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Autore: TheLittleOnion    01/07/2012    4 recensioni
Il primissimo incontro tra Gilbert e Ludwig dove viene mostrato un pezzo dell'infanzia di Gilbert.
è la mia prima FF su Hetalia. So che non è il massimo quindi vi prego di essere clementi!
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Germania Magna, Germania/Ludwig, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un bambino un po' ammaccato stava strascicando i piedi lungo il sentiero che conduceva a casa.
La sua pelle semitrasparente, causata dal suo albinismo, era piena zeppa di lividi e ferite.Il piccolo albino era appena uscito dall'ennesima zuffa con suo fratello Bavaria, che era il più grande di tutti e proteggeva quello stupido damerino di Austria. Tra loro due non era mai corso buon sangue. L'albino era sempre stato orgoglioso e battagliero ma quella testa bionda lo prendeva di mira di continuo usando appellativi come: “Figlio del Diavolo o Loki (*) “ Allora lui si arrabbiava e urlava che il suo vero nome era : “Gilbert, il Magnifico!” e il maggiore sorrideva e utilizzava la sua ultima arma che era una piccola, misera frase: “ Non ti vuole nessuno qui, nemmeno Vater. “ e il piccolo Gilbert attaccava dando inizio alla zuffa.Stavolta, però, non era arrivato suo padre a dividerli e non si poteva dire che fosse uscito per andare a caccia. Chissà dov'era finito quel vecchio burbero!
Gilbert sapeva benissimo di non assomigliare a tutti i suoi fratelli quasi tutti biondi con gli occhi azzurri o verdi. Lui era più cagionevole di salute e in lui tutto era di un bianco quasi trasparente.
Le vene sotto la sua pelle risaltavano talmente tanto che l'effetto era quello di una cartina geografica.
Anche i capelli erano di un bianco quasi argentato; le uniche eccezioni a quel colore in lui erano: i suoi occhi cremisi e le labbra scarlatte.
Tutto questo; unito ad un carattere guerrigliero non lo mettevano per nulla nelle grazie dei suoi fratelli.

Arrivato davanti a casa l'albino si fermò. La porta era socchiusa e da dentro usciva un gran puzzo.
Il bambino si avvicinò alla porta e la aprì quel tanto che bastava per mettere la testa dentro.
“Vater?” avrebbe tanto voluto chiamarlo Vati ma nessuno si era mai azzardato ad usare quel nomignolo affettuoso per paura di scatenare la sua ira.
“Entra pure, Gilbert. Credo di doverti presentare qualcuno. “ Era evidente che stesse trafficando con qualcosa ma non riusciva a capire bene che cosa. E poi che strana quell'accoglienza priva di alcun rimprovero!
"Cos'è questa puzza?” chiese entrando e tenendo la porta aperta di uno spiraglio dietro di sé per fare in modo che l'odore uscisse dalla stanza.
“Vieni a vedere.” L'uomo stava buttando una polvere bianca su quello che poteva essere un lenzuolo azzurro.
Il bambino obbedì all'ordine e si avvicinò curioso ma continuava a vedere il lenzuolo e la polvere bianca dato che suo padre oscurava la visuale sulla “cosa”.
“Allora, Vater, stai avvelenando un lenzuolo per Impero Romano?” Chiese il piccolo accorgendosi che la puzza a mano a mano spariva per lasciare il suo posto ad un odore di latte e polvere profumata.
L'uomo si volse a guardare il proprio figlio e sospirò scuotendo la testa. “No. Ma tu non puoi saperlo; sei sempre stato il più piccolo fino a ieri. “ detto questo infagottò il lenzuolo attorno alla cosa e l'odore sparì.
“Come fino a ieri?!?” chiese allarmato e perplesso il bambino.
Ma quando suo padre si girò la risposta alla sua domanda fu chiara e limpida come il sole anche per l'albino. Il biondo teneva tra le braccia un fagotto azzurro che al suo interno aveva un bambino.
“ è lui la cosa che puzza!” Gilbert indicò il fagotto che teneva tra le braccia.
L'uomo sbuffò : “Prima puzzava, adesso che l'ho lavato non puzza più! “ disse grugnendo. “Ed anche tu quando te la facevi addosso puzzavi!” aggiunse poi.
Gilbert ,che dopotutto era ancora un bambino e di curiosità ne aveva da vendere, si avvicinò alle ginocchia di suo padre che nel frattempo si era seduto.
Adesso il bambino sapeva da latte e aveva il profumo della polvere che suo padre gli aveva messo addosso. “Mmh...” disse il piccolo scrutando il fratellino con la fronte corrugata.
“Ti presento tuo fratello minore, Ludwig. “ disse Magna Germania.
Allungò una mano verso il fagottino e subito il suo indice venne catturato da quella manina.
“Ma tu non stavi dormendo?”chiese Gilbert. Ma, per tutta risposta, il bambino aprì gli occhi e lo guardò facendo un sorriso sdentato.
“Eri così carino mentre dormivi! E lascia la mia magnifica mano!” per quanto l'albino si strattonasse non riusciva a liberarsi da quella presa.
Dopo svariati tentativi, però, Gilbert riuscì a liberarsi e corse via da quella stanza. Gridando a suo padre: “Vado a dormire con le galline!” e proprio quello fece. Si trasferì nel pollaio e andò a dormire nel nido delle galline che lo accolsero chioccando.
Ormai erano abituate alla sua presenza dato che era lui a prendersene cura. E i pulcini dormivano accanto a lui specialmente uno che, nonostante avesse un anno non accennava a crescere e prendeva sempre posto tra i morbidi capelli argentati dell'albino.

 

Dalla cucina proveniva un urlo costante, l'urlo di un neonato.
Magna Germania era alle prese con il primo capriccio di Ludwig e non sapeva proprio come fare. Aveva provato di tutto ma non riusciva a venirne fuori.Sconsolato andò nel pollaio per chiedere a Gilbert una mano. Suo figlio dormiva sodo circondato da pulcini. “Gilbert!” disse scuotendolo leggermente.
Il bambino si alzò e lo guardò stropicciandosi gli occhi.
“Ma quel coso rompe ancora?” l'albino si alzò e come uno zombie si avvicinò al padre. Non fece in tempo ad aggiungere altro che le manine del piccolo si aggrapparono a lui e il, maggiore sospirò prendendolo in braccio. Il pianto cessò come per miracolo e, senza aggiungere altro, il bambino si stese di nuovo tra i pulcini tenendo stretto al petto il proprio fratellino.
Magna Germania sospirò e si sedette anche lui nel pollaio. Prese i vestiti che aveva intenzione di rammendare quando Ludwig si fosse addormentato e iniziò a lavorare. Non aveva ancora capito bene che cosa rappresentassero i suoi due figli minori. Ci sarebbe voluto tempo ma, a quanto pareva , erano destinati a diventare qualcosa di grande. Gilbert, nonostante i suoi quattro anni umani aveva già un'astuzia, una forza ed un'intelligenza fuori del comune. Certamente il suo aspetto gli avrebbe dato problemi ma visto il suo ego non c'era da preoccuparsene.
E Ludwig, beh, vista la forza e la determinazione che mostrava fin da subito non c'era da preoccuparsi.
L'uomo controllò che i suoi figli stessero dormendo e si avvicinò a loro. Si fidava parecchio di Gilbert, doveva ammetterlo.
"Mh, sai, credo che tu abbia trovato qualcuno a cui piaci, Gilbert. “
Sulle labbra dell'uomo spuntò un lievissimo sorriso e si chinò a baciare sulla fronte i propri figli, cosa che non avrebbe mai fatto se fossero stati svegli.
Poi riprese in mano i vestiti e ritornò al proprio lavoro.

 

(*Loki; nella mitologia scandinava è l'incarnazione del Male. )

  
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