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Autore: Midori_    27/06/2012    0 recensioni
Sandra Milezzi aveva tutto.
Un lavoro che le permetteva molte spese.
Una famiglia da congelare in una foto incorniciata.
Ancora un corpo in grado di suscitare sguardi fugaci e sorrisi maliziosi.
Sandra Milezzi aveva tutto.
Eppure desiderava fuggire lontano, là dove il sole scompare, la luna tramonta e le stelle s’inabissano fra le nuvole scure.
[E' la storia della famiglia Milezzi, della loro vita e dei loro pensieri.]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[Sandra]


#Fuggire




Sandra Milezzi aveva tutto.
Un lavoro che le permetteva molte spese.
Una famiglia da congelare in una foto incorniciata.
Ancora un corpo in grado di suscitare sguardi fugaci e sorrisi maliziosi.
Sandra Milezzi aveva tutto.
Eppure desiderava fuggire lontano, là dove il sole scompare, la luna tramonta e le stelle s’inabissano fra le nuvole scure.
Lontano dalla realtà che la circondava.


* * * *





Tutto era incominciato una sera di settembre quando aveva alzato lo sguardo dal suo piatto di pasta e aveva fissato con occhi nuovi la sua famiglia.
Quand’è che sua figlia aveva fatto quel tatuaggio dietro la nuca?
Quand’è che suo figlio aveva cominciato a leggere persino a tavola?
Quand’è che suo marito preferiva scorrere le dita sullo schermo di quell’aggeggio tecnologico?
Nessuno parlava.
Nessuno raccontava.

E questo le faceva venire in mente la sua infanzia felice, la sua adolescenza ordinaria.
Sua madre che rideva.
Suo padre che raccontava storie impossibili di missili carichi di fiori e coriandoli, di sovietici che ballavano con i lupi, di americani senza naso perché loro “non riescono a fiutare gli indizi”.
C’era suo fratello Renato che fissava tutti con quell’aria da saputello ma che riusciva a regalare sorrisi caldi come il sole d’agosto.
C’era sua sorella Maria incapace di mentire o di rubare la marmellata della vicina.
C’era suo fratello Piero che passava i pomeriggi a manifestare, a gridare, a ballare, a scopare.

E lei osservava.
Rimaneva immobile ed osservava.
Li aveva visti ridere e piangere.
Li aveva visti crescere e cambiare.
Eppure loro erano riusciti a rimanere gli stessi, dietro l’aria stanca di ingegneri e insegnati si celavano ancora sprazzi di luce sbarazzina.
Bagliori che lei mai aveva posseduto.
Ed ora eccola lì, a quarant’anni suonati, sposata con un uomo tanto ricco quanto arido, insieme non era riusciti a coltivare l’orto, a far crescere i loro figli con forza e sapienza.
Loro si erano rinsecchiti, aggrovigliati nel terreno, scomparsi mentre lei li fissava, improvvisamente sola.

Li vedeva affannati e confusi, sommersi da regali, soldi, amicizie dettate dalla convenienza, poche e bizzarre passioni, violenti, irrispettosi, odiosi, incapaci di frenare i pensieri, pessimisti.

E quelle erano le sue piante, nate dal suo ventre giovane e florido.
Era colpa sua.



Appoggiò la forchetta con delicatezza e spostò il piatto.
Forse avrebbe dovuto agire.
Forse avrebbe dovuto fuggire.


















[Salve a tutti, sono Midori_ e questa sarà una breve long sulla vita di Paolo e Sandra, ormai cinquantenni che si ritrovano in un mondo che confonde i ruoli e impone scelte
difficili e autodistruttive.
Ci sarà "l'aspetto romantico", ma è visto in modo diverso dal solito, però qui non troverete la coppia sbandata che si riunirà dopo le difficoltà.
Troverete mute domande, riposte sbagliate, parole tristi e violente.
L'intera storia è un "opening", una specie di preludio alle storie dei figli della coppia e alla loro vita. Spero di avervi incoriusito!
Midori_]

   
 
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