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Autore: Lyu    26/06/2012    3 recensioni
La ragazza pensa.
Una preposizione semplice, soggetto e predicato verbale, senza nemmeno un complemento.
Volendo anche l'analisi grammaticale: La, articolo determinativo femminile; ragazza, nome comune di persona, femminile, singolare; pensa, voce del verbo pensare, prima coniugazione, modo indicativo, tempo presente, prima persona singolare.
È come ti avevano insegnato tempo prima, quando quaranta minuti di ricreazione erano troppo pochi e le maestre erano solo alte figure che si perdevano nella nebbia dei ricordi.
Ricordi? Ricordi. C'era quel ragazzino che ti piaceva, e ti prendeva sempre in giro: ti piaceva perché ti prendeva in giro o ti prendeva in giro perché ti piaceva?
Ma ormai è tardi, tardi, e dovresti andare a dormire, ma dove, visto che il letto è occupato, il pavimento è troppo duro e il divano è di sotto.
Non puoi, non puoi, non puoi.
[...]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza pensa.

Una preposizione semplice, soggetto e predicato verbale, senza nemmeno un complemento.

Volendo anche l'analisi grammaticale: La, articolo determinativo femminile; ragazza, nome comune di persona, femminile, singolare; pensa, voce del verbo pensare, prima coniugazione, modo indicativo, tempo presente, prima persona singolare.

È come ti avevano insegnato tempo prima, quando quaranta minuti di ricreazione erano troppo pochi e le maestre erano solo alte figure che si perdevano nella nebbia dei ricordi.

Ricordi? Ricordi. C'era quel ragazzino che ti piaceva, e ti prendeva sempre in giro: ti piaceva perché ti prendeva in giro o ti prendeva in giro perché ti piaceva?

Ma ormai è tardi, tardi, e dovresti andare a dormire, ma dove, visto che il letto è occupato, il pavimento è troppo duro e il divano è di sotto.

Non puoi, non puoi, non puoi.

Ci sarebbe anche quella sedia dove sei ora ,a pensare, ma ti verrebbe il mal di schiena, e questo non va bene.

Potresti prendere un cuscino e metterlo per terra, ma come prenderlo se sei così stanca?

Dovresti dormire, ma come dormire se non hai spazio?

Spazio. Nel letto, nella casa, nella vita. Anche a scuola, dove ti fai piccola piccola per non essere sgridata dai compagni.

Invidiosi, ti dicono. Sono solo invidiosi. Non sono cattivi.

E lo ripeti sempre fra te e te prima di andare a scuola. Non sono cattivi.

Non hai mai ragione.


 

Potresti rimanere insonne per tutta la notte, ma se ti addormentassi a scuola che direbbero?

Basta. Non pensare, lasciati solo cullare.

Da cosa? Dal tuo respiro, dal vento fuori, dal freddo che ti avvolge oltrepassando il pigiama striminzito.

Non sono cose che cullano, obietti, ma lascia, lascia stare.

Lascia stare, come dici quando ti chiedono come stai, che fai, che pensi. Lascia stare.

Ti risuonano in testa le righe dell'ultima storia che hai letto.

Come fanno a risuonarti righe di testo in testa? Lascia stare, e ripensa ad esse e basta.

Erano quattro passi, ricordi? Uno più folle dell'altro.

Ma te comunque sei troppo stanca anche per compiere un solo passo.

Potresti leggere ancora, studiare magari, o fare i compiti che hai lasciato ancora in bianco. Perché no?, ti chiedi.

Ma ormai gli occhi ti si stanno chiudendo, e sei ancora sulla sedia, male, molto male.

Dovresti alzarti, alzarti e andare a letto, ma è già occupato.

Da chi? Lascia stare, e continua a pensare.

Non importa che io ti dia ordini contraddittori, pensa e basta.

Ricordi i gatti che avevi? Erano due, poi tre, poi quattro, poi sei, e poi nessuno.

Che è successo? Non chiederlo a me. Sarà stato il tempo.

Lo stesso tempo che non ti basta mai, e che quando hai non sai con cosa riempire, se non col vuoto.

Come si può riempire il tempo di vuoto? Lascia stare, lascia stare.

È solo un comecavolosichiama, un ossimoro o giù di lì.

Pensa, la tua vita è piena di ossimori.

Ami ciò che odi.

Odi ciò che ami.

Come spiegarlo alle amiche, che ci sono ma in realtà non esistono?

Forse un'equazione andrebbe bene.

Equazione dell'amore, la chiameranno, e ti daranno il Nobel per la pace, la letteratura e pure per le scienze.

Ma il Nobel te non lo vuoi, vero?

Magari vorresti solo tempo, e qualcosa con cui occuparlo.

Avevi un flauto, ricordi? Un bel flauto traverso, forse un po' acciaccato per averlo portato in lungo ed in largo, ma ce lo avevi.

Potresti suonarlo, ma non sai dov'è.

Potresti leggere, ma hai già letto e riletto tutto.

Potresti pensare, ma non ne puoi più.

A questo punto non rimane che dormire, ma sulla sedia non puoi, non puoi, non puoi.

Allora guarda. Osserva la stanza incompleta in cui ti trovi, fatti entrare negli occhi ciascun particolare delle crepe sul muro,ammira ogni singola sfumatura della notte aldilà del vetro della finestra, chiudila che entra vento.

Chiuderla?, chiedi, È già chiusa.

Ma è aperta, te lo dico io, e devi chiuderla.

Infine guardi anche il letto.

È vuoto, dici, e stai per mettercisi sopra.

Ma fermati, fermati, fermati.

Prima prendi un coltello, uno qualsiasi, o anche delle forbici.

Non chiedermi perché, fallo e basta.

Ora vai sul letto e squarta il cuscino, sfoga tutto su di lui. Già che ci sei, anche il materasso.

Capito?

Poi prendi ogni cosa sul letto, e falla a mille pezzi. Non importa se è importante, importa solo quello che ti importa.

Fatto?

Bene, ora sdraiati, e guarda.

Il letto è ed era occupato da te, ragazza che pensa, e sei morta.


 


 


 


 

^Angoletto Autrice^

Ed ecco la prova definitiva che scrivere alle due di notte fa male, moooolto male.

A dir la verità non c'é una trama, ci sono solo pensieri. Quello che parla è solo lui, il pensiero.

Scusate, ho troppo sonno, vado a dormire (sperando di non trovare il letto occupato).
PS: L'immagine è presa da Zerochan, l'ho modificata io con MyPaint (emulatore di Paint, credo) e la scritta l'ho aggiunta con BannerFans.


 

Lyu.


 


 

  
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