Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance
Ricorda la storia  |      
Autore: Alessia_Way    28/06/2012    5 recensioni
Quel nome.
Un solo nome, che precedeva il cognome della famiglia.
Quel nome che Frank aveva nominato tanto, che aveva venerato, che aveva odiato per tutto l’arco della creazione dell’album. Diceva che doveva fare un bel ringraziamento ad una donna e l’ha fatto.
Quel nome che credevo fosse una stronzata, uno sbaglio.
Ma no, si trovava lì. E quel nome era preceduto da “Mio unico vero amore”.
Quel nome…
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ma buonasera bella gente :'D
Si, finalmente mi sono rifatta viva, con una nuova OS :'D (Oramai mi sono specializzata, per così dire x'D)
Mi dispiace se non mi sono fatta più sentire ma fra la scuola, gli esami finali non ho avuto tempo, voglia e ispirazione per scrivere D: E purtroppo non ho potuto dedicarmi alle mie storie DD:
Se ci sono lettrici che seguono "Hearts" vi prego di aspettare il prossimo capitolo D: Cercate di comprendermi :33
Bene, adesso bando alle ciance e godetevi questa Frerard, venutami in mente per puro caso :''D
Un bacione e a presto!! <3
PS: Prometto di smettere di sparire per così tanto tempo <3



My ONE True Love… Gerard



Quel nome.
Un solo nome, che precedeva il cognome della famiglia.
Quel nome che Frank aveva nominato tanto, che aveva venerato, che aveva odiato per tutto l’arco della creazione dell’album. Diceva che doveva fare un bel ringraziamento ad una donna e l’ha fatto.
Quel nome che credevo fosse una stronzata, uno sbaglio.
Ma no, si trovava lì. E quel nome era preceduto da “Mio unico vero amore”.
Quel nome… Jamia.
Nella copertina di “Three Cheers For Sweet Revenge”, album che era appena uscito, altra raccolta di duro lavoro, nella selezione dei ringraziamenti, in quelli di Frank: madre e famiglia, padre e famiglia.  Mio unico vero amore Jamia e famiglia Nestor.
Rilessi più e più volte quella frase, sbattendo le palpebre per essere sicuro di leggere bene. E avevo letto fin troppo bene.
È così che mi ripaga?
È così che considera ciò che c’è stato tra di noi, tra la nostra amicizia?
È così che preferisce ferirmi?
Dall’inizio dell’anno, a questa parte, tendevo a pensare che magari il mio rapporto con Frank sarebbe potuto diventare qualcosa di più dell’amicizia. Eravamo molto uniti sin dall’inizio, solo che provavo qualcosa di diverso, rispetto a ciò che doveva esserci fra di noi. Da quando, per la prima volta, nel lontano settembre del 2001, avevo incontrato i suoi occhi splendenti e verdi, qualcosa in me fece scattare una “scintilla”, così l’avevo soprannominata. Ma, qualche mese fa, le mie speranze erano svanite del tutto, quando aveva annunciato di aver trovato la ragazza giusta per lui. Quell’interessamento, però, che ancora non riuscivo a chiamare “amore”, non era mai svanito. Era sempre rimasto lì, come una fiammella che non poteva spegnersi. Era sempre rimasta viva.
Mio fratello e mia nonna, quando lei era ancora viva, lo vennero a sapere: per il primo fu una scelta mia, anche perché volevo consigli, visto che conosceva Frank meglio di me, e la cosa che fece fu appoggiarmi, aiutarmi, anche se all’inizio era rimasto scettico. Mia nonna, lo scoprì da sola; dopo averci visto suonare, mi disse che molte volte lanciavo sguardi “innamorati” verso Frank. Quando me l’aveva confessato, non potevo nemmeno credere che si notasse così tanto. Lei, benevola, mi aveva sempre sostenuto e appoggiato, come Mikey. Mi ritenevo fortunato ad avere accanto due persone importanti come loro che, invece di voltarmi le spalle, mi aiutavano ad andare avanti, insieme a loro.
Scaraventai il cd sul tavolo della sala di registrazioni con forza, senza preoccuparmi di fare dei danni, e presi un lungo respiro, cercando di riprendermi senza risultati.
Non avevo mai pensato che Frank potesse fare una cosa del genere. Non l’avevo mai sentito affibbiare la parola fidanzata a Jamia. Pensavo che di lei non gliene fosse mai importato niente, l’aveva sempre odiata per il suo carattere troppo autoritario verso di lui. Si, erano amici ma mai l’aveva considerata la sua ragazza. Non pensavo si trattasse di lei, la donna che più odiavo al mondo.
Mikey e Ray, consapevoli da tempo del mio ribrezzo per Jamia e il mio “interesse” per Frank, entrarono nello studio e, quando mi videro, si bloccarono sul posto.
“Gerard…”, sussurrò Mikey, impaurito di una mia possibile reazione aggressiva. Si, perché quando si trattava di Frank ero sempre aggressivo, e lui lo sapeva troppo bene.
“Dov’è Frank?”, chiesi, cercando di moderare la voce.
“Emh… è nella saletta degli strumenti. Sta provando quindi…”, fece Ray ma non gli diedi tempo di continuare che ero già fuori la stanza, con la copertina dell’album in mano, stretta fino a rovinarla.
Mi trovai davanti la porta e la spalancai di botto, facendo sussultare e sbagliare Frank, che in quel momento stava suonando. Sbattei la porta con forza alle mie spalle e mi avvicinai a lui con uno sguardo incazzato.
“Ehy Gee, che succede?”, domandò evidentemente preoccupato.
“Che significa?”, ringhiai, sbattendogli davanti il foglio. Lui lo prese e mi rivolse uno sguardo interrogativo. Gli feci presente il fardello e lui lo fissò per un attimo.
“Oh, per l’amor del cielo, non dirmi che ci hai creduto?”, rise, evidentemente divertito.
Ma cosa diamine ci ride? Io sono incazzato e lui ride?
“Che cazzo di domande fai? Se c’è scritto, è ovvio che ci credo!”, esclamai l’ovvio e lui mi accarezzò una guancia.
“Gee… è una cazzata. Non è vero”, disse con voce dolce.
“E allora perché c’è scritto?”.
“E’ una cazzata come ti ho detto. Piccolo errore, nato da una grande minaccia”.
“Spiegati! Non ci sto capendo nulla!”, sbottai, tenendomi la testa fra le mani, e andai a sedermi su una sedia lì vicino. Prese la sua, dopo aver posato con cura la sua “Pansy” e si sedette vicino a me, poggiando le mani sulle mie ginocchia.
“Mi stai ad ascoltare senza interruzioni?”, cominciò ed io annuì, deciso ad ascoltarlo, “Dunque, ricordi che Jamia era una mia amica, no? E che la nominavo sempre? Ecco, vi avevo sempre fatto pensare che mi fossi messo con lei ma non è così che sono andate le cose. Da un bel po’ mi aveva cominciato a riempito di attenzioni e cose varie, fra queste spesso aveva la voglia di baciarmi”, e detto questo, spalancai le palpebre, fissandolo stupito.
“Ha… ha provato a…?”, balbettai incredulo.
“Gee, zitto! Niente interruzioni. Comunque si ma non ho mai ceduto. La consideravo un’amica, nulla di più”.
“Ma allora perché la veneravi, la nominavi sempre?”, chiesi, più confuso che mai.
“Ero stato ricattato. Fammi finire. Era venuta a sapere che stavamo per concludere il nostro secondo album e mi chiese se, come al solito, mettevamo i ringraziamenti. Quando gliel’ho detto, mi ha minacciato: mi ha detto che da tempo mi amava, per così dire, l’avevo sempre attratta solo che non ero mai rimasto interessato a lei, perché preferisco un’altra persona, che dopo ti spiego. Quando le avevo risposto in quel modo, mi disse, testuali parole: ‘Ah, certo, centra Gerard qui. Vedo come lui ti vuole, si vede che è attratto da te, così come lo sei tu! Giuro, se non metterai per inscritto ‘Mio unico vero amore Jamia’ e famiglia e non ti fai passare per il mio ragazzo, dico a Gerard che ti ho visto in atteggiamenti intimi con un altro, mmh… Matt! Mi sembra abbastanza gay!’”, il suo tono dava l’impressione di somigliare a quello di Jamia, ma non si avvicinava parecchio, visto il tono troppo acuto della ragazza.
Quindi, la stronza sapeva tutto, ma lei era interessata a Frank e a rovinare ciò che provavamo io e lui! Era questo il suo scopo: prendere e rovinare.
Tornai a fissarlo, curioso del seguito, “Giuro Gee, non volevo che accadesse! Non volevo che a causa sua, si rovinasse la nostra amicizia. Credimi, per il fatto del mio interessamento per te… beh… è vero! L’unica cosa che non vorrei proprio fare, fosse l’ultima cosa, è proprio farti soffrire per un accaduto non vero”.
Dopo aver detto quello, si avvicinò e sfiorò le sue labbra sulle mie, creando un lieve contatto che doveva essere appagato. Il brivido che mi passò su per la schiena, mi fece capire che volevo davvero che accadesse. Ero sorpreso del suo coraggio ma, allo stesso tempo addolcito e più innamorato. Ma lui, si staccò di qualche centimetro e mi guardò negli occhi, “Se non mi avesse minacciato su una cosa del genere, avrei fatto scrivere altre cose… tipo questo, è ciò che voglio che si sia scritto”.
Prese una penna dalla tasca, rubò la copertina stropicciata dell’album dalle mie mani, che avevo ripreso per vedere ancora una volta quella frase, e ci scarabocchiò sopra. Dopo, mi passò il foglio e vidi cosa aveva scritto: al posto di Jamia si trovava il mio nome, seguito da “Famiglia Way”. Rilessi quella frase più volte, cercando di imprimerla bene in mente.
Mio unico vero amore Gerard e famiglia Way.
Mio unico vero amore.
Gerard.
Alzai lo sguardo verso di lui e sorrisi debolmente, felice di aver scoperto la verità.
Non aveva mai amato Jamia, non l’aveva mai considerata come più di un’amica, non l’aveva mai considerata come una ragazza. Amava me, così come amavo lui. lo aveva sempre fatto, come l’avevo fatto io, ma nessuno era stato in grado di farsi avanti, troppo spaventati di un possibile rifiuto o rottura dell’amicizia.
Non avevo mai creduto o pensato che Jamia potesse fare una cosa del genere, solo ed esclusivamente per volere al suo fianco Frank. La mia impressione su di lei era sempre stata negativa (la consideravo una grandissima stronza per tanti motivi legati a Frank, ma anche personali visto che sotto i miei occhi non poteva considerarsi una brava ragazza) ma non aveva toccato livelli così alti.
“Quindi… la storia che lei era la tua ragazza, era falsa?”, continuai, come se non avessi creduto ad una sua parola. Volevo una vera e propria conferma.
“Tutte cazzate! Lei mi ha costretto a fare la parte dell’innamorato di lei. Ma io non l’ho mai considerata sotto certi aspetti perché volevo te. Solo te”, sottolineò con la voce le ultime parole, prima che le sue gote prendessero a fuoco. Mi avvicinai cautamente a lui, all’angolo delle sue labbra dove vi lasciai un bacio. Senza pensare, in automatico, Frank si voltò verso di me e unì le nostre labbra in un dolce bacio.
Non riuscivo a collegare il cervello, facevo tutto automaticamente ma, allo stesso tempo, ero sorpreso e felice. Sentii Frank spingermi il viso contro il suo ma lo bloccai, staccandomi a malavoglia.
“S-s-scusami… non volevo”, arrossì abbassando lo sguardo, lievemente intristito. Gli presi il mento e lo costrinsi a guardarmi.
“Sicuro che vuoi che succeda? Voglio solo saperlo”, domandai serio. Volevo solo sapere se era sicuro di ciò che stava facendo, a cosa stava andando in contro. Io ne ero sicuro, consapevole… ma lui?
“Si, sono sicuro. Voglio che accada! Voglio semplicemente te”, dichiarò con un sorriso vero, gli occhi luminosi che mi abbagliarono per un attimo. Sorrisi e riavvicinai dolcemente il suo viso al mio, ricominciando da dove avevamo interrotto.
Allacciò le sue mani forti dietro il mio collo e mi spinse verso di sé. Per non cadere, dato che con quella forza avevo quasi perso l’equilibrio, risi incollato alle sue labbra e poggiai le mani sulle sue cosce, tenendomi saldo. Rabbrividì e continuò a baciarmi, più sicuro di prima. Il groviglio di lingue e labbra non era violento, pieno di lussuria, ma lento, appassionante, eccitante al punto giusto. Pieno d’amore.
Non riuscendo a rimanere fermo, le mie mani presero a massaggiargli le cosce, salendo sui fianchi, perlopiù quasi scoperti dato le la maglietta si era alzata di poco, poi riscesi, e continuai con quel ritmo, salendo piano verso i fianchi, li pizzicai con le dita, e poi di nuovo giù. Sembrava che quella tortura eccitasse Frank perché lo sentivo rabbrividire ogni volta, e sussultava quando gli pizzicavo i fianchi scoperti.
“Sei uno stronzo”, esclamò divertito ed io risi. Ci staccammo per mancanza di ossigeno ma ci riprendemmo subito. Lo sguardo che mi lanciò poco prima mi fece rabbrividire: era sadico ma nello stesso tempo languido e voglioso. Infatti, le mie considerazioni su esso erano giuste; voleva farmi provare le stesse sensazioni che gli avevo provocato io.
Spinse con forza il mio viso al suo, dando vita ad un altro bacio leggermente più violento. Mi morse il labbro ed in tutta risposta strinsi i suoi fianchi; per farmela pagare, scese le mani sul mio torace e cominciò a toccarlo, a sfiorarlo, a graffiarlo da sopra la maglietta leggera. Strinsi ancor di più i fianchi, evitando di gemere senza contegno. Non riuscii a starmi zitto quando poggiò le sue mani calde sotto la maglia, per accarezzarmi di più. Fece per alzarmela ma un tonfo forte ci fece sussultare.
“Ragazzi? Ci siete ancora?”, era Ray che bussava alla porta. Ci staccammo col fiatone l’uno dall’altro. Ci guardammo un ultima volta e lasciai un bacio lieve sulle sue labbra, sorridendo felice.
Ci riprendemmo quando la porta si aprì lentamente.
“Allora? Che state facendo? Siete tutti rossi!”, constatò Ray divertito.
“Niente, stavamo commentando una… umh, una canzone che non mi veniva bene”, fece Frank, grattandosi il capo nervoso e imbarazzato.
Mikey mi guardò con uno sguardo di chi la sapeva lunga. Mi guardò ed io annuii, come per confermare i suoi pensieri silenziosi e sorrise felice, fissandomi come per essere fiero di ciò che avevo fatto.
“E perché siete rossi?”, continuò Ray, curioso come al solito.
“Perché c’è caldo! Basta con l’interrogatorio, Ray. Andiamo”, lo ripresi scherzosamente e loro uscirono ridendo.
Mi voltai ancora una volta Frank, che si affrettava a sistemare la sua “Pansy”. Poi, si sentì troppo osservato, e si girò verso di me, sorridendomi innamorato.
“Che rimanga fra di noi, per adesso”, lo avvisai e lui annuì in modo serio, senza che il suo sorriso abbandonasse il suo volto splendido.
“Come vuoi! Quando vorrai, io sarò pronto”, sussurrò, sporgendosi per baciarmi leggermente. Approfondì il bacio poi uscimmo dalla sala, mano nella mano. Tornai a guardare la copertina fra le mie mani, presa prima di uscire, e il mio sguardo su quella frase cancellata e sistemata con una penna bianca.
Mio unico vero amore… Gerard.

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance / Vai alla pagina dell'autore: Alessia_Way