Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: heytherereds    27/06/2012    1 recensioni
"E' un amore impossibile", mi dicevano.
"Niente è impossibile", così lui mi ha insegnato.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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 26 Agosto 1999

-Ridammi quel peluche! Mammaa, Justin non vuole ridarmi Mr. Piggy!- Urlai piangendo e rincorrendolo per tutta la cucina.
-Piccola, sta solo scherzando. Andate a giocare in giardino, su.
-Perché difendi sempre lui? Sono io tua figlia- Sbuffai e mi sedetti per terra ancora in lacrime.
26 Agosto 2012

-Ridammi il mio diario, Justin. Torna subito qui!-
-“Caro diario, qualche settimana fa ho conosciuto John. E’ un ragazzo fantastico, carino, simpatico, credo che mi piaccia. Baci, Juliet”- Dice Justin provando ad imitare la mia voce, uscendosene poi con dei toni da gallina.
-Dì le tue ultime preghiere, Bieber- Lo spingo con forza sul divano e comincio a prenderlo a cuscinate.
-Dillo, Justin, dillo. E’ per il tuo bene- Gli prendo il braccio e glielo piego dietro la schiena.
-Scordatelo!- Prova a fare il duro, ma non resisterà a lungo.
-Peggio per te- Gli tiro con più forza di prima il braccio, sembra si stia per staccare.
-Va bene, mi arrendo. Scusa Juliet, scusa. Però molla il braccio, ora- Lo lascio e comincia a massaggiarsi la spalla dolorante.
-L’hai voluto tu- Lo guardo con aria soddisfatta e riprendo il mio diario.
E’ un odio reciproco che va avanti da più di 14 anni. Ha 18 anni, ma sembra essere ancora un moccioso di 3 anni. Io sono Juliet, ho 17 anni e abito a Stratford da quasi 15. Odio il mio vicino di casa tanto quanto odio parlare di me stessa, quindi sorvoliamo.
-Oh Juliet, com’è che si chiama la tua amica?- Mi chiede con fare da maniaco.
-Giù le zampe da Michelle, idiota-
-Quindi il suo nome è Michelle. Niente male. Dovresti presentarmela, sai? Magari non ti starei più intorno se avessi una ragazza-
-Sai che la tua idea non è male? Domani sera la invito a cena, magari può portare con sé anche suo fratello..- Mi si illuminano gli occhi mentre parlo di lui.
-Chi, John? Pff- Dice in modo disgustato.
-Gelosia, Bieber?- Lo guardo con aria di sfida.
-Non devi mai pensarlo, Juliet- Mi volta le spalle compiaciuto e raggiunge la madre in giardino.
Devo nascondere meglio questo diario, o saranno guai. Non voglio che legga tutte le cattiverie scritte su di lui, credo si suiciderebbe. Aspettate un attimo: quello sul tavolo è il cellulare di Justin. Ho finalmente trovato il modo di vendicarmi. Lo prendo furtivamente e salgo su in camera.
"Davvero non so più che fare. Juliet è odiosa. Abbiamo appena finito di litigare, non hai idea di quante cose brutte mi abbia appena rinfacciato, eppure quando mi ha detto che mi odia più di quanto odi i tacchi e i vestitini, avevo una voglia matta di baciarla, dirle di quanto i suoi occhi verdi e il suo sorriso mi rendano felice ogni volta che la vedo. Credo di essere ammalato, boh. Ci sentiamo più tardi al campo di basket, puntuale eh! Justin."
Hai capito il biondino, si è preso una bella cotta. Ma che m'importa? Non cambierà mai il nostro rapporto, l'odio che provo per lui non può essere descritto, ne tantomeno diventare 'amore'.
La porta si apre di colpo. Cazzo è Justin.
-Sapevo che l'avessi preso tu- Corre verso il letto e mi strappa il telefono dalle mani.
-Cosa hai letto?- Dice con fare preoccupato.
-Abbastanza da capire che sei cotto di me- Dico sorridendo convinta.
-Pff, io? Sapevo che l'avresti preso per vendicarti di me, così ho scritto quel messaggio a Chaz e ho lasciato di proposito il cellulare sul tavolo. Credi davvero che potrei mai innamorarmi di una come te?-
-E sentiamo, cos'hanno di sbagliato quelle come me?- Alzo il tono della voce e mi avvicino a lui con aria infuriata.
-Credi di essere il centro del mondo, di sapere tutto. Ma in realtà non sei nessuno, tuo padre prima di morire avrebbe dovuto educarti meglio-
La mia testa sta per scoppiare, non avrebbe dovuto dire quelle parole. Lo guardo un'ultima volta con le lacrime agli occhi ed esco dalla camera sbattendo la porta con violenza. Come ha potuto dirmi questo? Crede sia stato facile perdere mio padre all'età di due anni? Mi siedo sul dondolo in giardino e cerco di trattenere le lacrime per non farmi vedere dalla mamma.
-Juliet, ascolta..-
-Non abbiamo più nulla da dirci- Giro la testa dall'altra parte per non guardarlo. Prende il mio viso tra le mani e mi costringe a guardarlo negli occhi. Ha degli occhi meravigliosi. Sono del colore del caramello, fin troppo belli per essere sul viso di un ragazzo come lui.
-Ho parlato senza pensare, mi dispiace. Sai bene che per quanto litighiamo e per quanto ci odiamo, non direi mai una cosa simile, ne tanto meno riguardante tuo padre. Questa volta te lo dico sinceramente: scusa- Ha gli occhi lucidi. Ed io che pensavo non avesse sentimenti.
-Non perdonarlo. Potrà ricapitare e ci soffrirai ancora- Così dice il mio cervello.
-Perché rovinare un’amicizia come la vostra? Avanti, perdonalo. Sai bene che è questo ciò che vuoi- Ed ecco il mio cuore. Ma se per una buona volta andassero d’accordo, non sarebbe male.
  
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