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Autore: Keyra    13/01/2007    1 recensioni
Due per uno non fa sempre due. Può far uno, può far zero. E può fare anche due. Elettra e Sofia lo scopriranno insieme, innamorandosi entrambe dello stesso ragazzo. Perché due per uno non fa sempre due. E se lo facesse, sarebbero guai. Soprattutto se due sono le amiche, e uno è il ragazzo. BASATO SU UNA STORIA VERA. (ULTIMO CHAP!)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Se avessi saputo…. Se avessi saputo avrei evitato… >>

 

*-*-*

 


“E’ bellissimo. Bellissimo e inarrivabile. Coi suoi occhi azzurri. Con i suoi capelli biondi. Bellissimo.
Quando lo vedo mi prende una stretta al cuore, non ho mai provato una cosa del genere…
Salgo su, fino al paradiso, e la sola sua presenza mi fa rimanere così in alto per ore intere. Lo vorrei per sempre. Sempre mio e di nessun altro.
Lo vorrei stringere e baciare e poter dire che è mio, e solamente mio.
Così dolce, così bastardo, così sopra di tutti e tutto.
Mi sento così bene, sospesa su un filo che oscilla a destra e a sinistra, ed è il vuoto dell’amore, il vuoto che si forma nell’essere innamorati. Questo filo che va da una parte all’altra, ed è il cuore che si muove a ogni suo sguardo, a ogni suo sorriso. E’ l’emozione, l’eccitazione del sapere se sì, o se no. 
Nel profondo del mio cuore, forse vorrei rimanere così per sempre, non sapendo la sua risposta, non conoscendo i suoi sentimenti. Così, innamorata per sempre. Mi basterebbe.”

 

<< Accipicchiarola Ele… Non ho parole. >>
Elettra mi guardò sorridente, con un pizzico di rosso imbarazzo sulle guance.
<< Già… >>
Era silenziosa, non sapeva che dire. E tanto meno io.
Ormai mi ritrovavo in quella terribile trappola da cui non sapevo come districarmi. Mi ci ero trovata dentro, non era colpa mia. Non era colpa mia, continuavo a ripetermi da giorni.
E’ stato un caso, un caso fatale.
Un equivoco, ecco.
            Quanto odio gli equivoci.
<< Quindi glielo dirai? >>
<< Glielo dirà Giulia >>
<< Giulia? >>
<< Sì >>
Non ero molto d’accordo, semplicemente perché non ero mai stata del parere che mandar a dire a un’amica i fatti propri a un altro ragazzo fosse una cosa che si può definire “giusta” o “coraggiosa”.
<< Ah, bene. E quando? >>
<< Oggi, a pattinare >>
<< Capito... >>
Elettra si alzò dal banco per raggiungere Monia e le altre, raggruppate nell’angolo in fondo alla classe. Cercai di analizzare per bene quella che era la situazione.
Io, Sofia Bellardi, e lei, Elettra Tronati. Lui, Leonardo Marzi. Più semplicemente, Nard.
Due per uno... uno soltanto.
La osservai. Era una delle ragazze con cui avevo legato di più, al liceo. Erano passati solamente due mesi, ma ci dicevamo praticamente tutto. Io, lei e Monia: le tre inseparabili. In classe ci vedevano così. Il Trio Medusa.
Ele era la più diversa, tra di noi. Non amava curarsi molto di sé stessa, era quella che si definisce una ragazza “acqua e sapone”. Felpe larghe e micro-teschi sulla cintura, scarpe nere e gonfie, jeans larghi e neri. Una cascata di riccioli scuri le cadevano sulle spalle, lei odiava i suoi capelli, eppure io non avevo mai pensato che fossero brutti.
Non sapevo che, presto, Elettra sarebbe cambiata parecchio.
Ma anche io ero cambiata, durante gli ultimi mesi. Ora ero molto più simile a Monia, dai pantaloni larghi e le borchie sulla cintura ero passata a jeans che mordevano quasi fino l’osso, scarpe basse, maglie colorate e collane pendenti. Io e Mony ci trovavamo d’accordo su un sacco di cose, eravamo come sorelle, ma l’unica cosa su cui non riuscivamo a discutere era la musica.
Nonostante fossi cambiata esteriormente, il mio genere continuava ad essere molto più simile a quello di Elettra che a quello di Mony.

Ma ora si era messo in mezzo quel Nard. Mi piaceva, mi piaceva un sacco esteriormente. L’avevo notato dalla prima volta che avevo messo piede in quella scuola.
Era alto, e biondo, e con gli occhi azzurri. E si chiamava Nard. Mi piaceva da impazzire, ma anch’io lo consideravo così irraggiungibile, così lontano. E per questo avevo deciso di non dire niente a nessuno. Tanto ne ero sicura, non lo avrei mai, mai conosciuto.
Invece era accaduto, ed ora eravamo un gruppo inseparabile, tutti insieme.
E a lei piaceva lui, a me piaceva lui, ma a lui piaceva... - ?
Così, nel mezzo del cammin della mia vita, mi ritrovai in  una selva oscura, dove la diretta via era perduta... ed è qui, proprio qui, che comincia la mia storia.

  
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