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Autore: Ninnii    30/06/2012    2 recensioni
Questa non è una storia d'amore.E' la storia di un amore puro e oltre ogni limite. E' la storia di un amore incondizionato, difficile se non impossibile da trovare. E' la storia di un amore che continua e continuerà all'infinito,oltre la morte. E' la storia di un amore non privo di ostacoli. E' la storia di un amore nascosto, segreto,intimo, privato. E'la storia di un amore REALE. E se volete scoprire la verità non vi resta altro da fare che leggere Heaven...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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....Heaven.....







“Tanto non riuscirai ad impedirmelo…”
Paris alza le sopracciglia senza degnarmi nemmeno di un piccolo sguardo nel sussurrare queste parole. Si limita a bucare con la cannuccia il foro del cartoncino del succo d’arancia che ha appena tirato fuori dal frigorifero. Il movimento è deciso, l’aria indifferente e “superiore”, di chi è certo che avrà quello che vuole, nonostante tutto e tutti.
Un sorso, poi due, mentre nella cucina regna il silenzio.
Distolgo lo sguardo dal tagliere di legno sul quale stavo tagliando le zucchine fino a mezzo secondo fa. La fisso per qualche istante senza dare troppo nell’occhio. I capelli sono raccolti in una coda e il suo volto è ombreggiato dalla visiera del cappellino rosso e bianco che indossa. Non devo e non voglio in alcun modo sembrare turbata o offesa da questo suo atteggiamento.  Allora, ritorno al mio lavoro.
“Penso che tu non sia abbastanza grande per prendere da sola decisioni del genere…” Ribatto, cercando di mantenere la voce pacata.
Il coltello picchietta sul legno, mentre altri lunghi sorsi interrompono  nuovamente il silenzio.
Poi le labbra si staccano dalla cannuccia emettendo un mugolio. Adesso mi fissa . La canotta da basket di Prince che ha addosso è troppo grande e lunga per un fisico minuto come il suo. Le copre persino i pantaloncini  ma è ideale per giocare con i fratelli in giardino. Mi viene da ridere. Probabilmente, anzi, sicuramente, se non fossimo stati un momento così serio, l’avrei presa in giro . Così piccola e così adulta nello stesso tempo...
“Ormai ho già preso la mia decisione ,mamma.” Afferma, seria.
I suoi grandi occhi color mare ora sembrano sfidarmi ad un duello che cerco di evitare. Non mi piace discutere. Preferisco di gran lunga parlare, ragionare e far ragionare. Il litigio è sempre la mia ultima sponda.
Interrompo ancora la preparazione della cena, momentaneamente, lasciando giacere coltello e brandelli di zucchine sul ripiano. Appoggio il polso della mano destra sulla fronte umida, cercando di asciugare le goccioline di sudore. Decido di provare con la comprensione.
“Tesoro, io capisco il fatto che tu lo voglia fare per una giusta causa, ma non penso che sia una decisione da prendere in questo momento…”
Mentre le parlo continua a guardarmi. Sembra interessata ad avere una mia opinione o un mio parere. Finisce di sorseggiare il succo, lo agita vicino all’orecchio convinta che ne sia avanzato ancora. Lo riconstata con un ultimo sorso. Adesso la guardo anche io.
“Credo che tu ci debba pensare ancora un po’… Rifletti. Sei ancora così giovane…”.
 “La verità è che non ti fidi di me…”  Mi interrompe.
 La vedo aprire di scatto il mobile della spazzatura , per gettare dentro il cestino in acciaio il suo rifiuto.
 “ Dillo!” Sbotta.
Prevedo tempesta, il cielo sta iniziando a farsi nuvoloso. Mai tirare fuori il discorso dell’età con un’adolescente.
“Non è una questione di fidarsi o meno… “
“E invece sì!” Il tono della sua voce inizia a crescere sempre di più “Nessuno qui si fida di me, NESSUNO!”
Sta decisamente urlando adesso. Sbatte l’anta del mobile.
 La fisso in modo serio e severo, cercando di monitorarla in qualche modo. Ma lei non sembra accorgersene e si prepara ad abbandonare la cucina, continuando a borbottare e lamentarsi, mentre si dirige verso la porta.
“E comunque sono grande, oramai! Ho TREDICI ANNI!”.
Esce di scena da vera artista, camminando in modo veloce e sicuro, sotto il mio sguardo alquanto contrariato, prima che potessi controbattere con qualsiasi argomentazione.
 Forse è stato meglio così. Si è sfogata. Le passerà.
Almeno spero.
Avrei  voluto e dovuto fermarla in qualche modo, ma la conosco troppo bene. Quando si mette in testa di fare una cosa non c’è santo che tenga.
Ha deciso che vuole essere la protagonista di un nuovo film di animazione e lo sarà, costi quel che costi.
Anche se tutto il ricavato verrà donato alle scuole pubbliche statunitensi, non sono propensa a condividere questa sua scelta di iniziare una carriera da attrice così presto. Dovrebbe godersi l’adolescenza. Una volta compiuti i diciotto anni avrà tutto il tempo per prenderle queste decisioni.
Afferro il coltello e riprovo a cucinare ma la mia vista si blocca sulla fede in oro bianco che ho all’anulare e subito iniziano a riaffiorare i ricordi.
Michael. Il mio Michael. Paris me lo ricorda tanto. È quella che gli somiglia meno fisicamente ma è uguale e identica a lui per molti aspetti caratteriali.
Anche lui, come lei, se voleva fare qualcosa la faceva e basta.
Anche lui, come lei, doveva avere sempre l’ultima parola, quando discutevamo.
Anche lui, come lei, ha iniziato la sua carriera lavorativa da bambino. Forse è per questo che non voglio che Paris faccia lo stesso identico errore .
Certo, lei non è stata costretta. È tutto frutto di una sua libera scelta, ma ho paura di non riuscire a gestire da sola questa situazione.
Chissà cosa direbbe e farebbe lui se fosse al mio posto o se solo fosse ancora qui con me, con noi. Me lo chiedo spesso, soprattutto in certe situazioni, quando prendevamo insieme certe decisioni.
Chissà se sarebbe d’accordo.
“Mamma, mamma!” .
La voce del bambino più bello del mondo, provenendo dal corridoio, interrompe i miei pensieri.
In men che non si dica, Blanket è in cucina. Come la sorella maggiore ha i lunghi capelli neri raccolti in una coda di cavallo e indossa una  canotta verde e bianca, di non so quale giocatore di basket. A lui, però, si intravedono i pantaloncini grigi.
“Heavy  si è svegliata perché ha sentito Paris urlare e adesso è spaventata…”. Mi dice, guardandomi con i due occhioni neri e profondi, preoccupato. A volte mi ricorda il gatto con gli stivali di Shrek.
“Arrivo subito…” lo rassicuro, sorridendo, mentre mollo nuovamente tutto sul ripiano della cucina e mi asciugo le mani sul grembiule.
“Che c’è per cena?” chiede, curioso, raggiungendomi  e mutando repentinamente la sua espressione.
Dà un occhiata al tagliere, a quello che c’è sopra , poi al coltello e infine ai fornelli. Forse spera di trovare qualcosa di meglio. Poi, prende con due dita un pezzo di buccia di zucchina fissandolo con aria leggermente schifata. Mi guarda, quasi supplichevole.
Ok, non è serata di verdure. Avrei dovuto capirlo già da un pezzo.
“…Pizza?!?” propongo.
La bocca del bambino si spalanca in un enorme sorriso. Gli accarezzo la testa e gli stampo un bacio sulla fronte, mentre lui rilancia la buccia sul ripiano in legno.
Poi, insieme, ci dirigiamo verso la camera della piccola Heaven.
Chi è Heaven?!?
Forse è meglio che vi racconti una storia….









Buon giorno a tutti:)
Mi presento, sono l'autrice di questa storia e sono molto lieta di essere qui e conoscervi;)

Mi sto per laureare, quindi perdonatemi se non riuscirò ad essere molto presente su efp ma vi prometto che posterò non appena riesco a trovare un attimino di tempo libero;O).
Certo, avrò sempre tempo per voi e per mantenerci in contatto .... Perchè? Ma semplice, perchè c'è un filo che ci lega e perchè  siamo una grande famiglia!!
In attesa di un vostro riscontro vi abbraccio!

A Prestissimo.
Vi voglio bene.
God Bless You.
Ninnii






















  
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