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Autore: Akicchi    27/06/2012    1 recensioni
Una semplice What if? sul capitolo dedicato al passato del piccolo Gokudera. :)
Spero vi piaccia e scusate per gli errori, ma l'ho buttata alla cavolo verso le due di notte! :3
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Hayato Gokudera
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Quattordici settembre, cinque giorni dopo il settimo compleanno di Gokudera Hayato.
 
Quel giorno il piccolo albino correva allegramente, privo di pensieri, nel soggiorno della villa, poiché non c’era nessuno, se non le casalinghe. Era felice, felice quanto curioso, oggi sarebbe venuta quella donna che veniva tre volte all’anno a trovarlo e, sinceramente, non vedeva l’ora, perché aveva un debole per quella figura.
Era come una madre per lui. Ma, purtroppo, il piccolo Hayato non lo sapeva che era proprio la sua vera mamma, anche perché l’avevano cresciuto con la menzogna che, la sua genitrice, era la stessa di sua sorella Bianchi.
Mentre attendeva quella splendida signora, il bambino si sedette sopra lo sgabello del pianoforte, il quale strumento amava e aveva imparato a suonare grazie al supporto della signorina che attendeva.
 
 
 
Per strada, una giovane donna dai capelli argentei lucenti e gli occhi verdi, come quelli il figlio, puntati sulla strada, si dirigeva frettolosamente verso la dimora dell’uomo che l’aveva corteggiata e fatta concepire Hayato. Nel sedile di pelle, alla sua sinistra, si trovava un pacchetto regalo, il quale avrebbe consegnato al figlio legittimo.
Mentre guidava, la suddetta finì in una strada sospetta e priva di segnali stradali. Lavina, questo è il nome della donna, rallentò e riuscì a salvarsi dai numerosi ostacoli di quella strada: tra l’improvvisa buca, la quale stava per farla cadere con l’auto, alle frane improvvise, evidentemente progettate, e tanti altri impedimenti.
Arrivata a destinazione tirò un sospiro di sollievo, sorridendo raccolse il pacchetto mentre usciva dall’autovettura e si dirigeva verso l’entrata della villa, sistemandosi il vestito bianco che indossava ogni qualvolta che andava a trovare il figlio. Arrivata davanti alla porta, avvicinò un dito al campanello e ci esercitò una lieve pressione facendolo suonare, il cui suono fece sussultare il corpicino gracile del bambino, intento a sistemarsi il vestitino nero ed elegante. Le donne di casa corsero ad aprire e fecero cenno alla signora che il ragazzino era davanti allo strumento musicale, la signora sorrise nuovamente, in segno di ringraziamento, dirigendosi verso il soggiorno e nascondendo dietro la schiena il pacchetto. Il bambino si voltò e scese giù con un saltello dallo sgabello, correndole incontro per poi buttarsi nelle sue braccia, abbracciandola per come il suo corpo minuscolo da bambino di sette anni gli permetteva, Lavina abbassò il capo verso il figlio e gli consegnò il regalo con un sorriso raggiante, dolce e gentile, mormorandogli con quel suo tono delicato delle parole sincere.
«Tanti auguri di buon compleanno, Hayato-kun, questo è per te.»
«Che cos’è?» Domandò, curioso, il bambino, prendendo il dono tra le mani girandolo e rigirandolo tra le dita.
«Aprilo, e lo scoprirai da te.» Rispose semplicemente la signora.
L’albino, obbediente, aprì con delicatezza la confezione per paura di rovinarla e sciuparla, ma anche perché dalla forma sembrava una cosa alquanto fragile e, proprio per questo, faceva attenzione. Quando finì di scartarlo restò per un attimo senza fiato, e con il cuore che batteva velocemente: era uno spartito, ma non uno qualsiasi c’era scritto il suo nome sopra, il suo nome! C’era scritto proprio Hayato Gokudera! Alzò lo sguardo verso l’altra figura dai capelli bianchi, sorridendo con gli occhi lucidi, stringendola nuovamente in un altro, dolce abbraccio.
«Allora, ti piace? È la mia canzone preferita, l’avevo composta quando eri ancora un neonato.»
«Scusi, ma allora lei chi è?»
«È un segreto Hayato, lo scoprirai quando sarai più grande.»
«Uffa!» Protestò il bambino, mettendo su un finto broncio.
Lavina però, sapendo come tirargli su il morale, poggiò una mano sui suoi capelli soffici bianchi come la neve mentre si dirigeva verso il pianoforte, facendogli segno di seguirla, aiutandolo a sedersi. Il bambino, avendo già capito tutto, cambiò lo spartito ed iniziò a suonare quella meravigliosa, quanto gentile melodia che la madre gli aveva donato.
Questo… pensò il giovane Gokudera, mentre muoveva i suoi ditini nella tastiera del piano, Questo è il miglior regalo che potessi mai desiderare…
   
 
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