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Autore: Ranerottola    25/06/2012    4 recensioni
Lancio brandelli d’informazioni: mi mostro interessato da lei e dal suo lavoro, intimidito dalla sua bellezza, come se fosse possibile: è banale in tutto a partire dal nome.
Dovrebbe denunciare i suoi per averla chiamata Molly, come potrebbe mai essere interessante con un nome così?
Ecco svelato dalla sua stessa voce il piano di Moriarty per agganciare Molly Hooper.
In risposta alla sfida di Geilie spero di averlo reso abbastanza machiavellico.
Affetta/o da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jim Moriarty , Molly Hooper
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nickname:Ranerottola
Titolo della fanfiction: Scontro a sorpresa
Personaggi:Jim Moriarty/Molly Hooper              
Sfida: proposta da Geilie: una Jim/Molly che narri il loro primo incontro, POV Moriarty e prompt: bugie.

 

 

Scontro a sorpresa

 

Ecco l’ascensore, ed ecco, come sempre, il mio obiettivo che va a pranzo.

Si comincia!

Entro nella parte: ragazzo timido, intelligente ma insicuro, bisognoso di approvazione, dolce e simpatico.

Inciampo entrando nella cabina proprio mentre lei ne esce così le finisco addosso.

Rimbalzo contro di lei e contro le porte che si chiudono, così crollo a terra, in ginocchio ai suoi piedi, facendo in modo di aggrapparmi alla sua vita con le mani e di sbattere la faccia tra le sue tette.

Piccole ma sode, come immaginavo, niente di eccezionale.

Resto immobile per un paio di secondi, poi arretro sulle ginocchia, arrossendo e balbettando delle scuse: patetico!

Non la guardo negli occhi: imbarazzo.

Lei balbetta più di me, non è offesa ma è a disagio come se si sentisse in colpa perché io mi sono reso ridicolo.

Tutto va come voglio.

Mi rialzo continuando a scusarmi mentre lei dice di non preoccuparmi, è il momento: dichiaro il mio senso di colpa per la mia goffaggine e la invito a pranzare con me alla mensa per farmi perdonare.

Come previsto si schermisce, prova a rifiutare e mi intristisco, dico che capisco se non vuole aver niente a che fare con me, visto come mi sono presentato.

Ho le lacrime agli occhi e faccio leva sul suo bisogno di rendersi utile e di non risultare mai scortese.

E’ talmente facile prevedere le sue reazioni e manipolarla da essere sconfortante. Che noia!

So già cosa dirà parola per parola.

Ovviamente cede e vedo la sua soddisfazione davanti al mio sorriso sollevato e timido: è riuscita a consolarmi, a rendermi felice e questo rende felice lei.

Ci sediamo alla mensa.

Meno male che, per fingermi affascinato dalle stupidaggini che dice, trascuro il cibo orrendo che ho nel piatto.

Lei sorride, nota che non mangio perché sono troppo preso da lei ma, ovviamente, finge di non farci caso.

Parla ininterrottamente, che palle!

Mi racconta del suo lavoro ma si interrompe e arrossisce.

Vedo nei suoi occhi tutti quelli che le hanno detto che non deve parlarne a tavola e si sono schifati. Pensare che le autopsie che fa sono l’unica cosa su cui non devo fingere interesse.

Le racconto la storiella dell’informatico del piano di sotto, single e nerd, chiacchiero di bugie inventate apposta, con tanta sicurezza che ci crederei persino io … no, non è vero: io non ci cascherei mai!

Lei sorride soddisfatta, prevedibile!

Lancio brandelli d’informazioni: mi mostro interessato da lei e dal suo lavoro, intimidito dalla sua bellezza, come se fosse possibile: è banale in tutto a partire dal nome.

Dovrebbe denunciare i suoi per averla chiamata Molly, come potrebbe mai essere interessante con un nome così?

Finisce di mangiare e ci alziamo, è incerta, aspetta palesemente che io faccia la prossima mossa.

Se avessi più tempo mi piacerebbe lasciarla cuocere ma è un lusso: il mio piano deve andare avanti.

Le porgo la mano per salutarla, la trattengo più del dovuto e la vedo arrossire.

Faccio per andarmene poi mi fermo, ci ripenso, torno indietro, prendo un gran respiro e mi butto: la invito a cena, rapidamente, come se temessi di perdere il coraggio.

Lei è raggiante, che idiota.

Ovviamente accetta, mi dà il suo numero, ci mettiamo d’accordo per la sera dopo così passerà due giorni a pensarci, e innervosirsi.

L’accompagno fino all’ascensore come se non volessi separarmene e le faccio un sorrisetto complice così le do l’idea che abbiamo un piccolo segreto, uno scherzo tra noi, che ci unisce.

Fa un risolino per dire che ha capito lo scherzo, ridiamo insieme, le sorrido finché le porte mi nascondono alla sua vista.

Esco dal San Bart e me ne vado, tanto so che non controllerà mai la mia storia: sarebbe un segno di sfiducia e andrebbe contro la complicità che abbiamo instaurato.

E’ stato anche troppo facile, che idiota, una sola parola basta a definirla: NOIOSA!

 

 

 

Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome?

GOD SAVE THE SHIP

I Love Shipping  è un'idea del  « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »

   
 
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