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Autore: Joannah Mary Grace    28/06/2012    0 recensioni
Gli si offrirono sguardi indifferenti,
a lui,
il male col tridente.
Genere: Drammatico, Fantasy, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il diavolo
 

Questa non sarà l'ennesima storiella
d'amore e tenerezza.
Vi narrerò invece di un demone
e di ciò che tristemente
conobbe.

Viveva tra le fiamme alte
ed il piacere nascosto
per il sudor non del caldo
tipico dell'angusto posto.

Il sole s'era arreso,
perché mostrarsi a tutto quello scempio
non lo rendeva orgoglioso,
e non di meno
poco onesto.

Brancolava là, nel buio peccaminoso,
oltre le pietre dei loro futili cuori.
Ma si domandò una sera ardente,
cosa il male realmente si perdesse,
tralasciando i più ammirevoli fervori.

Seguì la strada
più invasa di rimpianti,
quella a metà 
tra la vita ammirevole
e la tale disastrata.

Lo accolsero le anime dimenticate
le piccole schegge di vite rassegnate
dal tipico color
affine alla scura pece.

Forse stava sbagliando,
era già tempo di tornare indietro.
Qual parole struggenti 
stava conoscendo?
Così melanconiche e vere
dipingevano ciò che una volta furono
i volti
di quelle anime nere.

Ma i diavoli sono conosciuti
per furore e meraviglia,
e se son anche cocciuti
non vogliono abbandonare.

E il nostro demone 
ne ha già volato 
di cielo sporco e basso,
e il sole riesce quasi a vedere
tra i fori del suolo calpestato
e di passi talmente colmo.

Gli offrono sguardi indifferenti,
a lui,
il male col tridente,
lo strazio che ardente
può sterminare
con uno scatto
tutti i lor pargoli.

Pian piano lo stupore
lasciò spazio ad un altro rammarico,
notò tra i pensieri serpeggianti
il forte desiderio 
di prendere il suo posto.

«Strane creature 
talmente vili e incoscienti!»

gridò allora il diavolo
digrignando i denti.
«Non potrete mai far dolere
quanto posso io al mio volere!»


E con un colpo d'ali
se ne andò offeso
a cercare innocenti
che di lui paura avessero,
al contrario di color
che per un istante lo sfidarono
senza timor.

Però conobbe fame che sazia di vergogna era,
il nostro demone
così diavolo e così in pena.
Provò il silenzio
e tutta l'omertà nascosta 
e mal riuscita,
negli occhi di anime in pena
ancor in vita.

Vide un mondo sconnesso
ed infranto fin in fondo
da bocche ricche d'oro
e da quelle
che forse essi cucirono.

Si accorse che perfino i fiori
non crescevano a dar pace,
ma lottando anch'essi arduamente.
E allor ghignò amaramente
e si raccolse nelle spalle,
alzando gli occhi verso un cielo
che pareva piangere.

Si incamminò 
verso il suo inferno
che forse non era poi tanto reale
ma sicuramente, pensò,
sono riusciti ad immaginarlo pieno di dolore
e a crearne uno uguale
grigio e senza soluzione.




 

   
 
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