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Autore: laura_hiwatari    10/01/2007    0 recensioni
una lama maledetta, un libro determinante e 3 strani ragazzi con un passato misterioso
Genere: Dark, Sovrannaturale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Damned Blade

Al contatto tra la sua pelle e le labbra gelide di Boris, Eris aprì la bocca per urlare, ma la voce le era come scomparsa. Sentì le labbra muoversi sul suo collo, poi fermarsi a metà. Sentì i canini del vampiro penetrarle la carne, poi la lingua di Huznestov che passava sui forellini appena creati per raccogliere le prime goccioline di sangue.

Il tutto avveniva sotto gli occhi assenti di Kei e quelli irritati di Yuri.

Non appena ebbe assaggiato il sangue di Eris, Huznestov sbarrò gli occhi e si allontanò dalla ragazza. Sputò a terra, portandosi le mani al collo. Lanciò uno sguardo di fuoco a Kei:

- Tu…- ansimò.

L’interpellato sogghignò:

- Esatto… proprio io. Piaciuta la sorpresa?-

Il vampiro, i cui occhi erano diventati dorati, si avvicinò a Kei. Lo afferrò per il colletto della maglietta e lo strappò dalle braccia di Yuri, che lo teneva ancora immobilizzato. Lo spinse contro il muro, facendogli sbattere violentemente la schiena e la nuca contro le grosse pietre irregolari della parete:

- Come hai osato?-

Silenzio.

- Rispondi!-. Lo strattonò ancora per il colletto.

Ancora silenzio. Huznestov cambiò tattica e sogghignò:

- D’accordo… se con le buone non funziona… te la farò pagare…-

-Non puoi uccidermi. A causa della tua stupida maledizione anche io sono costretto a tornare- replicò Kei, lasciandosi sfuggire un sorrisetto.

- Oh… ma io non intendevo ucciderti. Ho dei piani molto, molto, molto più divertenti. Per me, ovviamente. Non credo che per te sarà lo stesso… e nemmeno per la principessina, costretta a vederti umiliato…-

Boris lesse un lampo di terrore negli occhi color ametista di Kei, subito sostituito da un’ostentata indifferenza:

- Sai bene che non mi importa nulla del mio corpo-

- Forse a te no… ma credo che la principessina ne resterà… ehm… sconcertata…-

Eris chiuse gli occhi e si concentrò per estraniarsi dalla voce sensuale di Boris. Aveva capito cosa doveva fare, e anche ciò che Kei le aveva fatto: le aveva fornito un’arma in più rispetto a Huznestov. Ora non doveva fallire, non doveva sprecare quell’unica opportunità.

Mosse rapidamente i polsi, stringendo i denti quando la corda strusciava sulla pelle graffiandola. Posizionò l’indice e il medio della mano destra ai lati dell’impugnatura e tentò di sfilarlo dal collare. Per alcuni secondi che le sembrarono un’eternità, Eris cercò di avvicinare il pugnale tanto da poterne afferrare l’elsa. Finalmente ci riuscì. Aprì gli occhi di scatto.

Kei era attaccato con la schiena al muro, bloccato da Boris che continuava a parlare con voce distaccata, tradendo una nota di macabro sarcasmo. Poco distante, Yuri era seduto sul coperchio di una bara con le pareti interne foderate di stoffa rosso sangue, a gambe accavallate, con il mento appoggiato sulla mano stretta a pugno, e li fissava con irritazione.

Doveva fare molto in fretta. Contava sul fatto che Yuri non si sarebbe opposto, ma lasciava aperta la possibilità di un’eventuale ostilità.

Inspirò ed espirò profondamente per prepararsi. Poi, di scatto, estrasse del tutto il pugnale e con un colpo netto e deciso tagliò la fune che la teneva sospesa. Scese sull’altare senza che nessuno si accorgesse di lei. Liberò i polsi, sempre con la lama, stando attenta a non ferirsi. Sorrise. Si sentì pervasa da una determinazione che la stupì: il pugnale sembrava infonderle tutta la forza di volontà di chi aveva dovuto, nel passato, fare ciò che ora toccava a lei. Spiccò un salto e corse verso Boris.

Huznestov avvicinò le labbra all’orecchio di Kei:

- Allora… sei pronto a provare ciò che subiscono le mie vittime?- soffiò.

Kei si voltò dall’altra parte e strinse forte gli occhi. Huznestov gli infilò le mani sotto la maglietta e gli sfiorò la pelle con le mani gelide, soffermandosi volontariamente sulla cicatrice infertagli 150 anni prima.

Kei cominciò a tremare, non sapeva se di paura o freddo, ma sapeva che l’altro si stava eccitando immensamente.

All’improvviso, Boris si fermò.

- Togli le tue luride mani da lui-

- La principessina diventa una guerriera…- commentò Boris.

Eris premette ancora un po’ la punta della lama contro il collo del vampiro:

- Ho detto…-

- Sì, sì, ora non lo tocco più…-. Si spostò a destra, e in un istante le posizioni si invertirono: ora era Boris dietro Eris, con un braccio stretto attorno al suo collo:

- Preferisco toccare te…-

La ragazza gli tirò una gomitata nello stomaco e si liberò dalla presa. Erano uno di fronte all’altro e si fissavano insistentemente, senza che nessuno dei due cedesse e abbassasse lo sguardo.

Il vampiro indicò il pugnale:

- Te l’ho dato io quel giocattolino… non dovresti puntarmelo addosso, sai?-

Eris ebbe un momento di esitazione. Boris colse al volo l’occasione e le fece uno sgambetto. Lei cadde a terra all’indietro, e il pugnale le scivolò di mano, slittando poco distante. Durante la caduta Eris chiuse gli occhi e strinse i denti, per prepararsi al colpo di grazia che non sarebbe tardato ad arrivare. Una volta a terra, dopo aver sbattuto violentemente la schiena sul pavimento, riaprì gli occhi. Si pentì subito della sua scelta.

Boris era sopra di lei, le gambe piegate ai lati del suo corpo. Le bloccava le braccia a terra stringendole i polsi all’altezza del viso. Avvicinò il volto:

- Se volevi essere la prima, bastava chiederlo-

Eris si ritrovò a fissarlo dritto negli occhi. Un verde intenso, ma gelido e distante. Nonostante ciò, la ragazza riuscì a scorgervi un fondo di malinconia. Per un attimo fu pervasa da un vortice di emozioni che non le appartenevano: rabbia, dolore, disperazione per un amore non corrisposto… odio violento, disgusto, voglia di ferire gli altri, vendetta.

La sensazione scomparve all’improvviso, così com’era arrivata. Voltò il viso a destra e adocchiò il pugnale: non era così tanto distante, poco più in alto rispetto a lei, ma allungando il braccio lo avrebbe raggiunto. Tentò di divincolarsi, ma senza ottenere risultati.

- Non ci vorrà molto… farà solo molto male- sussurrò Boris.

Non appena Kei si era trovato libero dalle grinfie di Huznestov, si era subito lanciato su Yuri, per immobilizzarlo e impedirgli di correre in aiuto di Boris. Il rosso non aveva nemmeno reagito, si era lasciato bloccare con la schiena al muro senza fiatare.

- Non ti preoccupare, non andrò in suo soccorso- aveva mormorato poco dopo malinconico e amareggiato. -Sarebbe un affronto a quella che lui definisce la "sua virilità"-

Kei si era accorto che nel frattempo aveva individuato la posizione del pugnale. Un’idea azzardata gli attraversò la mente: sperava solo che la ragazza avesse dei riflessi veramente molto pronti e una dose spropositata di coraggio, o almeno di idiozia, cosa di cui era poco convinto.

- Urla come se ti stessero trapassando da parte a parte con una spada arroventata- ordinò sottovoce a Yuri.

- Cosa?-

Kei perse la pazienza, prese lo slancio e sferrò una ginocchiata in mezzo alle gambe a Yuri, mettendoci tutta la forza di cui disponeva in quel momento.

- WAAAAH!!-

Boris si voltò non appena sentì l’urlo lacerante di Yuri. Eris approfittò dell’istante di distrazione, dette un colpo di reni, piegò le gambe e fece una capriola all’indietro, sbalzando via Boris, che si ritrovò schiena a terra, poco distante. La ragazza afferrò il pugnale e si sedette sull’addome di Huznestov, ansimando per riprendere fiato. Era ancora scioccata dalla rapidità dei propri movimenti. Anche Boris aveva il fiatone:

- Sei intraprendente, principessina-

Lei non rispose. Continuò a fissarlo, tenendo il pugnale a mezz’aria. Il vampiro sogghignava ancora sornione, ma Eris sarebbe stata pronta a giurare che la stesse implorando con gli occhi di ucciderlo.

- Muoviti, Eris, maledizione!- urlò Kei, trattenendo Yuri, che questa volta tentava di sfuggirgli per liberare Boris.

La ragazza strinse con forza il pugnale e lo conficcò nel cuore di Boris. Il giovane si polverizzò dopo aver lanciato un ultimo sguardo a Eris, a cui sembrò paradossalmente un muto ringraziamento.

Lei rimase a fissare il mucchietto di polvere, inginocchiata sulle pietre del pavimento che le sembravano persino più fredde del solito. Aveva le braccia abbandonate lungo i fianchi e le dita tenevano mollemente l’elsa del pugnale. Dalla punta della lama scendevano delle goccioline di sangue rosso scuro che formavano delle macchiette sul suolo che scomparivano poco dopo, come se venissero assorbite.

Inspirò più volte, per rendersi conto di ciò che aveva fatto, senza riuscire a distogliere lo sguardo dalla montagnetta di polvere che fino a pochi secondi prima era stata il conte Boris Huznestov.

Sentì dei passi che si avvicinavano rapidi, poi qualcuno che si inginocchiava accanto a lei, sfiorandole delicatamente la spalla destra. Si voltò:

- Yuri…-

Il ragazzo non disse nulla. Sfilò il pugnale dalla mano di Eris e se lo rigirò tra le dita, poi lo impugnò saldamente con la mano destra. Rivolse uno sguardo malinconico alla ragazza. I suoi occhi azzurro ghiaccio erano lucidi, e una singola lacrima gli solcava la guancia sinistra, più pallida del solito. Sorrise tristemente a Eris, poi con un rapido movimento avvicinò la lama al petto. Poco dopo, la sua lacrima cadde al suolo, accanto a un secondo mucchietto di polvere.

  
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