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Autore: Ikari Chan    29/06/2012    11 recensioni
Questa storia partecipa al contest "Solo discorsi diretti (Slash e Femslash)" indetto da NonnaPapera!
Smette di parlare, si volta verso l’amico. Nicola gli lancia uno sguardo da furbetto, un sorriso malizioso a piegargli le labbra. E Luca capisce. Capisce che non riuscirà a fermarlo. Ma ci prova.
Luca: - Nico … -
Nicola: - Niente storie, Lu’, e scordati il testa o croce. L’ho visto prima io. Poi ti faccio sapere quanto ce l’ha lungo, non preoccuparti. –
Luca: - Non è questo, idiota … è troppo grande per te. Sei solo un ragazzino, tu. –
Nicola: - Sarà, ma ho un viso adorabile e un sedere perfetto. –
Luca: - Ha un carattere di merda, l’hai detto anche tu … -
Nicola: - Luca, ci devo scopare, non devo mica portarmelo all’altare. -
Luca: - Ma … -
Nicola posa il drink sul banco, gli cinge il collo con le braccia. Poi si alza in punta di piedi e gli stampa un bel bacio sulle labbra. Con tanto di schiocco.
Nicola: - Sei geloso? Dai, prometto di non sfinirlo. Così poi potrai prendertelo tu, se vuoi. –
Luca: - Non prendermi per il culo. –
Nicola ammicca, poi gli sorride. –A dopo, Lulù! –
Se ne va.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Autore: _Ikari_chan_
Titolo: 'Perchè tu sei speciale.'
Genere: Romantico/ Slice of life
Avvertimenti: Slash/ Shonen-ai
Lunghezza: Quattro pagine di TNR12
Note eventuali: 
Rating Arancione.
Presenza di linguaggio colorito.
Presenza di un personaggio minorenne, ma comunque di età superiore ai 14 anni e non coinvolto in scene sessuali esplicite.
Come richiesto dal contest, la storia si presenta in stile “copione”.                        
 
 
 
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La musica psichedelica della discoteca gli si stringe addosso, e le luci che vanno e vengono, ipnotiche, gli si spingono a fondo nell’iride nocciola. Nicola cerca tra la massa di corpi sudati che si muove frenetica, tutta curve e muscoli confusi, scolpiti su carni e pelli variopinte. Finché, appoggiato al bancone, lo vede: Luca. È l’amico di sempre. Lo raggiunge.
Nicola: - Ehi, Luca. –
Luca: - Nico, dannato marmocchio, sei in ritardo! Dovevi muoverti, con quel treno. –
Nicola: - Non rompere, mica l’ho guidato io. –
Luca: - Lo so, pulce, lascia stare. Piuttosto guarda quel tipo lì, vicino alle scalette… lo vedi? –
Nicola: - Dici l’energumeno col tatuaggio del drago? –
Luca: - Sì! Mica male, eh? –
Nicola: - Non direi. Non arriva manco ai dodici centimetri. –
Luca: - E tu cosa cazzo…!? Ah, no, che idiota, non rispondere. Te lo sei fatto, vero? –
Nicola: - Oh yes. –
Luca: - Cazzo, ma c’è qualcuno che non ti sei ancora scopato, qui dentro?! –
Nicola si guarda intorno, poi riflette per qualche istante.- Direi di sì. –
Luca: - Ma dai! Qual è il nome dello sfigato che non ha ancora potuto violare il tuo bocciolo? –
Nicola: - Veramente, Lu’… sei tu. –
Luca: - Ah. Hai ragione, pure te… Ehi, Nico… ma tu sei una puttana! –
Nicola ride. – Lo so. –
Rimangono a chiacchierare e a bere. Al quarto giro di gin tonic, Nicola ha già allontanato undici mani intraprendenti che si sono poggiate sul suo fondoschiena,invitandolo sulla pista per una danza carnale. Tanto “carnale” e poco “danza”.
Luca: - Starai scherzando! Gli hai seriamente detto così?! Che quando ti girano vai e ammazzi la gente?! –
Nicola annuisce, sorridendo. – Rompeva che non dovevo mettere i piedi sul sedile. E gli ho detto che non gli conveniva farmi girare i coglioni. -
Luca: - Non ci credo… tu sei pazzo, ragazzino. E lui? –
Nicola: - Mi ha guardato come se fossi fuggito da un manicomio, poi ha cambiato posto. –
Luca: - Che storia… Ma almeno era figo? –
Nicola: - Lo era. Biondo, occhi verdi, spalle larghe e labbra stupende. Ma aveva una divisa da impiegato, classici giacca e pantaloni, rigidi e squadrati. Quelli non fanno vedere mai un cazzo. –
Luca ride.– In senso letterale! Mi sorprendo che tu non te lo sia fatto sul sedile, comunque. Ma in effetti un impiegato è vecchio per te. Hai solo diciassette anni… ah, no, perdonami! Dimenticavo che ne hai compiuti venti a Giugno. –
Nicola: - E non mi scocciare sempre con questa storia! Se si sapesse che sono minorenne, il locale dovrebbe chiudere, visto che finirebbero tutti in carcere… barman e proprietario inclusi. –
Luca: - Ed ecco come l’innocenza del piccolo e puro Nicola se ne andò allegramente a puttane. Oh, pardon, intendevo a gigolò. –
Nicola: - Impiccati. –
Luca: - Contaci, appena trovo i soldi per comprare la corda. In ogni caso, il “tatuaggiato” l’abbiamo escluso ed è okay, ma il rasta lì in fondo? Che ne pensi di questi tipi un po’così, alternativi? –
Nicola: - Che sono degli sciocchi. –
Luca: - Cosa? E perché? -
Nicola: -Perché nel loro tentativo di essere diversi, finiscono comunque con l'essere tutti uguali. -
Luca: - Oh… lo credi? Io non ci ho mai pensato… -
Nicola: - Non ci pensa quasi nessuno. Perché rasta, tatuaggi, piercing e trucco strampalato fanno figo, e questo basta. Ma non ti rendono diverso. –
Luca: - È il parere di un ragazzino, però. –
Nicola: - Può essere quello che ti pare, ma questo non cambia le cose. L’unico modo che abbiamo per essere diversi, è essere noi stessi. –
Luca ghigna. - Dici così, ma... sei mai stato te stesso, anche solo una volta, in tutta la tua vita? –
A quelle parole, Nicola mette su un broncio esemplare. Arriccia il labbro inferiore come un bambino. E Luca proprio non riesce a non fissarle, quelle labbra morbide e carnose. Da morsi.
Nicola: - Ma come, Lulù? Così mi offendi! Io con te sono sempre me stesso. –
Luca: - Si, ne sono certo! Ora fammi il favore di finirla, con questi occhioni da cucciolo. Li hai fottuti a Bambi? Ridaglieli. Altrimenti come cazzo la ritrova la mamma? –
Nicola: - …Guarda che la mamma di Bambi è morta, Lu’. –
Luca: - Ah, è vero. C’ho pure pianto. L’ammazzava … il pescatore, vero? –
Nicola: - Luca, Bambi era un fottuto cerbiatto. Non un tonno. –
Luca: - Ah… ah, già. Lo sapevo, eh. –
Nicola: - Ma quanti giri ti sei fatto, prima del mio arrivo? –
Luca: - Un po’. –
Nicola: - Sei ubriaco. –
Luca: - ...Un po’. –
Rimangono ancora fermi al bancone. Osservano gli uomini, i ragazzi e i cubisti. O, più correttamente, i culi, gli uccelli e gli addominali. La scelta è vasta.
Luca: - Visto nulla di interessante? –
Nicola: - Ma la vuoi finire di bere? Dammi il bicchiere… no, niente storie, dammelo. Grazie, bravo ragazzo. Comunque no, niente di nuovo o interessante. –
Luca: - Sai, stavo pensando… tu sei andato a letto praticamente con tutti questi tipi. E anch’io ho fatto sesso con molti di loro. Probabilmente con gli stessi che ti sei fatto tu… -
Nicola: - E allora? –
Luca: - E allora pensavo… non è come fare sesso indiretto? –
Nico quasi si soffoca con il drink. – Sesso indiretto?! Io e te?! Ma come ti viene?! –
Luca abbassa gli occhi e alza le spalle. – Ma che ne so… sono ubriaco, no?-
Nicola: - Si, lo sei. Decisamente. –
Dopo qualche secondo:
Nicola: - Oh! Oh cazzo! –
Luca: - Nico, ma cosa ti esalti?! –
Nicola: - Luca, lì! Guarda lì, quel tipo! –
Luca: - Che tipo?! –
Nicolo: - Quello! Il biondo senza maglietta e con i jeans strappati! –
Luca: - Ah, visto! Ma è una bomba! Ma come fai? Manco avessi un radar impiantato nel cervello! –
Nicola: - Non è questo il punto! È il tipo, lo stronzo moralista del treno! –
Luca: - Eh?! Il  passeggero del sedile? Ma è un figo! –
Nicola: - Già… guarda che pettorali! –
Luca: - E le braccia… e lo cosce… così toniche… -
Nicola: - Vogliamo parlare del culo? –
Luca: - Chissà com’è il suo… -
Smette di parlare, si volta verso l’amico. Nicola gli lancia uno sguardo da furbetto, un sorriso malizioso a piegargli le labbra. E Luca capisce. Capisce che non riuscirà a fermarlo. Ma ci prova.
Luca: - Nico… -
Nicola: - Niente storie, Lu’, e scordati il testa o croce. L’ho visto prima io. Poi ti faccio sapere quanto ce l’ha lungo, non preoccuparti. –
Luca: - Non è questo, idiota… è troppo grande per te. Sei solo un ragazzino, tu. –
Nicola: - Sarà, ma ho un viso adorabile e un sedere perfetto. –
Luca: - Ha un carattere di merda, l’hai detto anche tu… -
Nicola: - Luca, ci devo scopare, non devo mica portarmelo all’altare. -
Luca: - Ma… -
Nicola posa il drink sul banco, gli cinge il collo con le braccia. Poi si alza in punta di piedi e gli stampa un bel bacio sulle labbra. Con tanto di schiocco.
Nicola: - Sei geloso? Dai, prometto di non sfinirlo. Così poi potrai prendertelo tu, se vuoi. –
Luca: - Non prendermi per il culo. –
Nicola ammicca, poi gli sorride. –A dopo, Lulù! –
Se ne va.
 
Uomo: - Ehi, sei da solo? –
Luca: - Cosa? –
Uomo: - Ti ho chiesto se sei da solo. Hai da fare? -
Luca: - Sto… sto con un amico. –
Uomo: - Ma davvero? Eppure sei qui fermo da quasi due ore e mezzo, lo sai? –
Luca: - Arriverà. –
Uomo: - Ne sei sicuro? Quel ragazzino che stava con te era Nicola Mondena, non è vero? È andato a scopare, no? Ci ho fatto sesso, se uno gli piace, va per le lunghe. Sei davvero così sicuro che tornerà? –
Luca: - Sta zitto. Ho detto che arriverà. –
Uomo: - Ma che caratterino! Dai, scusa, facciamo pace. Mi chiamo Giulio. –
Luca: - …Luca. –
Giulio: - Bene, posso offrirti qualcosa, per farmi perdonare? In attesa che il tuo amico torni. –
Luca: - …Ma sì, dai. –
E bevono. Luca lancia continue occhiate ai ragazzi che lo circondano. Lo cerca, cerca Nicola. Con immensa attenzione. E con la stessa dedizione e  accuratezza, Giulio sta guardando lui. È partito dalle labbra, poi gli occhi, i capelli. Ora è all’altezza dei fianchi, fasciati dalla maglietta nera.
Luca: - Hai finito di farmi la lastra? –
Giulio: - Veramente mi hai fermato sul più bello. –
Luca: - E meno male. –
Giulio: - Luca, solo per curiosità… tu sei maggiorenne, vero? –
Luca: - …Ho ventidue anni. –
Giulio: - Perfetto, allora… -
Luca: - Ehi, fermo! Non ho voglia di scopare, levati. –
- Lulù…? –
Luca si gira di scatto, e finalmente lo vede. La camicia sbottonata e i pantaloni ancora slacciati, che si tende barcollante verso di lui. Ha le guance leggermente rosse. È adorabile. E ubriaco fradicio.
Luca: - Nicola! –
Giulio: - Cosa cazzo te lo abbracci?! Ti ha mollato da solo tutto ‘sto tempo a non fare nulla, mentre lui si divertiva a farsi inculare! E ti torna pure ubriaco! Cosa cavolo ti… -
Il pugno di Luca lo colpisce in piena faccia.
Nicola: - Lulù! L’hai steso…! –
Luca: - Andiamo, scricciolo, ti porto a casa. –
 
Luca lo depone delicatamente sul letto. Gli sfila la camicia e i jeans, lo lascia solo con i boxer neri. Per qualche istante fissa incantato le gambe snelle e affusolate del ragazzo, poi lo copre.
Nicola: - Mmm… Lulù? –
Luca: - Si, Nico? –
Nicola: - Resti…? Non mi va che torni... a casa tua. Tuo padre… non mi piace, ti tratta male. -
Luca: - …Okay, grazie. Dormo sul divano, ti dispiace? –
Nicola: - Ma quale divano? Qui… vieni qui. –
Alza le coperte. Luca esita per qualche secondo, poi comincia a spogliarsi. Dopo pochi secondi è sdraiato accanto a lui, e Nico gli si accoccola contro il petto.
Nicola: - Ecco. Non mi fai mai le coccole, tu… -
Luca: - Quando sei ubriaco sembri un’altra persona. –
Nicola ridacchia. – Ma sono sempre me stesso. Con te, Lulù… solo con te ci riesco. –
Luca gli accarezza i capelli. – Prima ho parlato con quel ragazzo. Ha detto che avete fatto sesso. –
Nicola: - Mh… si, mi ricordo qualche… cosa. Non è stato un granché. –
Luca: - Perché con me no? –
Nicola: - …Cosa dici, Lu’? –
Luca: - Perché lo fai con tutti, e con me no? –
Nicola riapre gli occhi e lo guarda, assonnato e sorpreso. – Vuoi farlo con me, Luca? Adesso? –
Luca: - ...Tu vuoi? –
Nicola: - No. –
Luca: - Allora non lo facciamo. –
Nicola: - Ti ho fatto… rattristare? –
Luca: - No… -
Nicola: - Ma i tuoi occhi sono diventati tutti… lucidi. Anche se sono azzurri… si vede, sai? –
Luca: - Sto bene. Dormi, pulce. Devi smaltire la sbornia. –
Nicola: - …Sai perché non lo faccio con te? –
Luca: - Nico, non devi spiegarmi nulla. Dormi ora, dico sul serio. –
Nicola: - Non lo faccio con te, perché tu sei… speciale. –
La mano di Luca si ferma tra i capelli neri del più piccolo, e il suo cuore trema appena.
Nicola: - Se io lo faccio adesso, con te, ubriaco… Ho paura di fare sesso con te, Lu’, perché non voglio che con te sia come con gli altri. Voglio che sia speciale. Io, con te, voglio fare l’amore. –
A Luca bruciano gli occhi. Gli bruciano gli occhi e il petto. E lo guarda incantato.
Nicola: - Lulù… perché piangi? –
Luca: - Perché sono felice. –
Nicola: - Non fare la… femminuccia… -
Luca: - …Ehi, chiudi gli occhi. –
Si china su di lui, lentamente gli sfiora le labbra con le proprie, poi sale fino alla fronte e vi depone un bacio delicato. Nicola socchiude gli occhi. - La buona notte? –
Luca: - Proprio così. Buona notte, scricciolo. –
Nicola: - Buona notte … Lulù. –



Fine ^^. Spero vi sia piaciuta, nonostante sia un po' "particolare" nella sua struttura. Non ho mai scritto cose simili prima, quindi non sorprendetevi se non è nulla di che xD
In ogni caso voglio ringraziare pamaru, per essere stata tanto disponibile, e per avermi dato preziosi pareri sulla storia. Grazie per il tempo che hai speso per me ^^
  
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