Serie TV > Doctor Who
Ricorda la storia  |      
Autore: Mushroom    25/06/2012    3 recensioni
E Il Dottore parlava veramente tanto, di tutto. Parlava di mondi che forse le avrebbe fatto vedere, di altri in cui erano già stati e di alcuni che avevano smesso di esistere; parlava di fatti e di episodi, parlava di persone e eventi – tutti passati, tutti morti.
[Ten/Rose; Missing Moment finale seconda stagione]
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Doctor - 10, Rose Tyler
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo: How to say
Fandom: Doctor Who
Personaggi: Ten/Rose
Rating: Verde
Avvertimenti: Flashfiction, missing moment, angst, post 2x13
Scritta per la V Notte bianca di maridichallenge con
la richiesta di 3pride di scrivere un missing moment sulla scena finale dell'episodio 2x13 - "Where are you?" "Inside the TARDIS. There's one tiny gap in the universe left, just about to close. And it takes a lot of power to send this projection. I'm in orbit around a supernova. I'm burning up a sun just to say goodbye."
Wordcount: 324

Il Dottore non aveva mai avuto bisogno di troppe parole con Rose.
Bastava uno sguardo, qualche volta, o un sorriso; terribili cliché in cui erano inevitabilmente caduti.
Bastava anche una risata. Perché non c’era mai stato un vero momento in cui non avevano pensato la stessa cosa, nello stesso modo. Al Dottore questo piaceva; gli piaceva il fatto che Rose sapesse sempre cosa fare o cosa dire, senza che lui parlasse. E Il Dottore parlava veramente tanto, di tutto. Parlava di mondi che forse le avrebbe fatto vedere, di altri in cui erano già stati e di alcuni che avevano smesso di esistere; parlava di fatti e di episodi, parlava di persone e eventi – tutti passati, tutti morti.
Qualche volta parlava anche di Rose, quando lei dormiva. E ne parlava come se fosse il presente, con entusiasmo; la raccontava al suo TARDIS, che rispondeva spesso con uno sbuffo asmatico. Lo stesso TARDIS che la viveva, Rose, anche se forse era un po’ gelosa della nuova compagna.
Il Dottore sorrideva sempre, quando era con Rose.
Ma in quel caso non trovò la forza. Perché lei piangeva e lui vorrebbe parlare, parlare e parlare. Vorrebbe raccontarle di quella volta che, da piccolo, era finito dentro un paradosso temporale. Vorrebbe dirle di quando sono morti, tutti, e lui scappava – la disperazione, l’angoscia, la solitudine. Vorrebbe cercare di spiegarle perché non le ha mai detto niente, niente di davvero importante; vorrebbe dirle che era perché lei lo capiva, sempre, e non riteneva realmente necessario discuterne (anche se sarebbe stata una bugia).
Vorrebbe avere tutte le parole del mondo, perché Rose si meritava tutto quello. Si meritava anche la parte di lui che aveva paura. Eppure stava bruciando un sole, per poterle dire addio. E le uniche parole importanti, quelle che non aveva mai detto (quelle che aveva dato per scontato, che non c’era stato bisogno di dire, ma che adesso apparivano necessarie), gli morirono sulle labbra prima ancora che potessero essere pronunciate.

 


Titolo: How I feel
Fandom: Doctor Who
Personaggi: Ten/Rose
Rating: Verde
Avvertimenti: Flashfiction, missing moment, angst, pre 2x12
Scritta per la V Notte bianca di maridichallenge per la Pasticcino!Fest (con il pasticcino "Vulcano arcobaleno" che sa tanto di LSD - e io lo amo per questo <3) con il Prompt "Impotenza"

Wordcount: 220

A Rose non piaceva vedere il dottore triste; e era difficile – così tanto – quando lui distoglieva lo sguardo e sorrideva, parlando di luoghi e mondi e infiniti lassi temporali. Sembrava sempre avere qualcosa per cui vivere, il Dottore, sempre felice. Eppure – e Rose lo sapeva, Rose lo vedeva – non era mai del tutto libero.
Da che cosa, purtroppo, non sapeva dirlo con esattezza.
E quella tristezza sconosciuta la faceva sentire sempre come la ragazzina in quel sobborgo di Londra, che aspettava che il mondo le scorresse tra le dita e che qualcosa accadesse – o che non accadesse affatto, perché non era importante (non importante come nei tempi che stava vivendo, non importante come in quel “adesso”).
Così Rose cercava di sorridere, e lo faceva per lui.
«Ti porterò in un luogo splendido oggi, Rose. Pietre ovunque e, pensa! Ci Sono degli esseri simili ai vostri dinosauri» dichiarò quel giorno.
«Anche Pterodattili?» Rose alzò un sopracciglio, cercando di immaginarsi il pianeta.
«Oh, sì!» rispose, abbassando una leva del TARDIS «E neanche un essere umano. Sarà davvero, davvero divertente»
E il Dottore e Rose ridevano, azionando i motori del TARDIS. Eppure la ragazza continuava a vedere quel velo di tristezza, negli occhi del Dottore, e cercava di non pensarci.
Non pensarci, continuava, hai ancora tutto il tempo dell’universo per attenuarlo.

 

_____________

Note finali, Yeah!
Prima di tutto : Salve, Fandom di Doctor Who! Sappi che non credevo di poter infangare anche te con le mie idiozie, ma l'ho appena fatto, yay!
*coff* Comunque, eccomi qua *fa ciao ciao con la manina* Robetta scritta per la Notte bianca. Sicché erano entrambe dei missing moment del finale di stagione, ho deciso di metterle assieme.
I Titoli vari di queste storie (titolo generale, capitoli) vengono dalla canzone "Chasing Cars" degli Snow Patrol.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: Mushroom