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Autore: peralis    30/06/2012    2 recensioni
Patrick Jane ha perso la sua amata automobile per colpa di Lisbon. Non l'ha presa molto bene, ma deve comunque risolvere un nuovo caso. Lisbon non la passerà tanto liscia
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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     "Boss abbiamo ricevuto una chiamata a proposito di un corpo trovato nella fontana del parco East Portal. IO e Rigsby siamo già sulla scena."

 

     "Va bene sto arrivando. Jane è li?"

 

     "Si e` appena arrivato"

 

La strada era stranamente senza traffico, la sua macchina correva indisturbata verso la scena del delitto.

I suo pensieri pero` erano disturbati da qualcosa che le solleticava l'anima.

Arrivata al parco si diresse subito verso Cho che prendeva appunti vicino al veicolo del medico legale.

 

     "Hei Cho informami sul caso"

 

     "Salve Boss. La vittima è una donna sulla ventina. Non abbiamo trovato nessun documento di identità. Abbiamo recuperato una borsa trovata vicino ad un bidone della spazzatura. Jane è la che la sta controllando.

La causa di morte sembra che sia annegamento, ma il coroner non ne è sicuro. Non c'erano testimoni, anche se il parco è sempre pieno di persone, specialmente qui attorno alla fontana. Il perimetro è sicuro e Rigby sta controllando la zona per clues."

 

     "Ben fatto Kimball, non c'è neanche bisogno che io sia qui." Disse l'agente Lisbon sorridendogli scherzosamente.

 

     "Accertiamoci che le impronte digitali siano esaminate al più presto."

 

La donna era nella fontana a faccia in giù e i suoi capelli, tinti di biondo, formavano disegni astratti nell'acqua.

La vittima era scalza, non un indizio speciale, era solo una cosa tra le tante che l'agente noto`.

Teresa fissò intensamente la scena e lasciò che ogni dettaglio, anche se insignificante le si imprimesse nella memoria…una specie di fotografia mentale molto dettagliata del delitto, che lei avrebbe, senza dubbio, usato durante il caso.

Si girò a cercare il suo consulente. Era ad un paio di metri da lei, guardava dentro alla borsa della vittima cercando qualche indizio da aggiungere alla zuppa di prove che stava creando.

Già una zuppa…Jane si comportava come un cuoco durante le investigazioni. Pensò tra se, e non riuscì a trattenere una risata lieve.

 

   "Lisbon, non credo che questo sia il momento di ridere, non pensi ?"

Le sorrise lui con l'angolo della bocca.

 

    "Jane la borsa è un indizio, e come tale deve essere catalogato. Quindi dalla indietro ai ragazzi della scientifica"

 

 

    "Che boria! Lisbon la borsa non ha niente a che fare con l'omicidio, se è omicidio."

 

    "O allora ti prego illuminami! Tu non pensi che sia un omicidio ?

 

    "Non  ho detto che è o non è omicidio. Dico solo che la borsa non ne era parte; probabilmente era il bersaglio di qualche ladruncolo."

Disse lasciando che la frase si dissolvesse. Si portò il dito indice alle labbra e cominciò a batterlo lievemente. Lentamente fece un giro su se stesso.

   "Penso che dovremmo cercare un ragazzo tra i 15 e i 16 anni, con una maglietta blu a righe e un cappello giallo."

 

Lisbon lo guardò  sospettosa per un attimo.

 

    "Sei molto certo di te stesso oggi Patrick. Ma è difficile credere che tu possa presagire anche il colore del cappello di questo giovanotto, se esiste."

 

    "Lisbon, tu di poca fede…Guarda alle mie spalle, di fianco alle altalene."

 

Lisbon alzò lo sguardo e immediatamente chiamò Cho.

 

    "Cho, cappello giallo dalle altalene. Vado prima io."

 

    "Si Boss"

 

Cho cominciò a muoversi verso il ragazzo, la sua mano sulla pistola ancora nel fodero.

Lisbon si avvicinò piano, tenendo una mano sul fodero e il suo distintivo bene in vista difronte a lei.

 

    "Ei, siamo del CBI. Possiamo farti delle domande?"

 

Senza esitazione il ragazzo cominciò a correre il più veloce possibile per non farsi beccare. Rubò una bicicletta e in un lampo si trovò sulla via principale. 

Lisbon gli corse dietro fin quando lo vide pedalare sulla via principale.

si girò e corse verso la sua macchina.

 

    "Cho" gridò. "È sella strada SULLA STRADA"

Quando in macchina accese le sirene e seguì il ragazzo. Ne era vicina, ma all'ultimo momento il ragazzo girò l'angolo e sparì.

Era troppo tardi per Lisbon, arrivò all'angolo con troppa velocità. 

Virò il volante il più possibile ma la macchina sbandò a sinistra e andò a sbattere contro un'auto parcheggiata. Teresa uscì dall'SUV  e imprecò, dando un calcio alla ruota.

 

    "Al diavolo…figlio di puttana"

Rimase ferma per un attimo, frustrata, poi la realizzazione di quello che era successo la colpì come un macigno.

Si girò a guardare la macchina che aveva colpito...lascio la sua testa scattare all'indietro seguita dalle sue braccia.

Era l'auto di Jane. L'automobile che adorava, che cullava come un bambino e che presentava come classica. Non ne sarebbe stato felice e lei non la passerà liscia.

Tirò fuori il suo telefono e lo chiamò.

 

    "Jane…am…Patrick!...ho bisogno che tu venga dalla tua macchina…Si adesso…va bene."

Un paio di minuti dopo lo vide affrettassi verso di lei. Appena notò la sua macchina si fermò e un espressione di attonimento trasformò il suo sorriso in una smorfia di panico, cominciò a correre. Arrivato cominciò a girare in torno a quello che rimaneva della sua amata Citroen. L'espressione di panico non lo aveva ancora lasciato. Cominciò a carezzare piano dove l'SUV era inchiodato alla sua auto. Si girò piano verso Lisbon e le diede un occhiata confusa.

 

    "Lisbon, la mia auto? Perché la mia auto?…No, no, no, no...questo non va bene"

 

    "Jane mi dispiace, davvero…Il CBI pagherà per la riparazione…ti prego non ti arrabbiare è stato un incidente"

Lui le diede un occhiata patetica, da cucciolo perduto.

Rimase li attonito. Piegò il dito indice e se lo portò fra i denti.

 

Lei era veramente dispiaciuta, non sapeva cosa fare e avrebbe voluto andargli accanto e abbracciarlo. Lui in quel momento sembrava un bambino che aveva perso il suo camion giocattolo. Per l'ennesima volta lei si dovette tener calma, con i piedi per terra e ricordarsi che lui è solo un collega. Doveva proprio darsi una regolata. Jane stava esagerando, era solo una macchina in fondo. Lisbon fece avvicinare Cho.

 

    "Boss, è la macchina di Jane…Sei proprio nei casini adesso" Disse sarcastico.

Lei gli diede una sguardo minaccioso, ma decise di andarsene, prima di fare qualcosa di stupido. Infondo c'era ancora un caso da risolvere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

  

 

 

 

   
 
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