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Autore: _Branwen_    30/06/2012    7 recensioni
Sheila è tornata e oggi, in un giorno speciale, si lascia andare ai ricordi, alle emozioni ed al sentimento, in una veste più intimistica e personale.
Commissionata da Sheila_Sparda la quale mi ha dato campo libero e spero possa apprezzare il risultato finale, un regalo di compleanno in netto anticipo, ma meglio che in ritardo, no?
Nota: come sono solita dire, io scrivo sempre e solamente per me stessa, quindi usare dei "canoni" (o personaggi) di qualcun altro che non sia io, un po' mi ha "rallentato col groppo", ma mettersi alla prova porta sempre a migliorarsi, ed ecco la me egoista che vi propone questo esperimento, per la serie "vediamo se riusciamo a vendere il prodotto commerciale".
Scusate la premessa satirica e non introduttiva e grazie dell'attenzione.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Dante
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Between here and beyond now.



Domenica, otto luglio, è mattina presto e il mio risveglio non è per nulla spontaneo, ma indotto da un quid a me ignoto che non è affatto un incubo.
E rieccomi qui, ancora una volta, in preda all'ansia, in piena mattinata.
Scosto con un calcio il lenzuolo e la coperta leggeri e li faccio cadere a terra del tutto raggomitolati in un'unica palla di stoffe semplici, neanche se volessi giocare agli europei di calcio.
Odio quello sport e soprattutto odio la decisione governativa degli Stati in cui si tengono tali avvenimenti di aver sterminato tutti quei cani randagi al fine di questo spettacolo dove non trionfa la comunione dei Paesi partecipanti, bensì tutta la corruzione e il denaro che entrerà nelle tasche dei potenti.
Questo è un piccolo pensiero di sfogo mattutino, in quanto io adoro gli animali e ancor più i cani.
Inizio a pensare: ma è mai possibile che puntualmente, ogni anno, ossia ogni trecentosessantacinque giorni precisi, il mio ciclo circadiano si ricordi di questo giorno?
Ovviamente sì, suppongo, se mi sta capitando è logico che possa accadere.
Eppure il mio animo non riesce a rasserenarsi.
Sono del parere che non riuscirò mai nell'impresa.
Scaccio una lacrimuccia ribelle che è sfuggita al mio controllo e come tale voleva attestare la mia fragilità.
No, non lo sono.
Non lo sono più.
La mia ingenuità è divenuta maturità, il mio essere infantile si è spento, falcidiato via come un colpo di scure, portando via con sé tutto ciò che poteva farmi apparire una bimbetta “addormentata”, che scende dalle nuvole, quella a cui si può raccontare una bugia o una falsa promessa per farla zittire cosicché la smetta di scocciare, per via di quanto potesse essere appiccicosa a loro dire.
Ricordo quando tagliai i miei lunghi capelli rossi e volarono via portati dal vento sparsi qua e là, esattamente quindici soli dopo lo stesso giorno di dieci anni fa.
Erano il mio vanto, un tipico vezzo di vanità femminile ed io tenevo molto alla mia fluente chioma vermiglia.
Tagliandoli feci però una solenne promessa, un giuramento di cui mai mi pentirò: mai sarei più apparsa debole e inerme, indifesa, non c'è il principe azzurro col cavallo bianco a difendermi, e infatti, ho imparato a farlo da sola e anche maledettamente bene, se mi è concessa una punta di arroganza.
Vado a fare in fretta una doccia, oggi si prospetta una di quelle giornate in cui l' insicurezza, che non si fa mai sentire nell'arco di tutto l'anno, ora vuole giocarmi un tiro mancino coi fiocchi.
Se la sorte vuole sfidarmi, ebbene sono pronta.
La vecchia Sheila, la povera e tenerella Sheila non esiste più, ora ne esiste un'altra e non nego che per certi versi sia migliore della precedente.
Apro il piccolo armadio a muro, dopo essermi rinfrescata un po' ho bisogno di indossare qualcosa oltre al leggero intimo semplice e pratico che mi è consono nel quotidiano.
Nulla di elaborato o di appariscente e né da donnaccia, certe cose non sono assolutamente da me; d'altronde, sono cambiata, sì, è vero, ma una parte di me è ancòra ancoràta a quell'essenza solita che mi ha sempre contraddistinta.
Prendo dei comodi e ben stirati pantaloni sette-ottavi di jeans, abbastanza aderenti e tali da sottolineare le mie curve: la calura è opprimente già alle sette del mattino, ma la mia destinazione, il luogo verso cui sono diretta, richiede un certo decoro e soprattutto un rispetto tale da potermi “sacrificare” per una mezza giornata trascorsa a sopportare una maggior diaforesi.
Prendo una semplicissima ed anonima t-shirt, ma che mostra rilievo al mio seno e quindi penso sia eccessivo. Me la tolgo senza pensarci due volte; odio quando la gente si fissa sul mio corpo come se non vi fosse null'altro che un noto pertugio in me tra le mie gambe, mi verrebbe voglia di dare la castrazione a tutti quei pervertiti bavosi e nel mio lavoro ne ho incontrati alcuni davvero insopportabili. Mi viene un'ondata di ribrezzo al sol pensiero, che scuoto immediatamente dalla mia mente.
Osservandomi allo specchio mi guardo attentamente e noto che la mia figura non è affatto strabordante di forme e dunque maggiorata, ma nemmeno un'esile scheletrina.
Ho sempre odiato gli eccessi e il mio corpo più maturo ha mantenuto le aspettative del mio di liceale, merito dell'allenamento estenuante al quale mi sono sottoposta per riuscire nel mio scopo.
Essendo ospite presso l'agenzia di qualcuno, non mi va affatto di incrociarlo stamane o, se proprio la sfortuna desidera remarmi contro, vorrei il più possibile evitarlo.
Delle delicate espadrillas legate con un bel fiocco adornano i miei piedi mentre una camicia a scacchi larga mi permette di star fresca e di camuffare il mio corpo al meglio.
Stavo per lasciare la camera nella quale mi è stato permesso di riposare e un lieve sorriso, stavolta nostalgico, mi scuote.
Se ci fosse stata mia madre mi avrebbe dolcemente rimproverata con un buffetto sulla testa, perché non ho mai amato rifare il letto.
Quante volte me lo diceva!
E la mia sorellina sorrideva perché lei adorava dormire con me, e alle volte le coperte erano tutte sue.
Questa volta non ce la faccio, due piccole goccioline salmastre rigano le mie guance: è un dolore inestinguibile.

Scendendo le scale, la giovane Sheila sta molto attenta a non fare il benché minimo rumore al fine di evitare di disturbare il padrone di casa o, per meglio dire, secondo lei, il padrone di quella stamberga o che dir si voglia topaia, per quanto è sporca e messa a soqquadro, mancando propriamente la mano di una donna che conosca almeno le nozioni base dell'ordine e della pulizia, come una brava massaia.
Ma la fanciulla non può mentire a se stessa, lei sa bene, in cuor suo, che tutta questa meticolosità per rendere un perfetto silenzio è dovuto al senso di mancamento e di capogiro impenitente, ma ben camuffato, che le deriva ogniqualvolta i suoi occhi tendenti al fumo si scontrano con delle pozze che trascendono i ghiacciai più limpidi, appartenenti a un giovane uomo che conosce da tempo, ma che soprattutto non ha mai smesso di amare, seppure ora, con un orgoglio recalcitrante, ella affermi di non essere più soggiogata dall'affascinante presenza dell'uomo in questione, ma questa è una pura e mera bugia che il giovanotto vuole smascherare appieno.
Il piano di lei di sfuggire ai sensi iper acuti di qualcuno come un lieve alito di voce, è andato in fumo.
Un sorrisetto sardonico su una mascella squadrata nonché ben definita, matura, velata da un leggero filo di barba più scuro per rapporto al chiarore della sua pelle e dei capelli, a tratti madreperlacei si rivela non appena la ragazza mette piede in cucina, dove, ovviamente, si aspettava lei, per la questione “fornelli e colazione”.
Rassegnata dal fatto di non averlo saputo raggirare, sospira già vedendolo seduto sulla comoda poltrona di pelle lisa, intento a leggere una rivista, con le gambe strette al pouf che gli permette una maggiore comodità intrinseca.

"Buongiorno, Dante."
"Buongiorno a te, Sheila, la cucina ti reclama..." il ragazzo ben si mantiene dal pronunciare le due dolci parole che qualsiasi persona apprezzerebbe in un giorno tanto speciale, ma per lei, nella stessa data, anche se non richiesti si incatenano in tale arco di tempo anche l'avvenimento più tragico che ha dominato la sua adolescenza e quella che ora si suppone essere il primo fiore del suo essere adulta.
Un'adulta che ha come scopi principali la ricerca, la caccia, la verità e la vendetta. E lui lo sa bene.
"No, un momento, fammi capire bene... io mi sono appena svegliata e dovrei farti da schiava? E tu, che immagino sia lì da un po', non hai mosso un dito sinora e hai continuato a tenere le mani sulla pancia? Se tanto tenevi alla colazione, caro mio, la prendevi al bar all'angolo mentre tornavi dalle tue nottate brave, un cornetto per te ed uno per me magari..." fortunatamente l'intento di Dante nel distoglierla dal fatto che oggi compie gli anni ha funzionato ed alla grande. Ma ha sortito anche l'effetto di udire nella sua voce una punta di stizza nell'aver pensato che egli possa esser stato con una donna... che non sia lei. Gelosa anche ora, dopo dieci anni, non si era sbagliato. E sull'onda di questa convinzione, la risposta di lui è sibillina ma al contempo chiara.
"Beh, se permetti, ritengo che la donna con cui ho passato la notte meriti di più la colazione di te, che ti sei svegliata ora, e che quindi devi preparartela" e il marcare del verbo “prepararti” non sfugge a Sheila.
"Quindi...la colazione devo farla... solo per me, dico bene?"
"Esatto, io ho già provveduto a soddisfare il mio livello di fame e... appetito" non si poteva essere più maligni ed allusivi di così, non vi pare?
"Ah, sei stato chiarissimo, trasparente, vabbè, tanto meglio, meno lavoro per me se preparo solo un pasto" anche se nelle corde vocali della giovane traspare molta fierezza, è innegabile che un po' di tristezza per aver pensato male della notte appena passata dal cacciatore di demoni con una lei che non è propriamente la ragazza che è di fronte a lui, ma questo non deve più ferirla, nemmeno scalfirla, perché ha altre priorità più impellenti e più necessarie di fare la sciocca sentimentale che pende da qualsiasi parola da lui pronunciata. E in silenzio, con calma e meticolosità, si accinge a prendere il bollitore per far scaldare un goccio di latte.
La sua attività di cuoca viene seguita in ogni passaggio da Dante, il quale la osserva senza farsi notare, provando a carpire se le sue parole abbiano scalfito o meno l'animo della sua carissima amica d'infanzia, e qualcosa di più molto probabilmente.
Purtroppo, vedendola di spalle, l'uomo possente può solo tendere l'udito al massimo per auscultare il battito cardiaco della ragazza, che mostra un po' inquietudine.
Ma prosegue nel suo “lavoro” ed ora aspetta su una seggiola della cucina che il caffè sia pronto.
"Sheila?" Dante la richiama un attimo, avendo notato in lei lo sguardo perso di coloro che rimandano a pensieri tetri e tristi.
"Sì? Cosa c'è?"
"Su, dai, ammettilo che volevi la mia compagnia in camera stanotte..."


Sto preparando la colazione, ma solo per me.
Dato che qualcuno ha già fatto tutto, in compagnia di chissà quale donnetta, io mi premuro di procacciarmi del cibo.
Nel mentre che preparo, mi lascio andare un po' ai pensieri e mi rendo conto della mia fiacchezza d'animo.
Mi ha fatto male sentire che ha trascorso la notte con qualcuna che non conosco, è sempre stato così. Egli si diverte mentre io mi danno e dispero per lui, perché non mi ha mai considerato come io volevo che facessi.
E pensare che avevo detto che non mi sarebbe importato, che stupida che sono, ma devo provare a resistere, mostrarmi, rendermi forte, per me innanzitutto... e per voi.
Mamma, papà, sorellina mia, mi sono seduta al tavolo della cucina, come facevamo sempre noi, per tutti i pasti della giornata.
Anche se avevamo orari diversi, chi il lavoro, chi la scuola, per sederci a quella modesta tavola c'eravamo sempre, per chiacchierare, conversare, ridere, scherzare, mentre io crescevo grazie a voi ed alle vostre amorevoli cure.
Mi mancate, tanto, troppo e mi sento vacillare perché voi non siete più qui.
Mi basterebbe una sola presenza, una prova tangibile che non mi avete abbandonata, ma chiedo troppo, vero?
Pensarvi mi fa cadere nello sconforto, ma mi sento risvegliata, è la voce di Dante, cosa vorrà?
"Sheila?" devo ammettere che sentirlo parlare con la sua voce più baritonale e bassa mi fa uno strano effetto, ma manteniamo la calma.
"Sì?"
"Su, dai, ammettilo che volevi la mia compagnia in camera stanotte..." eh? Ma tu guarda che maligno, mi aspettavo una battutaccia del genere da uno come lui, ma non così repentinamente e di gusto, toh, ma guardatelo, sorride anche sotto i baffi, che grande carogna... allora rispondiamo a tono, come merita.
"La tua compagnia? Innanzitutto non ti toglierei mai ad una donna disperata con la quale condividi il letto dato che ha voluto te per divertirsi, come seconda cosa poi faceva troppo caldo ieri sera per qualsiasi attività senza il condizionatore di cui tu sei sprovvisto e tre... sto considerando alcune proposte, io, non mi getto nelle braccia del primo sconsolato, come fai tu" sarò stata forse troppo cattiva, ma non mi importa, non ho intenzione di farmi sottomettere né verbalmente né in altri modi. Scoppia a ridere, il bastardo.
"Le donne con cui vado disperate? Al contrario, si reputano fortunate, sai? Per qualcosa che non ti è dato sapere. E che richieste vagli tu?" e questa curiosità? Si tratta solo di voler ficcare il naso nei miei affari? Non mi convince.
"Qualcosa che non è dato sapere a te, casomai. Comunque sono degli uomini che mi chiedono di conoscermi e che, ovviamente, si approcciano alla sottoscritta" è falso, la mia routine lavorativa non mi permette di frequentare uomini e poi non me ne interessa nessuno... nessuno... a parte chi ho dinanzi. Non ho mai saputo dire le bugie, ma non ho avuto altra scelta, non esiste che lui possa pensare che... che io sia ancora presa come quando ero più piccola. 
"Sono felice per te, Jessica Rabbit, e piantala di arrotolarti i capelli con le dita, sulle ragazzine come te i trucchi per sedurre non attecchiscono, non ne sei capace, per nulla" non mi ero accorta che rapidamente si era avvicinato a me e ora è lui che tortura una ciocca dei miei capelli presi dalla mia coda alta. Arrossisco miseramente, purtroppo. Non sono ancora brava a celare del tutto le mie emozioni.
"Allora lascia che faccio pratica" gli rispondo beffarda.
"Contenta tu... vedi che il caffè è uscito e si sta versando sul piano cottura. E rilassati, so dove devi andare, vorrei venire anche io"  con quest'uscita mi ha spiazzata.
Sapeva, sa, si ricorda... e vuole accompagnarmi.
"Va bene, grazie" non ce la faccio a essere dura in questo caso, questa volta merita di esser ringraziato.
"E di cosa?"
Non c'è nulla da fare: è sempre lui, il solito Dante, che non ama prendersi meriti in più.


Entrambi i giovani ora sono dinanzi tra bianche lapidi tutte vicine, che recano lo stesso cognome, quello della famiglia White.
Per la giovane donna dei gigli rosa, per l'uomo alle volte burbero dei rami di lavanda, mentre per la piccina delle rose bianche, pure come la sua fanciullezza.
Dei rami d'edera si intrecciano sulle marmoree lastre, quella pianta sempreverde attesta che la natura si rinnova, il tempo passa e la speranza resta immutata.
La speranza che il meglio possa sempre giungere, per tutti, quindi anche per lei, la buona Sheila.
Se ne accorge adesso, dopo essere uscita da quel cancello grande e pesante che nei giorni festivi resta aperto solo mezza giornata.
La vecchina del chiosco all'angolo dove ha acquistato i fiori prima le sorride, con la consapevolezza di chi come lei ha da tempo almeno un caro lì tumulato e prova l'angoscia di esser rimasta, sola, l'unica in vita.
Ma, mentre un uomo ti porge il casco della moto, si rende ancora conto che non tutto è perduto, anzi, qualcosa può cominciare.
"Su, Sheila, non esser triste, oggi devi divertirti, anche loro lo vorrebbero."
E scoccandole un bacio sulla fronte, una frase gentilissima e quanto più adatta.

“Buon compleanno”.








L'angolo di Layla.
Salve a tutti.
Perdonate daccapo la mia intrusione su questo fandom, ma com ho detto già nell'introduzione, l'otto luglio è il compleanno della cara Sheila_Sparda, in attesa che ella continui a scrivere la sua storia, le dedico questa, una piccola sua richiesta, che penso possiate gradire anche voi, gentili lettori.
La pubblico oggi perché credo che l'otto luglio non sarò a casa e non potrò usare il pc, purtroppo.
Ora vi lascio, spero vi piaccia, un saluto,
Layla_Morrigan_Aspasia.
   
 
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