27/06/2012
2 recensioniFERISCE PIU’ LA PENNA CHE LA SPADA
Cominciava a preoccuparsi che i suoi amici potessero convincerla a fare gruppo, durante il festival. Non aveva nessuna intenzione di vestirsi da Digiprescelta, come aveva proposto Hirokazu.
Alla fine li aveva lasciati andare avanti, e nessuno di loro si era ancora reso conto che era rimasta indietro di qualche scaffale – e qualche centinaia di vestiti.
L’attenzione di Ruki era tutta per il costume in vetrina. Le sembrava quasi assurdo, dato che solitamente le gonne non le piacevano, ma invece in quel caso – o meglio in quel cosplay – la adorava.
La classica gonna scozzese alla Maka Albarn, maestra d’armi Di Soul Eater, l’Anime ed il personaggio. Scosse la testa, cercando di sbarazzarsi dell’immagine che le era venuta in mente, in cui indossava quel costume ed impugnava la famosa falce.
Ed i codini, poi. No. Decisamente poco credibile. Si disse trattenendo una risata.
«Non credevo che ti piacesse Soul Eater» la risvegliò una voce alle spalle.
Ruki sussultò, rilassandosi quando capì che si trattava solo di Ryou.
«Ti diverti ad arrivarmi alle spalle?» si lamentò.
Il ragazzo scrollò le spalle, passando oltre «Chissà se sarei un bravo maestro d’arma»
Ruki lo guardò confusa «Te lo stai chiedendo davvero?»
«Che idea, tu potresti essere la mia arma!»
La ragazza spalancò gli occhi sconcertata.
«Si, perché in fondo un Cosplay normale sarebbe troppo banale, per noi due. Insomma, dobbiamo distinguerci dalla massa, no?»
Ruki sorrise inconsapevolmente «E, sentiamo, che arma sarei, secondo te?»
Ryou si grattò la guancia, corrucciandosi. Sollevò un dito ed aprì la bocca per parlare, ma ci ripensò e tornò a riflettere. «Una penna» disse alla fine.
Ruki sollevò le sopracciglia indispettita «Cioè, tra katane, pistole, falci della morte, stiletti e non so che altre armi esistono al mondo tu mi immagini come una penna?»
«Ferisce più la penna che la spada» le disse Ryou stampandole un bacio all’angolo della bocca.
Non passò neanche un istante, che Ruki gli aveva graffiato il braccio.
«Visto? Che ti avevo detto io?» gemette lui.