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Autore: Mushroom    25/06/2012    1 recensioni
Le mani di Mycroft Holmes sono molto simili a quelle del fratello minore.
Le tiene sotto il mento, i polpastrelli uniti, nel viso un sorriso cordiale e tirato.
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Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Irene Adler, Mycroft Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Mani
Fandom: Sherlock BBC
Personaggi: Mycroft Holmes, Irene Adler
Rating: Verde
Avvertimenti: Flashfiction, nonsense 
 
Wordcount: 713
Note: Ecco la risposta alla sfida di Emme, che aveva chiesto una "Mycroft/Irene" dopo che Sherlock aveva salvato Irene da Karachi. Ora, non avevo tante idee, ma spero che vada bene comunque.


Le mani di Mycroft Holmes sono molto simili a quelle del fratello minore.
Le tiene sotto il mento, i polpastrelli uniti, nel viso un sorriso cordiale e tirato.
Così simili
, pensa Irene. Tanto simili che potrebbero essere le sue, ma non lo sono.
Sono mani tozze, curate, grassocce, sicure, calcolate. Quelle di Sherlock non sono così – sono frenetiche, sempre in cerca di qualcosa, e si agitano nel mondo; le mani di Sherlock, continua, sono più sinuose. E non sono sicure. Lo sembrano, ma Irene sa che non lo sono. Mai. Non del tutto, almeno.
Se Irene strizzasse gli occhi, potrebbe ancora vederle e desiderarle sul suo corpo. Potrebbe, davvero. Potrebbe anche sentirle, utilizzando un po’ l’immaginazione; percepire i polpastrelli di Sherlock che percorrono il profilo del suo viso, che le sfiorano le labbra. E si sente un po’ stupida, perché in fondo non ha mai avuto desideri simili nella sua vita.
Mycroft sogghigna: forse ha intuito i suoi pensieri, ma – probabilmente – è perché non ne può fare a meno.
Irene risponde con un sorriso e inclina la testa. Ammicca - e non è una cosa calcolata -, sistemandosi una ciocca di capelli e allungando una mano verso un pasticcino. Il thè  lì è orribile, i dolci un po’ meno.
E fa così caldo, lì.
«John crede che tu sia morta» le comunica, come se non si fosse introdotto nell’appartamento senza permesso e senza avviso. Irene lo ascolta, anche se non capisce il fine di quella dichiarazione «E fa credere a Sherlock che tu sia viva» c’è divertimento, nella sua voce. Come se stesse parlando di uno sketch comico – Sherlock  e John qualche volta lo sono davvero, ma Irene non lo dice.
Sorseggia il thè e per un momento c’è silenzio. Mycroft Holmes stira le dita, appoggia le mani sul tavolo.
Irene ne osserva i movimenti e poggia la tazzina. Ha l’amaro in bocca e la lingua asciutta, e sa che se parlasse non uscirebbero che una serie di spicciole constatazioni sul tempo, aneddoti del mondo in cui si sta abituando a vivere.  E, se non dicesse niente di tutto questo, parlerebbero dell’unica cosa che hanno in comune e che si adatta abbastanza alle regole di una buona conversazione, e Irene non ne ha voglia. Dopo di quello, rimarrebbe solo il discutere di piani governativi di cui nessuno dei due dovrebbe essere a conoscenza.
Questa volta è il suo turno di sorridere, senza sensualità, senza grazia. È solo una maschera di ironia, e vorrebbe avere in mano il suo frustino, solo per passarlo sotto il mento dell’uomo e costringerlo a guardarla in volto, mentre gli rivolge quell’espressione. Invece Mycroft non guarda lei, ma si limita a fissare alle sue spalle, disinteressato.
«A cosa devo questa visita, Signor Holmes?»
«Cortesia» rispose l’uomo.
«Chiederei dove ha lasciato il suo ombrello» Irene arriccia le labbra, anche questa volta senza troppo calore.
Mycroft alza le spalle «Un ombrello? In questa stagione?» scuote la testa, come a scacciare un pensiero troppo assurdo.
La donna non lo trova tanto assurdo, e si accorge di quanto stia moderando le parole, in suo presenza; si chiede, allora, quando potrebbe fargli dire, sempre col suo frustino in mano – o con un ombrello.  Magari riuscirebbe anche a farlo tacere, e sarebbe la soddisfazione più grande. Gli Holmes sembrano parlare sempre così tanto.
«L’aria di mare sembra farle bene, Miss Adler» commenta. Sorseggia il suo thè e la guarda in viso «Ho saputo che ha fatto scoppiare un piccolo scandalo nella sua ultima località di villeggiatura. Un cattivo modo per nascondersi, non ne conviene?» c’è un briciolo di consenso, nella sua voce.
«Così cattivo da essere perfetto. Spesso è così difficile trovare ciò che è sotto il proprio naso» ribatte, osservando una piccola crepa nel volto dell’uomo.
«Credo di intuire perché andasse tanto d’accordo con mio fratello» allora alza gli occhi al cielo e posa a sua volta la tazza. È un rituale meccanico, senza senso. Quella visita non ha senso. Lo sguardo di Irene, che continua a distogliersi dal suo viso e calare sulle sue mani.
Mani decise, grasse e tozze.
Le fissa e pensa che forse potrebbero andare bene, anche se non sono quelle di Sherlock.
Così sorride con più garbo e pensa che ci sarebbe un nuovo gusto, nello scoprire quelle mani.

 

 

Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome? GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »

   
 
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