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Autore: _sage    03/07/2012    1 recensioni
Si odiava perchè sapeva perfettamente qual era il nome dell'unica altra persona che provava sentimenti simili ai suoi.
Conosceva quel nome quasi fosse il suo.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: William Herondale
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Nothing left to lose
 


Salve!
Sebbene sia una grande fan di Cassandra Clare, di TMI e TID, non ho mai scritto ff a riguardo.
Questa sera ho deciso di cambiare.
Questa OS si inserisce in Clockwork Prince, subito dopo che Will lascia il soggiorno in cui c'è anche Tessa. Non è niente di pretenzioso, semplici pensieri del ragazzo. Spoiler per chi non ha letto CP.
Il titolo è tratto da With or Without You, in particolare ho scritto questa ff ascoltando questa versione (QUI) , che consiglio di ascoltare a chiunque capiti qui a leggere, è davvero stupenda.
Bom, mi volatilizzo perchè mi sono dilungata anche troppo.
Buona lettura, se volete lasciare un pensiero - accetto benissimo le critiche, servono a migliorare - siete i benvenuti.





Uscire da quella stanza si era rivelato un grandissimo sforzo per il giovane Nephilim.
Gli era sembrato giusto cercare di mantenere quella briciola di orgoglio che era rimasta in lui e così era uscito senza guardarsi indietro due volte. Troppe volte aveva cercato di convincerla a scegliere lui, troppe volte lei aveva scelto Jem.
Anche se era perfettamente conscio che orgoglio e superiorità facevano parte di un altro Will - un Will ormai morto e sepolto - era anche consapevole che non si potevano cancellare anni e anni di atteggiamenti scontrosi in qualche giorno.
Per questo si sarebbe comportato come se il fidanzamento del suo migliore amico, del suo parabatai, e della ragazza che più amava a quel mondo non lo toccasse più di tanto. O almeno ci avrebbe provato.

Si era appoggiato al muro freddo dell'istituto per cercare di ritrovare il buonsenso che aveva perso osservando due grandi occhi grigi simili al cielo temporalesco e due labbra piene come le colline su cui aveva passato l'infanzia.
Era stato uno stupido.
Era stato un egoista.
Per pochi minuti, solo pochi prima di riuscire a sfuggire da quella tortura che tanto amava, aveva pensato solo a se stesso e all'amore per la ragazza.
Per Tess.
Solo il pensare al suo nome suscitava in lui brividi che non aveva mai provato per nessun'altra fanciulla.
E lui ne aveva tenute tante fra le sue braccia, di fanciulle.
Sapeva di amarla. Sapeva di amarla più di chiunque altro e per questo si odiava. Si odiava perchè sapeva perfettamente qual era il nome dell'unica altra persona che provava sentimenti simili ai suoi.
Conosceva quel nome quasi fosse il suo. James Carstairs.

Per tutta l'adolescenza si era preso in giro dicendosi che il suo grande peccato era Jem, che si permetteva di amarlo solo perchè stava già morendo per altre cause. Lo avevo perfino confessato a Magnus e fino a poco tempo prima ci aveva creduto ciecamente.
Ora, con il senno di poi, sapeva che il suo grande peccato non era rivolto solamente al suo parabatai.
Era nato un secondo peccato.
Si trattava di Tessa. Si trattava sempre di Tess..
Solo in quel momento se ne era reso conto, vedendo la confusione e la malinconia negli occhi della ragazza.
Si era permesso di amarla di nascosto, di nascosto pure da lei, senza preoccuparsi del dolore e della confusione che nel mentre le infliggeva con le sue frecciatine e con battute a cui nemmeno lui credeva.
Era un egoista.
Non era stato capace di tenere sotto controllo i suoi sentimenti.
Non aveva pensato al bene di Jem, non aveva pensato alla scelta oggettivamente migliore per Tessa, non aveva pensato a ciò che si meritava dopo tutti quegli anni, anche se per tutto il tempo aveva agito non per sua scelta.
Ma ora  ci stava pensando, no? E cosa ne ricavava? Solo dolore. Dolore su dolore.
Forse la sua vita era destinata ad essere riempita solo da quel sentimento.
Dolore per Ella.
Dolore per l'abbandono.
Dolore per la maledizione.
Dolore fisico per il solo fatto di essere un Nephilim.
Dolore nel sapere che un giorno - ogni secondo sempre più vicino - Jem non sarebbe più stato lì insieme a lui in quella vita ingiusta.
Dolore per non poter amare liberamente chi si sentiva di amare.

Rise. Rise senza traccia di ilarità nella sua voce. Non si poteva dire che nei suoi diciassette anni non avesse sperimentato il dolore nella maggior parte delle sue sfacettature.
Si staccò da quel muro gelido con una nuova consapevolezza: Jem era il meglio per Tessa.
Anche se il Nephilim avesse vissuto un solo anno ancora le avrebbe potuto dare tutto ciò che lui stesso non le avrebbe potuto offrire in un'intera vita.
Perchè lui era complicato. Era a pezzi, sia dentro che fuori, e non sarebbe bastato metterli in equilibrio per farli restare attaccati l'uno all'altro.
Tessa avrebbe potuto aiutarlo, ma era meglio se restava con Jem.

Per questo non ritornò nel soggiorno in cui aveva lasciato Tessa quando sentì le urla di dolore di quest'ultima.
Non sapeva a cosa fossero dovute - una piccola parte di sè, riappropriandosi dell'egoismo che l'aveva protetto per anni, immaginò fossero a causa sua - ma si convinse a non scoprirlo.
Aveva perso per sempre un'altra persona.
Sebbene la maledizione non fosse mai esistita, sentiva dentro di sè l'impossibilità di relazionarsi veramente con le persone.
Forse non avrebbe mai vissuto appieno la sua vita.
Forse non si sarebbe mai ripreso dagli ultimi cinque anni della sua vita.
Lasciò Tessa lì, in balìa del suo dolore, incamminandosi con passo lento e strascicato verso la stanza dell'unica persona all'interno dell'istituto che non si sarebbe mai permesso di abbandonare.
  
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