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Autore: Erikuccia    25/06/2012    0 recensioni
Dopo la morte della sorella Jackson deve prendersi cura dei 5 nipoti. Tra mille peripezie, amici che arriveranno e quelli che lo abbandoneranno Jackson dovrà destreggiarsi alla meglio per riuscire a rappresentare la famiglia per i nipoti.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jackson Rathbone, Kellan Lutz, Nikki Reed
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4

POV JACKSON

LOS ANGELES

Mi svegliai di soprassalto con qualcuno che mi tirava i capelli. Aprii gli occhi e mi trovai davanti a un James sorridente che, ancora con il ciuccio in bocca, reclamava attenzione.

-Buongiorno anche a te James!- lo salutai prendendolo in braccio.

Lui per rispondermi cominciò a ridere. Mi alzai e per prima cosa gli cambiai il pannolino poi, dopo averlo lavato, essermi lavato e vestito scendemmo in cucina dove trovammo Vanessa insieme ai gemelli che facevano colazione.

-Già svegli voi due?- domandai sedendomi con il piccolo in braccio.

-Si avevamo fame vero Chris?- disse Monroe

-Vero vero zio! Così abbiamo aperto la porta e abbiamo visto Vane che scendeva così l'abbiamo chiamata e lei ci ha prima fatto fare la pipì poi abbiamo aperto le finestre della camera poi abbiamo preparato i vestiti per dopo e poi abbiamo pettinato i capelli e poi abbiamo deciso che dovevamo fare colazione. Tu dormivi così abbiamo deciso di mangiare e poi venire a svegliarti ma ora sei qui così poi non abbiamo niente da fare.- cocluse l'altro.

-Wow che inizio di giornata pieno ragazzi!- commentai ridendo mentre Vanessa dava il biberon di latte a James.

-Non è scesa ancora vero?- domandai alla mia amica che capì subito che mi riferivo a Jessica.

-No non ancora.- rispose semplicemente.

-Ehy anche noi vogliamo fare colazione!- esclamò Kellan apparendo insieme a Eric.

-Già non mangiatevi tutto.- gridò il bambino.

Arrivarono di corsa e entrambi si fiondarono sui pancakes che Vanessa aveva pazientemente preparato. I gemelli stavano reclamando un altro bicchiere di latte al cioccolato quando delle urla spezzarono la tranquillità.

-TI HO DETTO CHE NON VOGLIO SCENDERE NON ROMPERE! NON HO BISOGNO CHE MI CONTROLLI!- gridò Jessica.

-Non ti sto controllando.- rispose tranquillamente Nikki.

-FUORI DALLA MIA CAMERA!-

E con un colpo da far vibrare i vetri la porta venne chiusa.

Mi alzai e andai incontro a Nikki che stava scendendo le scale.

-Che è successo?- chiesi.

-Niente, io e tua nipote abbiamo avuto un piccolo scambio di opinioni.- rispose sorridendo.

-Vado a parlarle.-

-No lasciala stare.- disse Nikki ma la ignorai e salii fino alla camera di Jessica dove bussai.

-Ho detto che voglio stare sola!- esclamò rudemente.

-Invece io entro lo stesso.- dichiarai aprendo la porta.

La camera era semibuia e lei se ne stava seduta sul divano letto ancora intatto segno che non aveva dormito.

-Allora? Come stai?- chiesi aprendo le tende per permettere al sole di entrare.

-Cosa importa?-

-Importa invece-

-Senti zio cosa vuoi?-

-Sapere come mai le tue soavi note sono arrivate in cucina senza una giusta ragione.-

-Perchè mi andava ora puoi andare?-

-Bene io vado ma mi aspetto che impari a rispettare chi vive con te Jessica, e preparati dobbiamo uscire.- dissi avanzando verso la porta.

-Non mi va.-

-Bene allora starai a casa con Nikki.-

-Ok.-

Annuii e sconfitto mi chiusi la porta alle spalle.

Io, Vanessa e Kellan preparammo gli altri ragazzi e uscimmo per andare a fare spese.

Eravamo fuori ormai da diverse ore e avevamo comprato quasi tutto. Avevamo scelto le camere che sarebbero arrivati a montare il giorno dopo, avevamo comprato diversi vestiti dato che in california faceva molto caldo rispetto al texas, poi avevamo preso un lettino per James e le sponde per i letti dei gemelli, ovviamente anche un giro nel negozio di giocattoli fu d'obbligo. Ora eravamo alla cassa al supermercato dopo aver fatto la spesa. Facemmo velocemente il conto e, dopo aver pagato, tornammo a casa.

-Siamo tornati!- urlò Eric entrando correndo.

-Ehy allora come è andato lo shopping?- chiese Nikki venendoci in aiuto.

-Abbiamo preso un sacco di cose vero Chris?- disse Monroe.

-Certo proprio un sacco!- concordò l'altro gemello.

-Si lo zio ha voluto comprare anche scarpe e vestiti!- spiegò Eric frugando tra le borse.

-Che bello!- esclamò Nikki.

-Jessica è scesa?- domandai.

-No, senti Jack sta soffrendo, forse dovresti portarla fuori.- mi rispose lei.

-Cosa sai tu di come sto io?- sbottò Jessica apparendo in cima alle scale.

-Jessica!- la ripresi ma non mi ascoltò.

-Devi farti i fatti tuoi Nikki!- concluse acida.

Non feci in tempo a rispondere che mia nipote era nuovamente scomparsa.

-Nikki io...- provai a dire ma fui interrotto da Kellan.

-Senti Jack. Mi dispiace per tua sorella ok? Mi dispiace che Jessica soffra così tanto ma comincia a esagerare. Nikki l'ha solo difesa. Non puoi lasciare che diventi l'imperatrice del mondo ok?- disse Kellan cominciando ad alterarsi.

Non sapevo cosa dire. Ero rammaricato per il comportamento di mia nipote ma non potevo di certo sgridarla, aveva il cuore a pezzi.

-Senti ti va se porto i bambini al parco?- mi chiese Vanessa.

-Si si portali pure!- dissi.

-Li porto anche a mangiare da mc donald's ok?-

-Si-

Così i ragazzi uscirono con la mia amica.

Scossi la testa sospirando e senza sapere cosa pensare iniziai a sistemare le numerose borse della spesa.

Passarono due giorni e le camere erano state montate. La routine insieme ai ragazzi cominciava a prendere il via l'unica che ancora non voleva saperne di accettare quella situazione era Jessica. Più volte avevo cercato di parlarle ma invano. Oltretutto i rapporti tra lei e Nikki erano sempre peggio. Non saltava giorno in cui Jessica si rivolgesse alla mia amica mancandole completamente di rispetto.

Ovviamente Kellan era infuriato con me ma, per amore dei bambini, lo nascondeva bene, mostrandolo solo quando ci trovavamo da soli.

Eric e i gemelli si stavano man mano abituando a stare li mentre James era già il più coccolato di tutti.

Poi, una sera, successe il finimondo.

Era circa mezzanotte e eravamo tutti già a letto. Io ero ancora nel dormiveglia quando sentii un urlo arrivare dalla camera accanto alla mia.

-MAMMA PAPA' MAMMA PAPA'- gridava Eric disperato.

Mi alzai di scatto e corsi fuori trovando Jessica già davanti alla porta del fratello.

-Vieni qui Eric vieni da me.- gli disse lei mentre lui usciva dalla stanza.

Ma il bambino la ignorò e si precipitò tra le mie braccia piangendo e tremando.

-Va tutto bene Eric tranquillo ci sono io!- sussurrai stringendolo me e accarezzandogli i capelli scuri. Intanto guardai Jessica che ci fissava con espressione vuota.

-Jess ti va se andiamo sul divano con il gelato a vedere un bel film?- le chiesi sorridendo.

Mi guardò disgustata e corse di sopra senza dire una parola. Senza pensarci la seguii trascinandomi dietro Eric che piangeva ancora.

-Jessica devi affrontare la situazione non è così che riuscirai a guardare avanti.- dissi.

Lei invece di rispondermi sbattè forte la porta della camera chiudendosi dentro a chiave e accendendo la radio a tutto volume. Chiusi gli occhi cercando di trovare una soluzione.

Intanto ero stato raggiunto da tutti e 3 i miei amici. Nikki si precipitò alla porta della camera di Jessica,

-Jessica aprimi! Jessica!- disse continuando a bussare.

-Cosa è successo?- domandò Vanessa.

-Io sono stato un insensibile e lei si è arrabbiata!- confessai.

-Jessica apri!- continuava a dire Nikki.

-Li dentro c'è una ragazzina che sta soffrendo!- urlai facendola finalmente smettere.

-Certo! Lo so ma non è l'unica! Anche tu e i suoi fratelli soffrono!- gridò Kellan.

-Non potete buttare giù la porta!- disse Vanessa.

-Già ditelo alla polizia che sicuramente saprà come farlo!- esclamò Nikki.

Vanessa prese dalle mie braccia Eric e io cercai di calmare i miei amici.

-Non provare ad aprire bocca Jackson! Non puoi permettere che una ragazzina sia l'imperatrice del mondo. Te l'ho già detto!- sbraitò Kellan mentre Nikki aveva ricominciato a picchiare sulla porta della camera.

A quel punto non ci vidi più, scesi di corsa le scale, arrivai al contatore della luce e staccai la corrente alle prese lasciando l'intera casa nel silenzio.

Era finalmente arrivata mattina e aprii gli occhi trovando Eric ancora profondamente addormentato al mio fianco. Aveva voluto dormire con me alla fine.

Scesi in cucina e come mi ero immaginato trovai Nikki intenta a preparare il caffè.

-Buongiorno.- mormorai abbattuto.

-Ciao.-

-Ieri sera...- cominciai ma venni interrotto.

-Dobbiamo fare qualcosa Jack. Non possiamo andare avanti così! Io ho chiamato l'agenzia affittacamere e ho chiesto di trovare qualcos'altro per me.- spiegò lei senza guardarmi.

-Si l'ho fatto anche io.- disse Kellan apparendo dalle scale.

-Ragazzi io.....- provai a dire.

-Non siamo arrabbiati con te Jackson ma non vogliamo rovinare la nostra amicizia per cui è meglio così. Ti vogliamo bene e vogliamo continuare a volertene. Ma ora devi assolutamente trovare un equilibrio con i ragazzi, la grande soprattutto.- concluse lui.

-Bhe ragazzi io ora vado. Buona fortuna per la lettura del vostro copione!- disse Nikki baciando entrambi sulla guancia e uscendo.

Quella mattina io e Kellan avevamo un appuntamento con un produttore. Negli ultimi mesi ci eravamo messi a scrivere una nostra sceneggiatura e finalmente eravamo riusciti a trovare qualcuno interessato a produrla.

Ci preparammo di tutto punto e radunammo i ragazzi, Jessica compresa.

-Allora adesso vi mettete le scarpe che usciamo. Dobbiamo andare in uno studio cinematografico.- spiegai.

-Non vengo.- disse subito mia nipote.

-Invece vieni.-

-Ho detto no.-

-Jessica.... non puoi rimanere qui da sola, Nikki è al corso di yoga e Vanessa è al suo locale per controllare tutto.- mormorai.

-Ho detto che non vengo, non può andarci lui con le vostre cose?-

-La stesura è l'ultima cosa. Siamo noi che dobbiamo andarci. Io e lui insime!- spiegai.

-Chissene frega.- disse.

-Jessica!-

-NON VENGO CHIARO?- urlò.

Guardai Kellan sconfitto che capì subito che l'avevo data nuovamente vinta a mia nipote.

-Bene allora tu non ci sei perchè.... sei a un colloquio con.... Ben Afflek... ok.- dichiarò prima di prendere le carte e uscire sbattendo la porta.

Erano passate circa 3 ore da quando il mio amico era uscito quando finalmente tornò.

-Allora!- dissi appena apparve in cucina.

-Non sopporto quel posto, è pieno di polvere...- cominciò a spiegare.

-Kellan!-

-Un colloquio durato meno di 10 minuti.- sbottò.

-Perchè tu parlavi molto veloce?-

-No perchè Ron Howard era come dire... offeso del fatto che Jackson Rathbone si ritenesse talmente importante da poterlo ignorare per Ben Afflek.-

-Ma ha letto la sceneggiatura?-

-Ci ha dato una occhiata. Ha detto che ci farà sapere! Senti Jackson, so che soffri, so che Jessica sta male ok? So che ci vorrà del tempo per accettare la situazione ok? Ricordati però che io e Nikki abbiamo lasciato il set del seguito di BD solo per aiutare te e tu ora lasciando che quella ragazzina faccia quello che vuole stai mettendo a rischio la mia carriera in modo irreparabile.- concluse freddamente prima di salire le scale e chiudersi in camera.

Restai seduto in cucina per tempo indefinito finchè non tornò Vanessa insieme a una bambina.

-Ciao Jack! Lei è Samantha, voleva sapere se Eric poteva andare a giocare con lei nel parco qui davanti. Si sono conosciuti al parco, abita 3 piano più sotto.- disse guardandomi.

-Certo!- risposi sorridendo.

-Aspetta qui te lo vado a chiamare. E non preoccuparti, non morde.- bisbigliò sparendo sulle scale per riapparire con un Eric felicissimo.

-Fai attenzione ok? Vengo a chiamarti quando è ora di tonare ok?- mi raccomandai.

-Si zio ciao!- salutò contento uscendo dalla porta con la sua amichetta.

-Serve un abbraccio?- propose Vanessa.

-Grazie!- risposi.

Mi strinse a se e lasciai che quel suo calore speciale mi invadesse.

-Dai almeno uno di loro si è fatto una amica no?- disse cercando di tirarmi su il morale.

-Già! Meglio di niente!-

-Senti io sono passata solo a prendere delle carte ma se hai bisogno resto!-

-No no grazie. Vai pure! Sistema un po' i dipendenti del tuo locale va!- dissi ridendo.

Mi diede un bacio sulla guancia e uscì di nuovo.

Poco dopo arrivò Nikki, completamente esausta, dopo la sua lezione di yoga.

-Jack prima o poi mi spaccherò a metà in quelle lezioni!- si lamentò sedendosi.

-Dai al massimo ti aggiusto con la colla.- scherzai facendola ridere.

Dopo pochi minuti scese in cucina Jessica.

-Dov'è Eric?- chiese freddamente.

-E' al parco con una amichetta.-

-Mi fa piacere che ora siate tutti così felici. Vi importava molto di loro!- sbottò.

Ecco la rabbia che trattenevo che cominciava a salire.

-Non permetterti Jessica.- risposi.

-Bhè non ti vedo soffrire molto.-

-Cosa ne sai tu di come sto io o se lo faccio vedere? Credi che non mi manchi mia sorella? Ogni secondo!-

-Se fosse morto uno di noi papà non andrebbe in giro!-

-Già e mia sorella non sarebbe come te! Cercherebbe un appiglio per andare avanti per...- ma venni interrotto da Nikki.

-Jessica quello che Jack vuole dire è che non è un male se Eric sta con qualche amico... Forse dovresti trovare qualche nuova amicizia anche tu. Nel mio corso di yoga c'è un ragazzo che ogni tanto porta sua figlia, forse potresti condividere degli interessi con lei!- disse tranquillamente la mia amica.

-Cosa ne sai tu di me? O di quel tizio o di sua figlia?- cominciò Jessica cattiva.

-Jessica smettila!- dissi ma fu come se non avessi parlato.

-Se tu conoscessi un minimo gli uomini non divideresti la casa con altri 3 amici. O magari sei troppo stupida per....- sbraitò ma non la lasciai finire.

-JESSICA ORA BASTA!- urlai.

-Vado in camera- disse girandomi le spalle ma velocemente la anticipai e la feci girare.

-No, non ci vai. Voglio che resti qui e che ti sforzi di far parte di questa famiglia. Non sei la sola ad avere perso qualcuno Jessica. Ma qui tutti quanti stiamo cercando di superare il dolore, tu invece cerchi di stare meglio facendo stare male chi ti sta intorno e cerca di aiutarti. Voglio che ora tu ti sforzi di accettare la situazione e che cerchi di essere come mia sorella ha sempre desiderato che tu fossi!- gridai con le lacrime che mi correvano giù per le guancie.

Lei mi guardò spaventata e poi corse di sopra sbattendo la porta.

Mi sedetti ancora sullo sgabello del bancone della cucina e, insieme a una stupefatta Nikki, cominciai a preparare il pranzo. 

  
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