La
città è
distrutta, sventrata come una carcassa ormai priva di carne e organi. Di essa
resta soltanto un
cupo silenzio di persone in lutto per i cari perduti durante la
battaglia.
Loki Laufeyson si rialza
lentamente, ignorando il
grido silenzioso delle articolazioni ancora doloranti
per i colpi incassati da Hulk.
Guarda
in
basso, giovane dio. Cosa vedi?
Loki si sporge, osserva quasi
sprezzante il mondo che
si stende prostrato ai suoi piedi. Morte. Distruzione. Pianto luttuoso.
Era
questo
che volevi? Volevi arrivare fin qui?
Poi, i suoi occhi di spettri
cangianti scivolano su un
uomo alto, biondo, possente. Loki lo ammira da sempre, ma lui non
l’ha mai
capito. Soltanto ora, dalla cima di un palazzo diroccato,
può sentirsi più in
alto di lui. Dopotutto, come dio degli inganni, esso può
bearsi delle sue
stesse illusioni.
Lo strascico di dorata magnificenza
che accompagna
Thor Odinson è così esteso da parere un piccolo
sole. Loki invece, si è sempre accontentato
del gelido mondo che l’ha dato alla vita. Il sole di Thor non
è mai riuscito a
scaldarlo.
È un attimo, un istante
fatale: qualcosa emerge dalle
macerie, una mano più simile a un artiglio ferino, animale.
Il chitauro si
innalza da un cumulo di pietre facendo perno sui gomiti umanoidi e
brandisce
una lancia aliena, nata per ghermire anche il più potente
degli déi.
Loki non sa perché
reagisce. Non sa perché il suo
corpo si slancia verso Thor, ma capisce che per una volta
ciò che sta
compiendo… è giusto.
Thor sente un sibilo e qualcuno lo
chiama come da
molto lontano. Si volta.
Uno scintillare
d’armatura dorata.
Un brillare di lancia
d’argento.
Uno schizzo di sangue innocente.
Un corpo fiero, eretto e, per la
prima volta, così
maestoso da intimidire i presenti come un astro sceso in terra.
Loki incrocia gli occhi opachi del
chitauro mentre un
fiore di sangue sboccia come innaffiato al centro del suo petto. Scuote
il
capo, estrae l’arma dalla sua stessa carne e la getta pietoso
ai piedi della
creatura.
“Basta così.
Non ha più senso combattere.”
Il chitauro non risponde, ma
osserva quasi
supplichevole l’elmo dorato di Loki. Quando è
comparso? Il dio degli inganni
non ricorda di averlo invocato.
Davanti agli occhi di tutti,
davanti agli occhi di
Thor, Loki sorride e arranca come un leone ferito fino alla creatura
sofferente. È con pietosa carità divina che il
dio posa una mano rossa di
sangue sugli occhi del chitauro e sussurra gentile: “riposa.
È finita.”
Il
chitauro si
accascia, non respira più.
Loki si rialza, incurante del
sangue che avaro
artiglia pezzo dopo pezzo l’armatura che lo ricopre. Solo
allora, agli occhi di
tutti, di Thor, appare qualcosa, una realtà che fino a quel
momento ha riposato
stanca nei loro sguardi di giovani Vendicatori.
Gli occhi che li osservano uno per
uno sono quelli di
un dio. Occhi scuri di rabbia e dolore a lungo lasciati avvizzire nel
corso di
una vita trascinata sui suoi stessi passi.
Occhi chiari di dolce tristezza, di
innocenza a stento
celata. Sono gli occhi di un dio che ha capito, che accetta il suo
ruolo
nell’esito della battaglia.
Lui perde.
Loro vincono.
Thor non ha mai scorto tanta
magnificenza nella
sottile figura di suo fratello.
Guarda la sua immagine eretta, il portamento fiero di un
perdente che sa
piegarsi ma non si spezza, l’armatura che seppur macchiata di
rosso intenso,
par coprire di lucentezza ogni angolo del
corpo che avvolge.
Solo allora, davanti a tutti, Loki
si sfila l’elmo e
lo lascia cadere ai piedi di Thor, prostrando un ginocchio in segno di
rispetto. Un inchino, un re che rifiuta la sua stessa corona.
Thor è interdetto, ma
allunga comunque una mano per
pregarlo di alzarsi. Si sfila il mantello e lo accosta alla ferita di
Loki, ma
prima che il morbido tessuto sfiori il liquido vitale che sgorga come
acqua
dalla ferita, il dio degli inganni si scosta.
“Sei degno del tuo
popolo, Thor. Degno di
governare, di
apprezzare le gioie che la vita ti riserva. Mi piego a te come re
sconfitto, ma
non sarò mai vicino a spezzarmi definitivamente. Il tuo
ruolo riveste il sole,
io invece sarò la luna, l’eterna notte di un
inganno senza fine.”
Thor cerca di
parlare, ma Loki
solleva imperioso una mano, veterano di sconfitte ma sovrano
nell’accettarle e
ricominciare sempre da capo.
“Per
oggi mi ritiro, re di Asgard. Non
lascerò che il mondo mi veda prostrato ai tuoi piedi,
mai.”
È
allora che Hulk, la bestia
possente che prima ti spaventava, giovane Loki, cerca di afferrarti. Tu
reagisci,
scivoli dalla sua presa come ghiaccio dannato, ghiaccio nutrito da
carne e
sangue divini. Indietreggi, tenendoti la ferita con una mano.
Scosti gli
occhi, li posi su una
donna distesa alla tua destra. Ansima, il collo squarciato da
un’abominevole
ferita che, caina, la consuma lentamente, divorandola. Incontri i suoi
occhi
curiosamente chiari, gli occhi del terrore. Vedi paura nel suo sguardo.
Paura e
un intensa preghiera di sopravvivere.
Ti sfili il
mantello, lo lasci
cadere sul corpo morbido di lei. La guardi con pietà, quella
stessa pietà che
su di te non ha mai posato il suo sguardo.
“Mi
dispiace.” Mormori semplicemente,
poi ti volti e scompari nel nulla, illusione oscura ma luminosa
dispersa come
cenere al vento. Potresti non essere stato mai lì, potresti
non essere mai
esistito. Eppure, di te resta un elmo dorato e un mantello color
smeraldo drappeggiato
su un corpo fragile.
Un dio nato
per ingannare, un dio
che però non ha mai chiesto di essere un banale incantatore.
Un dio umano,
con occhi colmi di
carità celeste e tristezza terrena.
Un dio nato
nell’odio e in odio
tramutatosi non per scelta, ma per volontà altrui.
Quel giorno
vide molte vittime,
molti macabri epiloghi. Eppure, ancora adesso, qualcuno guarda al cielo
e si
chiede se davvero quegli occhi così limpidi, così
magnanimi di pietà, siano
veramente appartenuti a una divinità oscura e non a una
vittima del fato che,
imperscrutabile, ha allungato una volta di troppo i suoi artigli su
semplice
carne e sangue innocenti.
Angolo
dell’autrice:
Ok,
ammetto che all’inizio
avrei voluto trasformarla in una long-fiction, avvalendomi del
personaggio della
donna che Loki salva, ma ci ho ripensato XD già questa
one-shot è una
superpalla, figurarsi una long! Ora vi lascio, ringraziando come al
solito chi
recensisce e anche chi legge soltanto. Grazie per
l’attenzione e per aver
seguito il mio delirio fino alla fine
^^’’’’’’
Un
bacio a tutti!
Tomi
Dark Angel