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Autore: Lela White    26/06/2012    5 recensioni
Dal prologo:
Se ti chiedessi chi sei, tu cosa mi risponderesti ?
Molto probabilmente mi sorrideresti appena, se sei affabile, o affatto, se non lo sei; alla fine però mi diresti il tuo nome, ma non sarebbe quello che ti ho chiesto.
Se insistessi e ti rifacessi la domanda, probabilmente smetteresti di sorridere, meno affabile di prima, ritirando la mano e guardandomi confuso; aggiungeresti quello che fai nella vita, ma ancora non sarebbe quello che ti ho chiesto.
Se tentassi di nuovo di avere una risposta, sicuramente il sorriso scomparirebbe dal tuo volto, e freddo e composto non diresti più nulla, o forse, se sei un tipo tenace, cercheresti di capire dove voglio arrivare e, tentando di stupirmi con frasi filosofiche o polemiche. Ti aggrapperesti ai tuoi ricordi, ai tuoi studi, a chi vive al tuo fianco, alle persone che ami e perché no, anche quelle che odi, ignorando, però, un aspetto importante: tutto ciò sarà solo chi sono loro per te e non chi sei tu. Ancora, quindi, non sarebbe ciò che ti ho chiesto.
Qual’è la risposta giusta, allora ?
Non so, posso dirti quale sarebbe la mia, perché vedi in un certo senso io so chi sono; sono Nessuno."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FUOCO NERO- PROLOGO








PROLOGO
betato da Elle Sinclare



Una luce forte squarciò il buio in cui mi trovavo, come una crepa sul muro che diventa sempre più grande, fino a spaccarsi del tutto sotto la pressione di qualcosa di incredibilmente forte.
Un dolore acuto mi strinse le tempie, bloccando per un attimo il respiro e sentii nella gola  un sapore acre e salato, la bocca impastata, gli occhi stretti in due fessure per bloccare quel fascio di luce che sembrava volermi accecare. Un ronzio sonoro ronzio nelle orecchie mi teneva all’interno di una bolla ovattata, chiusi gli occhi e la luce diminuì, mentre il rumore si avvicinava sempre di più a me, sino a diventare un suono ritmico e assordante. Aprii di nuovo gli occhi e un’ombra oscurò la luce per il tempo di un battito di ciglia, mentre i suoni intorno a me iniziarono ad aumentare, assumendo strane e diverse intonazioni.
Non saprei spiegare cosa provai davvero, se non una paura straziante, di quelle che prendono alla bocca dello stomaco e sembrano risucchiarti dall’interno; il mio cuore in risposta iniziò a battere frenetico, sempre più forte tanto da temere scoppiasse.
La luce si allargò sotto lo spalancarsi affaticato dei miei occhi e, sbattendoli sorpresi, riconobbi immagini dalla forma umana: due persone dinnanzi a me parlavano in un sussurro che si associava al ronzio spostato sulla sinistra.
“E’ per lui... lo so... no... non voglio... decido io, è mio figlio...” Le voci borbottavano frenetiche e non pensai nemmeno per un momento di a capire il senso di quelle parole; sapevo solo che la testa mi doleva, il petto bruciava e gli occhi cercavano di dare un senso a ciò che vedevano. Mi mossi d’istinto, senza pensare a come farlo, e un formicolio iniziò a salirmi dalle gambe verso l’alto. Mi agitai appena in risposta, tanto da far muovere la coperta sopra di me.
Di che colore era? Un azzurro tenue, mi sembra... Già!  Come se all’epoca avessi potuto riconoscerlo.
La cosa che mi fa ancora impressione fu che non iniziai a urlare come invece ci si aspetterebbe, non subito almeno, ma feci un resoconto del tutto istintivo di quello che stava accadendo intorno a me. Non ne avevo nozione, ma sapevo che qualcosa mi bucava un braccio, che le ombre che si andavano schiarendo davanti ai miei occhi erano quelle di un uomo e una donna che, ignari del mio risveglio, continuavano a discutere. Il mio corpo, quell’involucro in cui i miei pensieri correvano liberi così come le nuove sensazioni, si stava risvegliando con un’autonomia e una consapevolezza a me, apparentemente, ignote.
Sapevo, per esempio, che piegando il braccio da cui fuoriusciva quel tubicino trasparente, avrei provato fastidio o anche dolore, la mia mente lo diceva alla mia coscienza. Per provarlo a me stesso feci quel gesto e il pizzico che sentii mi infastidì.
Aveva ragione il mio corpo, lui sapeva cosa fare.
Sospirai cercando di acquietare appena quel fastidioso ronzio.
Cos’è? Perché continua a disturbarmi?
Cercai allora, di voltarmi appena in quella direzione e riconobbi da dove proveniva il suono: un macchinario strano e grigio batteva il ritmo del mio cuore che, riconoscendosi in esso, iniziò ad accelerare.
Perché sentivo lo stesso suono nelle orecchie e nel petto? Cos’era? Si trattava sempre del mio corpo ?
Domande assurde si accavallarono in quella mente già confusa e iniziai ad agitarmi sempre di più, notando come a ogni respiro il rumore seguiva il mio ritmo suonando sempre più veloce, così veloce da attirare l’attenzione.
“Cosa succede?” disse una voce e, voltandomi verso quel nuovo suono, vidi un immagine sgranarsi per poi mettersi a fuoco dinnanzi ai miei occhi.
“Oddio, Stefano chiama qualcuno”. Urlò l’immagine.
Una donna, era una donna.
“Oddio mio, non è poss... oddio.” Urlò l’altra immagine.
Un uomo, era un uomo.
Nello stesso attimo più cose avvennero contemporaneamente, la donna si lanciò su di me piangendo.
“Grazie, Signore... lo sapevo... io lo sapevo... grazie.” Iniziò a dire, risuonando nelle mie orecchie come una strana melodia. Erano tanti suoni, tante...parole, scoprii dopo.
“Dottore venga.” Urlò l’uomo e si lanciò verso di me che, immobile, guardavo la scena che avevo davanti.
Cosa dovevo fare?
“Tesoro mio...” disse piangendo la donna e mi strinse così forte da bagnarmi il collo con quel liquido caldo... lacrime. Sentii il petto dolermi per lo sforzo, il corpo ribellarsi perché era stato scosso proprio nel momento più importante, quello del mio risveglio. Il suono ritmico che si ripeteva tra le orecchie e quel macchinario grigio andò ad accelerare sempre di più.
Una strana sensazione iniziò a crescermi dentro, come un fuoco, un calore a cui non riuscivo a dare un senso. Sentivo le loro braccia, i loro respiri scontrarsi con i miei e le loro labbra muoversi emettendo altri suoni che giunsero alle mie orecchie ovattati e informi.
La gola iniziò a chiudersi ed il petto divenne incandescente: non entrava più l’aria, era scomparso il ronzio, lasciando il posto a un completo e assordante... rumore.
Il mio corpo iniziò a tremare e, nonostante la mia incoscienza di esso, capii che non era una sensazione piacevole né voluta.
Il mio corpo lo sapeva.
“Cosa succede?” urlò la donna contro di me per poi voltarsi verso un altro uomo, un immagine... verde, ora lo so.
“Allontanatevi, lasciatelo respirare.” Disse questo e appena la donna lo fece il peso nel petto iniziò ad alleggerirsi, ma non smise di bruciare.
“Stai tranquillo tesoro... non è niente... ora passa” mormorava, ma io volevo solo che non mi toccasse.
Il mio corpo continuava a tremare e la donna incapace di trattenersi tornò ad abbracciarmi e stringendomi a sé, così potei percepire un altro suono, simile al mio, ma più veloce.
Altre lacrime le scesero veloci, le labbra corsero sul mio viso e il mio corpo reagì.
Il tremolio aumentò e sentii solo la schiena irrigidirsi sotto di me, la luce tornò a bruciarmi gli occhi che alzandosi verso l’alto spinsero all’infuori, come a voler scappare da quel baratro.
“Oddio... no... Gabriele ti prego, torna da me... torna dalla tua mamma.” Urlò la donna, ma non potei osservarla, solo sentirla. Sentirla dentro quel corpo, il mio, sentire il suono... disperato di quella voce e non capire.
Chi è Gabriele? Pensai, prima di essere risucchiato da un calore immenso, un fuoco che s’irradiava dentro quel corpo, il mio corpo, un fuoco denso e scuro come la... paura, scoprii dopo.
Un Fuoco nero.


Se ti chiedessi chi sei, tu cosa mi risponderesti ?
Molto probabilmente mi sorrideresti appena, se sei affabile, o affatto, se non lo sei; alla fine però mi diresti il tuo nome, ma non sarebbe quello che ti ho chiesto.
Se insistessi e ti rifacessi la domanda, probabilmente smetteresti di sorridere, meno affabile di prima, ritirando la mano e guardandomi confuso; aggiungeresti quello che fai nella vita, ma ancora non sarebbe quello che ti ho chiesto.
Se tentassi di nuovo di avere una risposta, sicuramente il sorriso scomparirebbe dal tuo volto, e freddo e composto non diresti più nulla, o forse, se sei un tipo tenace, cercheresti di capire dove voglio arrivare e, tentando di stupirmi con frasi filosofiche o polemiche. Ti aggrapperesti ai tuoi ricordi, ai tuoi studi, a chi vive al tuo fianco, alle persone che ami e perché no, anche quelle che odi, ignorando, però, un aspetto importante: tutto ciò sarà solo chi sono loro per te e non chi sei tu. Ancora, quindi, non sarebbe ciò che ti ho chiesto.
Qual’è la risposta giusta, allora ?

Non so, posso dirti quale sarebbe la mia, perché vedi in un certo senso io so chi sono; sono Nessuno.




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Eccomi di nuovo quì con un'altra storia :)
L'idea di Gabriele è nata da un pò di giorni ma ancora non si era delineata del tutto, poi ho deciso di trovargli un volto, un titolo, di scrivere un pezzo poi un altro ed infine ecco il prologo, particolare non lo nascondo, spero però non pesante!
La storia si deve ancora far scoprire del tutto (anche da me XD ) ma avevo voglia di scriverla cercando di dare spazio a nuovi aspetti.
E' una storia romantica, tutti gli accenni fatti a ciò che accade a Gabriele sono puramente inventati ma cercherò di dare un senso a tutto...promesso!
So che ora non ci capirete molto ed è giusto così ma spero almeno di avervi incuriosito un po ;) fatemi sapere se ho scritto scemenze ehh??? XD

Per chi non mi conosce, ho concluso circa tre mesi fa un'altra long "Fuga" e sto portando in parallelo a questa, un'altra storia a cui tengo TANTISSIMO ed è "L'Amore non è Peccato" se volete leggerle, trovate tutto nella mia pagina autore :D

Inoltre ricordo il mio gruppo fb "Dreaming about...- di Lela Sognatrice" per chi fosse interessato, sarò più che felice di aggiungervi e chiacchierare con voi!

Ringrazio Giulia Butterphil <3 per il MERAVIGLIOSO BANNER ed Elle per la betatura rapida e dolorosa ahahahah!!!
Un abbraccio va anche alla mia Cirillina, che lo ha letto in anteprima aggiudicandosi il primo posto come Gabrygirl <3 devo dire che il ragazzo merita :D

Un abbraccio, spero di leggervi presto

Lela







   
 
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