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Autore: Miss Loki_Riddle Gold    30/06/2012    3 recensioni
Un passato che non doveva esistere, false amicizie, amori non corrisposti e uno Starkey preso di mira da dei bulli.
Tutto questo gira attorno alla protagonista che si ritroverà costretta a mettere apposto i propri sentimenti ed un passato troppo grande per lei.
Dal 2° capitolo:
Era il primo giorno di scuola per me. Le persone mi guardavano come se mi conoscessero da sempre, però.
C’era anche qualche d’uno che mi salutava.
Tutto questo avviene durante il 1959, quindi dimenticatevi i Beatles. Non se ne parlerà. Ho scritto questa storia sia perchè ci sono troppe poche storie con Ringo per protagonista sia perchè mi sono sempre chiesta come fosse stata la sua vita prima di unirsi ai Beatles.
Buona fortuna a chiunque voglia leggere questa storia, avvertiti: ci saranno delle parolacce. Sarebbero graditi dei commenti, almeno potrei capire se vi piace la storia o meno.
Scusate per il ritardo. Gli ultimi due capitoli saranno presto pubblicati.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Harrison, John Lennon, Nuovo personaggio, Ringo Starr
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 1 - Il terremoto

Ogni cosa deve avere un inizio, una fine e uno svolgimento. E’ questo che spiega ogni volta un insegnante di italiano.
Ma non vi spiega che anche le cose più piccole, quelle più insignificanti possono far iniziare una nuova pagina della vostra vita.
Non vi spiega quanto vi potreste sentire piccoli davanti a una lettera, non vi spiega quale sensazione si prova quando la tua vita va in mille pezzi.
L’unica cosa che le persone vi sanno dire è “speriamo non ti succeda mai.” Ma poi, nel momento del bisogno spariscono o non sanno che fare, lasciandovi soli.
Fu così, proprio in quelle condizioni che mi trovai quella sera. Non sapevo spiegarmi perché Lui, il mio migliore amico, si dovesse nuovamente fidanzare.
Mi sentivo una stronza, una grandissima stronza a non esserne felice.
Ma non ero ancora in grado di controllare il mio battito cardiaco.
Non ne ero stata in grado da quando lo avevo conosciuto.
All’inizio avevo creduto che si trattasse semplicemente di paura, dato che non ci eravamo mai visti dal vivo.
Lui era italiano ed io Inglese.
Poi avevo capito.
La realtà è che fin dalla prima volta che ne avevo sentito la voce, mi ero accorta che era troppo tardi per non innamorarmene.
Ero stata io a chiedergli di essermi amico. Io mi ero imprigionata con le mie stesse mani.
Luimi aveva fatto soffrire, ma ne avrei avuto la forza per lui, soltanto per lui.
Mi ero decisa a dimenticarlo, ma nemmeno in quello ero stata vincitrice.
Ora mi sentivo strozzata.
- Meredith, andiamo, se no faremo tardi!- Mi chiamò in quel momento mia madre.
Non avevo la forza di risponderle.
Ero sdraiata sul letto con il cellulare ancora acceso. Mi stavo sentendo morire. Continuavo a fissare quelle parole chiedendomi per quale motivo non avessi chiarito tutto con lui quando potevo.
Avevo avuto paura di perderlo ed ora non avrei più potuto stargli accanto.
-No, sono stanca… non verrò!- biascicai, temendo che mia madre non avesse capito.
- Come non verrai? Hai sempre desiderato andare a sentirlo ed ora non verrai, che stai dicendo?- Mi chiese mia madre, affacciandosi dalla porta. Non mi voltai, non potendo, così, vedere il vestito nero da sera che mia madre indossava, se no ci avrei fatto due risate. Mia madre non era proprio in grado di non vestirsi elegantemente, neanche quando, come in questo caso, andava ad un concerto.
Negai con la testa.
-No, non verrò!- ripetei, con un  minimo di fermezza maggiore di prima.
Si affacciò anche Lucy, la mia migliore amica. – Neanche per me? Che ti succede, tesoro?- Si avvicinò al mio letto.
- Niente. -cercai di non far capire nulla a nessuna delle due, ma, ovviamente, fu inutile, dato lo sguardo che mi lanciò Lucy - Divertitevi anche per me.- Non volevo che perdessero lo spettacolo per colpa mia.
Mi voltai ad osservarla, quando mi posò una mano sulla spalla.
Indossava una maglietta con le loro facce. Le facce dei Beatles. Io mi soffermai su quello di colui che avrebbe suonato quel giorno.
- Eh, ne sei innamorata, ammettilo!- Scherzò la mia amica, notando dove andava a parare il mio sguardo.
Feci una smorfia a quelle parole, ripensando a Lui.
- No… non lo sono.- Sussurrai, mentre, però il mio viso si apriva in un sorriso ebete. Ogni volta che guardavo da quella parte lei mi prendeva in giro. Era una cosa che continuava da anni.
- Sì, che lo sei! Signora Gale*, mi dica: sua figlia non le pare innamorata persa di Ringo Starr?- Ecco che ricominciava. Mugugnai qualcosa di incomprensibile anche alle mie  stesse orecchie.
- Sì, lo è proprio, cara! Ma d’altro canto con due genitori che si sono baciati per la prima volta ballando sotto le note di “She loves You” non poteva che nascere una ragazza così!- Fece l’occhiolino a Lucy, la quale ridacchiò.
- Oh, adoro tua madre, è giovane e poi guarda come si comporta: è una di noi! Ma perché la mia non è come lei, Signora Gale?- Sorrise, guardandomi.
- Oh, andate, prima di fare tardi!- Le sgridai, addolcita.
- Perché non vieni con noi?- Insistette Lucy.
- Guarda.- Le mostrai l’sms che lei lesse, prima di annuire.
- Andiamo. Signora Gale, prima lei.- Lucy spinse fuori mia madre.
Solo quando furono lontane scoppiai in lacrime.
Andai a farmi una doccia, per quanto non facesse caldo mi ero abituata così, ormai.
Mescolando le lacrime all’acqua, gettavo via il mio dolore da dosso. Sapevo anche che non sarebbe servito a molto, ma almeno nessuno mi sentiva.
Stavo finendo di lavarmi quando sentii una scossa di terremoto. Non era tanto potente, ma abbastanza da preoccuparmi. Cercai subito un luogo dove mettermi.
Ma in un bagno chiuso non ci sarebbe stato nulla.
Mi osservai attorno: ero in casa da sola quando, a qualche miglia di distanza, c’era Richard Starkey, il mio Beatles preferito, a suonare e cantare. Che ci facevo ancora lì?
Chiusi gli occhi e respirai profondamente.
Finii di vestirmi ed uscii. Dovevo raggiungere mia madre e Lucy, che andasse al diavoloLui!
Non mi sarei persa un’ occasione del genere.
Solo quando uscii compresi che c’era qualcosa che non andava.
C’erano persone abbigliate in modo strano, sembravano provenire dalle riviste degli anni ’50.
Quando mi voltai per rientrare, notai che persino la casa era cambiata. C’era una radio molto piccola e un televisore della stessa grandezza quando prima avevamo tre tv piatte e ai cristalli. Non c’era più il computer come tutte le cose dei miei cantanti preferiti, che erano stati tutti rigorosamente degli anni successivi a quelli dei Beatles. Per un attimo mi sentii dispersa, quando scoprii che non avevo più nemmeno il cellulare e che ora ne avevo solo uno fisso.
Mi diedi un pizzicotto, ma non potei trattenermi dal sentire il dolore. Ero sveglia.
Ma che cosa era successo?
 


* Per chi non lo sapesse Gale è il cognome di Dorothy, la protagonista del Mago di Oz.
   
 
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