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Autore: Mirini    02/07/2012    1 recensioni
Dan ha tutto dalla vita: donne e denaro, ma non è tutto oro quel che luccica e lui lo sa bene, fin troppo consapevole che a causa della famiglia il suo destino sta prendendo una brutta piega. E se a tutto questo aggiugiamo un'attrazione forte verso la fidanzata del proprio fratello? Storia parallela alla mia prima fic che è ancora in corso,"Viaggio a Seattle", dal punto di vista di un altro protagonista. Si può leggere anche senza conoscere la storia originale. Spero piaccia!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Lampadari di cristallo.
Camerieri impeccabili che girano tra gli invitati.
Tutte facce deformate in una maschera di circostanza e devozione.
E certo, se non fosse stato per soldi di mio padre col cazzo che vi sareste degnati di venire ai funerali.
Non c’è niente di peggio che festeggiare il proprio compleanno in mezzo a tanti estranei di merda.
Avanzo tra la folla cercando di evitare il più possibile la ripetizione dell’ennesima ondata di auguri dirigendomi verso l’uscita più vicina, ho assolutamente bisogno di una boccata d’aria.
-Daniel!- Stavolta giuro che lo ammazzo.
-Scott..- Rispondo il più cordialmente possibile a mio fratello maggiore e ai suoi accompagnatori.
-Ti stavamo giusto cercando. Sig. Thomson, ecco il nostro festeggiato.- conclude con un sorriso raggiante.
Fino a pochi mesi fa non so cosa avrei dato per fargli sparire quella espressione con un bel cazzotto, ma ora sono cambiate tante cose.
-Oh! Auguri giovanotto!- lo sconosciuto mi stringe la mano e si rivolge a mio fratello.  –Immagino che adesso anche lui farà parte della squadra.-
-Oh, non ancora- risponde mio fratello guardandomi di sfuggita. Lo so dove vuole andare a parare. –Vede, l’ultimo desiderio di mio padre era averci entrambi laureati… Beh, diciamo che aspettiamo che il piccolo Daniel risolva questo piccolo… Ehm… Problema… Dopodichè sarà felice di essere parte attiva nella direzione delle indus…-
-Con permesso- è un miracolo riuscire a pronunciare queste parole con calma.
Devo assolutamente uscire. Ne ho abbastanza di tutta questa merda.
Problema? E’ un problema laurearsi?! Sarai anche più grande di me, ma non sai proprio un cazzo Scott. Non sai cosa vuol dire avere un sogno, non sai cosa vuol dire fare il conto alla rovescia, contare gli anni ogni volta che passano, prima che il sogno svanisca.
Tu hai realizzato il tuo sogno, Scott. E ora che nostro padre è morto potrai avere il comando delle industrie Ramsay. Chi sta meglio di te, eh? Non me ne fotte un cazzo se ora i miliardi li guadagni tu, non me ne fotte se agli occhi di tutto il mondo tu sei e resterai sempre il Ramsay perfetto mentre io quello sbagliato, quello che se ne è sempre sbattuto degli affari di famiglia.
Scusami se prendere una laurea in architettura è un problema, scusa se è questo quello che voglio dalla vita. Ma immagino più di tanto non ti preoccupi, visto questa laurea non mi servirà a nulla se una volta ottenuta dovrò per forza lavorare per te. O verrò diseredato.
22 anni di merda, ecco cosa sto festeggiando, 22 anni nello schifo.
-Cazzo!- riesco a malapena a trattenere l’urlo mentre colpisco con forza il muro che circondava il giardino della villa.
Sento qualcuno trasalire poco lontano, alla mia destra.
Mi volto di scatto verso lo sconosciuto, pronto a mandarlo a fare in culo. Ma l’imprecazione mi muore in gola.
-Non è carino imprecare in mezzo al buio, stavo per prendere un infarto. Ehi…-
Ero troppo occupato a fissare insistentemente le sue gambe e la sua chioma dorata… Wow.
-Ehi… Chi c’è? Guarda che ti ho sentito.-
Osservo i suoi occhi da gatta spaventati guardarsi intorno, evidentemente non mi aveva visto, data la penombra.
Resto ancora dove mi trovo, gustandomi la situazione. Cavoli, è davvero la donna più bella che abbia mai visto… Chissà perché anche lei è uscita fuori… Forse anche a lei non piacciono questi ambienti mondani, forse anche lei è stata costretta a venirci…
-Non fa un po’ troppo freddo per fare una passeggiata notturna?- Le dico divertito, ancora deciso a non farmi vedere.
Lei rimane interdetta, forse sto esagerando, si sta spaventando sul serio.
-Beh, evidentemente non sono l’unica.- Risponde invece.
E’ indispettita, divarica leggermente le gambe e mette le mani sui fianchi, una posa decisamente sexy, mentre i suoi occhi dorati vengono attraversati da un lampo di sfida, la situazione mi intriga sempre di più.
-Beh, io sono abbastanza coperto.- Rispondo ghignando.
-Chi ti dice che io abbia freddo?- Ha la risposta pronta, mi piace.
-Beh, di sicuro i brividi lungo le spalle… E la schiena…- La mia voce tradisce la mia emozione.
La vedo arrossire leggermente. –Bene, scusami ma a questo punto credo sia meglio rientrare, sai, non voglio dare sfogo a un vecchio maniaco!- Che grinta, cavoli. Non le premetterò di andar via così.
-Vecchio a chi?- Le rispondo afferrandola divertito per un polso.
-A te, brutto…- Lei si gira di scatto, lesta nel ritirare la mano. Ma a quanto pare anche a lei le muoiono le parole dalla bocca.
Non mi sono mai definito modesto, anzi, ritengo di essere sufficientemente oggettivo, specialmente quando si tratta di me. Non mi ritengo affatto brutto, al contrario, credo di essere molto più sexy della maggior parte degli uomini presenti in sala al momento. Le numerose donne con cui sono stato lo confermano e a quanto pare anche gli sguardi che mi lancia la bionda in questo momento continuano a confermarlo.
-Dicevi?- continuo sorridendo guardandola negli occhi, dandole il colpo di grazia. Oh, si. Il mio punto di forza sono decisamente gli occhi.
-Che c’è? Il mio fascino ti ha bloccato la lingua?- Continuo più spavaldo che mai.
-Al contrario- dice lei riprendendosi. –Mi sto rendendo conto che davanti a me ho il festeggiato… Tanti auguri.- Dice sprezzante prima di andarsene.
Cavoli, non me lo sarei aspettato, che tipa… Magnifica.
Non potevo lasciarla andare così, non dopo aver trovato qualcuno così simile a me. Rientro tra la folla, ma il senso di ineguatezza non mi perseguita più. Ora l’unico obiettivo è trovarla.
Setaccio la sala per mezz’ora, ma è introvabile. Maledizione! Dove sei finita?
-Daniel!- Cazzo, Scott! Proprio ora devi venire a rompere i cogl…. Non può essere.
-Daniel dove ti eri cacciato? Eccoti qui. Avevo intenzione di presentarla alla famiglia mesi fa, ma visto sei rimasto solo tu… Beh, credo non ci sia occasione più adatta del tuo compleanno per presentarti Emma, la mia fidanzata.-
Senza espressione guardavo la ragazza affianco a mio fratello, non avevo più bisogno di cercarla ora. Lei guardava il pavimento imbarazzata. Improvvisamente ho una voglia matta di stringerla tra le mie braccia. “Non è roba tua. E’ di Scott.” Metto a tacere la voce nella mia testa mentre rispondo, tornando in me con un educato. –Piacere.- E mentre prendo con una mano la sua, guardandola negli occhi.
E dalla passione dei suoi occhi capisco tutto, nonostante cerchi di nasconderla in tutti modi. Anche per lei in giardino non è stato un semplice battibecco, anche lei non appartiene a questo mondo… Lei è attratta da me, così come io da lei.
 
….
 
Non credevo potesse esistere un sentimento così frustrante. Ogni volta che la vedo con mio fratello mi sembra di impazzire, non posso fare a meno di immaginare lui che la tocca, la bacia… Dio è insopportabile!
Non ho mai provato un’ossessione del genere… è così bella cazzo! Bella da mozzare il fiato, da sognarla per notti senza mai stancarti.
Ho cercato di dimenticarla, ogni giorno andavo a finire con ragazze diverse, ma il pensiero di lei è sempre fisso là. Ai suoi occhi, al suo corpo mozzafiato, alla sua bocca.
Anche lei mi vuole, lo vedo, lo sento. Nonostante cerchi di evitarmi, nonostante il suo atteggiamento ipocrita del cazzo lo vedo. Vedo i suoi occhi che nonostante i suoi sforzi mi cercano, come io cerco i suoi.
La sento trasalire ogni volta che involontariamente ci sfioriamo, anche lei sente una scarica elettrica che ogni volta è sempre più potente.
Non si può continuare così. Non posso permettere che mio fratello mi porti via anche lei.
 

 
-Sig. Ramsay suo fratello la desidera al telefono.-
-Scott.- rispondo io con malavoglia.
-Daniel senti sono bloccato ad una riunione, c’è Emma che mi aspetta al Lobster Restaurant, potresti farle compagnia tu finchè non arrivo?-
Dannazione, ho tanta voglia di assecondare la sua proposta ma allo stesso tempo so che non è giusto.
-Risolviteli da solo i problemi, Scott.-
-Dan,per piacere.-
Brutta situazione, mi sto davvero cacciando in una brutta situazione.
 
….
 
Sono sotto casa sua con la macchina.
La cena è stata perfetta, lei era perfetta.
Ora so che se non resisterò ora non resisterò più.
-Grazie per…. Per tutto. Sono stata davvero bene.- Mi sorride lei dolcemente. Eh, no. Non puoi sorridermi così.
Reagisco di istinto, la mia mano le accarezza la soffice pelle del viso, lei socchiude gli occhi.
-Sei così bella…- Non mi ero accorto di star pensando ad alta voce.
Mi avvicino lentamente al suo viso, conscio di stare annegando e di non poter più trovare scampo.
Lei mi ferma in tempo e di corsa scende dalla macchina.
No, non può finire così. Ho bisogno di te, del calore del tuo cuore, fa troppo freddo nel mio.
-Emma! Aspetta!-Riesco a malapena a chiudere la macchina e seguirla nel suo appartamento.
-Si può sapere perché continui a scappare?!- Le dico amareggiato.
-Non sto scappando.- Mi risponde, di nuovo con quel lampo di sfida negli occhi. –E poi perché dovrei? E’ stata solo una semplice cena.- Stavolta non ha il coraggio di guardarmi negli occhi. Lo sapevo, decido di tentare il tutto per tutto. O la va o la spacca.
-Ah, si?- Le dico avvicinandomi lentamente e afferrandola per i fianchi.
Continua a non guardarmi.
La attiro contro di me, accarezzandole la schiena scostandole i capelli da un lato. Il suo profumo… Non devo perdere il controllo, non ora.
E’ troppo invitante.
Comincio lentamente a baciarle il collo. La sento sospirare.
Ora o mai più.
Mi stacco lentamente, lentamente porto il mio viso difronte al suo. I suoi occhi nei miei.
-Dimmi che non provi niente.- Le sussurro, la mia voce è roca, piena di desiderio.
Sembra un’infinità di tempo.
Lei continua a guardarmi, con un misto di disorientamento e passione. Sta a te scegliere, io l’ho fatto quando ho deciso di seguirti a casa tua.
Improvvisamente mi bacia. Con irruenza, le nostre lingue sembrano vorticare in una danza di perdizione e follia  mentre i nostri corpi si muovevano l’uno contro l’altro.
-Vieni…- dice lei staccandosi. – In camera da letto!- continua divertita rispondendo al mio sguardo interrogativo. Riprendo a baciarla con foga, desideroso di esaurirmi in lei.
Dio… Emma… Sei tutto ciò che ho sempre voluto.
 
….
 
In macchina, nella cantina di casa, nei bagni dei ristoranti. La nostra pazzia non si può contenere in nessun luogo.
Sono trascorsi i mesi più belli della mia vita.
Stavolta siamo nel mio letto, ogni tanto ci vuole un rifugio comodo, no?
Anche quando sbadigli sei decisamente sexy, sembra quasi lo fai apposta per farmi impazzire.
-Che sonno… Chissà che… Oddio! Dan! Dobbiamo muoverci! Tra poco Scott tornerà dal lavoro.-
La sua risposta mi innervososce.
-Beh, magari sarà la volta buona per dirgli di noi, non credi?- Lei dico accendendomi una sigaretta, non avevo per niente voglia né di alzarmi, né di vestirmi.
-Non essere idiota, Dan.-
-Non sono idiota, sono schietto e sincero di natura. Questa situazione comincia a non piacermi più. O diciamo la verità o niente.- Dico tranquillamente.
-E il mio parere non conta?!- Risponde lei mentre si riveste.
-Sentiamo, quale alternativa avresti in mente?- Le dico sfidandola. –O scegli me o lui. Lo sapevi dall’inizio che una situazione del genere non avrebbe retto molto.-
Lei si blocca a disagio. Perché fai così? Non mi piace la piega che sta prendendo il nostro discorso.
-Pensavo a te andasse bene… Così.-
-Così come, Emma?- Alzo la voce.
-Dan, non posso lasciare Scott. Non me lo perdonerei mai.-
Che cazzo sta dicendo?
-Bene- dico cercando di controllarmi. –E io cosa sono allora? Cosa c’è stato tra noi in tutto questo tempo?-
-Dan non fraintendere, è stato tutto bellissimo, ma…-
-Ma che?- La interrompo fuori di me. –Ti servono i soldi di mio fratello eh?-
-Come osi!- adesso è anche lei a urlare. Perché, Emma? Che ci sta succedendo? Perché stiamo mandando tutto a puttane così?
-Non ho mai pensato al denaro, mai! – continua lei urlando. –E forse sono l’unica che non lo pensa, a differenza di tutte le persone di cui lui ogni giorno si circonda!-
No… Non mi dire che…
-Sei innamorata di lui?- le dico senza espressione.
Lei abbassa la testa.
Vaffanculo.
Ricomincio a vestirmi in silenzio.
-Dan…-
-Zitta!- Ora sono davvero fuori di me. –Non ho intenzione di stare ancora a farmi prendere per il culo!-
-Salutami Scott.- Le sputo con tutto il veleno possibile prima di andarmene.
E’ finita.
Tutto finito.
E’ stato un bel sogno. Un bellissimo sogno. Ora è tempo di tornare alla realtà.
 
….
 
-Ehi Dan! Non puoi capire che si è inventato il rettore dell’università, certo che è rimbecillito. Ma dove li trova tutti quei soldi?!-
-Trevor, smettila di parlare a mitraglietta come al solito o tiro la sigaretta su per il culo.-
-Ooooh! Trev! Non mi far arrabbiare Dan, già sta girato per quella Emma là… Poi lo sai come picchia duro il nostro Danny… Scherzo Scherzo.-
La mia occhiata evidentemente è stata molto eloquente.
-Dicevi?-
-Oh, si! Non potete capire ragazzi, ha organizzato un viaggio studio a Seattle! Wa! Mannaggia non posso andarci, in quel periodo è il compleanno di Maggie, non credo sarà contenta se partissi-
-Però Dan, tu potresti andare, che dici? Sarà un’occasione per cambiare aria, specialmente dopo quello che è successo…-
-Bill, Trevor…Ho capito, ho capito.- rispondo in fretta. Ancora non riesco a parlare di lei. –Sinceramente non che mi alletti molto l’idea, già ci sono stato a Seattle.-
-Dimenticavamo quanto tu sia sfondato…-
-Già…-
-Va beh- mi fa Trevor. –In ogni caso ho strappato il volantino, dovevi mettere la firma, vedi?- Mi mostra un depliant colorato con sotto stante un elenco di firme… Ma… Non è possibile.
Una firma attira la mia attenzione.
-Ci vado, andrò a firmare.- afferro il foglio e mi allontano prima che i ragazzi possano chiedermi il motivo.
Lo so benissimo che non dovrei, so che dovrei lasciarla stare e basta.
Ma quando ho visto i requisiti di Emma su quella lista non so cosa mi abbia preso.
Non riesco a starle lontano. Devo vederla, incontrarla, stare con lei senza Scott.
Chissà questa volta riuscirò a conquistarla sul serio.
In questo momento ho bisogno di te per non annegare.
Ti prego, se succederà, salvami.
 

 
-Prego , immagino sia lei il sig. Ramsay-
-In persona- dico al tutor accademico stringendogli la mano.
-Prego, prego. Si sieda… Bene, vuole un po’ di caffè?-
-No, grazie.- Sto già cominciandomi a spazientire. –Potremmo discutere dei dettagli del viaggio?- Ho bisogno di sapere che non è un sogno, che se Dio vuole tra un mese la rivedrò.
-Ehm… Veramente non è l’unico che è su appuntamento oggi, dovremmo aspettare… Oh!- Vedo l’uomo sobbalzare e rivolgersi alla porta.-Signorina Wilson prego! La stavamo giusto aspettando! Prego si sieda!-
Vedo far capolino dalla porta una testa ricciuta. Va beh, l’importante è che si muove.
Insomma durante il soggiorno sarò totalmente libero di seguire le lezioni e andare dove voglio, il che è assolutamente a mio favore; la persona affianco a me sarà la compagna di viaggio, poco male, ognuno baderà a sé. La ragazza affianco sembra un po’ titubante. Reprimo uno sbuffo divertito: cos’è, hai paura dell’uomo nero?
Mi giro incuriosito dalla persona seduta al mio fianco, ma i capelli ricci (sono molto belli, lo ammetto), nascondono tutto il viso eccetto il naso tondo all’insù e la sua figura. Non è ne alta ne slanciata, anzi direi proprio piccola e rotondetta, di certo non è una bellezza stratosferica, ma siamo sicuri sia una studentessa universitaria? A me sembra vada ancora a scuola.
Sono ancora sovrappensiero quando il tutor ci congeda. E’ vero, sarò libero di fare quello che voglio, ma chi mi assicura che Emma mi darà un’altra opportunità? Non l’ho di certo trattata bene l’ultima volta che ci siamo visti, ma d’altra parte ogni volta che la incrocio di sfuggita non riesco a resisterle, sembra mi attiri a sé come una calamita.
Con questi pensieri in testa non riuscii ad accorgermi subito di due occhi scuri che mi scrutavano imperterriti. Era sempre quella ragazza, ma che voleva?
Di istinto alzai gli occhi al cielo, prevedendo le solite occhiate che mi riservano le ragazze,  neanche Emma si è comportata diversamente… Ah… Emma…
Ma quando riporto lo sguardo su di lei rimango interdetto: non era uno sguardo di apprezzamento, ma timoroso in un certo senso, quasi inquietato dalla mia presenza.
Possibile mi veda come l’uomo nero? Beh, c’è una prima volta per tutto. E questa è davvero la prima volta che mi succede una cosa del genere. Non mi sembra di aver fatto nulla di male… Ma che vado a pensare? Per quanto me ne può importare di questa qua, può pensare quello che vuole.
Cerco di reprimere un moto di stizza, immotivato tra l’altro,  mentre mi incammino dalla parte opposta per allontarmi, deciso nel dimenticare l’episodio.
Riesco a stento a sentire la voce della ragazza blaterare qualcosa.
Mah.
Speriamo questo viaggio porti bene, certa gente è proprio strana.


 
Buonasera a tutte!
Questo è un vero e proprio esperimento: non solo non ho concluso la mia prima storia, ma questa è la prima volta che scRivo dal punto di vista di un uomo! Speriamo non abbia combinato un disastro, in ogni caso ringrazio che leggerà questo obbrobbrio, sperando che piaccia.
Nel caso la shot vi abbia incuriosito, ecco il link della storia che sarebbe il seguito di questo cap unico, spero vi piaccia ( scusate la ripetizione):
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=879334&i=1
Grazie ancora
baci
Miri

  
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