29/06/2012
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BUSSARE E’ BUONA EDUCAZIONE
RICORDALO, D’ORA IN POI
Quel giorno, durante un litigio tra due compagni di classe, c’era stato un incidente con il pesce e la vasca delle formiche rosse, i cui cocci erano finiti su tutto il pavimento. E mentre i due ragazzi erano finiti in presidenza a Takato toccava riordinare.
Il ragazzo sbuffò, gli sarebbe piaciuto avere una mano da Hirokazu o da Kenta, che però si erano dileguati da qualche parte appena la campana era suonata, Jianliang era a casa malato e Ruki era scappata prima che potesse anche solo salutarla.
Insomma, una giornata così sarebbe finita anche peggio, probabilmente.
Aprì la porta e strizzò gli occhi per abituarli all’oscurità. Lo stanzino era angusto, sempre ricolmo di secchi, stracci, scope e prodotti che i ragazzi usavano per pulire i pavimenti.
Era l’ora di pranzo e nessuno, di solito, lo apriva prima della fine delle lezioni.
Ma quel giorno c’era qualcosa di strano. Lo stanzino era più pieno del dovuto.
Appoggiato malamente alla parete di fondo, Ryou baciava vorace il collo di Ruki, mentre la ragazza lasciava penzolare la testa da un lato perché avesse a disposizione più pelle possibile.
La mano del ragazzo era indubbiamente infilata per metà nelle mutandine di lei, a palparle il sedere, mentre la gonna della divisa era tanto sollevata da mostrarne l’orlo di pizzo.
La mano di Ruki era infilata sotto la maglietta di Ryou, che non avrebbe dovuto affatto essere in quell’edificio, soprattutto in orario scolastico.
Takato sgranò gli occhi, indietreggiando scandalizzato. Si richiuse la porta alle spalle e fissò il vuoto preoccupato.
«Non mi toglierò mai più quest’immagine dalla testa…»
Bussare è buona educazione. Ricordalo, d’ora in poi.