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Autore: mikchan    27/06/2012    0 recensioni
Buon pomeriggio! Volevo solo fare un appunto: avevo già pubblicato questa storia per il contest "Accidentally in love" ma molti mi hanno chiesto di continuarla perché avevo lasciato il finale un po' in sospeso. Fatemi sapere se volete che la continui, o se mi devo fare rinchiudere in un centro assistenza :D
"Il rapporto tra Goten e Bra è costellato da alti e bassi, ma adesso è arrivato il momento di crescere e di mettere da parte i giochi: il mondo degli adulti pretende una decisione: cosa decideranno i due saiyan?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bra/Goten
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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METTERSI IN GIOCO
Salve a tutti!
Avevo già pubblicato questo primo capitolo perché partecipava, come one-shot al contest "Accidentally in love". Parecchi, però, mi hanno chiesto di continuarlo perché, effettivamente, il finale l'ho lasciato un po' in sospeso. Pubblico anche il primo capitolo e, se volete, posso farla diventare una mini-long che parla di Goten/Bra, una coppia poco approfondita ma che io stimo molto.
Bene, detto questo, vado a pubblicare anche l'altro capitolo, visto che questo l'avete già letto.
Fatemi sapere cosa ne pensate e se volete che lo continui.

Solo il suono dei gemiti strozzati e il fruscio delle lenzuola riempiva la stanza, illuminata dalla luce della luna.
Un gemito più forte ruppe il silenzio e, dopo aver ripreso fiato, Goten si sdraiò accanto alla sua compagna, attirandola a se stringendola per la vita.
"Devi già andare", mormorò poco dopo, stringendo involontarialmente la presa.
La ragazza sbuffò, sciogliendo l'abbraccio e mettendosi a sedere sul letto, avvolgendosi il lenzuolo attorno al seno. "Non posso proprio stare qui?", chiese con voce implorante. "Dico ai miei che mi sono addormentata dall'amica con cui ho 'studiato' ieri pomeriggio".
"È meglio di no", la interruppe Goten. "L'ultima volta che ci abbiamo provato ci hanno quasi scoperto. E poi ci vediamo questo pomeriggio, no?", tentò vedendo l'espressione imbronciata della ragazza.
"Che palle che sei, Goten!", borbottò alzandosi e mettendosi alla ricerca dei vestiti. "Per essere un saiyan sei davvero una piattola".
"Tanto non mi convincerai mai", cantilenò il saiyan in questione, facendole la linguaccia.
A quelle parole, la ragazza si voltò di scatto, mostrando il suo corpo nudo, e sorridendo come un gatto davanti al topo per la sfida appena lanciatagli. "Vedremo", disse avvicinandosi al letto con passo felino.
Involontarialmente, Goten arrossì e si passò la lingua sulle labbra, cercando di ignorare una fitta al basso ventre. "Non mi convincerai nemmeno così", ribattè incrociando le gambe per non mostrare quanto quelle parole fossero false.
Il sorriso della ragazza si allargò e, con balzo degno di una pantera, saltò sul letto e si mise a cavalcioni del ragazzo.
"Sei veramente una peste", disse Goten mentre, suo mangrado, incominciava ad accarezzarle le gambe.
Lei si abbassò sul suo petto, sorridendo maliziosa. "Vincerò io", sussurrò prima di baciarlo.
Goten rispose al bacio, stringendola a se. "Non ho possibilità di vincita, vero?", chiese prendendo tra le labbra un seno e iniziando a giocare con l'altro.
"Nessuna", rispose la compagna, trattenendo dei gemiti baciando il collo e il petto del ragazzo.
"E allora giochiamo questa partita", disse il ragazzo, ribaltando le posizioni.
-Non lascerò che tutto questo finisca per orgoglio-, pensò la ragazza mentre gemeva sotto le spinte potenti del saiyan.
-Mi giocherò l'ultima carta che mi rimane-.
"Ti amo, Goten", sussussò nell'orecchio del ragazzo, che sussultò sentendo quelle parole.
Poi, guardandola negli occhi, la baciò di nuovo, con una passione sempre più crescente.
"Ti amo anche io, Bra".

Dopo l'ennesimo amplesso di quella nottata, i due saiyan, esausti, si stesero ancora l'uno nelle braccia dell'atro e continuarono a coccolarsi fino a quando non videro i primi raggi del sole illuminare il cielo dietro i Monti Paoz.
"Adesso devi andare davvero", mormorò Goten, sciogliendo l'abbraccio.
"Non ti ho convinto, eh?", chiese Bra sedendosi sul letto e chiedendosi se la sconfitta facesse sempre così male. Lei, principessa dei saiyan, abituata ad avere sempre tutto, questa volta doveva rinunciare alla cosa a cui teneva così tanto per... per cosa, poi?
"Non posso rischiare di perderti per un gesto avventato", spiegò il ragazzo, vedendo la sua espressione confusa.
"E per questo preferisci nasconderti?", sbraitò esasperata Bra, ormai al limite mentre, involontarialmente incrementava la sua potenza.
"Se tuo padre scoprisse di questi incontri probabilmente prima ucciderebbe me e poi ti rinchiuderebbe in una stanza blindata a prova di saiyan", disse Goten, cercando di calamarla. Probabilmente suo padre sapeva da tempo dei suoi incontri notturni ma non era un valido motivo per distruggergli la casa. Chi l'avrebbe sentita, poi, Chichi?
"Tu hai solo paura di mio padre?", chiese Bra, realmente sorpresa. Sapeva che Vegeta sapeva incutere un certo timore, ma non immaginava fino a quel punto!
Goten si limitò ad annuire e Bra scoppiò a ridere. "Mio padre è solo prevenuto nei tuoi confronti. E poi non farebbe male a una mosca, anzi, sarebbe contento per me... alla fine".
Il saiyan si rabbuiò. "Tuo padre non è solo prevenuto nei miei confronti. Mi odia, e odia mio padre. Non mi accetterebbe mai".
A quelle parole, Bra gli tirò un pugno sulla spalla facendolo cadere dal letto e andare a sbattere contro l'armadio. "Che fine ha fatto il Goten che non si curava delle conseguenze?", sbraitò. "Quello che agiva perché gli andava di farlo? Il bambino che non si è mai fatto problemi contro avversari potentissimi e che si è sempre messo in gioco per vincere? Dov'è finito il ragazzo del quale mi sono innamorata?", chiese quasi urlando, mentre le lacrime aveva iniziato a scorrerle lente sulle guance. Non era più riuscita a trattenersi e, dopotutto, la pazienza non era una dote di famiglia.
Goten sospirò, alzandosi in piedi.
Le parole della ragazza erano vere, purtroppo. Nel corso degli anni, il Goten pasticcione e combinaguai era stato sostituito da uno più maturo, ma allo stesso tempo più infantile. Anche da ragazzo, gli era sempre piaciuto affrontare le sfide e non si tirava mai indietro.
E allora perché adesso, nella sfida più importante di tutte, si stava rivelando un tale codardo? Aveva davvero solo paura di Vegeta? Guardando la ragazza che tremava dalla rabbia, si rispose da solo. Vegeta era solo un'ostacolo, potente, certo, ma non era quello che lo frenava. In realtà, lui aveva paura di perderla. Sapeva di non essere un granchè, come uomo. Era scostante, disordinato, pasticcione e mai tranquillo, tutto il contrario di Bra, insomma.
Tuttavia, guardando quegli occhi azzurri pieni di lacrime, si chiese che diavolo stesse facendo.
Lui era nato per rischiare, era nato per le sfide. Ed era nato per amare Bra.
Non avrebbe permesso al proprio stupido cervello di prendere decisioni che erano competenza del suo cuore.
Lui amava Bra, giusto? E allora cosa diamine ci faceva ancora lì?
Con un balzo, Goten scese dal letto e in meno di un minuto, fu vestito e lavato. Si guardò intorno un'attimo, poi inziò a rovistare in tutti i cassetti della sua camera, sotto lo sguardo interrogativo di Bra, che intanto si stava rivestendo.
Dopo un paio di minuti, Goten riemerse da sotto il letto con un sorriso raggiante e una scatoletta di velluto blu.
"Che roba è?", chiese Bra avvicinandosi.
Goten strinse la scatoletta nel palmo della mano. "La posta in gioco è troppo alta per non rischiare", disse dandole un veloce bacio a stampo. "In realtà sono un po' in anticipo, però c'è una cosa che devo assolutamente fare".
"Goten!", lo fermò Bra prima che volasse fuori dalla finestra. "Che diavolo stai dicendo?".
"Non rinuncio a te per così poco"; disse mostrandole la scatoletta e aprendola. "Vado a chiedere a tuo padre il permesso di sposarti".
"Finalmente sei tornato, Goten", mormorò la ragazza sorridendo... e sperando che suo padre non gli facesse troppo male.

CONTINUA...
 
  
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