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Autore: tartufo    26/06/2012    2 recensioni
Kurt/Serenity, Blaine/Endymion
Genere: Fantasy, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dave Karofsky, Sebastian Smythe, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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La terra è così bella vista dal palazzo.
So che non dovrei infrangere le regole, eppure è più forte di me, mentre formulo questi pensieri, il mio corpo percorre il corridoio proibito che mi condurrà verso Chronos, mi rendo conto che potrei causargli infiniti problemi con il mio comportamento, ma se dovessero scoprirmi, mi assumerò ogni colpa, dopotutto non può evitare di esaudire la mia richiesta.
Il corridoio sembra estendersi senza fine, ma so che è solo un’illusione per scoraggiare i tentativi di raggiungere la porta e il suo guardiano.
Quando finalmente giungo di fronte a Chronos, lo vedo spostarsi in posizione di attacco, la falce puntata perfettamente sul mio petto, pronto a colpire, saranno anni che nessuno osa avvicinarsi a quella porta eppure lui si comporta come se ricevesse visite ogni giorno, capisco perché mia madre abbia messo lui a fare la guardia.
Lo guardo attentamente e mi chiedo come sia possibile decidere di spendere la propria vita in questo modo, in completa solitudine per sempre, quale misterioso potere possiede l’essere che mi sta davanti? Quale nobiltà d’animo? Sacrificare se stessi per il bene del regno.
“Se tenete alla vita, vi consiglio di tornare indietro, il passo è proibito oltre questa porta”.
Faccio un passo avanti conscio del fatto che potrebbe attaccarmi in qualsiasi momento, i suoi occhi scrutano la mia figura dal basso verso l’alto, quando i nostri sguardi si incontrano, le sue pupille si dilatano per la sorpresa e la verità si fa reale quando come in uno specchio vedo il simbolo sulla mia fronte riflesso nelle sue pupille.
“Mio Principe”.
S’inginocchia al mio cospetto, e mi sento in imbarazzo per quel gesto, non lo conosco eppure per i sentimenti che mi suscita, mi sentirei molto più a mio agio se fossi io a dovermi inginocchiare, ma non lo faccio, l’etichetta è una cosa molto importante a palazzo e ho paura che potrei offenderlo con quel gesto.
“Posso passare?”. So che potrei ordinargli di farsi da parte e lasciarmi varcare la soglia, ma preferisco chiedere.
“E’ proibito”. Forse pensa di potermi indurre a cambiare idea, un sorriso compare sul mio volto, vorrei davvero poterlo conoscere, capire cosa si nasconde dietro alla facciata.
“E’ proibito per tutti fuorché i reali”.
“Vi sbagliate Principe è proibito anche ai reali, ma come tali, possono aggirare le regole, è un cavillo”.
“Allora posso passare?”.
“Se lo desiderate... ma non posso lasciarvi in balia dello spazio e del tempo, prendete questa chiave, quando vorrete tornare, stringetela forte e pronunciate il mio nome, io vi condurrò a casa, ora pronunciate il luogo e la data dove volete andare, la porta farà il resto, buona fortuna, e ricordate, non dovete interagire con nessuno”.
Faccio un cenno d’assenso a Chronos e con il cuore che batte all’impazzata so già dove voglio dirigermi, è da quando sono bambino e studiando ho scoperto di questo luogo che voglio farlo, voglio vedere da vicino il pianeta che tanto mi affascina e sentire sulla pelle se le cose che si dicono su di esso siano vere.
Finalmente dopo tanto tempo ho trovato il coraggio di farlo.
Prendo un grande respiro, realizzerò il mio sogno.
“Terra, oggi”. Improvvisamente sento di essere risucchiato nel buio, chiudo gli occhi, in attesa di concludere il viaggio.
Sento il mio corpo ruotare su se stesso a una velocità fuori dall’ordinario, inizio a provare i primi spasmi della nausea e so che non durerò ancora  a lungo con questa sensazione che si contorce nello stomaco, sembra quasi che qualcuno abbia sentito i miei pensieri perché sento il corpo decelerare e senza preavviso mi ritrovo disteso sul terreno, sono arrivato.
La caduta è dolorosa e l’impatto mi mozza il fiato, ma sento che qualcosa ha attutito il colpo, faccio scorrere le mani ai lati del mio corpo curioso strappando qualcosa di morbido dal terreno, quando le porto davanti agli occhi, non posso fare a meno di sorridere, esistono davvero, non posso credere che quelle patetiche imitazioni che si trovavano nel mio regno sono state create ispirandosi a quelle meraviglie.
Fiori, sono caduto in un campo di fiori.
Mi sollevo incredulo, le varietà non si contano e i colori sono talmente brillanti e vivi che mi sembra di aver vissuto una vita in bianco e nero.
E quello? Cos’è? Mi avvicino cauto, è davvero bello, sembra un fiore eppure pare così agguerrito, mi avvicino ancora un po’ e il suo profumo si insinua nel mio respiro, mi riempie i polmoni di tranquillità, come un unguento, possibile? Da me i fiori non hanno profumo, non sanno di nulla, al primo impatto sono carini, ma a lungo andare non fanno che deluderti.
Lo voglio, voglio quel fiore per tenerlo con me, lo voglio portare a casa per poterlo guardare e bearmi continuamente del suo profumo.
Lo afferro e quando lo stringo nella mano, lo sento difendersi, avevo ragione, è agguerrito, ritraggo la mano colto di sorpresa, piccole gocce di sangue fuoriescono dalle ferite che il fiore mi ha inferto, il fiore ha lo stesso colore del sangue, lo noto solo ora. Chissà che nome hanno dato a quel fiore? Rispecchierà la sua bellezza o la sua forza?
Sono ancora tentato di portarlo con me in un modo o nell’altro ma poi mi sorge un dubbio, cosa gli accadrebbe? Se lo portassi con me, starebbe bene? Come nel mio regno? Lo guardo ancora e qualcosa mi dice che sarebbe un peccato portarlo via da li.
Per la sorpresa non ho badato alla cosa più importante, osservo gli alberi in lontananza e lo vedo, le fronde si muovono pigre, in una danza tutta loro, eppure non devo guardare tanto lontano, chiudo gli occhi che traditori mi hanno distratto e lo sento.
Sento la pelle accarezzata da una dolce brezza, il vento e fresco e la peluria bionda che cresce sul mio viso mi solletica le guance, è così rilassante, mi sento così vivo.
Il mio corpo freme per tutte le informazioni che i sensi stanno ricevendo.
Non so quanto tempo sono rimasto a contemplare lo spettacolo senza pari che si estende davanti ai miei occhi, possono essere pochi  minuti o forse ore.
Non voglio ma mi convinco che è ora di tornare a casa, mi riprometto di fare un’altra visita alla Terra, stringo la chiave pronto a farmi condurre da Chronos quando la sento, è musica, no è qualcuno che canta e la sua voce è così bella che mi ritrovo a seguirla.
Attraverso la radura di fiori fino a spingermi in prossimità degli alberi, la voce mi arriva più forte da quella distanza rendendola quasi ipnotica, so che ora come ora non riuscirei a tornare indietro senza scoprire da chi proviene, mi chiedo se sia davvero la dolcezza di quella canzone a spingermi a proseguire, la curiosità che mi ha sempre accompagnato, oppure qualcosa di molto più grande e inspiegabile.
Sono in prossimità di un bellissimo albero dal fusto nodoso, il colore del suo legno mi fa pensare a qualcosa di antico, dovrei essere abituato alle cose antiche dato che nel regno tutto dura per sempre, non esistono malattie o vecchiaia, solo arrivi ad un momento nella vita, in cui il tuo corpo non cambia più, e rimani giovane sano e bello per sempre.
Ma questo albero dimostra la sua vera età, è maestoso e non credo vorrebbe essere rimasto un gracile arbusto senza personalità, chissà, forse siamo coetanei, sorrido a quel pensiero.
Quando arrivo alla base dell’albero uso il suo tronco per nascondermi, è abbastanza largo per coprire la mia esile figura, poi mi sporgo e finalmente vedo il proprietario della voce che mi ha convinto (senza troppo impegno) a posticipare il ritorno a casa.
Non posso fare a meno di arrossire alla vista di quel ragazzo, è immerso fino alle ginocchia in un corso d’acqua silenzioso che si estende in entrambe le direzioni per poi nascondersi nella vegetazione, se non fosse per un minuscolo pezzo di stoffa che gli cinge i fianchi, sarebbe completamente nudo.
Vedo che si rinfresca perché nonostante il piacevole venticello la giornata è calda, mentre si  versa l’acqua nelle spalle noto come le gocce creino una scia umida che traccia i muscoli ben definiti del suo petto fino a terminare la loro folle corsa sulle ossa del bacino per poi morire assorbite dalla stoffa.
Che morte peccaminosa.
Sono incantato da tanta perfezione che mi ritrovo a deglutire a vuoto.
I suoi vestiti sono adagiati vicino alla riva, ma c’è un riflesso che mi infastidisce, porto una mano alla fronte e la vedo, una spada, è poggiata sui vestiti in modo che il filo della lama non si rovini, e se questo ragazzo non avesse buone intenzioni? Se corressi qualche pericolo stando qui? Cosa mi aveva detto Chronos? Non interagire, forse per proteggermi? Certo non potevo ammalarmi o morire di vecchiaia, ma quella spada di sicuro ci avrebbe messo poco a spezzare la mia vita.
“Blaine?”.
Qualcuno lo chiama e lo vedo sorridere, se il sole poteva abbagliare allora doveva tener conto di un nuovo avversario, perché quel sorriso gli faceva una feroce concorrenza, mi concedo solo un attimo di pensare che quel sorriso sia diretto a me, non posso fare a meno di pronunciarlo, vilmente nascosto sussurro il suo nome, come un segreto che incontra un nuovo custode.
E’ così morbido, così naturale quel suono sulle mie labbra.
Non trovando risposta la voce che ha chiamato Blaine si materializza davanti ai miei occhi, due cose mi lasciano senza parole, la prima è lo sguardo pieno di desiderio che il ragazzo lancia a Blaine, il secondo è lo stemma che è raffigurato nella sua maglia di ferro, lo stemma della famiglia reale, la famiglia di cui faccio parte.
Quelli sono guerrieri, guerrieri al servizio del mio regno?
Il viaggio di ritorno e meno peggio di quel che pensavo, forse il corpo si abitua a tutto quel vorticare, sono talmente convinto di questo che mi preparo, non ho nessuna intenzione di cadere come la prima volta, atterrerò con tutta la grazie e l’eleganza che contraddistinguono la mia persona.
E ne sono davvero certo, ma il mio intento fallisce miseramente.
Atterro malamente sul fondo schiena e questa volta nessun campo di fiori ad arrestare l’impatto, solo duro e freddo marmo bianco, mi lascio quasi sfuggire un imprecazione se non fosse che sento una risata talmente contagiosa che rimango sbalordito, qualcuno che ride di me? Mai sentito.
Sollevo il capo rosso di vergogna e ira e pronto a punire tanta maleducazione, quando vedo Chronos chino su se stesso, una mano posata sullo stomaco per cercare di contenere i singulti causati dalla mia figuraccia e grosse lacrime che gli solcano il viso, aspetto che si calmi e che si accorga di avermi umiliato, quando finalmente solleva il viso per guardarmi trova il mio volto offeso.
“Oh… sono davvero desolato mio Principe”.
E lo è davvero, posso vedere come mille scuse attraversino il suo sguardo e non posso farne a meno, inizio a ridere di quella situazione perché è la prima volta che qualcuno mi tratta come una persona qualunque e non come il futuro erede al trono.
Continuiamo a ridere finche non sentiamo la mascella e i muscoli addominali doloranti.
Non vedo l’ora di raccontare ai guardiani quello che ho visto e poi … Blaine, mi alzo in piedi per tornare nelle mie stanze ma la ragione mi blocca, non posso, non posso raccontare a nessuno quello che ho visto, ho infranto le regole e recherei grossi problemi a Chronos, mi rimetto seduto, la malinconia ci mette poco a prendere il posto dell’ilarità di poco prima.
Resto in silenzio, ma sento il suo sguardo che vaga su di me, prima che possa chiedere qualcosa gli spiego il motivo del repentino cambiamento di umore. E mi sorprende.
“Può raccontarlo a me se vuole, tanto non ho molto da fare”.
Lo vedo che si siede di fronte a me in attesa che inizi il mio racconto, e allora parto, gli racconto tutto, tutte le sensazioni provate, i colori, i profumi, la delicatezza del vento sulla pelle, il calore dei raggi del sole, e scopro nuove cose, cose che non immaginavo potesse conoscere dato il suo ruolo.
“Il fiore che mi hai descritto, lo chiamano rosa, penso che sia il più bello che esista sulla Terra, naturalmente non ho avuto la fortuna di sentire la sua fragranza ma penso che molto probabilmente anche con un altro profumo sarebbe egualmente bello, e poi non esiste solo rossa come l’hai vista tu, ma anche rosa, bianca, gialla e i colori non sono paragonabili con quelli che otteniamo noi qui. E hai fatto bene a desistere sul fatto di portarla qui, forse non sarebbe morta, ma si sarebbe spenta e ai tuoi occhi non sarebbe diventata che una patetica imitazione, proprio come i fiori che abbiamo qui”.
“Ma come?”.
“Come faccio a conoscere queste cose? Forse non posso spostarmi da qui e sono sempre solo, ma posso guardare attraverso la porta a mio piacimento, posso andare dove voglio senza mai abbandonare la mia postazione, non è male, anche se non è come avere qualcuno che parla con te”.
Mi sorride, ed è così triste che non posso fare a meno di provare pena per lui.
“Chronos?”.
Solleva un sopraciglio e mi guarda interrogativo, forse non dovrei raccontargli questa parte, ma dopotutto non ho interagito con nessuno, non ho ignorato la sua raccomandazione.
“Ho visto dei guerrieri sulla terra…”.
Spalanca la bocca incredulo.
“No, stai tranquillo, non mi hanno nemmeno visto”.
Continua a guardarmi dubbioso ma sembra tranquillo, si fida delle mie parole.
“Mi ha incuriosito una cosa, loro avevano uno stemma sull’armatura, lo stemma della famiglia reale, mi chiedevo chi fossero…”.
“Questo si che mi fa stare tranquillo, i guerrieri del regno della luna mio Principe, avete visto i guerrieri che impegnano la loro vita per quella dei sovrani, anche per la vostra vita naturalmente, sono addestrati fin da giovani a combattere e a essere fedeli al nostro regno, a proteggerci”.
“Proteggerci? Da cosa esattamente?”.
“Perdonatemi per quello che sto per dirvi ma se non vi viene in mente nulla siete davvero ingenuo, pensate davvero che nessuno provi invidia, gelosia per quello che possediamo? Siamo praticamente immortali, restiamo giovani, sani, belli per l’eternità, non conosciamo il dolore della perdita, abbiamo tutto e viviamo in un regno dove le guerre, la fame, la miseria non esistono, c’è sempre qualcuno che cerca di prendere con la forza ciò che non gli spetta di diritto e allora entrano in azioni i nostri guerrieri, mio Principe apri gli occhi, tu sogni la terra per i fiori, i profumi e le sensazioni che qui non possiamo ricreare, ma i terrestri non ci penserebbe due volte a barattare queste cose con le ricchezze che possediamo”.
Chronos mi guarda in cerca delle mie reazioni, in realtà ero cieco e ora vedo quello che mi è stato donato, mi alzo, è ora di tornare ai miei obblighi, sicuramente mi cercano e si chiedono dove sono finito.
“Tornerò a trovarti Chronos, nonostante tutto, non ho intenzione di rinunciare alle meraviglie che la terra offre, anche se sono tali solo per me”.
“In realtà il mio nome è Dave, Chronos è solamente un titolo”.
Lo vedo arrossire, allungo una mano e stringo la sua, è calda è morbida, ma lo so è come la rosa, sa difendersi, gli sorrido.
“Kurt, anche Principe e solo un titolo”.
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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