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Autore: pistonss    26/06/2012    2 recensioni
Avevo un amico una volta.
Oppure no, non lo so.
Credo fosse il mio migliore amico e dire solo che gli volevo bene era la piu grande bugia dopo “Mamma ho finito i compiti”.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questi personaggi non mi appartengono, non voglio rappresentare la loro vera vita e il loro carattere.  Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro
 
                                                                                                               Pushin me Away
                                     One Shot
 
 

Avevo un amico una volta..
Oppure no, non lo so.
So solo che non ci state capendo nulla, ma in quel momento non ci capivo niente neanche io.
Era il mio migliore amico, dire che gli volevo bene era poco.
Sapevo che ci sarebbe sempre stato, per me, per ogni cosa io avessi avuto bisogno di lui, lui ci sarebbe stato. L’aveva promesso. Prima di allora, aveva sempre mantenuto le promesse e mi fidavo di lui, ciecamente. Forse sbagliavo, perché in un attimo distrusse tutto.
Io però non avrei mai immaginato che lui ricambiasse nei miei confronti qualcosa di più profondo.
Ma inizio dal principio, in cui le cose, dalla perfezione, iniziarono a precipitare verso il fondo.

Stop, and tell me the truth
Cause I’m so confused..



“No, non posso..”
“Cosa?” Io speravo di aver capito male, lo speravo davvero.
“Mi dispiace, non posso proprio, io devo..”
In quel momento scoprii che Incrociare le dita e ripetere nella mente “Ti prego” non funzionava.

“Joe.. avevi detto che mi avresti accompagnato, non vedevo l’ora!”
“Lo so, avrei voluto, ma c’è stato un imprevisto, io..”
“No, non importa, non dirmelo. La settimana scorsa dovevi sistemare le sopracciglia, Martedì veniva tua cugina, ieri ti si è rotto il telefono, questa volta cosa?”
“I pantaloni..”
“I pantaloni! Come ho fatto a non pensarci! Ma dai Joe, non prendermi in giro, dimmi di no e basta, per favore”


Se mi doveva dare buca, ed era la quarta volta, in sei giorni, almeno poteva usare qualche scusa credibile, non mi sarei stupita se la volta dopo mi avesse detto che doveva comprare un candelabro da mettere sulla tavola a Natale.

Pushin me away
Every lost word every
every single thing you say
Pushin me away
Try to stop it now but it’s
Already too late




“Nick, sono un idiota!” Disse entrando in casa.
Nicholas si passò una mano sulla fronte, alzando le sopracciglia con sguardo eloquente prima di sorridere appena.
“Non sto scherzando..” Sbuffò il mezzano.
“Ci mancherebbe altro!”
“Molto divertente, resta il fatto che sono un idiota”
“Perché?” Si arrese il penultimo di casa, chiudendo la copertina di un libro di notevole altezza che da quella mattina cercava di leggere.
“Sto deludendo Maggie”
“Che vuoi dire?”
“Che la sto deludendo, in ogni modo possibile si possa deludere una persona”
Si passò una mano sugli occhi, sospirando.
“Che succede?”
“Le do buca, in continuazione. Sono un idiota”
“Smetti di farlo.” Disse con tono ovvio.
“Non posso..”
“Come sarebbe?”
“Non posso, Nick, non posso. Se usciamo da amici, torniamo da amici”
“E cosa c’è di strano? Joe, parla chiaro, ti prego”
“Non ci riesco, a fare l’amico. Non ci riesco più. Lei è così speciale, mi fa sentire..” Provò a spiegare.
Gli occhi di Nicholas da due fessure che erano diventate si spalancarono, come per le sue labbra.
“Oh..” si lasciò sfuggire il più piccolo.
“Sono un idiota” Ripeté Joe, vedendo l’espressione del fratello minore che confermava la sua tesi.
Nick si limitò ad annuire alzandosi dal divano meccanicamente, seguito a ruota da Joe che come un robot rotto continuava a ripetere richieste d’aiuto alla schiena del fratello.

Spinning round these
Walls are falling down and
I need you, more than you
know..



Camminavo spedita, per il corridoio della scuola, diretta verso la mensa dopo aver chiuso con uno scatto seccato lo sportello dell’armadietto.
Avrei tanto voluto fare l’indifferente, come se non mi interessasse ma lui, mi stava evitando, girava i tacchi e cambiava direzione se mi vedeva, rispondeva a monosillabi e se lo sorprendevo a guardarmi distoglieva lo sguardo subito, come se scottato dai miei occhi.
Era frustante, sentire di perdere qualcosa di importante.
Mi sedetti al primo tavolo ancora vuoto che trovai, con il vassoio blu mezzo pieno e destinato a rimanere tale tra le mani.
Non alzavo lo sguardo dal cibo che stavo fissando sperando che sparisse, sapevo che non avrei incontrato la sua figura, che di solito, o almeno fino a due settimane prima era una sicurezza che trovavo semplicemente guardandomi intorno.
Quando però sentii la sedia spostarsi, e sperai che fosse mia cugina Sam, una forza involontaria mi fece alzare di un minimo lo sguardo, fino a vedere un paio di mani tozze che stringevano un vassoio, non persi la speranza finché non riconobbi quell’anello all’anulare sinistro e riabbassai lo sguardo di colpo sul cibo, che con mia delusione era ancora dove l’avevo lasciato.
“Posso?” Mi chiese che già si era accomodato.
“Se ti dicessi di no ti alzeresti?” Chiesi spiaccicando un pomodoro sul fondo del piatto.
“No” Mi disse sorridendo.
“Mangiamo insieme?” Mi chiese lui subito dopo.
Dovetti alzare lo sguardo, per capire se si stava prendendo gioco di me.
“Davvero?” chiesi stupita.
“Certo” disse mettendosi più comodo e sorridendo ancora.
Sorrisi anch’io, infilzando con la forchetta un altro pomodoro.
“Grande idea Joe..” mormorò.
“Come?”
“Niente, niente” disse tornando a guardarmi.
Il maniglione antipanico della mensa si abbassò con il solito schiocco e una figura slanciata corse verso di noi, verso di lui in realtà.
“Joe, devi venire! Jake è caduto..” Iniziò a ridere il ragazzo “E ha fatto cadere la Watson, corri!”

Si alzò strusciando la sedia che emise un rumore stridulo e abbandonando la forchetta sul tavolo, girandosi prima verso l’amico che mi pareva di non conoscere, e poi nuovamente verso di me, mordendosi il labbro inferiore, cosa che mi fece sospirare sordamente.
Scansò ancora un po’ la sedia e rise all’amico.
“Joe!”
“Megs, hai capito? È caduta quella vecchiaccia”
“Ma Joe..”
“Si è fatta male?” chiese spostando la sua attenzione verso Derek.
Il biondo rise annuendo grandemente. Joe lo seguì nella risata mentre li guardavo aggrottando le sopracciglia.
“Maggie, vieni con noi?”
“Ma come!”
“Io vado a vedere..”
“ Joe, stavamo..”
Inutile, gia mi aveva voltato le spalle.
Ma non poteva fare come gli pareva, non mi stava più bene. Però ero cosi stupida, non in grado di farmi rispettare o almeno di rispondergli male, non ero capace di nulla se non di piangermi addosso.
“JOE!” Gridai.
Si girò, ridendo ancora per qualcosa che si erano detti, qualcosa che non mi interessava minimamente in quel momento.
“Mangiamo insieme domani?” chiesi speranzosa.
“.. Domani non posso, festeggiamo la vittoria della squadra di football e dobbiamo assolutamente essere tutti presenti, vieni anche tu, c’è la musica e..”
“No grazie, non fa per me.. Allora Mercoledì?
“Ah-Ah” scosse la testa.
“Giovedì?” chiesi inclinando la testa.
Si morse il labbro un’altra volta, rispondendomi con uno sguardo colpevole.
“Lascia perdere”
Mi alzai anch’io e lo superai a grandi passi.
“Megs aspetta, che succede?” Chiese alle mie spalle.
“Si Joseph, che succede? No, davvero, qual è il tuo problema?”
“Mio?”
“Si, tuo. Non sono io che non ti parlo, ti evito, e ti respingo, quello sei tu!” dissi alzando un dito dalla mano chiusa a pugno per ogni punto del mio discorso.
Mi sentivo cosi usata, cosi inutile. E mi sentivo terribilmente sola, senza un amico. Senza il mio migliore amico io lo ero, sola e completamente persa.
“Ma io non ti sto respingendo!”
“Sai Joe, quando vengo rifiutata per.. sei volte di fila mi stanco anche io di inseguire il nulla, non credi?”
Mi girai di nuovo, e di corsa, sotto gli occhi puntati di una mensa quasi piena, uscii.



Pushin me away
Every lost word every
every single thing you say
Pushin me away
Try to stop it now but it’s
Already too late if you
Really don’t care say it into
My face, you’re push-push
Pushin me away

(Pushin’ me away- Jonas Brothers)



“Ho fatto peggio!” Urlò entrando nella camera del fratello.
“Joe! Ancora?” Sospirò Nicholas.
Il maggiore tra i due si coprì il viso con un cuscino e urlò per poi buttarsi a peso morto sul letto.
“Accomodati..”
“L’amore è difficile..” farfugliò con la testa tra le coperte.
“Il che?”
“L’amore, Nick, l’amore.” Dichiarò alzando la testa dal cuscino e puntando gli occhi in quelli del fratello.
“Lo conosci meglio di me, dimmi che devo fare..” continuò piagnucolando.
“L’amore..” ripeté Nick.
“Ho sbagliato tutto..”
“Non è sbagliato innamorarsi” Disse Nick inclinando la testa sulla spalla destra per guardare meglio il fratello ancora disteso.
“SI, se si tratta della persone a cui vuoi più bene al mondo”
“No invece.. appunto perché le vuoi bene è tutto meno che una cosa brutta”
“Ma Nick, davvero non capisci? Lei non ricambierà mai e io ogni volta che la vedo..” iniziò gesticolando Joe.
“Che ne sai?” lo interruppe Nicholas.
“Cosa?”
“Che non ricambierà mai..”


Non l’avevo mai provato prima. Mene sarei ricordata. Doveva essere una cosa bella e invece non lo era. In tutti quegli anni non so contare le volte che avevamo litigato non parlandoci per giorni se non per mesi, ma mai avevo sentito quella morsa allo stomaco come in quel momento, mai mi ero sentita cosi vuota, non ne avevo mai sentito cosi tanto la mancanza di qualcuno. È possibile che fosse davvero amore ciò che mi attanagliava il cuore?
Così.. questo è quel sentimento di cui tutti vanno tanto parlando?
Io sentivo solo un dolore tra il petto e lo stomaco che spariva appena lo vedevo e poi tornava, perché sapevo che lui sicuramente non provava lo stesso, non per me.
E come si può amare una come me? Io sono stata fatta per essere una migliore amica, niente più, solo una che se ne hai bisogno la trovi sicuramente.
Lui mai, mi avrebbe amata.
Asciugai velocemente una lacrime annerita sulla mia guancia e rimasi a fissare l’aria di una stanza piena di cianfrusaglie ma alla fine, completamente vuota.






Everybody knows
it’s meant to be
falling in love
just you and me.
‘Til the end of time
‘Til I’m on her mind
It’ll happen..


“Come diglielo?”
“Esatto, diglielo!”
“Ma non ne sono capace, non posso andare li e dirle.. Ma che dici non posso comunque!”
“Perché no?” Si lagnò Nicholas, che da ore ripeteva la stessa la domanda.
“Perché c’è troppa carne al fuoco, se glielo dico rovino tutto, e io non voglio perderla.”
“Se non provi non lo saprai mai”
“Io non voglio perderla, non lo sopporterei”
“Ma ti rendi conto che in questo modo la stai perdendo lo stesso?”
Joe guardò il fratello, uno sguardo perso, di qualcuno che non sa assolutamente cosa fare, se rischiare o soffrire.


“.. Hai ragione”

Thinking about how
We’re gonna say our vows
It’s cool we’re just friends
As she walks down the aisle
I see all my friends smile
Cause now we’re more
Than friends.

(Just Friends – Jonas Brothers)



Corse per tutti i corridoi della scuola, chiese alle ragazze che uscivano dal bagno se lei era dentro, e non riuscì a trovarla prima del suono della campanella che segnava l’inizio di un giorno come tutti gli altri se non fosse che quella mattina ancora non aveva un motivo per sorridere sereno.
“Hai visto Maggie?” chiese ansioso a Jane la sua compagna di banco del lunedì mattina.
“Si, perché?”
“Come Si!? Dove?”
“All’entrata questa mattina”
“Ma non riesco a trovarla..”
“Non penso si voglia far trovare allora”
“Oh.. Ma io devo trovarla assolutamente”
“Urgente?”
La classe si riempì e subito dopo la professoressa entrò nell’aula, con gli occhiali sul naso e la gonna a fiori lunga fin sotto il ginocchio.
“Si che è urgente, io la amo” disse guardando dritto avanti a se la cattedra.
“Cosa?” Quasi urlò Samantha girandosi verso di lui, che sorrise appena passandosi una mano sul collo imbarazzato.


Non volevo vederlo, non volevo parlargli, ora che avevo realizzato cosa mi stesse succedendo avevo voglia di sotterrarmi e rimanervi per il resto della vita, finchè quel bruciore non si fosse alleviato o il cuore avesse smesso di farmi male.
“Maggie!” Sentii urlare alle mie spalle.
Strizzai gli occhi e abbandonai la testa all’indietro tanto che i capelli castani e lunghi che avevo mi arrivassero a metà schiena.
Guardai in alto, verso il soffitto, cercando di sfondarlo con un’occhiataccia al il cielo che non riuscivo a vedere.
“Maggie..” disse ancora.
Mi girai cercando di mantenere quantomeno un’espressione neutra se non dura come avrei voluto.
“Ciao” Mi disse, perforandomi da parte a parte con quegli occhi che finalmente sciolsero la morsa che mi stringeva lo stomaco. Feci un cenno con la testa, sopprimendo sul nascere quella sensazione di entusiasmo nel vederlo.
Lui invece non fece una piega, mi sorrise ancora di più e io serrai le labbra facendo per tornare sui miei passi e correre via, dove più lontano potevo arrivare.
“Ehi!”
Mi girai di nuovo lasciando cadere le braccia lungo i fianchi,
“Cosa c’è?”
“Mangiamo insieme, oggi?”
Disse gentile facendo un paio di passi verso di me, mentre quel corridoio iniziava a riempirsi di ragazzi affamati, come quei piragna che mi stavano assaggiando.
Scoppiai a ridere amara, e mi girai di nuovo dandogli le spalle.
Mi prese per un braccio e lo guardai.
“E’ un si?”
“No”
“Ma devo parlarti!” Disse lasciandomi il braccio che ricadde senza vita al mio fianco.
“Non è un mio problema..”
“ E’ una cosa importante” disse serio, tanto che gli credetti e sospirando incrociai le braccia.
“Ha dieci secondi” dissi guardando l’orologio allacciato al mio polso.
Con uno scatto cosi veloce che non riuscii a muovermi mi ritrovai tra le sue braccia, mi guardò negli occhi allontanando il viso di pochi centimetri per riuscire a mettere a fuoco la mia immagine.
“L’ho gia detto che è importante mi sembra..”
Si avvicinò di più e un secondo dopo, i piragna divennero farfalle e le mie mani furono dietro al suo collo mentre il mio viso e ciò che la mia testa conteneva erano impegnati in altro, che ricordo come il bacio più dolce e vero del mondo.







Avevo un amico una volta.
Oppure no, non lo so.
Credo fosse il mio migliore amico e dire solo che gli volevo bene era la piu grande bugia dopo “Mamma ho finito i compiti”.




Avevo pubblicato questa One Shot ieri sera, per la prima volta.
Ma inesperta come sono era tutta appiccicata, senza spazi.
Ho cercato di sistemarla, spero di esserci riuscita.
In ogni caso, spero tanto che vi piaccia e vi prego di farmelo sapere perché è la prima cosa che ho il coraggio di pubblicare, per favore.. Ho bisogno di voi!
Quindi, ringrazio le mie migliori amiche, le solite che mi fanno andare avanti, senza le quali EFP non mi avrebbe mai conosciuta.
Un bacio enorme

-Ludo
  
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