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Autore: WhiteLight Girl    30/06/2012    4 recensioni
Takato era certo che quello che stavano facendo non fosse onesto. D'altronde, cosa c’era di onesto nello scommettere sulla vita sentimentale di uno dei tuoi più cari amici?
Nulla. Non era onesto neanche pedinare la persona in questione, eppure era quello che stavano facendo.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ryo Akiyama, Un po' tutti | Coppie: Hirokazu Shiota/Kazu, Ruki Makino/Rika
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VENTI SECONDI ALLO SCHIANTO




Takato era certo che quello che stavano facendo non fosse onesto. D'altronde, cosa c’era di onesto nello scommettere sulla vita sentimentale di uno dei tuoi più cari amici?
Nulla. Non era onesto neanche pedinare la persona in questione, eppure era quello che stavano facendo. Non che quello fosse stato il loro scopo fin dall’inizio, ma quando avevano visto Ryou e Ruki passeggiare per le strade di Shinjuku, e sapendo cosa stesse progettando il ragazzo per la fine della serata, Hirokazu aveva deciso che li avrebbe seguiti ad ogni costo per vedere con i suoi occhi.
Le parole con cui Kenta aveva tentato di farlo desistere dalla sua decisione erano state inutili, le suppliche di Takato erano state liquidate con un gesto secco e Jianliang aveva evitato anche solo di provarci, elencando semplicemente le ragioni per cui avrebbero dovuto restare a farsi i fatti loro.
Se solo ci fosse stata Juri l’avrebbe rimesso in riga in pochi minuti, ma lei non era stata invitata a quella serata per soli maschi. Serata che poi era diventata di spionaggio.
Takato aveva bene impresse in mente le parole che Ryou aveva detto quella mattina, quando si era presentato a casa sua in piena crisi esistenziale: «Glielo dirò questa sera, credi che mi ammazzerà?»
Takato ci aveva messo ore a tentare di convincerlo che comunque, prima o poi, avrebbe dovuto farlo.
Gli aveva ripetuto più volte il classico detto Via il dente, via il dolore. Era convinto che funzionasse, e che Ruki non l’avrebbe scuoiato vivo. Ma Takato era ingenuo, e Ryou conosceva bene la sua ragazza. Era già pronto al peggio.
Infatti Takato lo vedeva camminare, pochi passi più avanti, con la schiena rigida e il passo incerto.
Quando i due amici svoltarono l’angolo Hirokazu si lanciò all’inseguimento, saltando fuori dal cespuglio.
«Andiamo, questa volta sarà Ryou ad ammazzarci se ci beccano!» si lamentò Kenta preoccupato.
Eppure continuarono a seguirli. Ryou e Ruki si infilarono nel parco, dandogli la possibilità di nascondersi tra i cespugli, lontano dalle luci dei lampioni, e si sedettero fianco a fianco sulla panchina.
I ragazzi tesero le orecchie, tentando di sentire quello di cui stavano parlando.
Ruki aveva una gamba sollevata sulla panchina e ripiegata sotto l’altra, che stava a penzolare sul terreno. Ryou si appoggiò allo schienale, le sorrise e tese il braccio verso di lei, che gli si accoccolò contro.
«Non ci posso credere!» esclamò Hirokazu vedendola sorridere «Quella è la nostra Ruki? Non può essere, lei non sorride mai a quel modo!»
«Bè, si vede che quello è il sorriso che dedica solo a Ryou, no?» ribatté Jianliang seccato, distogliendo lo sguardo quando i due iniziarono a baciarsi con passione. Anche Hirokazu lo imitò, disgustato.
«Avrò gli incubi per tutta la settimana» si lamentò Kenta.
Takato rise divertito «Ora possiamo andare?» supplicò.
«No» rispose secco Hirokazu.
Jianliang sollevò gli occhi al cielo e sbuffò, tornando poi a fissare gli amici. Ora Ruki era seduta in braccio a Ryou, che le stava sussurrando qualcosa all’orecchio. Un lieve accenno di rossore le colorò le guancie, poi lui le baciò il collo e le fece il solletico dietro l’orecchio. Ruki si ritrasse immediatamente.
«Ruki soffre il solletico dietro l’orecchio, chi l’avrebbe mai detto?» rifletté Takato ad alta voce mentre la vedeva allontanare la mano di Ryou quasi malamente. La ragazza gli disse qualcosa sottovoce, ma loro non riuscirono a sentirla, e non sentirono neanche la risposta divertita di Ryou.
«Io non sento, devo andare più vicino» disse all’improvviso Hirokazu spostandosi tra il fogliame.
«Mi sa che sarò io ad ammazzarlo, questa sera» affermò Jianliang convinto «Con che coraggio li guarderemo in faccia, domani?»
«Credete che glielo abbia già detto?» domandò Kenta preoccupato.
Hirokazu scosse la testa «No, non credo»
«Avanti, troviamo un punto migliore» propose Hirokazu.

Ryou baciò Ruki sul naso, strappandole un sorriso «Dovrei portarti più spesso a mangiare il Sushi»
La ragazza rise divertita «Una volta alla settimana non basta più?»
«Ti ci dovrei portare ogni sera, per tutta la prossima settimana. Anzi, lo farò di sicuro» affermò Ryou convinto.
«Finirai sul lastrico…» gli disse incerta Ruki, poi lo fissò seria «Perché dovresti portarmi a cena fuori durante tutta la prossima settimana?»
Ryou le sfiorò il collo con un dito, il sorriso gli si spense per un solo istante «Deve esserci per forza una ragione?»
«Tu puoi giurarmi che non c’è?» gli domandò lei suadente leccandogli dietro l’orecchio.
«No, certo. Voglio solo portarti a cena» insistette il ragazzo.
«Sicuro?» domandò ancora Ruki mordendogli il lobo dell’orecchio.
La concentrazione di Ryou diminuiva rapidamente. Chiuse gli occhi accarezzando la schiena di Ruki. E quando, dopo poco, li riaprì, scoprì che Takato, Jianliang, Hirokazu e Kenta attraversavano il viottolo per raggiungere la serie di cespugli che stava dietro la loro panchina.
Spalancò gli occhi e la bocca, shockato. I ragazzi s’impietrirono, fermandosi con un piede sollevato o le ginocchia piegate.
«Allora?» domandò Ruki scostandosi per guardarlo in faccia.
I ragazzi congiunsero le mani, supplicandolo mutamente di non consegnarli a Ruki.
La ragazza si accorse dello sguardo di Ryou, e fece per seguirlo. Lui le afferrò il viso tra le mani e la baciò appassionatamente, dando il tempo agli amici di lanciarsi nella sterpaglia.
La lasciò andare e la fissò negli occhi, non senza lanciare rapide occhiate in direzione di Hirokazu, che gesticolava alle spalle della ragazza.
«In effetti c’è una cosa che devo dirti, ci vorranno solo venti secondi»

«Venti secondi e lo prende a schiaffi» borbottò Kenta intimorito.
«Venti secondi allo schianto» rincarò Hirokazu iniziando a contare sul suo orologio digitale.

«E’ successo qualcosa?» domandò Ruki preoccupata inclinando la testa.
Ryou le scostò una ciocca di capelli dal viso, incastrandogliela dietro l’orecchio «Da dove comincio? Beh, se anche ti portassi a mangiare Sushi per tutto il mese non finirei sul lastrico»
Ruki sollevò un sopracciglio, preoccupata «Dove vuoi arrivare?»
Il ragazzo esitò un istante, giocherellando con il primo bottone della camicetta di Ruki «Sono stato promosso. L’agenzia mi ha trasferito in America; dovrò andare a vivere lì per qualche mese»
Ryou intravide con la coda dell’occhio Hirokazu che gli faceva il segno dell’ok, mentre Jianliang lo incitava a proseguire il discorso. Li ignorò.
«Ok» mormorò Ruki improvvisamente rabbuiata «Hai lavorato tanto, finalmente ce l’hai fatta, come volevi»
«Si, più o meno» mugugnò Ryou pizzicandole una guancia.
Ruki la strofinò leggermente, tentava di nascondere gli occhi umidi, ma Ryou la conosceva troppo bene.
«Certo, ho intenzione tornare in Giappone, ma resta il fatto che non so quanto potrei metterci»
«Eih» quasi lo sgridò Ruki «Non devi giustificarti, in fondo è il tuo lavoro»
«Non sono ancora arrivato al succo del discorso, voglio che tu venga con me»
Ruki lo guardò sbigottita; aprì la bocca per parlare, ma non aveva la minima idea di cosa dire.
Ryou vide Hirokazu che gli mostrava il palmo aperto, indicando le cinque dita.
Cinque secondi allo schianto.
«Non devi rispondere subito» proseguì scostandola per alzarsi «Ma pensaci su, per favore»
Ruki si ritrovò ancora seduta sulla panchina, mentre Ryou frugava nella tasca della giacca.
«E, visto che ci sei, magari potresti riflettere anche su un’altra cosa»
Quando riuscì a recuperare ciò che cercava si inginocchiò e borbottò confusamente «Ecco, vorrei renderlo ufficiale». Le mostrò l’anello, aprendo la bocca per porle la domanda cruciale, ma lei lo precedette.
«Mi avevi convinta al “voglio che tu venga con me”»
Ryou rise «Quindi è un si?»
Lei annuì quasi convulsamente «Si»
«Allora dammi la mano, che ti metto l’anello» la prese in giro lui. Ruki obbedì, poi gli buttò le braccia al collo.
Takato, Jianliang, Hirokazu e Kenta, tra i cespugli, sbandieravano gesti di vittoria.
Ryou, tenendo ancora Ruki stretta tra le braccia, puntò il dito contro gli amici e poi lo portò alla propria gola, facendo cenno di uno sgozzamento.

«Siamo morti» gemette Hirokazu.

   
 
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