And
I wonder
if I ever cross your mind
For me it happens all the time
Rachel
era
stesa sul suo letto, un cuscino tra le braccia e le lacrime a rigarle
il viso.
Aveva rivisto Noah parlare con Santana e Brittany, sorridergli come
faceva
quando quei tre avevano una strana relazione, e lei, vedendo quello
guardo,
quel sorriso, si era sentita morire un po’ dentro.
Ormai aveva
lasciato perdere Finn solo per concentrarsi sulla sua carriera, sulla
sua voce,
unico strumento che l’avrebbe fatta uscire da quella
cittadina bigotta. Eppure
non riusciva a togliersi dalla mente i bei momenti passati con il
ragazzo dai
penetranti occhi verdi durante il loro primo anno.
Dov’era
finito quel Noah? Perché non parlavano più come
una volta, ma soprattutto,
anche lui pensava anche solo in minima parte a lei?
Quei
pensieri la distruggevano ogni notte, lasciandola in un mare di lacrime
prima
di addormentarsi stremata e con gli occhi rossi.
Another
shot of whiskey can't stop
looking at the door
It's a quarter after one, I'm a little drunk and I need you now
Said I wouldn't call but I lost all control and I need you now
Noah
era
seduto da un’ora al bancone dello Scandal. Cosa ci faceva
lì? Era l’unico posto
dove nessuno l’avrebbe di sicuro cercato e soprattutto dove
non avrebbe dovuto
farsi piacere qualcuna solo per dimenticarsi lei.
Aveva provato con tutte le sue forze ad andare a letto con le
altre per poterla scordare, per togliersi dalla mente quegli occhi
nocciola che
ogni giorno erano sempre più tristi.
L’avrebbe
voluta abbracciare, dirle che tutto sarebbe andato bene. Ma di sicuro
lei
avrebbe voluto le braccia del suo migliore amico.
Sbuffò
mentre l’ennesimo ragazzo si avvicinava a lui quella sera.
“Non sono
interessato a meno che tu abbia qualcos’altro al posto del
manico che hai in
mezzo a quelle gambe rinsecchite.”
Non voleva essere
cattivo, fare la figura dello stronzo, ma era più forte di
lui. Solo con la
moretta che popolava ogni suo pensiero riusciva ad uscire quel lato
dolce usato
solo con una bionda di loro conoscenza. La stessa bionda che gli aveva
consigliato di parlare con Rachel prima che si accontentasse di nuovo
di
Hudson.
E lui il telefono,
dopo il sesto o settimo scotch, lo prese in mano, ci giocherello prima
di
chiamarla, prima di sentire la segreteria di lei partire.
Biascicò qualcosa di
strano che doveva suonare poetico in un certo modo, ma gli uscirono solo cattiverie di cui
si
sarebbe pentito solo il mattino dopo.
“…sei solo una stupida a credere di poter
scappare da Lima. Tu e i tuoi sogni del cavolo. Svegliati Berry ed apri
le
gambe a qualcuno come ha fatto la Fabray, magari se resti incinta
riesci a
sposarti e avere una vita dignitosa.”
Una parte
del messaggio di Noah, rimandato all’infinito, che le faceva
sempre male. Perché
era stato così cattivo? Cos’aveva fatto per
meritarsi tutto quell’odio, quel
disprezzo?
Si era
sentita morire dentro, parola dopo parola. Ma questo la
spronò solo a
dimostrargli che non sarebbe finita come la ragazza che descriveva lui.
Si sarebbe
rimboccata le maniche e avrebbe continuato per la sua strada. Sarebbe
diventata
apatica a qualsiasi sentimento.
And I said I wouldn't call but I lost all control and I need you now
And I don't know how I can do without
I just need you now
I giorni
erano passati dopo quella telefonata, e a scuola I due non si
rivolgevano
neanche più la parola, finché non avevano dovuto
lavorare assieme ad un
progetto per il Glee.
“Rach..
senti…”
Si era
passsato una mano sulla cresta prima di fermarla, mentre erano rimasti
gli
unici due ancora seduti in aula. Lei lo aveva fulminato von lo sguardo.
“Need you
now.”
“Co-cosa?”
“La canzone.”
Era
arrossita, mentre si era resa conto di cosa il titolo della canzone
significasse.
Ho bisogno di te. E tutti e due avevano davvero il bisogno
l’uno dell’altra.
Lui invece si era alzato e si era messo in ginocchio di fronte a lei,
prendenndola
per le ginocchia.
“Io…
Scusami. Ero ubriaco e pensavo che tu volessi tornare con lo spilungone
e che
non ti saresti mai accorta di me, mentre io ti..”
Lo baciò.
Aveva bisogno di lui, aveva bisogno di sentirsi dire quelle cose,
perché era lui
che voleva al suo fianco.
“Anche io
Noah, ma seriamente, adesso dobbiamo provare la canzone.”
Sorrise, come non lo faceva da giorni e lui si alzò,
sollevandola dalla
seggiola in cui era ancora seduta la brunetta e le fece fare la
giravolta in
aria sentendola ridere. Si ripromise che finché
l’avesse voluto al suo fianco,
avrebbe sentito sempre quel suono cristallino.
✰✰✰✰✰
GirlOnFire’s
Notes.
L’idea è
nata dal non sapere se rendere la storia, con questa canzone
Puckelberry, fedele
alla ship o farla versione Samchel. Alla fine ho optato per fare 5 o 6
capitoli
(Puckelberry – questo – Samchel, St. Berry,
Finchel, Blainchel e non so se fare
anche la Faberry).