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Autore: WhiteLight Girl    27/06/2012    3 recensioni
«Sai, tu non sei come mio padre» disse all’improvviso Ruki incrociando le gambe. Si morse il labbro e distolse lo sguardo, spostando una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Ryou chinò lo sguardo per guardarla e sbatté gli occhi. Era raro sentire la ragazza parlare con quel tono, a metà tra l’imbarazzo ed il timore. Osservò il suo profilo nella penombra e si corrucciò nel notare le sue gote arrossate. Si sporse in avanti, strinse le labbra e domandò: «Come?».
Ruki gli lanciò un’occhiata, sollevò il libro che stringeva tra le mani e fece scorrere lo sguardo sui caratteri scuri della pagina senza vederli davvero.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ryo Akiyama | Coppie: Ruki Makino/Rika
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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TU SEI TORNATO


«Sai, tu non sei come mio padre» disse all’improvviso Ruki incrociando le gambe. Si morse il labbro e distolse lo sguardo, spostando una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Ryou chinò lo sguardo per guardarla e sbatté gli occhi. Era raro sentire la ragazza parlare con quel tono, a metà tra l’imbarazzo ed il timore. Osservò il suo profilo nella penombra e si corrucciò nel notare le sue gote arrossate. Si sporse in avanti, strinse le labbra e domandò: «Come?».
Ruki gli lanciò un’occhiata, sollevò il libro che stringeva tra le mani e fece scorrere lo sguardo sui caratteri scuri della pagina senza vederli davvero.
«Ruki?»
La ragazza voltò pagina, i capelli le scivolarono ancora dalla spalla e le li ritirò dietro con uno sbuffo. «CyberDramon si è comportato bene, a Digiworld?» domandò. Sollevò il volto per guardare oltre le fronde degli alberi che, scrollate dal vento, rigettavano a tratti la luce del sole addosso a lei. Riparò gli occhi con una mano e distolse lo sguardo, gli occhi le si intrecciarono con quelli di Ryou che, al suo fianco, la osservava. L’angolo destro delle labbra si sollevò in un involontario sorriso, ma lei lo soppresse
Ryou sorrise, scrollando le spalle «Lui è sempre il solito, ma ultimamente mi basta fare la voce grossa per farmi obbedire»
Alcune delle foglie si distaccarono dai rami, roteando mentre precipitavano dritte al suolo ed ondeggiavano colpite dal vento. Ruki gonfiò le guance e sollevò un sopracciglio, alcune pagine del libro sfuggirono alla presa del suo dito e si rigirarono da sole, le rimise a posto con l’altra mano e si morse il labbro, gli occhi di Ryou erano ancora puntati su di lei.
Ryou fece schioccare la lingua «Toglimi una curiosità» fece «Cos’è che mi rende diverso da tuo padre?»
Fece ondeggiare le gambe a penzoloni giù dal tetto del vecchio nascondiglio di Guilmon, ormai la parte superiore delle pareti era chiazzata di muffa ed il cancello scrostato di ruggine era fermo, socchiuso quel tanto da permettere ad una persona magra di sgattaiolarvi dentro.
Erano passati alcuni anni da quando avevano sconfitto il D-Reaper ed ora, a parte qualche bioemersione di tanto in tanto, la vita era tranquilla.
I Tamers erano rimasti a vegliare sul Mondo Reale, occupandosi dei Digimon che spuntavano in città all’improvviso, mentre Ryou era tornato a Digiworld con CyberDramon. Talvolta tornava nel mondo reale a fare rapporto e a far sapere loro di essere ancora vivo, ed ultimamente le sue visite si stavano facendo sempre più frequenti.
Ruki gli lanciò un’occhiata, evitò il suo sguardo e richiuse il libro per poggiarlo di fronte a sé. Poggiò le mani sulle caviglie incrociate ed i gomiti sulle ginocchia, sbuffando. «Non sei come lui» Abbandonò la schiena contro la parete alle sue spalle ed inspirò forte.
Ryou saltò giù dal tetto, atterrando al suo fianco con un tonfo leggero e smuovendo un mucchietto di foglie secche accumulate sulla terra umida. Strofinò le mani una contro l’altra e si avvicinò a Ruki, chinandosi al suo fianco.
«Sì, ma perché?» le chiese.
Ruki fece scorrere l’indice sulla copertina del libro, ne dispiegò un’orecchietta e si morse l’interno della guancia. Sollevò la testa, fissando lo sguardo contro il tronco di un albero sulla cui corteccia era stato inciso un cuore con due iniziali. Storse il naso e premette il pollice appena sotto il titolo del libro, lasciando un’impronta sulla superficie lucida. «È un pensiero stupido»
Strofinò l’impronta, rendendola una scia opaca. Uno scoiattolo zampettò poco distante, fermandosi a raccogliere qualcosa in un mucchietto di sassi, per poi sfrecciare verso l’albero con l’incisione e sparire tra i rami più alti con il suo bottino.
«Sono abbastanza stupido» disse Ryou, poggiando una mano sul terreno per sedersi affianco a lei «da capire una cosa stupida»
Cozzò leggermente la testa contro il muro nell’abbandonarvisi contro e si voltò a sorriderle. Un ciuffo dei capelli ribelli gli ricadde sugli occhi là dove il gel non faceva più tenuta, mentre tendeva le gambe di fronte a sé e si stiracchiava. Tese un braccio verso l’alto, mentre ne afferrava il gomito con l’altra mano.
Ruki sbatté gli occhi nell’osservarlo e poggiò il mento sul palmo. «Sai che lui e mia madre hanno divorziato quando ero piccola?»
Ryou annuì, rimettendosi dritto e tornando a guardarla. Sperava che il discorso non scivolasse nel melodrammatico, non sapeva come avrebbe potuto gestire una Ruki in crisi depressiva.
La ragazza picchiettò l’indice contro la propria guancia ed affilò lo sguardo: «E’ da quando avevo sei anni che non lo vedo. Sono praticamente dieci anni che non si fa vedere né sentire. Non è più tornato, anche se me l’aveva promesso»
Ryou annuì ancora, il volto teso in attesa di sentire altro, ma Ruki strinse le labbra ed indurì lo sguardo, tornando a fissare il punto in cui lo scoiattolo era scomparso.
Il ragazzo osservò il suo profilo, il modo in cui le ombre delle fronde creavano chiazze più scure sulla sua pelle diafana, i riflessi del sole sui suoi capelli rossi. Il frusciare del vento scuoteva la frangia sulla sua fronte ed alcuni capelli rimasero impigliati tra le ciglia scure.
«È perché me ne sono andato anche io?» domandò, stringendo il pugno contro la gamba.
Ruki scosse la testa, congiunse le mani davanti al volto ed intrecciò le dita. Inclinò la testa vero di lui, gli occhi limpidi ed i capelli sciolti sulle spalle che le incorniciavano il viso. «È perché sei tornato» disse.
Ryou dischiuse le labbra e sgranò gli occhi, deglutì senza distogliere lo sguardo da lei. Un accenno di sorriso gli nacque sul volto mentre una foglia si poggiava sulla testa di Ruki. Allungò la mano per afferrarla tra le dita, Ruki seguì il movimento con le pupille, lui la stropicciò nel palmo proprio davanti al suo volto arrossato e quella si sbriciolò crepitando. I piccoli frammenti scivolarono verso il terreno, un colpo di vento ne deviò alcuni spingendoli verso il volto di Ruki, depositandosi sul suo naso. Ryou li spazzò via con il dito, mentre Ruki strizzava il naso e si faceva indietro.
Ryou ritirò la mano e se la passò tra i capelli, tirandoli indietro. «Cosa stai cercando di dirmi?» chiese.
Ruki sbatté le ciglia, si morse il labbro e chinò il capo. «Ecco, io…» incominciò, con le gote rosse e gli occhi lucidi.
«Aspetta» la interruppe, poggiandole l’indice sulle labbra per zittirla «non dire nulla, ho capito»
Lei abbassò gli occhi e quasi li incrociò per fissare il suo dito «Ma sei serio?» gli domandò. Le sopracciglia le si corrugarono e due profondi sonchi le si disegnarono in mezzo agli occhi.
Ryou le sorrise e le sollevò il mento con due dita «CyberDramon non è ancora completamente sotto controllo» le disse. Si passò una mano tra i capelli e deglutì, ricercando il suo sguardo «Potrai aspettarmi?»
Ruki batté gli occhi, la fronte le si dispiegò «Uh?» fece. Poi sorrise. «Certo»
«Potrebbe volerci un po’» aggiunse lui. Trattenne il fiato e non osò distogliere lo sguardo da quello di lei, ammirò di nuovo lo scintillio appena ritornato negli occhi di Ruki e le ombre che le sue ciglia gettavano sulle sue guance rosee. Il suo sorriso non tentennò.
«Non importa» gli disse.
   
 
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