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Autore: Devesh_    28/06/2012    4 recensioni
Il liceo è sempre stato un inferno per tutti quelli che non sono le cheerleader o il quaterback della squadra di football. Ecco, un inferno è quello che vivranno tre ragazzi le cui vite si intrecceranno inesorabilmente: Dean, Cas e Sam.
Dovranno sopravvivere al preside Nick, che è il diavolo in persona, e poi alla battaglia tra Crowley e Dick Roman. Il tutto servito con contorno di omicidi, persone scomparse e tanti altri guai!
[Destiel]
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nessuna stagione
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[1]Primo giorno





Tiro fuori il braccio dal letto e spengo la sveglia che ha cominciato a suonare.
Non ho voglia di alzarmi, voglio stare sotto le coperte al calduccio, almeno per un giorno.
‘Alzati, devi andare a scuola’. La conoscete la sensazione che avete quando dormite e a un tratto vi sembra di cadere nel vuoto? Esatto, mi sembra di star cadendo nel vuoto. Urlo e mi alzo velocemente, guardando l’orologio: le nove.
“Sono in ritardooooooo!” Prendo dei vestiti a caso e salto sulla mia vecchia Impala del sessantasette, senza neanche fare colazione. Maledico mio padre e il suo essere sempre in giro poi entro a scuola e corro fino alla mia classe, ma prima di bussare recupero fiato.
“Avanti.” Stranamente non è il solito coretto a dirlo, ma il professore, segno che sta succedendo qualcosa di importante. Entro e abbozzo un “’giorno” poi vado a sedermi nell’unico banco libero, vicino a un tizio che non ho mai visto prima, che avrà la metà dei miei anni.
Per me è il secondo anno in questa “High School” e sono al 12th grade, mentre il tizio sembra uscito da un 9th grade, avrà al massimo sedici anni, ma ne dubito.
“Samuel Campbell, vieni pure a presentarti alla classe.” Quello stronzo del professore fa finta di essere buono, ma tutti conosciamo fin troppo bene i suoi metodi: per lui, conoscere la gente equivale a interrogarla, e neanche il primo giorno di scuola fa eccezioni.
“Allora, spiegami cosa sai della matematica.” Appunto. Il ragazzino sembra preparato, un classico secchione, ed è il mio vicino di banco, che fortuna! Torna a sedersi vicino a me e mi rivolge un’occhiata sghemba, ma non proferisce parola.
“Vi siete di nuovo seduti dove volete? Cristo!” Ogni anno sempre la stessa domanda, mi chiedo se i professori vengano soggetti a un’amnesia in estate.
“Non si nomina il nome di Cristo invano.” Samuel si gira a vedere chi abbia parlato, ma nessun altro lo fa, è il solito Castiel, che ormai tutti conoscono, un tipo un po’ fissato con la religione, che anche lui dice ogni anno la stessa frase. Per fortuna che quest’anno finisco!
“Come potete vedere, Samuel ha solo 14 anni ma data la sua intelligenza il preside gli ha fatto saltare delle classi.” Il preside. Quel COGLIONE del preside. Il preside si chiama Nick ed è un’importante figura americana, che io odio. Sembra un tipo capace di uccidere.
Il professore comincia la lezione, che ovviamente non seguo, sono troppo impegnato a domandarmi come farò a farmi promuovere anche quest’anno.
“State prendendo appunti?” ‘No, stronzo, sei l’unico che il primo giorno di scuola fa lezione!’ ovviamente non dico niente, ma la voglia di sputargli in faccia quelle parole è enorme.
“Se vuoi dopo ti passo i miei appunti.” Una flebile voce mi sta rivolgendo la parola. Mi giro di scatto verso Samuel e lo guardo in faccia: è proprio un pesce lesso.
“Certo, Sammy.” Rispondo, sghignazzando. L’altro alza le spalle e ricomincia a scrivere. Dovrei conoscerlo meglio, stranamente mi pare un tipo abbastanza a posto. Le altre ore passano in fretta, finché non suona la campanella per la mensa.
 
È da un po’ che ho l’abitudine di portarmi il cibo da casa perché a scuola fa schifo. Ma a quanto pare Sammy non ce l’ha, infatti mi tira un’occhiata languida che io faccio finta di ignorare.
Entro in mensa e mi siedo ad un tavolo vuoto, di solito stavo con quelli più grandi, ma essendo già il più grande e non volendo stare con quelli della mia classe , mi siedo da solo ad un tavolo. Poco dopo arriva Castiel e io sospiro. Credo si sia fatto strane idee su di noi, è da un po’ che me lo trovo sempre dietro ovunque vado, cazzo, solo perché una volta mi ha salvato il culo non vuol dire che siamo amici! Praticamente ero andato nell’ufficio del preside per spiare il registro di classe che aveva lui per controllarlo, e mentre lo faccio il preside entra e io mi nascono sotto la scrivania. Di certo mi avrebbe trovato da un secondo all’altro e mi avrebbe ucciso, se non fosse arrivato Castiel, che non so perché mi stava seguendo ed è accorso in mio aiuto, dicendo:
“Signor preside, le devo chiedere una cosa.” E ovviamente io sono uscito dall’altra porta.
Insieme a Castiel arriva anche Samuel e io sospiro di nuovo: di certo non voglio stare in mensa insieme al mio vicino di banco!
“Ciao.” Sam si siede di fronte a me, mentre Castiel vicino a me. Dio, perché mi hai fatto questo? Non rispondo, dopotutto li ho visti per tutta la mattina.
“Avete sentito che è scomparsa la figlia del preside?” Domanda il mio vicino di tavola. Raddrizzo le orecchie, sono contento che sia scomparsa quella puttana.
“Chi, Lilith? Meglio, è stronza!” Sbotto. Io e lei ci siamo odiati dal primo istante.
“Ho conosciuto una che aveva una sorella di nome Lilith.” Dice Sam.
“Era Ruby?” Mi ricordo quella gnocca doppiogiochista. Una stronza come sua sorella.
“Sì, lei.” Risponde, abbassando lo sguardo. Probabilmente hanno avuto una relazione.
“Nick ha le ore contante …” Dice a bassa voce Castiel.
“Perché?” Chiedo, senza preoccuparmi di abbassare la voce.
“Sembra che voglia diventare preside un certo Richard Roman.” Ah, quel tizio. Lo conosco di vista, appare spesso in tv e si fa chiamare da tutti “Dick” che vuol dire cazzone, il che mi ha sempre fatto pensare che sia un uomo molto intelligente.
“Non può essere peggio di Nick.” Improvvisamente un cretino di mia conoscenza viene a sedersi al mio tavolo e comincia a torturare Castiel senza un apparente motivo.
“Ma l’ultimo giorno dell’anno scorso Raphael non ti aveva pestato?” Me lo ricordo quel coglione di Raphael, per fortuna ha finito l’anno scorso. Un tizio più violento non lo trovi da nessuna parte.
“Ehi, Dean, come ti va?” Zaccaria ora si rivolge a me, con il suo sorriso ebete stampato in faccia. Quanto lo odio!
“Bene.” Dico, senza aggiungere altro. Il mio motto è ‘non parlare ai cretini’.
“Perché non vieni al nostro tavolo?” Guardo il suo tavolo. Ci sono solo lui e un certo Michael.
“Perché no.” Rispondo, addentando il sandwich.
“Dai!” Esclama, prendendomi per un braccio. Prendo un taglierino e scrivo sul tavolo ‘anti Zaccaria’ poi ci passo sopra la mano, segno che deve andarsene. L’altro se ne va e io sorrido.
 
Samuel ci sta dicendo che è da poco guarito dalla sua dipendenza con la droga e io mi sto rompendo. Lo zittisco dicendo che non mi va di sentire robe del genere e lui sembra piuttosto deluso.
“Ciao! Sono un’amica di Chuck!” Ci giriamo tutti verso la ragazza che ha parlato. Probabilmente Sam si sta chiedendo chi sia Chuck, ma io e Castiel lo conosciamo.
“Ok.” Dico, incitando l’altra a parlare.
“Sapete Michael, quello là che parla solo con Zaccaria?”
“Certo.” Risponde Castiel per tutti.
“Gira sempre con un coltello.”
“Lo sappiamo, ma l’ha perso l’anno scorso.”
“Chuck dice che si trova nel magazzino poco distante da qui.” Davvero malfamato quel magazzino, penso che Samuel lo conosca bene se è stato un tossicodipendente. Ringraziamo la ragazza anche se non ci serve a niente quell’informazione.
“Potremmo prenderlo.” Propone Castiel. Lo guardo male.
“Sei matto? Poi ci uccide se ci scopre.” Anche Michael aveva l’aria di uno capace di uccidere.
“Voglio ricordare che un giorno mi ha quasi tagliato un braccio con quel coltello.” Precisa Castiel. Mi ricordo quel giorno. Michael si era arrabbiato e lo aveva tagliato sul braccio.
“Allora dobbiamo prenderlo! Bisogna vendicarsi ogni tanto!” Esclama Samuel.
“Io non posso entrare nei magazzini.” Ah già, mi sono dimenticato di dire che Castiel è allergico a milioni di cose. Al polline, alla polvere, al pelo di gatto, ai topi …
“Allora andremo io e Dean.” Sbotta Sam. Annuisco, almeno ho qualcosa da fare per un pomeriggio.  
 
  
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