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Autore: Airaly    24/06/2012    2 recensioni
"Certo, Sherlock, una Lamborghini è un'auto, ergo si guida. Ma perché NOI abbiamo una Lamborghini tra le mani? E soprattutto, cosa di estrema e vitale importanza, CHI la guida?"
Laborghini Aventador, 700 cavalli, velocità massima 350 km/h, da 0 a 100 in 2.89 secondi, costo 300.000 € circa.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era sicuramente l'estate più afosa che John ricordava. Perfino il caldo torrido dell'Afghanistan era più sopportabile di quella tortura che Madre Natura riservava al genere umano.
Baker Street era avvolta da una calugine pallida e appiccicosa, in strada solo pochi avventurieri che temerari si inoltravano nei 38 °C abbondanti di Londra, Dio solo sapeva il perché.
John era stravaccato sulla sua poltrona, con addosso il minimo indispensabile (boxer e ciabatte, forse non l'abbigliamento più decoroso in presenza di un coinquilino, ma Watson aveva mandato al diavolo la decenza già molto tempo fa ormai), un bicchiere di Coca Cola fra le mani, bella fredda qualche minuto prima, ora già calda come una minestra. Dei poveri cubetti di ghiaccio nel bicchiere non v'era più traccia da tempo.
Perfino il suo dannato amico aveva abbandonato in un'angolo Belstaff nero, sciarpa e guanti di pelle. Certo bisognava ammettere che il Consulting Detective aveva lottato molto, prima. Inizialmente si era categoricamente rifiutato di uscire senza di essi (e poi diceva che non servivano a soddisfare il suo incomprensibile bisogno di fare scena), ma dopo svariati colpi di calore e parecchi giramenti di testa dovuti a carenza di liquidi (ancora quell'assurda prerogativa di non mangiare o bere durante il "lavoro") che rallentavano il suo cervello iperattivo, Sherlock si era dignitosamente arreso, lanciando cappotto e compagnia in un'angolo della casa con l'espressione più simile a un broncio, quasi si fosse sentito tradito dai suoi compagni più fedeli.
Il coinquilino si rizzò di scatto dalla sedia in cucina, gettando sul divano l'immancabile vestaglia blu. L'estate non era ancora riuscita a strappargliela di dosso, John era convinto che Sherlock non avesse alcuna intenzione di concedergli un'altra vittoria.
Corse in camera sua, gridando da dietro la porta chiusa.
-Vestiti John!
-Cosa?
-Usciamo!
John sospirò. Sperava quasi che il caldo afoso potesse minare almeno in parte l'iperattività del detective, o che per un qualche caso fortuito l'afa era arrivata in concomitanza con uno dei suoi periodi di esasperante apatia, ma forse qualcuno lo avrebbe considerato troppo fortunato.
Guardò fuori, l'atmosfera calda e tremolante parve quasi sorridere alla sua faccia disperata. Deglutì.
-E dove andiamo?
Il detective spuntò dopo pochi secondi vestito di tutto punto, in effetti sembrava 10 kg più magro senza il cappotto e la sciarpa.
-Sei ancora in mutande? Andiamo John! Il caldo è solo un'agente atmosferico come un'altro, esci così se preferisci ma datti-una-mossa!
Il dottore borbottò qualcosa di rimando, e strascicò le ciabatte di gomma fino a camera sua, dove si vestì con l'entusiasmo di un bradipo alle Olimpiadi.
Mentre si infilava i pantaloni il telefono vibrò sul suo comodino.

14.22 - MUOVITI. SH

John sospirò per l'ennesima volta, scegliendo velocemente una camicia leggera dall'armadio, mentre il telefono vibrava di nuovo.
-Ora. Lo. Uccido.- borbottò il dottore.

14.23 - VENGO A PRENDERTI DI PESO. SH

John s'infilò con calma i calzini.

14.24 - GUARDA CHE NON SCHERZO. SH

Si allacciò con calma le scarpe. Udì il coinquilino salire le scale.

14.24 - GUAI A TE SE TI AVVICINI. JW

Udì il coinquilino fermarsi, e scendere le scale.

14.25 - SEI CRUDELE. SH

John rise sotto i baffi, immaginando l'espressione imbronciata dell'amico che scendeva le scale con la coda tra le gambe. Poi lesse l'ultimo messaggio, e rise un po' meno.

14.25 - TE NE PENTIRAI. SH

Finalmente raggiunse il detective, che stava praticamente girando per la stanza come un satellite impazzito.
-Accidenti John! Non puoi farmi perdere tempo prezioso per una stupidaggine come l'indossare vestiti!
-Capisco che per i sociopatici iperattivi quisquilie come l'abbigliamento siano praticamente inesistenti, ma alla gente comune piace uscire con qualcosa addosso sai? Solo in certe situazione pref... Lasciamo perdere, sarebbe come parlare di meccanica quantistica a un criceto.
Sherlock ignorò deliberatamente il commento sarcastico dell'amico catapultandosi giù per scale ed uscendo dal 221b in meno di mezzo secondo.
John lo raggiunse (o meglio gli corse dietro) poco dopo, tuffandosi temerario nella soffocante calura londinese.
Stava già per fermare un taxi, quando il detective lo sorprese proseguendo (correndo) a piedi nella direzione opposta.
-Sherlock! Dove diavolo vai?!- chiese esasperato il dottore raggiungendo l'amico, che nel frattempo aveva rispettosamente rallentato il passo.
-Non andiamo a Scotland Yard? Credevo avessi preso un caso!
-Dopo. Adesso devo fare un favore a Lestrade- rispose Sherlock, imboccando un viottolo secondario di cui John, si vergognava quasi ad ammetterlo, nemmeno conosceva l'esistenza.
Il detective si fermò solo in fondo alla via, dove stava un'oggetto coperto da un grande telo grigio.
-Aspetta, aspetta, che tipo di favore?!
Sherlock roteò gli occhi.
-Come al solito John, tu vedi ma non osservi!
Con un gesto repentino tirò via il telo, e il povero medico rimase senza fiato.
Davanti a lui stava parcheggiato un veicolo spettacolare e fiammante, le linee decise e dure dei fari anteriori che lo sfidavano, assomigliando agli occhi di una bestia feroce, ed il nero lucido che accentuava ancora di più la smagliante e accattivante bellezza di quella vettura.
-Lamborghini Aventador, John. Quasi appena uscita dalla fabbrica- disse il detective, sorridendo beffardo alla reazione del coinquilino.
-Dio, è bellissima!
Ma il medico tornò molto rapidamente alla realtà, l'incantesimo creato dalla supercar svanì altrettanto rapidamente come si era creato.
-Cosa diavolo dobbiamo farci noi con questa, Sherlock?!
L'amico lo guardò con i suoi occhi di ghiaccio.
-Stai scherzando.
Stavolta fu il turno di John roteare gli occhi esasperato.
-Certo, Sherlock, una Lamborghini è un'auto, ergo si guida. Ma perché NOI abbiamo una Lamborghini tra le mani? E soprattutto, cosa di estrema e vitale importanza, CHI la guida?
Sherlock si appoggiò al cofano lucido dell'auto, incrociando le braccia sul petto.
-L'altro giorno ho dato una mano a Lestrade ad arrestare uno spacciatore di droga, un mio ex-amico.
-Un tuo...?
-Prima prendevo la cocaina da lui, John. Poi però iniziò ad entrare fra le reti dei pesci più grossi, insomma, divenne uno importante. Smise di spacciare droga e si dedicò ad... altro, ottenendo molti più soldi e facendosi notare dagli yardes, ma solo di recente.
-Credo di sapere dove stai arrivando...
-Così ho fornito a Lestrade qualche indicazione per sms, c'è stata una retata e tutti i suoi beni sono stati confiscati.
-E perché quest'auto è qui?
Sherlock alzò le spalle.
-Non ne ho idea. Sicuramente Anderson ha fatto qualche disastro, come al solito. Credo dovesse fare qualche rilievo per la Scientifica. E la macchina è finita qui.
Poi il detective si avvicinò alla portiera del guidatore, e il cuore di John perse un colpo.
-La guidi tu?!?
Sherlock aggrottò le sopracciglia.
-Certo! Problemi?
John si riavviò i capelli umidi di sudore, sospirando.
-Sherlock, santo dio, quell'auto avrà si e no settecento cavalli, lo sai che per averla devi sborsare 300.000 sterline? TU- disse, puntando il dito verso l'amico -guidi come uno scellerato, lo so fin troppo bene. Ecco perché prendiamo sempre i taxi e perché non possediamo una macchina. E non lascerò che TU guida quel mostro, perché se TU vuoi morire di nuovo fa piacere, ma IO vorrei campare almeno per altri quarant'anni!
-Oh andiamo, questo è infantile! Non accetto simili commenti da parte tua John!- disse, ignorando le prediche del dottore, ed infilandosi al posto di guida.
John rimase davanti alla vettura, quasi deciso a non montare su quel mostro a quattro ruote. Ma quando Sherlock premette il pulsante di accensione, il motore della Lamborghini gridò tutta la sua potenza, e il povero medico si ritrovò seduto accanto al coinquilino in pochi secondi.
Rabbrividì allo sguardo divertito del detective, che osservava il tachimetro con un sorriso sghembo per nulla rassicurante.
-Sherlock, per favore, potresti almeno far fint... Oh cristo!!!
La spaventosa coppia della Lamborghini lo schiacciò contro il sedile senza pietà, mentre il detective premeva sul pedale dell'acceleratore deciso, senza nemmeno sfiorare le leve del cambio sul volante. Il motore intanto ruggiva felice, rimbombando tra le mattonelle rosse di quel viottolo maledetto.
In fondo alla via Sherlock sterzò bruscamente, di nuovo senza mollare l'acceleratore, e John dovette reggersi alla portiera per non sbattere contro il finestrino. Quando l'assetto dell'auto tornò in posizione orizzontale riuscì finalmente a parlare.
-Cazzo Sherlock! Sei pazz... Aaaaaaaaah!!!!!!!!!!!!
Sulla via principale l'amico aveva accelerato paurosamente, superando i cento orari in pochissimi secondi ed impedendo al povero John di formulare una frase di senso compiuto, che grazie alla velocità poteva solo concedersi di urlare.
John ringraziò tutti gli dei del mondo per il fatto che una buona percentuale di Londra fosse a godersi il mare da qualche parte lontano da lì, perché, con un disappunto da parte sua che sfiorava allegramente la paranoia, il suo caro coinquilino aveva toppato tre o quattro semafori rossi ad una velocità pari a centottanta kilometri orari.
L'uomo si ritrovò letteralmente avvinghiato al sedile, mentre Sherlock continuava a sfoggiare quel suo cavolo di sorrisetto divertito. L'ultima cosa che mancava alla razionale follia di quell'uomo era la velocità di una supercar, se cominciava a prenderci gusto era la fine, pensò sgomento il dottore.
Improvvisamente il detective inchiodò, John sperava (ignorando il quasi impatto con il cruscotto) che fossero finalmente arrivati a Scotland Yard, ma Sherlock lo sorprese di nuovo sterzando bruscamente a sinistra (mancando un'altro rosso) facendo uso del freno a mano, causando lo stridio felice delle gomme e il gemito molto più infelice del medico.
Poi l'amico accelerò di nuovo, e furono punto a capo.

Quello fu sicuramente il viaggio più terribile che John avesse mai fatto. Eppure era stato in Afghanistan. Era stato in guerra. In mezzo alle bombe, alla sabbia, ai pezzi di cadavere che volavano via. IN GUERRA. Ma quando vai in guerra, rifletté John, non viaggi a duecento all'ora su un viale cittadino, pieno di vecchiette, carrozzine e via dicendo.
Quando per poco quel folle del suo amico non investiva una piccola donnina con la spesa, John pensò seriamente che non sarebbe arrivato alla fine del viaggio.
Oppure quando avevano rischiato un frontale con un taxi che veniva dalla parte opposta, o quando si ritrovarono a zigzagare nell'unico tratto trafficato della città, sfiorando specchietti, mani e carrozzerie. Sherlock continuava però ad ignorare allegramente i vari accidenti che riceveva con il suo solito disinteresse per il mondo intero, continuava a guidare come un folle senza che nessuna volante gli si affiancasse.
John iniziava a pensare (nei rari momenti in cui poteva permettersi di farlo, non impegnato ad urlare o inveire contro l'amico) che ci fosse Mycroft sotto tutta questa faccenda.

Quando finalmente arrivarono a Scotland Yard, John non sapeva neanche come fare a scendere dalla vettura, tanto gli tremavano le gambe. L'unica cosa che riusciva a fare era inveire contro l'amico, che dal canto suo scese fresco come una rosa e visibilmente soddisfatto.
-Direi che possiamo restituire la macchina a Lestrade- disse, guardando l'ora sul suo orologio.
-Ah! Ricordami di farci due chiacchiere la prossima volta!- gemette il dottore -e tu- aggiunse, puntando di nuovo il dito contro il detective -sei la persona più, più... folle e fuori di testa che abbia mai incontrato! Ti rendi conto di quello che abbiamo appena fatto?!
Sherlock lo guardò interrogativo.
-Ho solo fatto un favore a una persona.
-Ahah, questa poi! Tu non fai favori alle persone, ci mancherebbe! Mi vuoi spiegare perché TU oggi hai guidato una Lamborghini anziché chiamare un taxi?
Il detective lo scrutò per qualche secondo, saettando lo sguardo dalla fiammante vettura a lui, infine sospirò.
-E va bene. Volevo fare un'esperimento.
-Un'esper...UN'ESPERIMENTO?!? Sherlock, mi hai-quasi-fatto-venire-un-infarto. L'ennesimo, tra l'altro!
-Oh andiamo! Volevo solo provare una cosa importantissima! Non hai notato quanto siano ottusi i tassisti? Voglio dire, il mio intervento sulla scena di un crimine è sempre rallentato per colpa loro! Non sanno scansare il traffico, non conoscono le scorciatoie e fanno apposta il tragitto più lungo per farti sborsare più sterline. Quindi volevo vedere quanto potremmo essere più veloci ed efficienti se fossi io a guidare anziché loro.
-E così arriveremmo a Scotland Yard ogni volta accompagnati in barella. No grazie, preferisco il taxi- commentò John, fermandone uno proprio in quel momento.
-Ci vediamo a casa!- gridò dal finestrino e lasciando un'alquanto perplesso Sherlock accanto alla Lamborghini, che sembrava ricambiasse diabolicamente il suo sguardo, con quei suoi dannati fari.

-Ah, Mycroft. Finalmente.
-Pensavo ci avresti impiegato di più, fratello caro. Sentivo questa... cosa da Pall Mall quasi. In quanto sei arrivato?
-Quattro minuti circa, un po' meno forse.
-John Watson ha approvato?

-Certo che no. Ma dal canto suo non si è accorto nemmeno che la scusa dell'esperimento era solo un'espediente. Ovviamente in questo periodo dell'anno si viaggia più velocemente a Londra.

- Vuoi dirmi che il tu era solo un capriccio?! Ho corrotto mezza Scotland Yard per farti avere quell'auto per mezza giornata! L'ispettore Lestrade sta diventando alquanto petulante a riguardo, ora devi restituirla, capricci o meno. Sherlock. NON ti permetto di guardarmi con quella faccia. Mamma sarebbe terrorizzata all'idea, lo sai. DOVE STAI ANDANDO. Quell'auto appartiene alla polizia adesso, Sher... SHERLOCK!

Da Baker Street John Watson udì una specie di urlo possente, ormai familiare. John Watson sapeva che non sarebbe finita lì.

__________

Ok, ok, prometto che dopo questa la smetto con le storie nonsense xD
E' che mentre guardavo Top Gear mi è venuta in mente questo piccolo connubio, Sherlock-Supercar. E la mia mente ha cominciato a degenerare. A parte le varie "situazioni" collegate a tale circostanza (sul serio, un Benedict con la camicia-viola-del-sesso, maniche tirate su e jeans accanto ad una Lamborghini Aventador? XD) la mia grande passione per le supercar ha contribuito a creare questa piccola follia. Ora sarà meglio che torni a lavorare alla mia storia, un pò più seria di questa, lo prometto xD Ciauz! :3

Airaly

  
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