25/06/2012
0 recensioniSorridi alle stelle
“Quel giorno, di fronte alle stesse cadenti, cosa hai chiesto al cielo?”
Martina aveva sentito la necessità di porgli quella domanda, non si sarebbe mai perdonata una simile mancanza.
Il tempo tiranno correva veloce, questo lo sapeva bene, e lei non poteva far altro che combatterlo con le sue mille curiosità, le domande a cui dopo non avrebbe più ottenuto risposta.
“Di prendersi cura di te, del tuo sorriso” aveva risposto lui, abbozzando un sorriso. “So cosa farai quel giorno, ma non posso permetterti di barattare quel bellissimo sorriso per una sciocca lacrima” si era accomodato meglio sul cuscino, avvicinando la sua mano alla mia. “Se mi fosse fatto il dono di scegliere, resterei qui in eterno solo per guardare l’espressione luminosa che si dipinge sul tuo viso quando distendi le labbra. Se potessi scegliere come continuare a vivere, deciderei di farlo con il tuo sorriso”.
“Sai che questi pensieri non aiutano la tua salute. Hai bisogno di riposare, Luca, non agitarti per niente” gli aveva sorriso bonaria, mentre le lacrime lottavano per rigarle le guance.
“Avrò tempo dopo per riposare, ne avrò così tanto da stancarmi di riposare. Adesso voglio solo che tu mi prometta una cosa, amore mio”.
Martina aveva annuito lievemente, sfuggendo allo sguardo di quel ragazzo malato e innamorato. Sapeva quanto lui odiasse non poter vedere i suoi occhi celesti grandi come l’oceano, ma proprio non ce la faceva a mostrargli quelle ondate di dolore nero. Lui aveva bisogno di sicurezza, di forza, la sua.
“Non perdere tempo chiudendo gli occhi e lasciando che le lacrime di annebbino la vista, tu hai bisogno di vedere. Lasciati travolgere dalla vita, affrontala come se fosse l’ultima occasione per farlo, per dimostrarle che l’hai in pugno. Sogna, credi, ama con tutta te stessa, agisci senza pensare troppo alle conseguenze. Lasciati guidare dall’istinto, fidati di lui come se fossi io. E sorridimi, Martina, alza gli occhi al cielo e sorridi. Lascia che le stelle si prendano cura di quel sorriso così come ho fatto io in questi anni”.
“Ho paura di non saperlo più fare, Luca” aveva risposto la ragazza, in lacrime.
“Imparerai, come ogni cosa nella vita. Imparerai per me. Come io ho imparato ad amare, per te, tu imparerai di nuovo a sorridere. Un sorriso, ogni qualvolta sentirai la necessità di farlo. Quel desiderio rifletterà il mio amore per te”.
“Te lo prometto, ma non andartene, ti prego” aveva quasi urlato lei, aggrappandosi alla sua mano, straziata da quel dolore che si era tenuta dentro per tanto, troppo tempo. La carezza leggera quanto il bacio che Luca le lasciò a fior di labbra le ricordarono la promessa che si era fatta poco tempo prima, quando quel male aveva cominciato a germogliare in lui. Una promessa non rispettata, perché lo strazio aveva preso il sopravvento.
“Ti amo, per sempre amore”.
Sto scrivendo il sesto capitolo di "Whatever it takes", ma era qualche giorno che questa idea mi girava per la testa.
Spero, nonostante la mancanza di lieto fine (in parte), che possiade gradire questa velocissima one-shot.
Un bacione,
Adrienne