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Autore: MakieyoMela    30/06/2012    2 recensioni
Era iniziata grazie allo zucchero che io e Kim Jonghyun diventammo amici.
Era iniziata grazie allo zucchero che io e Kim Jonghyun diventammo qualcosa di più.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jonghyun, Key
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era iniziata grazie allo zucchero;
 
Bussai con le nocche della mia mano di color bianco pallido alla porta in legno marrone scuro ben rifinito su cui c'era una piccola targhetta bianca dai contorni rossi con su scritto 'Kim Jonghyun' in verde. Mi ero appena trasferito in quel corso di università, quella grande università che giaceva su un grande mare blu pulito, quella grande università che permetteva a chi viveva fuori città di dormire nei suoi dormitori.
Congiunsi le mie mani, torturandole. Ero nuovo, non conoscevo nessuno e chiedere dello stupido zucchero mi faceva sentire un ritardato. Come avevo potuto dimenticare lo zucchero?
Kim Jonghyun era il ragazzo più popolare dell'università, il più bravo nel suonare ma soprattutto conosciuto per la sua voce e i suoi metodi di studio così particolari: lui studiava con la musica. Bastava scriverci una piccola canzone su ciò che studiava ed ecco che aveva imparato tutto.
I miei pensieri e le mie lodi su di lui, però, vennero interrotti da una girata di chiave nella serratura della porta davanti ai miei occhi. Stava per uscire, ed io, Kim Kibum, nuovo alunno, non sapevo se correre via e far finta di nulla o chiedergli quel dannato zucchero.
La chioma ramata, quasi sul rosso, spuntò dalla porta. Il viso pallido ma così sorridente. Si, mi sorrise, sorrise al nuovo alunno, sorrise a Kim Kibum.
Non mi decidevo a salutarlo, non mi decidevo a chiedergli lo zucchero, ero impalato alla porta, con lo sguardo sul suo viso. Avrò avuto uno sguardo da idiota, da ritardato, lo vedevo ridere. Ridere di me.
-Posso esserti d'aiuto?- Quella voce melodiosa mi attraversò il cuore. Era come se si fosse messo a cantare d'improvviso solo per chiedermi qualcosa.
Annuii, non staccando mai gli occhi dal suo volto divertito -Avresti dello zucchero?- Mi venne da balbettare e diventai rosso, abbassando lo sguardo sulle mie mani.
I suoi occhi lucidi erano troppo da sopportare, era un dio greco. Era IL dio greco di quell'università e io, Kim Kibum, stavo parlando con lui, lo stavo facendo sorridere, ridere, e non me ne importava nemmeno come.
Non disse nulla, ritornò nel suo piccolo appartamento rimanendo la porta aperta. Diedi una sbirciatina: era tutto così ordinato, c'era alcune chitarra vicino al divano, tutto era ben pulito e poi qualche foglio sul tavolo davanti al divano. Riuscivo a vedere solo questo.
Poi trasalii vedendo il suo volto chiaro ritornare alla postazione, con, tra le mani, una busta bianca con su scritto 'Zucchero'.
-E' poco- Storse le labbra carnose e aggrottò le sopracciglia spesse e castane -Ma credo possa bastare- Me lo puntò in avanti, aspettando che lo prendessi ma ero come bloccato. Fissavo solo il suo viso perfetto senza nessun difetto. Se ne accorse e cacciò fuori ancora quei denti bianchi che nascondeva dietro le sue labbra -.. Però adesso, dovrei andare- Mi ripresi, afferrando la busta che aveva tra le mani e mi inchinai per ringraziarlo -Di nulla, Kim Kibum- Vidi i suoi piedi rientrare e la porta chiudersi, senza fare  il minimo rumore.
Mi alzai, esterrefatto: lui sapeva come mi chiamavo, Kim Jonghyun sapeva chi era Kim Kibum e io non potevo che esserne felice.
 
 
Era iniziata grazie allo zucchero che io e Kim Jonghyun diventammo amici.
Era iniziata grazie allo zucchero che io e Kim Jonghyun diventammo qualcosa di più.

 
La biblioteca era deserta quel giorno, indossavo un paio di jeans stracciati alle cosce di un bianco perla dalle rifiniture azzurre, una semplice maglia rosa a mezze maniche e una giacca rosa aperta con degli occhiali nerd dalla montatura nera lucida. Davanti ai miei occhi c'era un libro di chimica aperto: nemmeno una figura, scrittura piccola e spiegazione non tanto dettagliata. Mi mancavano li libri delle medie, persino, i libri dell'elementari. Quelli sì che erano accurati e ben fatti. Erano giorni che non vedevo e non sentivo Jonghyun. Il suo piccolo appartamento era sempre vuoto e lui non c'era mai, nemmeno quando avevo bisogno dello zucchero.
Cercai di concentrarmi, però, su quelle formule chimiche mi si erano presentate davanti per il compito che si sarebbe dovuto tenere da lì a pochi giorni. Fino a quando però una chioma alzata e rossa non fece capolinea nella vecchia biblioteca dell'università. Delle adidas bianche, un jeans largo scuro, una cintura borchiata, una camicia nera, un gilet verde e un cappello nero.
Un battito perso.
Due battiti persi.
Senza respiro.
Ero senza respiro.

Non appena intravide la mia figura, si avvicinò al mio tavolo rotondo e vuoto, ero solo, come avevo già detto, la biblioteca era deserta in quei giorni di fine corso. Forse ero davvero l'unico ragazzo che studiava in silenzio in quell'istituto. Jonghyun fece un cenno di mano e un piccolo sorriso sbocciò sul suo viso.
-Kibum- Sbottò, scompigliando i miei capelli biondo miele -E' da un pò che non ci si vede- Non disse altro. Smise di sorridere e si mise seduto alla sedia proprio di fianco alla mia. Tenevo lo sguardo basso, sulle mie mani poggiate sul libro di chimica ancora aperto a quella pagina che proprio non riuscivo ad imparare -Che ne dici di venire nel mio appartamento, stasera? Ho una sorpresa per te- Accennò un piccolo sorriso, io annuii solamente, senza alzare lo sguardo verso i suoi occhi grandi e lucidi di quel nero pesto che tanto mi piaceva.
Quel ragazzo era passato dal farsi stimare al farsi piacere, e io, Kim Kibum, avevo paura della successiva tappa. E semmai mi fossi innamorato di lui? Semmai sarei diventato come quelle ragazzine adolescenti che, in balia del loro amore infantile, avrebbero fatto di tutto? Kim Jonghyun era il mio hyung e io rispettavo ogni sua singola scelta ma avevo paura della successiva tappa.
La sera stessa, essendo stato invitato, bussai per la seconda volta in quel mese. Toccai, nervosamente, quel ciuffo ribelle che mi cadeva davanti all'orecchio in balia dell'ansia per l'incontro. Che specie di sorpresa aveva in servo per me?
Quando quella porta marrone si aprii, ebbi un tuffo al cuore nel rivedere, dopo tre ore di assenza, quel visino perfetto che mi sorrideva compiaciuto -Sei venuto!- Estasiato, mi abbracciò -Pensavo mi avessi dato buca-
-Avrò capito male l'orario, sono in ritardo?- Ero confuso. Mi staccai da lui, mentre le mie guance presero un colorito sul rosso porpora, ed entrammo nel suo piccolo salotto ordinato.
-No, ma speravo arrivassi in anticipo- Ammise, grattandosi la testa, imbarazzato. Ci fu un attimo di silenzio, dove sia io che lui continuavamo a guardarci ed abbassare lo sguardo ripetutamente troppo imbarazzati.
Poi allungò una sua mano alla mia, stringendola e portandomi nella cucinetta proprio vicino alla sua camera da letto. Non ero mai entrato in quell'appartamento, e l'emozione di esplorarlo era incredibile. Poteva scoprire i segreti di quel ragazzo che mi stava stringendo appena la mano, potevo capire le sue abitudini quotidiane, potevo far parte delle sue giornate.
Mi fece sedere al tavolo bianco di ferro e plastica, su cui era poggiata una torta coperta da un vassoio. Era stata appena tolta dal frigo, si poteva sentire la freschezza che emanava anche a tanto di distanza.
-E' che.. Oggi è un mese che ci conosciamo- Blaterò il ragazzo tutto muscoli che mi era affianco, alzato, mentre con entrambe le mani, dopo aver lasciato la mia che teneva ancora tra le sue, tolse il vassoio dalla torta mostrando quella grande scritta, scritta sopra.
'Un mese di amicizia. Ti voglio bene, Kim Kibum'
Abbozzai un sorriso, e sentii l'intero volto andarmi a fuoco, portandomi una mano alle labbra che mordicchiavo nervosamente per l'imbarazzo che quel Kim Jonghyun mi aveva appena fatto provare. Ma quando alzai gli occhi a lui, non c'era la stessa emozione, anzi, sembrava giù di morale.
Osai chiedergli il perché, con una voce flebile e piccola, un pò indifesa, proprio quanto il mio aspetto -Il problema è che io vorrei essere qualcosa di più per te-
-Siamo migliori amici?-
-No..-
-Amici per sempre?-
-Kibum, vorrei essere il tuo miglior ragazzo per sempre- Disse tutto d'un fiato lasciandomi spiazzato. Se il rossore che prima avevo sulle guance era sul rosso porpora, adesso ero un pomodoro in tutto e per tutto. Quel colorito contrastava perfettamente con i miei capelli biondo miele ma non sapevo cosa rispondergli.
Mi alzai dal mio posto e mi ritrovai a pochi centimetri dalle sue labbra. Entrambi ci guardavamo. Entrambi erano in balia dell'emozione. Sembrava di sentire il suo cuore martellare.
Passò una sua mano, dal mio fianco alla mia schiena, togliendo quel poco di spazio che c'era tra i nostri corpi. Il calore del suo alito, riscaldava la mia faccia anche se da riscaldare poco c'era, grazie al rossore e al caldo che stavo provando in quel momento.
-Kim Kibum.. Posso baciarti?- Sussurrò sfiorando il mio naso col suo, perfetto e curvo verso l'alto. Annuii piano, e quelle labbra carnose, con la più lentezza possibile, raggiunsero le mie a forma di cuore, umidificandole. Le sue sapeva di dolce, di zucchero.. Zucchero che avrei voluto leccare all'infinito.
 
Era iniziata grazie allo zucchero che io e Kim Jonghyun convivevamo.
Era iniziata grazie allo zucchero che io e Kim Jonghyun avevamo finito insieme i corsi dell'università.
Era iniziata grazie allo zucchero che Kim Kibum e Kim Jonghyun si iniziarono ad amare. 

  
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