbe causato problemi al mio umile lavoro da musicista e Douglas mi avrebbe cacciato. Senza contare che la principessa non mi avrebbe più rivolto neppure un cenno di saluto come era solita fare (successe tre volte durante le feste paesane, ma lei salutava chiunque e questo rendeva il suo gesto meno significativo), ed era questo il guaio peggiore perché dei soldi non mi importava nulla al suo confronto: perché niente e nessuno sarebbero stati validi al suo confronto. L’amavo dal nostro primo incontro, ma per lei io ero solo un plebeo invisibile. Come avrei potuto cambiare le cose? Jeremiah continuava a ripetermi che dovevo cercare moglie e smettere di correre dietro a Zelya, ma una vita senza di lei sarebbe stata come una vita senza sole, senza luce o senza risate e io desideravo una vita che meritava di essere vissuta. Lei  ne avrebbe dovuto fare parte, anche se il prezzo era di viverla da lontano, di vederla cambiare, sposarsi, invecchiare da lontano. Io lo avrei fatto. Jeremiah mi raggiunse e mi afferrò le braccia trascinandomi dietro alla muraglia. Mi guardò con aria rassegnata, ma severa.
«Sei impazzito del tutto? Avrebbe potuto vederti!»
«Sicuramente se non abbassi il tono non servirà vederci per accorgersi di noi»
«Cosa ci fai ancora qui?»
«Non riesco a starle lontano. Ho provato»
«Allora prova ancora! John hai 22 anni e tutta la vita davanti, non puoi permetterti di gettare tutta all’aria per una donna viziata e cieca»
«Non è affatto viziata e neppure cieca. Lei sa osservare, proprio come me. Sa comprendere la gente in modo straordinario ed è incantevole, sempre. E’ così …» mi fermò.
«Risparmiamelo, ti prego. Non vuoi capire.» fece una pausa e chiudendo gli occhi si massaggiò il volto: un volto cosparso di imperfezioni e timori. «Senti.. alla locanda c’è Abbey e non la smette di parlare di te da giorni. Muoviti prima che ti debba costringere»
«Chi è Abbey?»
«Splendida donna, ben fornita, capelli lunghi, insegnante. La conosci dall’età di 6 anni, ricordi?»
«Vagamente»
«Okay ascolta: hai avuto la grande fortuna di nascere attira femmine. Perché devi cambiare l’andamento delle cose e farti problemi per quella?» indicò col dito la principessa e aggiunse uno sguardo di disprezzo «lascia perdere John, non voglio vederti in questo stato. Tu sei come un fratello per me».
Il mio sguardo fu rapito all’istante dalla più perfetta creatura. Jerry cercò di strattonarmi di nuovo lontano dalla vista di Zelya, ma mi aggrappai al muro. Continuò più determinato e tentai di resistere alle sue forti braccia tuttavia persi l’equilibrio e in meno d’un battere di ciglia mi ritrovai a terra oramai non più nascosto dalla muraglia. Alzai la testa e vidi gli occhi di lei che, per la prima volta, erano rivolti a me. Ricambiai lo sguardo ma alla fine cedetti mentre la vidi avvicinarsi. Jerry non si fece vedere e probabilmente stava già pensando a come farmi scampare anche quella buffonata. Cosa avrebbe pensato Zelya di me ora?
«Buon pomeriggio, cosa vi ha spinto a … sì, spiare è la parola più giusta. Cosa vi ha spinto pertanto a spiare le mie conversazioni con Lady Charlotte?»
Mi aveva appena rivolto la parola. Proprio a me. Quella sarebbe stata la più bella giornata che avessi mai passato e la sua voce librava nell’aria come musica. Ero ipnotizzato dalla sua bellezza incredibile.
«Siete magnifica principessa Zelya» Sì, lo avevo detto davvero.
Il suo viso prese un colorito rossastro «Perché vi trovavate qui?»
«Stavo cercando ispirazione per la mia musica e l’ho trovata, a quanto pare» la risposta balzò fuori dalle mie labbra senza necessità di riflettere.
«Dunque siete un musicista» non volle nascondere una nota d’allegria in quell’affermazione.
«Potreste mostrarmi il vostro talento prima del tramonto. Io amo la musica» “ed io amo voi” non riuscii a non pensare.
«Sarebbe un immenso onore per me»
«Splendido! Charlotte, avete visto? Riuscirò a suscitare interesse nel duca con della musica! Sarà perfetto. Necessito di candele profumate, una cena speciale e una notte intera di passione. Sarà arduo, ma sono certa che riuscirò a conquistarlo»
«Nulla di più semplice» Lady Charlotte sorrise alla principessa.
Ero sicuro che al suono di quelle parole il mio cuore si fosse frantumato in migliaia e migliaia di pezzetti oramai  privi di significato e di senso. Il dolore era lancinante e senza fine. Non mi ero mai sentito più insignificante enullo. La certezza che le parole che Jerry non smetteva di ripetermi da troppo, troppo tempo s’impadronì del mio speranzoso ottimismo. Avrei dato qualsiasi cosa per lei. Per averla. Sarei stato qualsiasi cosa, ma avevo dei limiti. Non potevo essere per lei nulla più che un miserabile fallito. Non avrei potuto offrirle più che il mio amore … perché non potevo permettermi di più. La amavo e l’avrei amata sempre, in qualunque condizione. A qualunque costo.  Inspirai a fondo.
«La vostra maestosa grazia non potrà che catturarlo milady. Con vostro permesso, attendono il mio accompagnamento sonoro alla locanda dall’altra parte del paese e devo affrettarmi» le rivolsi un sorriso cordiale ma alquanto sforzato.
«Naturalmente. Fate il mio nome a tardo pomeriggio per entrare a palazzo, vi attenderò. E’ stato un piacere conoscerla signor …»
«Jonathan , Taylor Jonathan principessa» feci una sentita riverenza prima di girare i tacchi e dirigermi in direzione opposta, verso Jeremiah. Ci misi tutta la mia buona volontà a non voltarmi a rivolgerle lo sguardo. Gli occhi mi bruciavano e mi si gonfiarono di piccole gocce di scontentezza e sofferenza. Mi fermai dinnanzi a l’unica roccia pronta a sostenermi. Le braccia di Jerry mi avvolsero.
«Andrà tutto bene amico mio» mormorò.
«Ci sarò sempre per lei, anche se il suo amore è rivolto ad un barone, duca, re o che so io» le lacrime scendevano senza sosta. «Attenderò nell’ombra» aggiunsi piano.
  
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