Un compleanno da dimenticare
... o forse no?
Capitolo 1
E' il 26 Marzo del 2000, sono le dieci di mattina ed io sono ancora sotto
le coperte. Per me è strano dormire fino a quest'ora, io che ero abituata a
svegliarmi alle otto di mattina ma, ultimamente, non ho la forza di fare più
nulla. Con Ryo ormai le cose non vanno più; dal giorno del matrimonio di Miki
sembra che tre noi si sia rotto qualcosa, non fraintendetemi io l’amo ancora
ma, dopo la confessione nella radura, Ryo si è allontanato talmente tanto che
per conseguenza ha fatto allontanare anche me da lui. L'unica cosa buona in
questo periodo e che abbiamo talmente tanto lavoro che mi tiene occupata e non
mi permette di pensare. Ti sento mentre esci dalla camera e ti fermi davanti
alla porta chiusa della mia stanza; nell'ultimo periodo non vieni più neanche a
trovarmi mentre dormo quindi questo gesto che hai di fermarti davanti alla
porta è l'unico segno che mi fa capire che per te esisto ancora. Stai scendendo
le scale, allora decido di alzarmi e di andarmi a fare una doccia: che la
giornata abbia inizio.
Ti sei alzata finalmente! Negli ultimi mesi mi sveglio sempre prima di te cosa
che in otto anni non è mai successa, diciamo pure che in realtà non dormo per
niente. La sera mi metto nel letto e sto tutto il tempo a pensare a noi, se
posso chiamarlo così, e a sentire il tuo respiro nella stanza accanto. Saranno
mesi che non chiudo occhio, ogni tanto mi addormento ma subito sogno ciò che è
successo alla radura, riapro gli occhi sperando che sia già giorno e invece è
passata solo un'ora. Mentre preparo il caffè, sento che sei uscita dal bagno e
ti stai dirigendo qui in cucina; entri.
- Buongiorno - mi saluti freddamente.
- Buongiorno - ti rispondo nello stesso tono.
- Io vado da Miki, ricordati che alle quattro abbiamo un appuntamento al bar
con un cliente - mi dici, poi ti giri ed esci senza neanche fare colazione.
Il cliente che dobbiamo vedere l'abbiamo incontrato insieme vicino alla lavagna
due giorni fa. Lo so che non accetto lavoro dagli uomini ma ultimamente non ci
faccio più caso, l'importante è lavorare così mi distraggo e, per come ti sei accanita,
penso che distragga anche te.
Bevo il mio caffè, mi vesto e scendo giù al poligono, dove trovo Mick ad
aspettarmi come ogni mattina; anche lui sta passando un brutto periodo: la mano
con cui spara sta peggiorando così ha deciso che vuole provare a rinforzare
l'altra; almeno lui ha Kazue vicino a se. Ci guardiamo e iniziamo a sparare:
un'altra cosa che mi aiuta a non pensare a noi.
Sono da Miki e sto facendo colazione; lei mi guarda ma non dice nulla. Ormai
sono mesi che non mi sfogo più con lei e dal suo sguardo capisco che è davvero
preoccupata, ha paura che alla fine mi stufi e decida di andarmene, ma può
stare tranquilla perché non lo farò primo perché anche volendo, non ho la forza
di allontanarmi da Ryo, preferisco essere infelice tutta la vita piuttosto che
stare senza di lui e secondo adoro troppo questo lavoro e non ho intenzione di
lasciarlo.
Sento la porta che si apre e, ancora prima che entri, so già che sei tu. Mi
alzo - Miki, Umi ci vediamo oggi pomeriggio ciao -.
Miki mi fa segno con la mano mentre Umi mi fa cenno con la testa; per uscire ti
passo accanto, le nostre mani si sfiorano e un brivido mi percorre la spina
dorsale - Vado alla lavagna, ci vediamo a pranzo - ti dico e poi esco senza
lasciarti neanche il tempo di dire a.
Sei appena uscita dal bar e sono ancora percorso dal brivido che si è formato
lungo la mia spina dorsale quando ci siamo sfiorati. Miki se n'è accorta e
sorride ma, ricordando quello che ti sto facendo, si gira e se ne va in
magazzino. A differenza della moglie lucciolone mi si avvicina e mi da il
solito caffè rimanendo qui di fronte a me ad asciugare i piatti.
- Ti ha organizzato una festa di compleanno per stasera, ti devo venire a
prendere alle nove con una scusa, cerca di farti trovare pronto - annuisco, gli
faccio un segno di saluto ed esco: ho bisogno di sfogarmi e lo posso fare solo
con una persona.
Sono qui, di fronte a te non so se sfogarmi o rimare impalata a fissarti
senza dire neanche una parola, poi senza neanche accorgermene inizio a parlarti:
- Ehi fratellone, come sta? Sicuramente dove ti trovi starai meglio di me. Lo
sai, quel testone del tuo amico si è tirato indietro un'altra volta ... non
potevi insegnargli come si trattano le donne prima di andartene? - vedo tutto
appannato, mi passo una mano sul viso e mi accorgo che sto piangendo - Maki,
cosa devo fare con lui? Io lo amo ma sembra che non glie ne importi nulla e che
la dichiarazione nella radura sia stata solo una mia fantasia!. Ti prego ...
Aiutami - m’inginocchio sulla tua tomba e continuo a singhiozzare. Mi rialzo e
mi rendo conto che è passata già mezz'ora - Ora devo andare, ci vediamo il 31
Maki - lo saluto con un bacio e me ne vado, direzione supermercato.
Ho assistito a tutto il tuo sfogo e il mio cuore ha sofferto con te. Ti vedo
andare via e allora mi avvicino anch’io alla tomba del mio migliore amico.
- Ciao - non so cosa dire, ma ho bisogno di un po’ di conforto e l'unico che
riesce a darmelo, oltre a Kaori, è lui - Lo so che molto probabilmente non
vorrai ascoltarmi e che se potresti, mi uccideresti con le tue mani ma credimi,
anch’io la amo. Non so perché mi sono tirato di nuovo indietro, ma lo sai che
morirei per lei - mi siedo a terra e scuoto la testa - Sono proprio un
vigliacco ... che devo fare Miki? Sto facendo la cosa giusta oppure no? -
Rimango qui seduto altri dieci minuti poi mi alzo, sorrido guardando la tua foto
e anch’io me ne vado, direzione: il bar più vicino, ho bisogno di bere.
Sono appena rientrata a casa, apro la porta e sento subito che tu sei qui, ma
non ti vedo, questo può significare solo che sei in camera tua a smaltire la
sbornia come tutte le mattine da un po’ di tempo a questa parte. Io invece sono
stata a fare la spesa e per una volta ho pensato solo a me e sono comprata un
vestito per questa sera. Ho appena sistemato la spesa e ora sto iniziando a
cucinare: è meglio che ti faccia qualcosa di leggero altrimenti non ti
riuscirai a riprendere.
Sono allungato nel letto e non ho la forza neanche di girarmi. Questa volta ho
davvero esagerato; ho bevuto talmente tanto che per tornare a casa, ho dovuto
chiamare Mick. Quando mi ha visto, ha scosso la testa e mi ha detto:
- Ma guarda come ti sei conciato. La vuoi finire di ridurti così e di far
soffrire lei? Non capisci che facendo così lei non se ne andrà lo stesso?
Quindi tanto vale rendervi felici entrambi e iniziare a vivere la vostra storia
veramente!! -
Poi mi ha scaricato in malo modo sul letto e se n'è andato sbattendo la porta.
Un lieve bussare mi riporta alla realtà - Si? -
- E' pronto il pranzo - mi dice senza però entrare ... e ora come faccio? di
solito scendo perché bevo poco e ce la faccio, ma ora? - Ti fa male bere senza
mangiare!! - sento che ti allontani a passi svelti dalla porta ed io rimango di
stucco. Come te ne sei accorta? Rientro sempre prima di te proprio per farmela
passare e non farti capire nulla.
Bussi di nuovo - Posso? -
- Si -
- Tieni - mi dici entrando con il vassoio del cibo in mano e un’aspirina
nell'altra - Non ti ho visto scendere e così ho pensato che avessi esagerato -
posi tutto sul comodino e stai uscendo.
- Grazie - ti dico.
Rimani per un po’ ferma davanti alla porta con la mano sulla maniglia, poi ti
giri, mi sorridi e te ne vai. Dopo mesi ci siamo di nuovo guardati negli occhi
e quello che ho visto non mi è piaciuto per niente: Tristezza, sofferenza e
amore ... troppo amore forse troppo ... perché ami così tanto uno come me? E perché
ho visto anche una scintilla di paura? Paura di cosa? Questa non la capisco
proprio, ma ora non ho le forze per pensarci anche perché tra poco più di due
ore abbiamo appuntamento con un cliente e ho bisogno di riposo.
Sono scesa in salotto e sto mangiando da sola. Quando ti ho visto in quel letto,
mi sono sentita male, non ti ho mai visto così, forse solo alla morte di Maki,
ma me l’ha raccontato Saeko; e poi quello che ho visto nei tuoi occhi mi ha un po’
sconvolto, c'era amore ... quello che sto aspettando che tu mi dichiari ...
c'era anche paura però, ma di cosa? Che mi possano fare del male? Ma questo già
lo fanno, oppure paura di un mio rifiuto? Questo è da stupidi perché lo sanno
anche i muri che ti amo. Ho finito di fare i piatti e forse ora è meglio se mi
avvio un po’ in anticipo all'appuntamento. Ti lascio un biglietto ed esco.
Mi sveglio di soprassalto dopo aver rivissuto per l'ennesima volta la scena
nella radura. Guardo l'orologio, sono le tre e mezzo . almeno stavolta ho dormito
un paio d'ore ma ora mi devo sbrigare altrimenti faccio tardi all'appuntamento.
Mi faccio una doccia veloce per togliermi di dosso la puzza di alcool, mi vesto
e scendo sotto. Vicino al portafoglio trovo un tuo biglietto "Sono andata
all'appuntamento", sempre molto concisa ultimamente. Esco e dopo un po’
arrivo davanti al bar, sento la tua risata provenire dall'interno e guardando
ti vedo seduta vicino a Mick che ti fa delle facce buffe. Ultimamente lui è
l'unico che riesce a farti sorridere . ogni tanto mi chiedo se non abbia
sbagliato a sabotarlo quando cercava di conquistarti, forse lui è meglio di me.
Entro, saluto tutti e mi vado a sedere a uno dei tavoli in attesa del
cliente. Poco dopo la porta del locale si apre e lo vedo: sulla quarantina,
alto, capelli castani, un po’ pallido e magro da far spavento. Mi rendo conto
che sta peggio dell'altra volta; tu ti alzi e lo saluti con il tuo solito sorriso
che rallegra tutti, poi lo conduci da me.
- Salve Signor Takemoto - lui mi stringe la mano con poca forza e poi si siede
esausto.
- Allora. Che cosa possiamo fare per lei? - chiedo e lui mi porge una foto, tu
ti avvicini e il tuo respiro mi solletica il collo ... che bello sentirti così
vicina!
Guardo la foto e vedo raffigurate una donna sempre sulla quarantina anche lei
con i capelli castani e gli occhi celesti che sorride con in braccio una
bambina che avrà avuto sì e no tre mesi.
- Sono mia moglie e mia figlia ... e sono state rapite -
- Da chi e per quale motivo? - gli chiedi prendendo subito a cuore la cosa.
- Qualche anno fa, prima di incontrare Kikio, iniziai a lavorare come
ragioniere per una famiglia che, poco dopo scoprii, era imparentata con degli
yakuza che mi offrirono un lavoro. In quel periodo ero solo e avevo bisogno di
soldi, così accettai senza riserve. Quando poi mi sposai, volevo lasciare ma
mia moglie mi fece desistere dicendo che di quei soldi avevamo bisogno ma
quando è nata la nostra bambina, ho deciso che avrei smesso e ho dato le
dimissioni. Il problema e che ... -
-... loro non hanno accettato di buon grado -.
- No, è mi hanno obbligato a rimanere. Ma alla fine me ne sono andato ed io e
la mia famiglia ci siamo nascosti per un po’ da dei parenti ... purtroppo, però
ci hanno trovato e le hanno rapite. Hanno detto che se non ritorno a lavorare
per loro le ... -
- Le uccideranno -.
Annuisce - Il problema e che io non voglio tornare da loro. Che futuro e che
insegnamento darei alla mia bambina se lavoro in un mondo così pericoloso e per
delle persone del genere? -
Ah come gi do ragione, quante volte mi sono chiesto la stessa cosa? Mi giro e
vedo che mi stai guardando, i nostri occhi s’incrociano e un’ombra ti oscura lo
sguardo ... hai capito cosa mi passa per la testa vero?!
- Non si preoccupi Signor Takemoto, ci penseremo noi. La prima cosa che deve
fare e trasferirsi da noi, non vorrei salvare sua moglie e poi doverle dire che
è diventata vedova -.
Lui mi sorride stanco - Pensa che potrebbero uccidermi? -
- Più che altro potrebbero provare a spaventarla per farlo tornare ma, se hanno
dei deficienti come esecutori potrebbero sbagliare e farla fuori -
- Ok, allora va bene -
- Perfetto, faremo così ... - mi giro verso di te - Kaori vai a casa del Signor
Takemoto e prendi i vestiti per una settimana intanto io l’accompagno da noi -
tu annuisci e ti avvicini al nostro cliente.
- Signore se mi dice, dove abita e darmi le chiavi di casa ... -
Io mi alzo e mi avvicino al bancone - Che dici Mick, me la dai una mano? -
- Che devo fare? - mi chiedi felice di poter essere ancora utile.
- Le devi trovare io non voglio lasciarlo solo -
- Ok, ti darò una mano ... come ti senti dopo oggi? - mi chiede, di fronte a
noi c'è Miki che sembra indaffarata, ma so che ci sta ascoltando.
- Meglio grazie -
- Hai pensato a quello che ti ho detto? -
- Ancora no -
- Ok ... ora vado a fare un giro tra i miei informatori - ed esce seguito da te
che ti dirigi all'appartamento di Takemoto.
Stiamo per uscire anch’io e il Signor Takemoto quando Miki mi chiama - Ryo - mi
fermo ma non mi giro - Stasera non la deludere ... se ti dice di venire qua ...
vieni!! -
Le faccio ok con il pollice e poi esco con il mio cliente.
- La sua macchina? -
- L'ho data alla sua assistente, ha detto che eravate a piedi e casa mia è abbastanza
lontana -
Proprio in quel momento sento una forte esplosione provenire da due isolati di
distanza.
- Dannazione ... Kaori!!! - il cuore mi si ferma per un attimo.
Umi e Miki escono subito, gli consegno in custodia il cliente e mi metto a
correre sperando che non sia troppo tardi.