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Autore: LillaAzzurra    01/07/2012    2 recensioni
I pensieri di Alastair verso Dean
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alastair, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Il Mio Animaletto Preferito
Il Mio Animaletto Preferito
I pensieri di Alastair verso Dean


Quando ti ho rivisto in quella chiesa, non ho potuto fare a meno di sorridere.
Dean Winchester, l’inferno non è lo stesso senza di te.
Sam cerca inutilmente di usare i suoi poteri demoniaci su di me ma lo faccio volare dall’altra parte della stanza.
Mi avvicino a te e cerchi di pugnalarmi ma io prontamente ti blocco salutandoti «Ci rivediamo Dean». Mi guardi sorpreso, ti sbatto contro una trave e ti disarmo «Andiamo, Dean. Non mi riconosci?» ho bisogno di sapere che ti ricordi di me «Oh, già dimenticavo, sto indossando un pediatra» già, questa non è la mia vera forma, quella con cui mi vedevi. Ti prendo a pugni perché mi infastidisce tremendamente la sola ipotesi che tu ti sia dimenticato di me «Ma eravamo così intimi… all’inferno» già, così intimi. Al solo pensiero mi vengono in mente tante di quelle cose che potrei farti. Mmmm…
Se solo quell’insolente di un angelo non ti avesse portato via da me!
Continuo a colpirti per sfogare almeno in parte il mio risentimento.
Mi fermo un attimo e tu mi guardi negli occhi «Alastair» ed io ridacchio.
Finalmente! Sentirti pronunciare il mio nome, dopo tutto questo tempo, è stupendo. Peccato però che Sam ci interrompa e mi pugnali.
Mi sono distratto, riaverti così vicino dopo tanto tempo mi ha fatto dimenticare per un attimo il motivo per cui sono qui e il fatto che non siamo soli.
Mentre con un  po’ di dolore e qualche imprecazione trattenuta, estraggo il pugnale dal mio corpo, tu e tuo fratello ne approfittate per scappare.
Non finisce qui Dean.  Alla fine sarai, di nuovo, mio.



Appena entrato in quella vecchia fattoria ti noto subito ma, fingendo indifferenza, ti ignoro concentrandomi esclusivamente sugli angeli presenti.
Non posso distrarmi adesso, quando avrò finito, sarò tutto per te.
Dopo qualche offesa reciproca, inizia la lotta tra angeli e demoni.
Mentre sto per rimandare in paradiso quell’odioso angelo che ha rovinato i miei piani tu mi fermi, colpendomi alla testa con un piede di porco.
«Dean, Dean, Dean» ti dico spazientito «Sono così deluso… eri così promettente» non sono veramente deluso da te, l’unica a essere delusa è la mia speranza di potermi finalmente liberare di quell’angelo.
Personalmente reputo tutti gli angeli degli scarafaggi ma quell’angelo in particolare, non lo posso proprio vedere. Ti ha portato via da me e intralcia i miei piani ma soprattutto è sempre vicino a te. Quello dovrebbe essere il mio posto, non il suo.
So già che non ti piacerebbe perché tu mi detesti e spero solo che tu continuerai a odiarmi fino a che non sarò la tua unica ossessione. Pensa solo a me, sempre.
Uso i miei poteri su di te e anche su tuo fratello in modo che non mi interrompa di nuovo.
Mi fermo un attimo ad ammirarti agonizzare e mi rendo conto troppo tardi che qualcosa è cambiato. Un’esplosione di Grazia illumina tutto con la sua luce bianca facendo disintegrare il mio tramite.
Ci rivedremo Dean…



Ancora una volta ci incontriamo, tu e tuo fratello siete venuti per fermarmi.
«Ragazzi, il posto è di vostro gradimento?» vi saluto mostrandovi i miei occhi bianchi. Appena li vedi mi riconosci, lo capisco da come ti sei irrigidito e hai stretto la mascella.
Vorrei poter avere un po’ di tempo per te, per noi, ma non posso.
Il tempo sta per scadere perciò non posso tergiversare.
Siete bloccati da una catena di ferro e appena prendo in mano il fucile a sale ti sparo. Perché non mi saluti? O non mi parli? Ti picchierei ma in questo momento sei un fantasma, non posso toccarti e sentire il calore del tuo corpo. Almeno mi sono beato del tuo lamento di dolore quando ti ho sparato.
Quanto mi sono mancati i tuoi lamenti, le tue grida!
Quanto mi sei mancato tu…
Ti dissolvi per qualche secondo e poi ritorni guardandomi furente «Alastair… sei un bastardo!».
Sorrido, adoro quando mi insulti.
Prendo un po’ in giro Sam. Non può usare i suoi poteri demoniaci senza il suo corpo.
Lui mi manda all’inferno ed io rispondo che vorrei davvero esserci invece di stare qui in questa ghiacciaia e mentre lo dico, ti volto le spalle, anche se con la coda dell’occhio ti guardo. Vorrei davvero essere là. Con te.
Mi chiedi perché sono qui ed io ti spiego brevemente la mia missione: uccidere i due mietitori rinchiusi nella trappola per spezzare il sigillo.
Non resisto più, sparo a tuo fratello che si dissolve per qualche secondo lasciandoci soli mentre mi avvicino a te «A proposito è un piacere rivederti, Dean».
Tu mi ricordi che spararvi non serve a nulla in quanto non vi uccide.
«Ah, davvero?» sorrido malignamente. Non sai che ho mandato un demone a uccidere i vostri corpi vuoti.
Il tempo è quasi finito, inizio uccidendo il primo mietitore.
Sto per uccidere anche il secondo quando, usando uno dei trucchi da fantasma, fate cadere il lampadario lasciandolo scappare e mandando in frantumi la mia missione.
«Addio» mi saluti scappando via.
Non lascerò che tu mi sfugga di nuovo.
«Non puoi scappare, Dean» te lo dico sorridendo mentre lentamente mi avvicino.
Ti giri verso di me e mi guardi un po’ spaventato «Non da me» continuo mentre la tua espressione si fa più dura «Sono dentro quella tua testolina angosciata» mi avvicino ancora mentre tu indietreggi continuando a sfidarmi con lo sguardo.
 Un lampo mi colpisce all’improvviso e vengo portato via.



Mi hanno catturato. Stupidi angeli! Sembra che vogliano torturarmi per avere informazioni. Credono davvero di farmi parlare? Ahahaha
Me, il Picasso con il bisturi? Il Re della ruota della tortura?
Quando ti vedo entrare da quella porta l’ironia della situazione mi spinge a cantare una vecchia canzone e poi a ridere.
Finalmente un po’ di tempo tutto per noi due.
Ti incito a torturarmi, voglio rivedere nei tuoi occhi il piacere perverso della tortura.
So che ti piace, anche se non vuoi ammetterlo.
Inizi a torturarmi, sei abbastanza bravo, in fondo eri il mio miglior studente.
Vedo nei tuoi occhi e nei tuoi movimenti quanto tu sia combattuto in questo momento.
Vorresti andartene, invece di accettare la tua vera natura di torturatore e fare quello in cui sei più bravo.
Dopo un po’ la trappola, a causa di una tubatura allentata, comincia a rompersi.
Decido di raccontarti la verità sul primo sigillo, so che non vuoi sentirla, ma è proprio per questo che te la dico.
Mi volti le spalle, so di averti shockato e anche se non ti vedo, immagino i tuoi occhi sbarrati. La trappola è inutile ora, mi libero e mi avvicino a te.
Ti giri e rimani sorpreso. Non te lo aspettavi eh?
Ti prendo a pugni sul quel tuo bel faccino.
Non so quanto tempo ho a disposizione prima che gli angeli si rendano conto che sono libero perciò ti prendo per la gola e ti alzo; la mia presa ti toglie tutta l’aria dai polmoni.
Voglio ucciderti. Sì, ti rivoglio con me giù all’inferno!
Manca poco, sto già pregustando quello che ti farò quando arriva ancora il solito angelo a rovinare i miei piani. Sto per rimandarlo in paradiso quando arriva un’altra seccatura: Sam con i suoi poteri demoniaci.
A quanto pare oggi non è la mia giornata.
Quando ormai penso che mi rimanderà all’inferno, lui delude le mie aspettative decidendo di uccidermi.
Mentre sto morendo l’unica cosa a cui io riesco a pensare sei tu.
Rivedo come in un flash i nostri momenti all’inferno.
Quando sei arrivato con gli occhi spaventati.
La prima volta che ti ho torturato.
Quando ti sei arreso e sei sceso dalla ruota della tortura.
La prima volta che hai impugnato il mio rasoio e hai iniziato a torturare.
La luce nei tuoi occhi quando lo facevi.
Il piacere che provavi a farlo.
Il sapore del tuo sangue.
Il calore del tuo corpo.
Il dolore e il piacere di quei quaranta anni passati insieme.
Ti ho fatto diventare un animale, Dean. Il mio animaletto preferito.   
Me ne vado così, con la tua immagine nella mente: Dean Winchester.



[Mi ha ispirato la canzone dei Rammstein “Ich tu di Weh” che, secondo me, un po’ riassume il loro rapporto.]
  
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