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Autore: Tomi Dark angel    24/06/2012    2 recensioni
Cosa accadde realmente quel giorno? La fine di una battaglia, l'inizio di qualcosa che richiamerà agli occhi dei presenti una verità celata su Loki Laufeyson. Può una divinità oscura scavalcare il filo che la separa dalla luce?
Finale alternativo del film "The Avengers"
Genere: Drammatico, Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Loki, Thor, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 La città è distrutta, sventrata come una carcassa ormai priva di carne e organi. Di essa resta soltanto un cupo silenzio di persone in lutto per i cari perduti durante la battaglia.

Loki Laufeyson si rialza lentamente, ignorando il grido silenzioso delle articolazioni ancora doloranti per i colpi incassati da Hulk.

Guarda in basso, giovane dio. Cosa vedi?

Loki si sporge, osserva quasi sprezzante il mondo che si stende prostrato ai suoi piedi. Morte. Distruzione. Pianto luttuoso.

Era questo che volevi? Volevi arrivare fin qui?

Poi, i suoi occhi di spettri cangianti scivolano su un uomo alto, biondo, possente. Loki lo ammira da sempre, ma lui non l’ha mai capito. Soltanto ora, dalla cima di un palazzo diroccato, può sentirsi più in alto di lui. Dopotutto, come dio degli inganni, esso può bearsi delle sue stesse illusioni.

Lo strascico di dorata magnificenza che accompagna Thor Odinson è così esteso da parere un piccolo sole. Loki invece, si è sempre accontentato del gelido mondo che l’ha dato alla vita. Il sole di Thor non è mai riuscito a scaldarlo.

È un attimo, un istante fatale: qualcosa emerge dalle macerie, una mano più simile a un artiglio ferino, animale. Il chitauro si innalza da un cumulo di pietre facendo perno sui gomiti umanoidi e brandisce una lancia aliena, nata per ghermire anche il più potente degli déi.

Loki non sa perché reagisce. Non sa perché il suo corpo si slancia verso Thor, ma capisce che per una volta ciò che sta compiendo… è giusto.

Thor sente un sibilo e qualcuno lo chiama come da molto lontano. Si volta.

Uno scintillare d’armatura dorata.

Un brillare di lancia d’argento.

Uno schizzo di sangue innocente.

Un corpo fiero, eretto e, per la prima volta, così maestoso da intimidire i presenti come un astro sceso in terra.

Loki incrocia gli occhi opachi del chitauro mentre un fiore di sangue sboccia come innaffiato al centro del suo petto. Scuote il capo, estrae l’arma dalla sua stessa carne e la getta pietoso ai piedi della creatura.

“Basta così. Non ha più senso combattere.”

Il chitauro non risponde, ma osserva quasi supplichevole l’elmo dorato di Loki. Quando è comparso? Il dio degli inganni non ricorda di averlo invocato.

Davanti agli occhi di tutti, davanti agli occhi di Thor, Loki sorride e arranca come un leone ferito fino alla creatura sofferente. È con pietosa carità divina che il dio posa una mano rossa di sangue sugli occhi del chitauro e sussurra gentile: “riposa. È finita.”

 Il chitauro si accascia, non respira più.

Loki si rialza, incurante del sangue che avaro artiglia pezzo dopo pezzo l’armatura che lo ricopre. Solo allora, agli occhi di tutti, di Thor, appare qualcosa, una realtà che fino a quel momento ha riposato stanca nei loro sguardi di giovani Vendicatori.

Gli occhi che li osservano uno per uno sono quelli di un dio. Occhi scuri di rabbia e dolore a lungo lasciati avvizzire nel corso di una vita trascinata sui suoi stessi passi.

Occhi chiari di dolce tristezza, di innocenza a stento celata. Sono gli occhi di un dio che ha capito, che accetta il suo ruolo nell’esito della battaglia.

Lui perde.

Loro vincono.

Thor non ha mai scorto tanta magnificenza nella sottile figura di suo fratello. Guarda la sua immagine eretta, il portamento fiero di un perdente che sa piegarsi ma non si spezza, l’armatura che seppur macchiata di rosso intenso, par coprire di lucentezza ogni angolo del corpo che avvolge.

Solo allora, davanti a tutti, Loki si sfila l’elmo e lo lascia cadere ai piedi di Thor, prostrando un ginocchio in segno di rispetto. Un inchino, un re che rifiuta la sua stessa corona.

Thor è interdetto, ma allunga comunque una mano per pregarlo di alzarsi. Si sfila il mantello e lo accosta alla ferita di Loki, ma prima che il morbido tessuto sfiori il liquido vitale che sgorga come acqua dalla ferita, il dio degli inganni si scosta.

“Sei degno del tuo popolo, Thor. Degno di governare, di apprezzare le gioie che la vita ti riserva. Mi piego a te come re sconfitto, ma non sarò mai vicino a spezzarmi definitivamente. Il tuo ruolo riveste il sole, io invece sarò la luna, l’eterna notte di un inganno senza fine.”

Thor cerca di parlare, ma Loki solleva imperioso una mano, veterano di sconfitte ma sovrano nell’accettarle e ricominciare sempre da capo.

“Per oggi mi ritiro, re di Asgard. Non lascerò che il mondo mi veda prostrato ai tuoi piedi, mai.”

È allora che Hulk, la bestia possente che prima ti spaventava, giovane Loki, cerca di afferrarti. Tu reagisci, scivoli dalla sua presa come ghiaccio dannato, ghiaccio nutrito da carne e sangue divini. Indietreggi, tenendoti la ferita con una mano.

Scosti gli occhi, li posi su una donna distesa alla tua destra. Ansima, il collo squarciato da un’abominevole ferita che, caina, la consuma lentamente, divorandola. Incontri i suoi occhi curiosamente chiari, gli occhi del terrore. Vedi paura nel suo sguardo. Paura e un intensa preghiera di sopravvivere.

Ti sfili il mantello, lo lasci cadere sul corpo morbido di lei. La guardi con pietà, quella stessa pietà che su di te non ha mai posato il suo sguardo.

“Mi dispiace.” Mormori semplicemente, poi ti volti e scompari nel nulla, illusione oscura ma luminosa dispersa come cenere al vento. Potresti non essere stato mai lì, potresti non essere mai esistito. Eppure, di te resta un elmo dorato e un mantello color smeraldo drappeggiato su un corpo fragile.

Un dio nato per ingannare, un dio che però non ha mai chiesto di essere un banale incantatore.

Un dio umano, con occhi colmi di carità celeste e tristezza terrena.

Un dio nato nell’odio e in odio tramutatosi non per scelta, ma per volontà altrui.

Quel giorno vide molte vittime, molti macabri epiloghi. Eppure, ancora adesso, qualcuno guarda al cielo e si chiede se davvero quegli occhi così limpidi, così magnanimi di pietà, siano veramente appartenuti a una divinità oscura e non a una vittima del fato che, imperscrutabile, ha allungato una volta di troppo i suoi artigli su semplice carne e sangue innocenti.    

 

Angolo dell’autrice:

Ok, ammetto che all’inizio avrei voluto trasformarla in una long-fiction, avvalendomi del personaggio della donna che Loki salva, ma ci ho ripensato XD già questa one-shot è una superpalla, figurarsi una long! Ora vi lascio, ringraziando come al solito chi recensisce e anche chi legge soltanto. Grazie per l’attenzione e per aver seguito il mio delirio fino alla fine ^^’’’’’’

Un bacio a tutti!

Tomi Dark Angel

  
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