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Autore: _shebelieves    01/07/2012    4 recensioni
Era in Francia quel giorno, e sarebbe dovuto andare in Italia subito dopo il concerto, ma prese il primo volo per il Canada.
Il Believe tour si fermò, molte sue fan ne rimasero deluse, altre ne furono arrabbiate, così tanto da insultarlo pesantemente sul suo account twitter, ma a lui non importava, tutto ciò che contava ora era Allison.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'Caro Drew,
Come va con il tour? Mi hanno detto che in questi giorni dovresti essere in Europa, spero che ti diverta lì, dicono che ci sono posti meravigliosi, ma dovresti già saperlo. Ti do un consiglio però, visita l’Italia, visitala tutta, perché è un paese bellissimo, lì ci sono tantissime tue fan che ancora non ti hanno visto neanche da lontano, perciò accontentale, perché aspettano solo questo.
Diciamo che sono un po’ di parte, essendo nata lì, anche perché in tutti i paesi ci sono fan che non vedono l’ora di vederti, ma l’Italia è speciale secondo me. Sarà perché sono una ‘quasi italiana’, o perché è l’unico paese europeo che ho visitato , boh...

Forse vedrai questa lettera come la ‘solita lettera settimanale’, ma non lo è, credimi, e più avanti (o dietro) ne scoprirai il motivo, vorrei darti tutta me stessa nelle parole che scriverò, ma non credo di riuscirci, non nelle condizioni in cui sono ora. Non che non stia bene, diciamo che ho un leggero.. mal di testa, si.

Cos’è che mi da la forza di continuare a scrivere? La tua musica. Si, proprio ora, sto ascoltando ‘Believe’ per la milionesima volta. Non mi stancherò mai di questo album, MAI. Ora però non venirmi a dire ‘never say never’ perché su questo non vale lol
Sto ascoltando proprio ‘Believe’ (la canzone) ora. Chiedi alle tue fans dove saresti se non avessero creduto in te. Sai qual’è la vera domanda? Dove sarei io se tu non mi avessi aiutata, se non mi avessi sostenuta dall’inizio? Non sono certo nel migliore dei posti ma.. se non fosse stato per te non sarei neanche qua. La forza che mi hai dato è tantissima, te ne sarò sempre grata.


Non so più che dirti sinceramente, credo di aver finito le parole.
Spero solo di ricevere una tua risposta prima di.. lasciare l’ospedale.
Salutami tutti, tutti tutti, Pattie, Kenny, Scooter, Ryan, T U T T I.

Baci, tua Allison.

P.s. Non te l’ho mai detto, ma mi stavo innamorando di te.'

Appena arrivò la lesse tutta d’un fiato, e corse a scrivere una risposta spedendola immediatamente.
Passarono due settimane da quel giorno, e di Allison ancora nessuna notizia.
Rilesse la lettera una ventina di volte, senza capire il motivo di tanto bisogno di scrivere quella lettera, e di tanto ritardo nel rispondere alla sua.
La rilesse un’altra decina di volte, finché non si soffermò su un punto.
‘Forse vedrai questa lettera come la ‘solita lettera settimanale’, ma non lo è, credimi, e più avanti (o dietro) ne scoprirai il motivo’
Osservò la frase per circa tre minuti, poi girò il foglio di scatto e scrutandolo bene lesse una frase, la frase che non avrebbe mai voluto leggere o sentirsi dire.
‘Mi hanno diagnosticato tre giorni Justin,addio.’
A quel punto scoppiò in un mare di lacrime, fece fermare il tour bus e scese urlando in mezzo alla strada. Iniziò a urlare contro tutti, contro Kenny, Ryan, persino Pattie.
Voleva tornare a casa. Voleva tornare a Stratford, non voleva crederci. Si aspettava di tornare e trovarla col sorriso sul volto, quel sorriso che lui adorava, quelle labbra che aveva sempre voluto baciare, ma che da codardo si era lasciato sfuggire.
Voleva vederla viva e vegeta, senza un graffio. Voleva vederla corrergli incontro ed abbracciarlo dicendo che tutto era a posto, che era guarita, che quell’inferno era finito.

Era in Francia quel giorno, e sarebbe dovuto andare in Italia subito dopo il concerto, ma prese il primo volo per il Canada.
Il Believe tour si fermò, molte sue fan ne rimasero deluse, altre ne furono arrabbiate, così tanto da insultarlo pesantemente sul suo account twitter, ma a lui non importava, tutto ciò che contava ora era Allison.

Arrivò a Stratford all’alba, corse all’ospedale, ed entrò immediatamente nella stanza numero 1394, quella in cui Allison era stata ricoverata -aveva scelto lei il numero, stava per 1/3/94, primo marzo 1994. Spalancata la porta, non vide altro che un uomo sulla quarantina che stava spazzando. Rimase lì, immobile, finché l’uomo non si sentì osservato.
‘Pare sia morta circa due settimane fa, con questo in mano’ disse porgendogli un foglio preso dal comodino accanto al letto. Justin continuava a stare immobile, a fissare un punto fisso. Prese il foglio e ne lesse qualche rigo, peccato che quelle parole gli erano troppo familiari. Era la lettera che le aveva spedito lui settimane fa.
‘Sai dove l’hanno.. ehm.. sepolta?’ chiese deglutendo rumorosamente.
‘Beh ovvio, nel cimitero della città, non penso siano andati a seppellirla a Los Angeles’
Il ragazzo non prestò nemmeno attenzione alla battuta decisamente fuori luogo dell’uomo, bensì prese a correre verso il cimitero. Correva così veloce che nemmeno un  ghepardo sarebbe stato capace di superarlo in quel momento.
Arrivò in un istante davanti all’enorme cancello spettrale, e lo aprì causando un fastidiosissimo rumore. Iniziò a cercare Allison, ma non ci volle molto a trovarla, fu il suo cuore che lo portò da lei.
Si inginocchiò di fronte alla lapide su cui era scritto a grandi caratteri ‘QUI GIACE ALLISON RUSSEL DI ANNI 17’. Rimase immobile a guardarla, poi iniziò a parlare ‘Ehi tesoro.. non avrei mai pensato di ridurmi a parlarti così, abbiamo lottato così tanto e per cosa? Per questo? Non lo meritavi e tu lo sai benissimo. Ecco.. in caso non l’avessi letta, qui c’è la mia risposta alla tua lettera- disse poggiando il foglio accanto ai fiori - è scritto tutto ciò che provo per te qua sopra, e quanto sono stato imbecille a non dirti tutto prima. Ora.. ti ho persa amore mio. Quel ‘mai dire mai’ che mi ripetevo ogni giorno per darmi forza non ha più senso ormai, sapevo che non sarei dovuto partire, che sarebbe successo qualcosa, eppure sono stato così coglione da andarmene, proprio nel momento in cui avevi bisogno di me. Vorrei abbracciarti di nuovo, vorrei riuscire a sentire di nuovo la tua voce, la tua risata – le lacrime si impadronarono del suo viso, e le parole erano interrotte dai singhiozzi – Allison tu eri tutto per me, TUTTO, NON PUOI ANDARTENE COSI’ CAZZO.’ Finì la frase urlando, e decise che era momento di smetterla, di guardare avanti. Certo le lacrime non smettevano di scendere, ma in quel momento più che mai sapeva cosa doveva fare, sapeva cosa Allison avrebbe voluto che lui facesse.
Si alzò in piedi, e prima di andarsene definitivamente scorse un cd tra i fiori. Era Believe, ma non il solito Believe, la copertina ritraeva loro due, e sotto la scritta ‘Because they believed’. Accennò un sorriso e se ne andò.

Riprese il Believe tour, visitò l’Italia da capo a coda, scrisse un nuovo album, interamente dedicato a lei, con il motto ‘Vivi come se non ci fosse un domani’, e almeno una volta al mese la passava a trovare. Chi ha mai detto che la morte vince sempre sull’amore?

Hey there
Buonasera a tutti, o dovrei dire.. buonanotte lol
Non so chi sia sveglio a quest’ora, ma io pubblico lo stesso uu
Per questa one shot vale lo stesso discorso dell’ultima che ho scritto, ho visto una foto ed ecco fuori una storia. Si, dovrei smetterla di guardare foto ee
Ad ogni modo, sto scrivendo one shot a raffica nell’ultimo periodo, e spero di non rompere i suddetti coglioni lol
Spero vivamente in una vostra recensione c:
Baci e abbracci, andry <3
  
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