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Autore: Narcis    01/07/2012    4 recensioni
Un turco e un islandese.
Una torta salata.
Un discorso apparentemente calmo e tranquillo di gastronomia.
Ma, conoscendo il caro Sadiq, non ci è difficile immaginare la piega "piccante" che la conversazione potrebbe prendere.
Come finirà?
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Islanda, Turchia/Sadiq Adnan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Su, dai, dimmi cosa ne pensi. Sinceramente, eh.-


Il giovane islandese, sotto le continue incitazioni del turco, che non sta visibilmente più nella pelle, eccitato dall'idea di fargli assaggiare un piatto tipico cucinato da lui stesso, mastica lentamente il boccone di quella specie di torta salata appena assaggiata, roteando in continuazione gli occhi, mugugnando qualcosa a bocca piena.


-Ti piace~?-


Continua ad insistere il turco, sedutogli accanto con la sedia a lui rivolta, con un gomito sul tavolo e il mento appoggiato sulla mano dello stesso braccio ritto. Non gli dà praticamente nemmeno il tempo di ingerire la pietanza, curioso com'è di sapere l'opinione dell'amico. Il suo sguardo vaga dal piatto con la torta, a cui manca un piccolo pezzetto, al viso pallido e pensoso dell'altro, impegnato a masticare con lentezza per gustare ogni minimo particolare dell'alimento.

Una volta soddisfatto, l'islandese ingoia il tutto, lasciandosi qualche secondo per riflettere sul giudizio da dare e biascicare ancora quel sapore carnoso e salato che gli pervade la bocca.


-Come hai detto che si chiama?-

-Börek, mio caro.-

-Mh.-


L'albino aggrotta le sopracciglia, senza sapere se sia il nome appena sentito o la pietanza stessa ad avergli fatto fare una piccola smorfia. In poche parole, senza sapere se è il nome o no a rendere quel piatto turco leggermente più sgradevole.


-Non è che mi piaccia molto...-

-Ma come no?! E' delizioso!-

-Una finta torta con della carne all'interno invece della marmellata?-


Sbuffa l'islandese, allontanando con una mano il piatto di coccio ancora pieno da sé, spostandolo verso la parte opposta del tavolo.
Si fruga in tasca, tirando fuori una scatolina colorata simile a quella delle gomme da masticare, con la scritta "Saltlakkrís". La apre, prendendo quella che sembra una piccola caramellina nera, che mette in bocca, per poi riporre la confezione al suo posto.

Il turco non ci crede: come può non piacergli quella delizia?
Lo guarda perplesso, sbattendo ripetutamente le palpebre degli occhi scuri, nascosti in parte dalla solita mascherina bianca, che accentua ironicamente ancora di più la sua espressione allibita.


-Preferisco il mio rugbraud.-


Il più giovane, dopo essere esordito in un breve momento di silenzio con quella affermazione, scrolla le spalle, buttando un'altra occhiata disprezzante alla torta salata poco distante da lui, che gli sembra più un pasticcio di pasta sfoglia e carne unta che altro, masticando velocemente la presunta caramella.

Sadiq ormai è sul punto di cadere dalla sedia per lo scoraggiamento. Sobbalza infatti leggermente, e la seggiola su cui è seduto si inclina da una parte, rimanendo precaria su due gambe sole. Il turco agita le braccia, ristabilendo la sedia lignea su tutte e quattro i paletti dello stesso materiale, scivolando leggermente con le gambe più sotto i tavolo.


-Ma dai... preferiresti davvero del pane che sa di liquirizia alla mia torta salata?-

-Senza dubbio.-


Non è bello, per il povero Turchia, sentirsi dire una cosa del genere dal suo caro amico.
Si passa una mano sul viso, scostandosi appena e senza volerlo la mascherina bianca, che si affretta a risistemarsi sugli occhi. Sospira, affranto, raddrizzando la schiena e ricomponendosi, nonostante la sua evidente seccatura, che lo porta a sbuffare continuamente e a borbottare qualcosa nella propria lingua.

Islanda lo guarda di sbieco, sospirando, probabilmente un po' dispiaciuto per la delusione recata al bruno. Dopotutto, però, i suoi gusti non si possono cambiare da un momento all'altro solo per far piacere ad un amico. Gli aveva chiesto di essere sincero, e così aveva fatto.
Ingoia la propria caramella e tossisce leggermente, portandosi la mano chiusa a pugno davanti alla bocca, decidendo, almeno un poco, di tentare di consolarlo.


-Forse con un po' di skyr sarebbe più buono.-


Il turco, improvvisamente, muta la sua espressione, passando da quella di chi ha avuto uno shock a quella di uno che ha appena sentito la battuta più squallida in circolazione.
Inarca un sopracciglio, grattandosi una guancia con l'indice d'una mano, perplesso e contrariato contemporaneamente.


-Metteresti dello yogurt sopra la mia torta salata?-


Islanda gira completamente il capo verso di lui, fulminandolo letteralmente con lo sguardo, nemmeno gli avesse rivolto l'offesa più grande che possa essere detta sulla faccia della terra.


-Lo skyr non è uno yogurt. É un vero e proprio formaggio.-

-Oh, mi scusi, Principino.-


Canzona il turco, roteando gli occhi ed inarcando un angolo della bocca all'insù, soffocando con forza una risatina derisoria, riuscendoci solo in parte, perché uno sbuffo sarcastico gli fa tremare le labbra.

Islanda è stizzito. Lui, che aveva provato a risollevare il suo amico, si vede rigirata una frecciatina come quella?! Basta, da ora in poi non proverà mai più a tirarlo su di morale.
Borbottando qualcosa di incomprensibile, l'albino si gira, rimanendo sempre seduto, ma dando le spalle al turco. Incrocia le braccia al petto, intenzionato a rimanere per qualche minuto buono in mezzo ai suoi pensieri da /finto?/ offeso, degni d'una suocera anzianotta che si è appena sentita rivolgere una battuta cattivella dallo sposo della propria figlia.

Il turco continua per qualche istante a soffocare continue risate, ripensando all'assurdità della logica dell'islandese, offeso per una cavolata come quella.
Poi, però, capisce che l'aria rischia di diventare pesante se continuano in quel modo, ognuno immerso nei propri ragionamenti rivolti contro l'altro, perciò decide di rimediare, in qualche modo.
Si alza in piedi, rimanendo dietro la schiena dell'amico e poggiandogli le mani sulle spalle. Si piega leggermente in avanti, avvicinando la bocca al suo orecchio, soffiandovi dentro con estrema malizia.


-Sai, da me esiste un delizioso dessert chiamato dilber dudaği...-


L'islandese rabbrividisce, irrigidendosi completamente, scostando leggermente il capo dalla parte opposta rispetto alla faccia del turco, mai stata così vicina alla sua. Non sa se essere più preoccupato per il suo tono di voce o per il nome del presunto dolce, che, detto in tal modo, più che quello che è sembra una proposta sconcia per non si sa che cosa.
Nonostante questo, prova a rimanere più calmo e naturale possibile, dicendo la prima cosa che gli viene in mente.


-...A sì? E che vorrebbe dire?-


Il turco amplia un sorriso pepato, compiaciuto da quella domanda che sperava gli rivolgesse, avvicinando ancora una volta la bocca all'orecchio dell'altro.


-"Labbra di bella donna". Ma, se vuoi, posso mostrarti la variante "labbra di bell'uomo".-


E, con quella che all'albino pare la frase d'abbordaggio più orrenda che abbia mai sentito, il moro si piega leggermente più in avanti, riuscendo ad arrivare con la bocca alla guancia dell'amico, sulla quale fa scorrere languidamente la punta della lingua, inumidendola appena.

L'albino sobbalza, schifato ed indignato da quel gesto, e senza nemmeno accorgersene le sue gote si acquerellano d'un colorito rossastro, simile a quello che hanno le ciliegie appena mature.
Ovviamente, non ha intenzione di lasciarsi intimorire da un'avance maliziosa come quella, optando per rimediargli la stessa medicina.

Un leggero sorrisetto si dipinge sul suo viso mentre alza un braccio, molto lentamente, poggiando la mano sulla guancia del turco dietro di lui, accarezzandogliela piano, in quello che pare un movimento sinuoso e provocatorio; un po' come quello che compiono le Vedove Nere con le zampe, attirando il compagno sulla tela, per poi divorarlo dopo essersi svagata un po' con lui "in quel senso".


-Sai, da me esiste un delizioso dessert chiamato ástarpungar...-


Il sorriso del più grande si amplia. Si complimenta mentalmente con sé stesso per essere riuscito a trascinare l'altro in quello che, secondo lui, sarebbe diventato presto un giochetto perverso molto divertente. Già pregusta il dolce sapore /per rimanere in tema/ della vittoria, che in questo caso per lui equivale inizialmente ad un bacio strappato alla bocca dell'albino, poi magari a qualche carezza, ed infine... beh, lascio a voi immaginare.


-A sì? E che significa~?-

-"Palle dell'amante."-


Di scatto, il turco si butta all'indietro, ricadendo sulla sedia dove era seduto prima, strizzando gli occhi. Involontariamente, si stringe entrambe le mani tra le gambe, sfiorandosi laddove è più sensibile, mentre sul suo viso compare improvvisamente un'espressione dolorante, come se avesse appena ricevuto una mazzata proprio nei punti bassi.
In un istante, un'immagine macabra e contorta sul possibile aspetto del dolce appena nominato compare nella sua mente, lasciandosi sfuggire diversi schiocchi di lingua e piccoli lamenti vari, materializzando sempre nella sua testa un bel piatto in vetro con al centro... i suoi "ástarpungar" fritti, non so se mi spiego.

E mentre il turco, in preda a convulsioni involontarie, mugola e si immagina vare scenette orride che gli fanno mettere le mani tra i capelli, l'islandese si ricompone e ghigna soddisfatto, probabilmente proprio perché sta pensando alle stesse cose dell'amico, solo che a differenza sua considera la visione dolce ed invitante, giusto per restare in tema.
Paradossalmente parlando, si presume.

Il più giovane ruota lentamente sul suo posto a sedere, fino ad accavallare una gamba sull'altra davanti al turco, che sembra riprendersi dallo shock appena avuto. Appoggia entrambe le mani sul ginocchio della gamba più alta, mostrando un sorrisino furbetto e tirato all'amico, assottigliando lo sguardo.


-Vuoi provarle?-

-NO GRAZIE.-


Il turco alza la voce, agitando le mani davanti al petto, e gli manca poco a sudare freddo. Non sarebbe bello per lui vedersi togliere e cucinare i suoi "strumenti oscuri", soprattutto senza prima averli provati sul suo amichetto islandese.
Ovviamente tutto questo accade solo e soltanto nella sua mente, eh. Perché, infatti, Islanda sa bene che le cosiddette "palle dell'amante" sono solo delle frittelle, e non quello che pensa l'amico.
...Meglio però non narrare la leggenda dalla quale sembrano far provenire il loro nome, soprattutto al povero Sadiq, sull'orlo del collasso mentale.

Il bruno, dopo essersi ripreso, sospira rumorosamente, ormai arresosi al pensiero che in nessun modo, in nessun luogo, con nessuna avance riuscirà mai a far cedere l'amico e ad entrare nelle sue grazie; e soprattutto ad entrare in qualcos'altro.

Islanda, intanto, nonostante la sua espressione sorridente vagamente inquietante per uno di norma serio e composto come lui, dentro di sé ride grossamente, soddisfatto e trionfante.


-...Voi islandesi siete acidi.-


Borbotta il turco, incrociando le braccia al petto e sbuffando come una locomotiva, tenendo lo sguardo imbronciato sull'amichetto apparentemente gaio, dalla faccia marmorea che pare quella di una bambola di porcellana; sì, di quelle che stanno immobili anni ed anni sopra i davanzali, a prendere polvere, e che sembrano fissarti, appropriandosi così di un'aria molto creepy. Roba da infarto nel cuore della notte, insomma.


-No, non lo siamo.-

-E invece sì, lo siete.-


Il sorriso sulla faccia di Islanda si attenua, sciogliendosi piano piano come un ghiacciolo al sole, di cui rimane solo lo stecco. La sua espressione sorridente lascia il posto ad un viso imbronciato e molto contrariato, ancora una volta offeso. Generalizzare in quel modo sul suo popolo gli sembra discriminante, perdinci.


-Non puoi giudicare una cosa che non conosci.-

-Mi basta conoscere te, e sapere che sei tutt'altro che dolce.-


L'islandese arriccia il naso, fissando l'amico che continua a borbottare e a roteare gli occhi.
In certi momenti Sadiq gli ricorda Danimarca: grande, grosso, sorridente, infantile, testa d'uovo, impertinente, idiota. L'amicone ideale, insomma. Ancora si chiede come possano accadere tutte a lui, pacifico e calmo di natura.

Tutt'un tratto, l'albino scatta in piedi, rimanendo ritto a guardare il turco dall'alto, il quale catalizza l'attenzione su di lui ed alza lo sguardo verso il suo viso, domandandosi che diavolo abbia in mente.


-...Così io sarei acido, eh?-

-Esattamente, mio caro.-


Quelle tre semplici parole bastano al giovane albino per decidere, in meno d'un istante, come comportarsi.
Lo crede velenoso? Che provi almeno, prima di sentenziare subito ciò che non è assolutamente vero.

Passano pochi secondi, in cui il silenzio avvolge i due, quando il più giovane si piega in avanti, avvicinando il viso a quello dell'amico.
Chiude gli occhi e, prendendolo a tradimento, poggia le proprie labbra sulle sue, lasciandovi un lungo ma leggero bacio, più per dimostrazione del contrario di quello affermato dal turco che di un possibile sentimento per lui provato.

Inutile dire che Sadiq rimane letteralmente spiazzato: occhi sgranati, immobile, un pesce lesso, praticamente.
Il suo desiderio era quello di rubare un bacio all'amico, ma solo perché quest'ultimo sembrava non volerlo. Se glielo dà lui di sua spontanea volontà non è più divertente, ecco. Volete mettere col sorprenderlo, bloccarlo, avvicinarsi a lui e baciarlo spasmodicamente? Meno romantico, certo, ma sicuramente più intrigante.
Ma bisogna imparare ad accontentarsi: quando gli capiterà di nuovo di stare con le labbra accollate a quelle dell'islandese?

Quando però il turco pensa di approfondire quel bacio, magari prendendo l'amico per la vita e trascinandolo a sé, facendolo obbligatoriamente sedere tra le sue gambe senza via di scampo, è ormai troppo tardi. L'altro, infatti, raddrizza la schiena velocemente, ritornando composto come suo solito; e, come se niente fosse, con uno sguardo indifferente da cui solo vagamente si riesce ad intravedere un sorrisetto maligno, si allontana a passo lento ma deciso da lui, avvicinandosi a quella che sembra l'entrata della camera da letto dell'altro.


-Mi approprio del tuo letto, sono stanco. Non ti azzardare a venire, altrimenti ti castro e ti cucino veramente.-


Detto questo, il più giovane entra nella stanza, richiudendosi la porta alle spalle, che produce un tonfo abbastanza rumoroso, che rimbomba in tutta la casa.

Il nostro caro Sadiq non ha nemmeno la forza per ribattere, protestare o dire qualcosa dalla dubbia intelligenza. É troppo impegnato a rimanere sbracato sulla sedia con una scoraggiante faccia da tonto.
Chi si aspettava una reazione del genere da un tipetto freddo come quello? Di certo non il turco, ancora imbambolato e con lo sguardo perso nel nonnulla.
Ovviamente andrà a "disturbare" l'islandese, ma più tardi, quando si sarà assopito e navigherà nel mondo dei sogni, dormiente come un angioletto. Già se lo immagina: rannicchiato sul suo letto, abbracciato al cuscino, con gli occhietti violacei serrati ermeticamente e gli spasmi e i mugolii prodotti nel sonno, magari per qualche incubo che lo tormenta; e lui naturalmente andrà lì per abbracciarlo e proteggerlo dai brutti mostri che invadono il suo dolce riposo, ricevendo alla fine il premio tanto desiderato, ovvero...
...
Visione abbastanza inverosimile ed ottimista, vero Sadiq?

Il turco sorride, portandosi una mano sul viso, scuotendo leggermente il capo, ancora incredulo ed allibito per il pazzesco fatto accaduto.
Lentamente, fa scivolare la mano giù dalla sua faccia, rimanendo con il pollice a sfiorarsi le labbra. Si mordicchia e succhia leggermente quello inferiore, ampliando subito dopo il proprio sorriso, soddisfatto e compiaciuto.




-Mi devo ricredere, sulle liquirizie.-
 
 
 
 
____________
 
Note dell’autrice
 
Wohohohoh, cos’è questa? La prima TurkIce che viene pubblicata su EFP? Se è così, mi sento fAigaH.~
E se non è così… mi sento fAigaH lo stesso, perché questa è una coppia bellissima, fine(?).
 
No, ok, a parte scherzi, questa breve fiction è venuta fuori da uno sclero con mia nonna (sì, avete capito bene: con mia nonna), che mangiava del pane nero mentre io mi divoravo uno yogurt.
Quindi, se non vi piace la storia, capite da chi e come è stata partorita(?).
 
Detto questo…. Boh, non ho nient’altro da dire.
Solo, attenzione: LO SKYR NON E’ UNO YOGURT. E se lo mangiate in bianco fa anche schifo. Metteteci sempre dello zucchero, fringuelli.♥
 
Bless, bless~
 
  
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