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Autore: sorawrbieber    29/06/2012    3 recensioni
Vorrei tanto dipengere di rosso quella vecchia casa.
Mi piacerebbe anche dipingere un bel sorriso sul tuo volto, Judie.
E visto che ci siamo, quella tua bella risata che amo tanto nelle mie orecchie.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Laugh.

Vorrei tanto dipingere di rosso 
quella vecchia casa.
Mi piacerebbe dipingere
anche un bel sorriso sul tuo viso, Judie...

 

 

 

 

 

 

Corro, corro fino a sentire soffocare l'aria nei miei polmoni. Le villette con i loro cespugli verdi, contrastati dalle macchie rosse e gialle delle rose, si stringono intorno a me come a volermi intrappolare. Gli occhi si annebbiano e le ginocchia cedono facendomi cadere. Lo sento, è qui vicino. Mi insegue, mi chiama. 



Mi sveglio improvvisamente nel mio letto, se così può essere definito questa specie di cuccetta nella quale sono costretta a fare i miei adorati sonnellini. Eppure, questi sonnellini, non sono più così piacevoli. Mi metto a sedere, sbattendo la testa sopra il soffitto. Scendo la scaletta.
Saranno ancora tutti al concerto, penso.  
Apro il minifrigo e ne estraggo un cartone di latte, verso il contenuto in un bicchiere e ne bevo qualche sorso. Sto per riaddormentarmi sul tavolo quando il rumore della porta d'ingresso del tour bus sbatte violentemente. Un frastuono misto tra urla, pianti e altro difficile da decifrare mi invade, quasi spaccandomi i timpani. 
Duo omoni vestiti di nero fanno da guscio a Heather che liberandosi da quella morsa, si volta e fa un cenno di saluto mostrando uno dei suoi sorrisi più sgargianti.  
-Che ci fai ancora in piedi?- mi chiede con una mano nel fianco, pronta a farmi un ramanzina. 
In effetti sono le tre di notte e lei non sa che mi sono appena svegliata, ignoro comunque la sua domanda e cambio discorso mentre lei slaccia il corpetto di pelle nera.
-Hai fatto il bis stasera? sono le tre.- dico tornando a contemplare il mio bicchiere di latte.
-Si, è stata una loro richiesta, e io non potevo rifiutare.- risponde.
Guardo le iridi blu di mia sorella, appena diciottenne. Vedo in lei tutto ciò che vorrei essere. Bella, decisamente bella; talentuosa, così tanto da essere una delle stelle più promettenti di questa generazione; e generosa. Ripenso a quando si spaccava la schiena a faccendare per la casa mentre mia madre era in qualche bar a bere del buon wisky insieme al suo bell'amante George, e mio padre in preda a una delle sue crisi da 'blocco dello scrittore'. Un brivido percorre la mia schiena.
-Che fai? fissi il vuoto?- la sua voce mi riporta alla realtà. 
Non rispondo, mi schiocca un bacio sulla fronte e entra in bagno. Mi alzo e mi avvicino al calendario dei concerti, per vedere quanto manca alla fine del tour. Solo un'altra tappa, poi si rientra in studio di registrazione per il nuovo album. A volte mi chiedo come faccia a sopportare tutto questo: vivere sotto controllo, tornare a notte inoltrata, cantare per ore intere senza pausa.
Almeno fa qualcosa che le piace, questo è l'importante.
Siedo sull'ampio divano di velluto rosso portando con me il mio fedele telecomando, accendo la tv e faccio un pò di zapping in cerca di qualcosa di guardare mentre Heather si lava. 
Trovando tutto abbastanza noioso, i miei pensieri vanno all'incubo appena fatto.
Io, nel vialetto della mia vecchia casa, che corro a perdifiato, inseguita da qualcuno. Ma da chi? 
Ricordo la mia vecchia villetta. Si trovava infondo a un quartiere stretto, era rossa, con delle ampie finestre in legno. Il tutto aveva un aria  così vintage. L'allegria che la 'infestava' se ne andò con il suicidio di mio padre. Anche il rosso delle pareti esterne erano diventate di un rosa antico, tendente al grigio. Grigia come la nostra vita, mia e di Heather. 
Poi la chiamata, mia sorella che urlava di gioia, il sorriso le era ritornato sul volto mentre preparava le valigie. -Judie, tu verrai con me.- Mi aveva detto così, non per compassione certo, ma perchè non poteva lasciarmi nelle mani di una madre alcolizzata il cui unico pensiero era uscire a scopare con George.
Sono passati due anni, eppure una lacrima sta per cadere, ma mi stofino gli occhi per spazzarla via.  
Mi accorgo di Heather solo quando mi circonda le spalle con il suo braccio, fermo, protettivo.
-Hai avuto un incubo, vero? hai sempre questa espessione quando fai brutti sogni.- Mi conosce più di qualsiasi altra persona, e si vede.
Annuisco.
-Puoi dormire con me, se vuoi.- 
Affero la coperta e vado verso il suo letto-cuccetta.
Mi addormento prima di poter riportare la mia mente al sogno di prima. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

my space.
Sono tornata con una nuova ff,
ho una strana ispirazione in questi giorni.
Ma è penosa '-'
spero in qualche recensione comunque.
@xciaastin.  

  
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